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Autore: storiedellasera    10/11/2020    1 recensioni
Alcuni desideri sono fatti per cercare la felicità. Altri desideri invece sono espressi per infliggere sofferenze.
Lo sanno bene Milla e Kyleen, proprietarie di una locanda molto particolare.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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La strega dei desideri

-Parte 5-



Un lampo accese la notte.
Gli alberi sulla montagna venivano sferzati dalle raffiche del vento. A un tratto il rombo di un tuono sovrastò ogni altro suono provocato dalla tempesta. La natura stava sfogando tutta la sua immensa furia. Un secondo lampo illuminò la locanda dei desideri.
“Troooool!” Urlò di nuovo Kyleen. Era completamente fradicia nonostante si trovasse nella sala da pranzo, colpa della pioggia che entrava dallo squarcio nel muro.
Sulle prime, Milla e Flio non capirono cosa stesse dicendo la ragazza del nord.
Ma un ruggito, diverso dal rumore dei tuoni, allarmò le giovani.
Il volto deforme di un troll fece capolino dalla voragine sul muro. Era grottesco e cinereo. Sembrava un tubero marcio… un tubero enorme e con occhi piccoli e neri.
Il troll era alto almeno tre uomini, nonostante fosse gobbo e torto su un fianco. Le braccia, spropositate e coperte di muschio, toccavano il suolo. Le mani grottesche e possenti stringevano un enorme tronco d’albero, lavorato in maniera grossolana per conferirgli le sembianze di una clava.
Pelli d’animali coprivano il bacino del troll. Come macabro ornamento, su quell’unico e insulso indumento erano appesi teschi e teste di varie creature parzialmente decomposte.

L’attacco del troll aveva divelto la parete della locanda, esponendo la sala da pranzo, e le ragazze al suo interno, alle intemperie di quella furente notte tempestosa.
Kyleen sapeva che il mostro era in grado di distruggere l’edificio con solo pochi fendenti.
Si voltò verso le altre giovani e iniziò a correre.
Milla e Flio in qualche modo avevano compreso le intenzioni della fanciulla del nord. Tutte e tre uscirono dalla locanda, riversandosi sul retro.
La pioggia le investì. Era gelida.
Un lampo rivelò lo spazio attorno alle ragazze. Altri due troll si trovavano al loro fianco.
Erano accovacciati, intenti ad ispezionare il portico della locanda.
Le urla delle ragazze furono ovattate dai rumori della tempesta. Con orrore capirono che l’edificio era circondato da un totale di tre troll.
Flio continuò a fuggire ma Milla si paralizzò dalla paura.
I mostri si accorsero di lei eppure si limitarono a fissarla. Prima di quella notte non avevano mai visto un essere umano e non riuscivano a comprendere cosa fosse quella piccola creaturina atterrita e tremante.
La loro natura violenta e aggressiva prevalse infine sulla loro perplessità e si scagliarono contro Milla. Lei non poté far altro che fissare le loro enormi e contorte bocche nere spalancarsi.
L’avrebbero divorata se Kyleen non l’avesse afferrata per un polso e trascinata con se nel bosco.
In poco tempo le ragazze raggiunsero Flio.
La pioggia aveva reso scivoloso il terreno: un miscuglio di fango, foglie bagnate e detriti. In alcuni punti del sottobosco si erano formati persino dei piccoli torrenti.
Le fanciulle non potevano vederli ma erano in grado di udire l’acqua zampillare tra gli alberi.
Nonostante tutti quegli ostacoli, continuarono a correre. Spesso cadevano o scivolavano ma si rialzavano immediatamente. La paura infondeva in loro la forza per ignorare fatica e dolore.
Ma alle loro spalle i troll continuavano a rincorrerle e a ruggire.
I loro versi sovrastavano i suoni della tempesta.

Giunte in un punto del bosco particolarmente fitto, le ragazze si fermarono per riprendere fiato.
“Luce!...” Urlò Kyleen voltandosi verso le altre “...c’è bisogno di luce.”
Flio portò le mani all’altezza del torace. Richiamò a se la magia e creò dal nulla una piccola scintilla.
Ma Milla smanacciò quella minuscola fonte di luce ardente. Terrorizzata disse: “no! Non dobbiamo farci scoprire.”
Kyleen rispose: “i troll vedono perfettamente al buio…”
“…e hanno un incredibile olfatto” continuò Flio per poi riprendere il suo incantesimo.
In men che non si dica, la mezza fata generò una sfera di fuoco tra le sue mani.
Il globo volteggiava e ardeva nonostante la pioggia dirompente.
Kyleen sguainò la spada dall’elsa dorata. La lama sibilò nel buio della notte e quel suono rincuorò la ragazza del nord: “qui” disse a Flio, indicandogli l’arma.
Quest’ultima spinse il globo verso la spada.
La sfera incantata andò ad unirsi all’arma e la lama si cosparse di fiamme, proiettando riflessi rossi e ambrati attorno le ragazze.
Fu proprio grazie a quella luce che Kyleen riuscì a scorgere un tronco scagliato contro di lei. I troll le avevano appena lanciato un arbusto.

Il tronco andò a impattare contro gli alberi... ma le ragazze furono travolte da schegge di varie dimensioni. Flio fu colpita alla testa da un detrito particolarmente grande: un fiotto di sangue bruno zampillò da un orrendo squarcio sulla fronte della mazza fata.
Milla e Kyleen inorridirono nell’udire il pezzo di legno colpire la testa della loro compagna. Fu un tonfo sordo e possente. Anche loro furono travolte dai detriti e ruzzolarono a terra.
Milla si rialzò rapidamente, chiedendosi come mai sentiva il suo braccio sinistro formicolare. Osservò meglio l’arto e si accorse che un detrito del tronco si era conficcato nelle sue carni.
Cercò di urlare ma la paura le impedì di generare anche il più flebile dei gemiti. Fu come avere una mano ghiacciata serrata attorno la gola.
Flio, vicino a lei, non si muoveva.

Kyleen era finita distante da Milla e Flio.
Alzò il capo e notò le grottesche sagome dei troll mentre si avvicinavano. Il fitto bosco rallentava la loro corsa, il che dava del tempo a Kyleen per ragionare. Si accorse che Milla la stava fissando, spaventata e ferita.
Kyleen le rivolse uno sguardo carico di emozioni. Si alzò da terra e corse nella direzione dei troll.
“Sono qui! Sono qui…” urlò la ragazza del nord mentre agitava la spada fiammeggiante sulla sua testa “...sono qui, razza di bastardi! Venite a prendermi!”
I troll erano facili da provocare. Quei mostri furono attirati dalla luce e dal movimento di Kyleen.
Eccitati di aver trovato una delle loro prede, caricarono la ragazza.
Lei corse via nella speranza di allontanare i troll dalle sue compagne ferite… ma uno di loro, il più lento, si fermò di colpo. Alzò la testa e fiutò l’aria.
Un fulmine cadde a pochi passi da lui, squarciando in due un’antica betulla.
Nonostante la pioggia e il vento, il troll riuscì ad avvertire l’odore del sangue. Si voltò verso Milla e si accorse di lei.
La ragazza strisciò verso Flio. Quest’ultima era viva ma aveva perso conoscenza.
“Flio, alzati” supplicò Milla mentre la scrollava.
La ferita sulla testa della ragazza era orrenda, le si potevano intravedere le bianche ossa del cranio.
“Flio! Flio!”
Ma la ragazza non apriva gli occhi… e il troll era sempre più vicino.

Nel frattempo, Kyleen era riuscita ad attirare l’attenzione degli altri due troll. Ma non si era accorta che il terzo di quei mostri aveva puntato Milla e Flio.
La ragazza del nord corse… corse come non aveva mai fatto in vita sua, con la sola luce della spada a farle da guida in quell’oscuro labirinto di alberi.
Scorse il ciglio di un burrone alla sua sinistra.
Un tronco era caduto proprio in quel punto, formando una sorta di ponte naturale sul baratro.
Kyleen svoltò improvvisamente in quella direzione… e fu fortunata poiché quel brusco cambio di direzione le permise di evitare inconsapevolmente il fendete della clava di un troll.
La ragazza si accorse solo in quell’istante che i mostri erano proprio alle sue spalle.
Accelerò in direzione del burrone, richiamò a se tutte le sue forze e trattenne il fiato mentre spiccò il balzo sul baratro.
Il tempo sembrò rallentare. Persino le gocce della pioggia rallentarono la loro caduta… o almeno questo era ciò che percepiva Kyleen mentre eseguiva il salto.
Continuò a muovere le gambe e le braccia anche se sotto di lei c’era solo un nero abisso. Raggiunse l’altro lato del burrone, scivolò e si rialzò dopo aver compiuto una capriola.
Sporca di fango, con il cuore che le batteva all’impazzata, Kyleen si voltò in direzione dei troll.
Uno di loro mise il piede sul tronco che fungeva da ponte e avanzò.
Si udì il legno gemere e contrarsi sotto il peso del mostro. Il tronco si spezzò in due e la creatura precipitò nel vuoto.
Il troll, mentre cadeva, lanciò un possente ruggito. Riversò in quel verso tutta la sua rabbia e la sua paura. Poi il silenzio. L’impatto con il suolo doveva averlo ucciso all’istante.
In quel momento, Kyleen rammentò le parole del suo maestro:
La ragazza si lasciò sfuggire un sorriso: “Valden, saresti stato fiero di me” sussurrò tra se e se.
Un lampo illuminò la foresta, seguito dal boato di un tuono.
La luce di una saetta rivelò l’altro troll. Era immobile e intento ad osservare Kyleen dall’altro lato del burrone. L’espressione del mostro comunicava tutta la sua rabbia e la sua frustrazione.
La ragazza ricambiò lo sguardo di sfida del mostro. Lei non aveva più paura. L’idea di aver sconfitto un troll la riempiva di un’eccitazione assopita da parecchi anni.
Attese.
Ma il mostro, invece di tentare un balzo, si voltò e scomparve nell’oscurità della notte.
Il terrore si ravvivò in Kyleen, ancora più forte e intenso di prima.
“Un momento…” urlò “…dove vai? Dove vai?”
Ma il troll era andato via. Kyleen precipitò nella più buia delle disperazioni quando comprese che anche il terzo troll era scomparso.
“Milla” sospirò in preda al panico.

Il terzo troll… il mostro che aveva deciso di non inseguire Kyleen, aveva trovato Milla e Flio.
Quest’ultima non aveva ancora ripreso conoscenza.
Milla la teneva stretta a se, seduta sotto un albero per trovare un minimo di riparo dalla pioggia. La luce dei lampi permetteva alla ragazza di intravedere il troll mentre avanzava. Poteva persino sentire il suo tanfo… un odore di carogne misto a erbe marce e altre cose indefinibili.
Milla balzò in piedi ma non aveva idea di cosa fare. Non poteva fuggire e Kyleen inoltre era scomparsa chissà dove.
La ragazza poté avvertire il troll a un passo da lei. In quel momento era sicura che sarebbe morta.
La frustrazione prese il posto della paura e in poco tempo di tramutò in rabbia… una rabbia sempre più intensa fino a divampare in ira.
Milla non si era neanche resa conto della sfera infuocata che ardeva tra le sue mani. Aveva richiamato a se la magia per evocare quel globo incandescente.
L’alone delle fiamme illuminò di rosso gli occhi della ragazza. Fissò il troll che in quel momento si sentì minacciato da lei.
La strega Zeela non aveva ancora insegnato a Milla e Flio delle magie complesse o potenti.
Milla quindi si affidò all’ira e all’istinto: puntò bene i piedi sul suolo fangoso, ispirò a fondo e lanciò la sfera infuocata contro il troll.
Un’enorme lingua di fuoco si sprigionò dalle mani di Milla.
La sfera che aveva evocato un attimo fa, ora pareva il soffio di un drago. Le fiamme tracciarono una scia ardente nel bosco e la notte si illuminò di rosso e d’arancio.
Il troll fu investito dalle fiamme.
Alzò un braccio per difendersi ma non servì a nulla. Il fuoco lo divorò in pochi secondi.
Lui lanciò un urlo che sembrò raggiungere la sommità del cielo. Ma in pochi istanti il suo lamento regredì a un flebile gemito fino a spegnersi del tutto.
Il troll cadde a terra, privo di vita. Il suo cadavere pareva un enorme pezzo di carbone rovente e fumante.

Le gambe di Milla cedettero e la ragazza cadde sulle ginocchia. L’incantesimo le aveva sottratto tutte le sue energie.
Abbassò lo sguardo verso le sue mani e inorridì. Erano carbonizzate.
Dalla punta delle dita fino ai gomiti, le carni erano un ammasso di materia nera e fumante, attraversate da una serie di profondi solchi che esponevano una polpa di muscoli rossi e pulsanti. Milla tremò dal terrore. Si lasciò sfuggire un gemito mentre sentiva i suoi occhi riempirsi di lacrime. Ma non pianse. Non era in grado di farlo, tale era il trauma che stava provando.
“Milla…” urlò una voce nel buio della notte “…Milla, Flio!”  
Era Kyleen.
Milla riuscì a intravedere la spada fiammeggiante tra gli alberi.
La ragazza del nord la raggiunse in pochi secondi.

Kyleen notò immediatamente le braccia ustionate di Milla.
Sul volto della ragazza del nord si materializzò la stessa espressione inorridita e terrorizzata della sua compagna. Aprì bocca ma non riuscì a dire una parola.
Un ruggito alle sue spalle la fece sussultare.
L’ultimo troll rimasto in vita aveva appena raggiunto le ragazze. Il mostro ruggì di nuovo e partì alla carica.
“Vai via” disse Milla.
Kyleen la fissò perplessa.
“Devi andare…” ripeté Milla “…tu puoi correre. Salvati almeno tu.”
L’orrore travolse la ragazza del nord.
La sua compagna aveva ragione. Il troll si sarebbe fermato per divorare Flio e Milla, dando così il tempo a Kyleen di fuggire. Si trattava di una soluzione terrificante ma logica.
“Vattene” ripeté Milla con un filo di voce, sforzandosi di apparire calma come se avesse accettato il suo destino.
Kyleen era paralizzata dalla paura. Un brivido la scosse dalla testa ai piedi.
Si chinò su di Milla e la baciò.
“Perdonami” disse la ragazza del nord mentre Milla la fissava scioccata.

Kyleen si rialzò da terra, roteò la spada infuocata e caricò il troll.
Urlò qualcosa nella sua lingua madre. Era un urlo di battaglia tipico dei guerrieri del nord.
Ragazza e troll ingaggiarono battaglia.
Kyleen iniziò a danzare attorno l’enorme mostro, mentre la tempesta continuava a dar sfogo alla sua furia. Il troll tentò più volte di colpire la fanciulla, ma la sua clava era troppo ingombrante per essere brandita in quel punto della foresta così fitta.
Più volte l’arma andò a impattare contro qualche albero.
Kyleen sapeva che sarebbe morta se il troll l’avesse colpita almeno una volta. Scelse con cura ogni suo movimento. Di tanto in tanto riusciva a colpire il mostro ma, non volendo esporsi, la ragazza infliggeva solo qualche taglio o ferita superficiale.
Questo non faceva altro che far infuriare ancora di più il troll.
Se lui avanzava, Kyleen indietreggiava per poi continuare a danzare attorno a lui.
Il mostro voleva gettar via la sua clava e afferrare la ragazza con le sue possenti mani. Sarebbe stata una facile cattura… ma desistette poiché aveva paura del fuoco della spada di Kyleen.
Mentre continuava a muoversi, la ragazza mise un piede su una roccia nascosta da un letto di foglie morte. Scivolò a terra.
Il troll ruggì dall’eccitazione, la raggiunse in un baleno e sollevò la clava sul suo testone grigio e deforme. Kyleen sentì il suo cuore sussultate per la paura.
Il mostro abbassò l’arma su di sei… ma la clava rimase impigliata tra i rami di un albero.
No, non erano rami. Kyleen, ancora a terra, aguzzò la vista e comprese che si trattavano di viticci, simili a liane, e si stavano muovendo. Si avvolsero attorno l’arma del troll.
Altre appendici legnose iniziarono ad aggredire il mostro. Iniziarono ad avvinghiarlo mentre lui urlava e si dimenava.
In poco tempo quei viticci riuscirono a bloccare il troll e a farlo cadere a terra.
Un senso di felicità e speranza divampò nell’animo di Kyleen: “è la magia di Zeela” sussurrò.

Un lampo irradiò d’argento l’intera foresta, seguito dal fragore di un fulmine.
In quella luce così accecante, Kyleen scorse da lontano la figura di Valden. L’uomo avanzava verso di lei. Era velocissimo e nelle sue mani stringeva una coppia di spade.
Quando fu vicino al mostro, Valden balzò su di lui e gli conficcò una lama in un occhio fino a raggiungere il cervello. Roteò l’arma nella testa del troll prima di estrarla con un decisivo strattone. Il troll emanò un rantolo prima di smettere di respirare.
Valden si voltò poi verso Kyleen per sincerarsi delle sue condizioni.
Lei non aveva mai visto il suo maestro così preoccupato per lei. Si commosse e scoppiò in un pianto liberatorio. Valden si precipitò per abbracciarla forte: “la mia ragazza” disse con voce tremante.
In poco tempo raggiunsero Flio e Milla.
Quest’ultima non era ancora in grado di muoversi. Sapeva che da un momento all’altro avrebbe sentito il dolore delle ustioni… e sarebbe stato un dolore insopportabile.
Valden si rivolse a Kyleen: “tu prendi Flio, io penso a Milla.” Dovette urlare poiché la tempesta si stava facendo sempre più intensa.

Milla sentì Valden che la sollevava da terra.
La testa le faceva un gran male e avvertiva la foresta vorticare attorno a lei. Cercò di restare cosciente mentre veniva riportata alla locanda. Dietro di lei poteva scorgere Kyleen con Flio tra le sue braccia. Dopo pochi minuti Milla riuscì a vedere la sagoma della locanda scagliarsi nel buio della notte. Zeela era lì, in trepidante attesa.
Fu l’ultima cosa che la ragazza vide prima di svenire.



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Per moltissimo tempo, Milla non fece altro che chiedersi come mai si trovava a fissare il soffitto di una stanza della locanda. Si rese poi conto di trovarsi distesa su un comodo letto e di non esser in grado di muovere le braccia. Cercò di alzarsi ma la minima contrazione dei muscoli della schiena le provocò dei dolori lancinanti, come se dei lunghi aghi le attraversassero il corpo.
Lentamente i ricordi riaffiorarono nella sua mente stanca: rammentò la tempesta, lei che cenava insieme a Flio e Kyleen… poi l’attacco dei troll, la fuga disperata nel bosco, una lunga scia di fuoco e un bacio. Ma quest’ultimi ricordi erano ancora sbiaditi e confusi nella sua memoria.
Si riaddormentò.

Nei giorni successivi, Milla fu sconvolta dalla febbre.
Alternava momenti di lucidità con illusioni spaventose. Non riusciva più a distinguere la realtà dalle immagini prodotte dalla sua fantasia. Incubi, alimentati dalla febbre, iniziarono ad affollare la sua stanza. Incubi generati dai suoi ricordi di infanzia o dai racconti che aveva udito nella sua vita.
Vide di fronte a se i predoni del deserto, in sella a dei cammelli, dirigersi verso il villaggio di suo madre. Udì le grida di battaglia dei popoli del nord. Ammirò con orrore i mostri marini che si sollevavano da un oceano agitato.
Vide poi i troll ed ebbe una grande paura. I mostri erano entrati nella sua stanza, ruggendo e agitando le loro armi. Quando la videro, distesa inerte sul letto, si gettarono contro di lei.

Milla si svegliò di soprassalto. Tremava come una foglia.
Nella sua stanza regnava un senso di pace assoluta. La camera era colma di talismani e amuleti magici, molti dei quali pendevano dal soffitto. Erano stati creati appositamente per lei, per poter accelerare la sua guarigione. La luce del sole filtrava attraverso le imposte chiuse. Oltre quella finestra, Milla scorse dei fiocchi di neve scendere dolcemente dal cielo.
Ispirò a fondo e percepì nell’aria un odore di erbe medicinali. Fissò le braccia e scoprì che erano completamente avvolte da delle bende. Qualcuno doveva averle cambiate da poco poiché erano candide, senza neanche una traccia di sangue o pus.
Chiuse gli occhi poiché voleva dormire di nuovo… ma il cigolio sommesso della porta la fece sobbalzare.
Zeela entrò nella stanza: “come ti senti?” Disse a bassa voce quando si accorse che Milla era sveglia.
“Bene…” rispose lei “...Flio e Kyleen?”
La strega si sedette al suo capezzale e le disse che le altre due ragazze non correvano più alcun rischio e che erano in grado di camminare.
“Io non riesco neanche a muovere un muscolo” commentò Milla, scoprendo che anche il solo parlare le procurava un certo fastidio al collo.
Zeela annuì prima di replicare: “hai usato un incanto molto potente, sei fortunata a esser sopravvissuta.”
“E la locanda?” Chiese Milla dopo diversi secondi passati a contemplare il silenzio.
“Che intendi?”
“E’ stata distrutta dai troll.”
“Io e Valden la stiamo riparando. Tra qualche settimana sarà come nuova.”
“Ma fino a quel momento non sarà possibile esaudire i desideri della gente?”
Zeela sorrise: “tu credi, Milla?”
“Ecco… non saprei. Ho solo pensato…”
“…che siccome la locanda ha una parete distrutta non è possibile usare la sua magia?!” La strega sospirò e si avvicinò a Milla.
La ragazza notò qualcosa nello sguardo della sua maestra… qualcosa di solenne.
“Ascoltami…” disse Zeela “…sto per rivelarti un segreto che non ho mai detto a nessuno.”
Milla deglutì nel sentire quelle parole.
La strega continuò: “stai dando troppa importanza alla forma materiale di questa locanda. Certo… la magia scorre tra queste mura e confluisce in me per poter esaudire i desideri delle persone. Ma io non sono solo un tramite. In me vive la magia esattamente come vive in questa locanda. Sai cosa vuol dire, Milla?”
La ragazza scosse la testa. Era completamente incantata dal discorso della sua maestra.
Quest’ultima continuò: “vuol dire, cara Milla, che io posso portare la magia della locanda in un altro luogo. Potrei distruggere la locanda e incantare qualsiasi altro posto e continuerei comunque a esaudire i desideri del prossimo.”
“Allora perché resti in questa locanda?” Chiese istintivamente Milla.
Zeela ridacchiò di fronte all’ingenua bontà della sua allieva.
Ebbe l’impulso di accarezzarle i capelli rossastri ma aveva paura di farle del male. Del resto Milla era ancora molto debole e fragile.
Si limitò a restarle vicina e rispose: “vorrei dirti che resto nella locanda per un motivo nobile… del resto questo posto è stato creato con il legno preso da un albero magico. Ma la verità è che sarebbe terribilmente pericoloso scegliere un altro posto. Attirerei troppa attenzione su di me. Questa montagna invece è un posto perfetto… è isolata, tranquilla e difficile da raggiungere.”
Milla rimase in silenzio per molti secondi prima di chiedere: “perché mi stai dicendo questo?”
“Non potevo rivelare un segreto così importante a cuor leggero. Immagina se qualcun altro venisse a scoprirlo! Ogni re o lord del regno farebbe di tutto per prendere la magia della locanda e trasferirla nel suo castello. Userebbero persino la tortura per ottenere un potere così smisurato.
Inoltre, cara Milla, ti sto rivelando questo segreto perché… quando arriverà la mia ora …tu mi succederai come strega dei desideri.”
Milla strabuzzò gli occhi e fece per replicare. Ma Zeela alzò una mano e continuò: “quando sarai completamente guarita, ti benedirò con un incantesimo. Così, al momento della mia morte, tu prenderai il mio posto. Sarai tu a realizzare i desideri delle persone e un giorno tramanderai questa magia a un tuo allievo. Questo è il mio volere. Avrei voluto dirtelo la sera in cui i troll hanno attaccato la locanda.”
Inizialmente Milla fu pervasa da un inteso senso di euforia. Ma la felicità durò solo un instante perché paura e insicurezza si espansero nel suo animo.
“E Flio?...” Chiese alla strega “…lei è più meritevole di me.”
Zeela fissò emozionata la ragazza: “io ho scelto te” le sussurrò sorridendo. Era orgogliosa della sua allieva e la ragazza l’aveva compreso.

In quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Avanti” disse Zeela.
Kyleen fece capolino nella stanza. Milla avvertì un tuffo al cuore quando i suoi occhi incontrarono i suoi.
“Si è svegliata?” Chiese la ragazza del nord e la strega la invitò a farsi avanti.
Timidamente Kyleen entrò. Anche lei aveva delle bende attorno le braccia ma le sue ferite erano decisamente meno gravi rispetto a quelle di Milla.
Zeela raggiunse Kyleen. Come gesto d’affetto le sistemò una ciocca dei suoi capelli dorati che le cadevano su una spalla: “una vera guardiana di streghe…” commentò Zeela “...hai protetto le mie allieve rischiando la tua stessa vita.”
Kyleen era imbarazzata ma felice. Milla intanto non le staccava gli occhi di dosso e non poteva far altro che ripensare al bacio che le aveva dato prima di scagliarsi contro il troll nella foresta.
Zeela uscì dalla stanza ma non prima di aver rivolto uno sguardo di complicità nei confronti di Milla. Lei si sentì divampare dalla vergogna… come se la strega avesse letto i suoi pensieri.

Milla e Kyleen rimasero da sole.
Apparivano tranquille ma in ognuna di loro si agitava un mare di emozioni. La ragazza del nord si sedette sul bordo del letto, vicino a Milla.
Notò le braccia fasciate della ragazza. Sembravano prive di vita, immobili e con i palmi rivolti verso l’alto.
Kyleen infine prese la parola: “Zeela ha detto che sei stata molto male. Non potevo farti visita fino a questo momento. Ma la strega dice che guarirai completamente. Non avrai neanche una cicatrice.”
Milla ridacchiò. Ma era un riso amaro: “non ne sono sicura, le ustioni che ho visto su di me erano orrende.”
La ragazza del nord sollevò un sopracciglio: “dopo tutti questi anni sottovaluti ancora la magia della tua maestra?”
Milla alzò le spalle. Non voleva dare una risposta. Rimase a contemplare per un po’ la neve che si vedeva fuori dalla finestra: “perché nel bosco ti sei comportata in quel modo?” Chiese d’un tratto.
Kyleen stirò un mezzo sorriso: “cosa vuoi sapere, Milla? Perché ho affrontato un troll invece di scappare? O forse vuoi sapere perché ti ho baciata?”
“Ecco… entrambe le cose, suppongo.”
Kyleen annuì. Iniziò a giocherellare con un talismano mentre rispondeva: “ho affrontato il troll perché non volevo che tu morissi.”
“E per il bacio?”
“Ero convita che il troll mi avrebbe divorata. E non volevo lasciare questo mondo senza averti almeno dato un bacio.” Kyleen mise via il talismano che stava tormentando.
Toccò delicatamente il palmo di Milla con la punta delle dita: “ti faccio male?”
“No.”
Kyleen la prese per mano.
Nessuna delle due disse più una parola. Pensarono che non c’era bisogno di continuare quel discorso. Si limitarono a restare in silenzio, mano nella mano, ad assaporare quel momento.


⁓•⁓•⁓•֍•⁓•⁓•⁓



“Volevi vedermi?” Disse Flio entrando nello studio della strega.
La ragazza aveva la testa avvolta da delle bende.
Zeela era seduta vicino a un tavolo, intenta a leggere un antico tomo. Ripose via quel libro e chiese a Flio di chiudere la porta. Lei obbedì.
Erano sole in quella bizzarra stanza piena di vecchi volumi e strani oggetti legati al mondo della stregoneria.
“Sei pronta a conoscere il tuo destino?” Chiese Zeela con aria solenne.
Flio assunse una posa marziale, incrociando le mani dietro la schiena e drizzando le spalle: “sono pronta” rispose.
Zeela sospirò: “tu non sarai la strega dei desideri.”
Quelle parole colpirono al cuore la mezza fata. Flio diede fondo a tutte le sue forze per restare ferma e composta… ma dentro di lei si espande un grande dolore.
I suoi occhi si velarono di lacrime.
“Quindi…” rispose con voce spezzata “…Milla?!”
“Si…” disse Zeela “…sarà Milla ad ereditare la locanda e ad amministrare la magia del posto.”
“Milla, ma certo” commentò Flio amareggiata.
Fissò prima il pavimento, poi sollevò di nuovo lo sguardo verso la sua maestra: “ti ho forse delusa in qualche modo?”
Quelle parole straziarono la strega: “no…” rispose con un filo di voce “…tu non hai colpa.”
Ma Flio sentiva il bisogno di sputar fuori il veleno che si era generato nel tuo cuore: “ho sempre obbedito ai tuoi comandi. Ho studiato e ho fatto più di quello che mi hai chiesto di fare. Sono brava con la magia… so che devo essere umile ma sappiamo entrambe che sono molto con la magia. Amo questa locanda e amo te, maestra.
E tu preferisci consegnare la magia dei desideri a una… a una… trovatella che entrò qui dentro per puro caso?”
“Flio.”
La mezza fata alzò una mano per zittire la strega. Iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza, non riuscì più trattenere le lacrime. Il volto si tinse di rosso.
Tentò di calmarsi e Zeela attese pazientemente.
Flio infine si fermò, portò le mani ai fianchi e fece un gran respiro: “hai preso la tua decisione, maestra. E’ tempo che io prenda la mia…” si voltò verso Zeela “…partirò all’alba. Tornerò alla gilda dei maghi.”
“Non sei obbligata ad andar via” la strega era sempre più addolorata.
“Invece si” ringhiò Flio che non riusciva a smettere di piangere. Si avvicinò alla sua maestra: “invece si” ripeté. Uscì poi dallo studio e corse nella sua camera da letto.
Il mattino seguente sarebbe tornata nella capitale del regno.



fiore

   
 
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