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Autore: Ino chan    21/08/2009    7 recensioni
-Tu chi sei?- soffiò l'animagus.- James Potter.-
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'I lost my Home'
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-Ahhh! Che cos'è questo casino!!!!-  urlò  Harry Potter districandosi a fatica  dall'intreccio di coperte e lenzuola  che durante la notte si era annodato attorno alle gambe fino ai fianchi. Si rotolò nel tentativo di liberarsi, una, due, tre volte, aveva sempre avuto il sonno agitato, ma non gli era capitato di ridurre le coltri in quel modo! Sospirò una parolaccia e rivoltandosi ancora una volta, scese dal letto... Oh per meglio dire, piombò a terra di faccia, leggero come una putrella... Si toccò il naso dolorante, la testa  poggiata su una pantofola- MERDA CHE NOTTATA!- strepitò mentre scalciava come un centauro imbizzarrito per liberare il piede sinistro, rimasto incastrato in un nodo formato, da lenzuolo, copriletto e...tenda?
Guardò la finestra, come diavolo aveva fatto ad impigliarsi anche con quella?? Si rovesciò sul pavimento, colpendo il comodino con un braccio facendo dondolare e poi cadere, la sveglia , che precisa al millimetro gli piombò in  mezzo la fronte
- E che cazzo....- sbottò  mentre si portava le mani alla faccia- Se stanno facendo tutto questo macello per niente, giuro che li ammazzo!-

Uscì dalla camera che divideva con Ron * ronfava beato lui, come Merlino faceva a dormire in ogni situazione, era un vero mistero* e scese le scale maledicendo ad ogni passo il bernoccolo che sentiva ingigantirsi sotto la frangia. Era sopravvissuto all’incontro ravvicinato con un Ungaro Spinato incazzato a bestia e stava quasi per rimetterci le penne con un carpiato giù dal letto. Certo che la sua sfiga non aveva limiti … Puntò dritto alla cucina e la vista di Sirius fra Molly e Arthur gli strappò un sobbalzò -CHE CAZZO?- sbottò completamente dimentico delle romanzine di Mamma Weasley sull’uso delle parolacce.

-Harry da bravo vorresti dire a queste care persone che non voglio ucciderti?-

Lo sguardo del ragazzo saettò dal suo padrino ai due bravi maghi, ad Hermione, che sembrava piazzata accanto al camino col chiaro intento di non fargli vedere che cosa nascondeva alle spalle- Non vuole uccidermi.- disse confuso e poco convinto, avanzando di un passo verso l’animagus –Lasciatelo.-
Le bacchette di Molly e Arthur affondarono con più forza fra le costole di Sirius che si lamentò fra i denti, dato che Molly gli aveva rifilato un paio di scappellotti per le parole poco carine che si era lasciato sfuggire durante il loro primo scontro – Piccolo.- disse con un filo di voce –Ti dispiace metterci un po’ più di convinzione?-

-Chiamiamo il professor Lupin.- propose Hermione.

-E’ passato un giorno dalla luna piena, quando l’ho lasciato era più morto che vivo.-

Si piegò di un lato e sbuffò un paio di improperi poco carini in direzione dei due coniugi, che sembravano del tutto intenzionati ad accoltellarlo con le bacchette. Harry si grattò la testa e con un unico fiato raccontò tutto quello che c’era da sapere per credere all’innocenza di Sirius Black. I due Weasley si lanciarono un’occhiata mentre Hermione annuiva ad ogni parola di Harry, ma non si spostava di un passo per dargli appoggio.

 

-E’ la verità?-

-Giurin girello.-

 

Molly abbassò la bacchetta e Arthur si allontanò di un paio di passi. Sirius si strinse le braccia attorno al busto e rivolse l’attenzione a ciò che Hermione stava palesemente nascondendo, le fece segno di spostarsi e gli occhi della ragazza si poggiarono su Harry. -Levati Hermione.- ripeté l’ex galeotto, mortalmente calmo. La ragazza si mosse verso sinistro e Harry sentì il cuore scivolare in pezzi nei pressi delle ciabatte.

 

-Oh Merlino.-

 

Nella vita , sono poche le cose che una persona mai potrebbe dimenticare. Una di quelle è il viso del proprio padre. Harry sentì le ginocchia dolere e il fiato dimezzarsi mentre fissava lo sguardo, in quegli occhi nocciola che lo guardavano dolci –Che scherzo è questo?-

 

-E’ quello che voglio scoprire.-

 

 Harry fu superato da Sirius che si chinò sull’uomo che tanto assomigliava al suo migliore amico. Le corde che aveva usato per legargli i polsi ai braccioli della seggiola gli stavano segando la carne, si beò di quella vista e si chinò su di lui
– Dimmi chi sei.- gli disse piano.

 

-Fai funzionare il cervello.-

 

-Chi sei?-

 

-Annusami.-

 

-Eh?-

 

-La pozione Polisucco non altera l’odore! Annusami e vediamo se mi riconosci.- Sirius si raddrizzò. Era vero la Polisucco non alterava l’odore proprio di una persona. L’odore di James, si disse in preda alla nostalgia, era uguale a quello di Harry. Girò la testa verso il figlioccio che contraccambiò il suo sguardo.

 

-DAI PAD, NON C’E’TEMPO!!!-

 

-Pad?- fece eco Sirius.
Conosceva
il suo soprannome, ma allora?

 

-HANNO CHIAMATO GLI AUROR! FRA POCO SARANNO QUI!-

-Gli auror!?- Hermione e Harry si voltarono come due vipere verso i Weasley . Non avevano creduto ad una sola parola, avevano riposto le armi solo perché sapevano dell’arrivo della cavalleria . Harry si divincolò dalla presa in cui Hermione aveva stretto il suo braccio sinistro e si avvicinò a Sirius.

 

-Devi andare via.-

-…-

-SIRIUS.-

-OH MIO DIO!-

 

Harry lo prese per le spalle e lo scosse – Ti prego devi sca…- spalancò gli occhi e lo lasciò andare stupefatto. Quelle…Quelle erano lacrime?  Stava piangendo? Guardò l’uomo legato sulla seggiola e questo si agitò per liberare i polsi –Tu sei?-

 

-Harry mandalo via.-

 

Il grifondoro si riebbe con un salto, prese il padrino di nuovo per le spalle e lo spinse verso la porta –Non puoi farti trovare qui, ti prego Sirius.- afferrrò il pomolo della porta e lo sentì vibrare –MALEDIZIONE!-

 

-Sono arrivati!-

 

Sirius spinse lontano Harry e si prese addosso la porta. Rotolò in mezzo alla stanza e sollevò lo sguardo verso la ragazza che gli sorrideva cattiva dalla soglia Dobbiamo smetterla d’incontrarci in questo modo dolcezza.- le disse mentre si tirava in piedi.

 

-Concordo amore.- sibilò Andrea Moody.

 

Fine capitolo uno.

   
 
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