10/11/2020
2 recensioniFINCHE’ CI SARO’ IO, TU SARAI IL PIU’ FORTE
Subito dopo aver letto la pagina di diario, Hinata urlò alla madre: «Torno fra poco!»
«Dove vai Shoyo? E’ tardi!»
«Non preoccuparti mamma, torno subito!»
Senza aspettare risposta dalla madre, Hinata salì in sella alla sua bicicletta e si diresse verso casa di Kageyama. Quella sera non c’era la luna, per il buio Hinata non riusciva neanche a distinguere le sagome degli alberi che incontrava durante il tragitto, inoltre la luce dei faretti della bici era molto fioca. La strada in alcuni punti era ricoperta da una sottile lastra di ghiaccio perché poco prima aveva nevicato. Le ruote della bici continuavano a slittare e ad un certo punto una caduta fu inevitabile. Hinata però, dopo essersi accertato che la bici non si fosse rotta, risalì e continuò il percorso.
Giunto a casa dell’alzatore non esitò neanche un attimo e si fiondò sul campanello. Passarono pochi secondi che sembrarono interminabili e finalmente qualcuno aprì la porta.
La porta venne aperta da Kageyama, all’inizio fu sorpreso di ritrovarsi Hinata davanti, ma chiese: «Che ci fai qui?»
«Dobbiamo parlare»
«Cosa hai da dirmi di tanto importante da non saper aspettare domani?»
«Lo sai»
«So cosa? So che mi odi?»
«Io no…»
«Smettila Hinata, mi hai solo usato, sei solo l’ennesima persona che mi odia e che mi sfrutta per il mio talento!»
«Kageyama mi dispiace, io, io non volevo scrivere quelle cose su di te…»
«Ma lo hai fatto»
«All’inizio, quando ti ho conosciuto, non ti sopportavo e dopo aver trovato un quaderno vuoto a casa, ho cominciato a scrivere, volevo solo sfogarmi. Poi ho imparato a conoscerti meglio e non ho più aperto il diario!»
«Ma l’ultima pagina risale ad un paio di settimane fa»
«E’ vero, mi ero completamente dimenticato di quel diario, però ci sono rimasto malissimo alla notizia che tu avresti partecipato a quel ritiro ed io no, sono solo uno stupido…»
«Però hai scritto solo insulti»
«Ti pare che io mi metta ogni giorno a scrivere un diario? Te l’ho detto, l’ho fatto solo quando sentivo il bisogno di sfogarmi! Ho sbagliato, scusami sono un idiota»
Kageyama si rese conto che Hinata aveva ragione, non avrebbe mai perso tempo a scrivere un diario, e poi lui lo aveva insultato così tante volte… Doveva smetterla: «L’ho sempre detto che sei un boke»
«Si ma adesso basta! Amici?» chiese Hinata chiudendo la mano a pugno.
«Amici» Rispose Kageyama battendo il pugno.
«Il diario l’ho già buttato, ti prometto che non farò mai più una cosa del genere, ma prima ho letto tutto quello che avevi scritto; è vero che…»
«Sì, sono malato. Al termine della finale contro lo Shiratorizawa ho sentito un forte dolore a petto, ma mi era passato subito. Poi, dopo qualche giorno, durante gli allenamenti ho sentito di nuovo quel dolore atroce, sono andato a fare una visita, e ho scoperto che il mio cuore non fa più tum tum come dovrebbe…»
«Mi dispiace Kageyama. C’è una cura?»
«Per il momento non si sa, devo fare altri esami. L’unica cosa certa è che non posso restare in campo dall’inizio alla fine di una partita»
«Continuerai a giocare?»
«Non lo so, prima ero odiato da tutti i miei compagni di squadra, poi, quando ho finalmente trovato una squadra e dei veri amici, è uscito questo problema… io non so che fare Hinata, il mio destino sta cercando di dirmi che la pallavolo non è la mia strada, ma io non posso vivere senza la pallavolo!»
Kageyama cominciò a piangere, si era trattenuto per tanti giorni, ma adesso le lacrime necessitavano di uscire. Senza la pallavolo la sua vita non aveva più senso.
Hinata, per quel che l’altezza gli permetteva, abbracciò l’amico e gli disse «Il tuo destino ti sta solo mettendo alla prova, vedrai che insieme riusciremo a superare quest’ostacolo. Ti ricordi cosa mi dicesti durante una delle nostre prime partite?»
«S-solo i più forti rimarranno in campo fino alla fine»
«Non mi riferisco a quello, un giorno mi dicesti che finché ci saresti stato tu, io sarei stato il più forte.»
Hinata si staccò da Tobio, lo guardò dritto negli occhi e disse: «Adesso te lo ripeto io: finché ci sarò io in campo, tu sarai il più forte! Kageyama, io sono migliorato, farò un sacco di punti e vinceremo tutte le partite, insieme arriveremo alla finale dei Nazionali, te lo prometto!»
«Non credo che uno che cade dalla bici possa vincere i Nazionali»
«Kageyama, non rovinare l’atmosfera, c’era il ghiaccio!»
Hinata mise il broncio, ma subito scoppiarono a ridere entrambi.
«Adesso è tardi, non puoi ritornare a casa, rimani a dormire qui»
«Non preoccuparti, non voglio disturbare, ce la faccio a ritornare...»
«Boke, fa freddissimo e a momenti ricomincerà a nevicare, mi hai promesso che vincerai tutte le partite, come farai a giocare con la febbre?»
«E va bene» alla fine Hinata cedette.
Finalmente Kageyama dopo giorni aveva rispreso a sorridere, non ce la faceva più a tenersi tutto dentro, aveva bisogno di qualcuno che gli rimanesse accanto, e finalmente aveva trovato quella persona che lentamente stava cominciando a riparare il suo cuore.
Qualche settimana dopo
“La Karasuno sta giocando delle magnifiche partite ed è riuscita ad arrivare al terzo turno, hanno vinto il primo set, ma adesso gli avversari stanno dando del filo da torcere ai corvi. Ma aspettate, sembra che fra poco ci sarà un altro cambio, è da poco uscito il pinch server e dalla panchina vediamo riscaldarsi un altro giocatore.
Ecco, sta per entrare: esce il numero 2 Sugawara Koushi ed entra il numero 9 Kageyama Tobio.”
«Mi pare che avessi detto che avresti fatto tanti punti e che saremmo arrivati in finale.»
«Infatti ho segnato tantissimo!»
«Ma il set lo stiamo perdendo»
«Ragazzi, siamo nel bel mezzo di una partita, smettetela di litigare!» li rimproverò Daichi.
Nel frattempo l’arbitro fischiò per riprendere la partita. L’avversario fece una potentissima battuta, ma Nishinoya ricevette il pallone alla perfezione e lo passò a Kageyama. L’alzatore scambiò un rapido sguardo col numero dieci e alzò il pallone più veloce che potette, subito dopo seguì il suono forte del pallone cadeva violentemente sul pavimento.
La Karasuno aveva segnato grazie alla veloce bislacca e per esultare Hinata e Kageyama si erano dati un pugno, in ricordo di quella promessa che si erano fatti qualche sera prima.
«Kageyama hai visto che ho fatto punto?»
«Sì, ma non montarti la testa, sono stato io a fare un’alzata perfetta»
«Vedete che in realtà è partito tutto dalla mia splendida ricezione!»
«Ragaziiiii!!!»
«Dove vai Shoyo? E’ tardi!»
«Non preoccuparti mamma, torno subito!»
Senza aspettare risposta dalla madre, Hinata salì in sella alla sua bicicletta e si diresse verso casa di Kageyama. Quella sera non c’era la luna, per il buio Hinata non riusciva neanche a distinguere le sagome degli alberi che incontrava durante il tragitto, inoltre la luce dei faretti della bici era molto fioca. La strada in alcuni punti era ricoperta da una sottile lastra di ghiaccio perché poco prima aveva nevicato. Le ruote della bici continuavano a slittare e ad un certo punto una caduta fu inevitabile. Hinata però, dopo essersi accertato che la bici non si fosse rotta, risalì e continuò il percorso.
Giunto a casa dell’alzatore non esitò neanche un attimo e si fiondò sul campanello. Passarono pochi secondi che sembrarono interminabili e finalmente qualcuno aprì la porta.
La porta venne aperta da Kageyama, all’inizio fu sorpreso di ritrovarsi Hinata davanti, ma chiese: «Che ci fai qui?»
«Dobbiamo parlare»
«Cosa hai da dirmi di tanto importante da non saper aspettare domani?»
«Lo sai»
«So cosa? So che mi odi?»
«Io no…»
«Smettila Hinata, mi hai solo usato, sei solo l’ennesima persona che mi odia e che mi sfrutta per il mio talento!»
«Kageyama mi dispiace, io, io non volevo scrivere quelle cose su di te…»
«Ma lo hai fatto»
«All’inizio, quando ti ho conosciuto, non ti sopportavo e dopo aver trovato un quaderno vuoto a casa, ho cominciato a scrivere, volevo solo sfogarmi. Poi ho imparato a conoscerti meglio e non ho più aperto il diario!»
«Ma l’ultima pagina risale ad un paio di settimane fa»
«E’ vero, mi ero completamente dimenticato di quel diario, però ci sono rimasto malissimo alla notizia che tu avresti partecipato a quel ritiro ed io no, sono solo uno stupido…»
«Però hai scritto solo insulti»
«Ti pare che io mi metta ogni giorno a scrivere un diario? Te l’ho detto, l’ho fatto solo quando sentivo il bisogno di sfogarmi! Ho sbagliato, scusami sono un idiota»
Kageyama si rese conto che Hinata aveva ragione, non avrebbe mai perso tempo a scrivere un diario, e poi lui lo aveva insultato così tante volte… Doveva smetterla: «L’ho sempre detto che sei un boke»
«Si ma adesso basta! Amici?» chiese Hinata chiudendo la mano a pugno.
«Amici» Rispose Kageyama battendo il pugno.
«Il diario l’ho già buttato, ti prometto che non farò mai più una cosa del genere, ma prima ho letto tutto quello che avevi scritto; è vero che…»
«Sì, sono malato. Al termine della finale contro lo Shiratorizawa ho sentito un forte dolore a petto, ma mi era passato subito. Poi, dopo qualche giorno, durante gli allenamenti ho sentito di nuovo quel dolore atroce, sono andato a fare una visita, e ho scoperto che il mio cuore non fa più tum tum come dovrebbe…»
«Mi dispiace Kageyama. C’è una cura?»
«Per il momento non si sa, devo fare altri esami. L’unica cosa certa è che non posso restare in campo dall’inizio alla fine di una partita»
«Continuerai a giocare?»
«Non lo so, prima ero odiato da tutti i miei compagni di squadra, poi, quando ho finalmente trovato una squadra e dei veri amici, è uscito questo problema… io non so che fare Hinata, il mio destino sta cercando di dirmi che la pallavolo non è la mia strada, ma io non posso vivere senza la pallavolo!»
Kageyama cominciò a piangere, si era trattenuto per tanti giorni, ma adesso le lacrime necessitavano di uscire. Senza la pallavolo la sua vita non aveva più senso.
Hinata, per quel che l’altezza gli permetteva, abbracciò l’amico e gli disse «Il tuo destino ti sta solo mettendo alla prova, vedrai che insieme riusciremo a superare quest’ostacolo. Ti ricordi cosa mi dicesti durante una delle nostre prime partite?»
«S-solo i più forti rimarranno in campo fino alla fine»
«Non mi riferisco a quello, un giorno mi dicesti che finché ci saresti stato tu, io sarei stato il più forte.»
Hinata si staccò da Tobio, lo guardò dritto negli occhi e disse: «Adesso te lo ripeto io: finché ci sarò io in campo, tu sarai il più forte! Kageyama, io sono migliorato, farò un sacco di punti e vinceremo tutte le partite, insieme arriveremo alla finale dei Nazionali, te lo prometto!»
«Non credo che uno che cade dalla bici possa vincere i Nazionali»
«Kageyama, non rovinare l’atmosfera, c’era il ghiaccio!»
Hinata mise il broncio, ma subito scoppiarono a ridere entrambi.
«Adesso è tardi, non puoi ritornare a casa, rimani a dormire qui»
«Non preoccuparti, non voglio disturbare, ce la faccio a ritornare...»
«Boke, fa freddissimo e a momenti ricomincerà a nevicare, mi hai promesso che vincerai tutte le partite, come farai a giocare con la febbre?»
«E va bene» alla fine Hinata cedette.
Finalmente Kageyama dopo giorni aveva rispreso a sorridere, non ce la faceva più a tenersi tutto dentro, aveva bisogno di qualcuno che gli rimanesse accanto, e finalmente aveva trovato quella persona che lentamente stava cominciando a riparare il suo cuore.
Qualche settimana dopo
“La Karasuno sta giocando delle magnifiche partite ed è riuscita ad arrivare al terzo turno, hanno vinto il primo set, ma adesso gli avversari stanno dando del filo da torcere ai corvi. Ma aspettate, sembra che fra poco ci sarà un altro cambio, è da poco uscito il pinch server e dalla panchina vediamo riscaldarsi un altro giocatore.
Ecco, sta per entrare: esce il numero 2 Sugawara Koushi ed entra il numero 9 Kageyama Tobio.”
«Mi pare che avessi detto che avresti fatto tanti punti e che saremmo arrivati in finale.»
«Infatti ho segnato tantissimo!»
«Ma il set lo stiamo perdendo»
«Ragazzi, siamo nel bel mezzo di una partita, smettetela di litigare!» li rimproverò Daichi.
Nel frattempo l’arbitro fischiò per riprendere la partita. L’avversario fece una potentissima battuta, ma Nishinoya ricevette il pallone alla perfezione e lo passò a Kageyama. L’alzatore scambiò un rapido sguardo col numero dieci e alzò il pallone più veloce che potette, subito dopo seguì il suono forte del pallone cadeva violentemente sul pavimento.
La Karasuno aveva segnato grazie alla veloce bislacca e per esultare Hinata e Kageyama si erano dati un pugno, in ricordo di quella promessa che si erano fatti qualche sera prima.
«Kageyama hai visto che ho fatto punto?»
«Sì, ma non montarti la testa, sono stato io a fare un’alzata perfetta»
«Vedete che in realtà è partito tutto dalla mia splendida ricezione!»
«Ragaziiiii!!!»
ANGOLO AUTRICE
Finalmente l'ho finita, scusate il ritardo, ma questo capitolo è stato veramente difficile da scrivere.
Ovviamente i personaggi li conosciamo tutti e non ho potuto concludere la storia in modo sdolcinato, dovevo per forza aggiungere l'ultimo dialogo.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito la storia e tutti quelli che hanno letto fin qui. Sono sempre stata indecisa se cominciare a pubblicare o no, ma alla fine ho deciso di mettermi alla prova.
Spero che l'intera storia vi sia piaciuta e vi ringrazio ancora.
Sicuramente passerà tanto tempo fino a quando pubblicherò qualcos'altro, ma ormai ho iniziato e non posso fermarmi, quindi alla prossima!