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Autore: lapacechenonho    11/11/2020    2 recensioni
L’anziana coppia che abitava ormai quella casa da moltissimi anni, era seduta nella veranda che molto tempo addietro era stato uno degli elementi fondamentali per la scelta dell’abitazione. Per volere di lei, ovviamente, lui si sarebbe accontentato di vivere sotto un ponte purché al suo fianco ci fosse lei. Si godevano la brezza fresca di quel primo settembre, una data che nel tempo era stata un momento importante, e adesso riguardavano a tutti quei momenti con un pizzico di malinconia tipico degli anziani quando ripensano alla loro vita.
Questa storia partecipa alla challenge “Things you said“ indetta da Juriaka sul forum di EFP
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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6- 016: Things you said that made me felt like shit (Le cose che hai detto che mi hanno fatto sentire uno schifo).
 
«Non volevo parlare con nessuno» […]
«Be’ sei stato uno stupido visto che io
sono l’unica persona che conosci che è stata
                                                             posseduta da Tu-Sai-Chi e posso dirti cosa
si prova». […]
«L’avevo dimenticato».
(Harry Potter e l’Ordine della Fenice)
 
Per Ginny ricordare quanto era successo con Tom Riddle non era mai gradevole, era come avere la gastrite, quando hai quel fastidio alla bocca dello stomaco e vorresti gettarlo fuori e vomitarlo, ma puntualmente rimaneva fermo lì. All’interno del suo organismo.
Aveva lasciato Harry, Ron ed Hermione nella stanza di Harry a confabulare, per la prima volta era contenta di non sapere di cosa stessero parlando. Non voleva buttarsi sul letto a pensare a quanto Tom Riddle avesse segnato la sua vita, così si rifugiò in soffitta da Fierobecco. Era sempre stata simpatica a quella specie di cavallo alato e le coccole di un animale era ciò che le serviva.
Mentre accarezzava quell’animale la porta della soffitta si aprì, lasciando entrare la figura Sirius che la guardò sottecchi. «Tutto bene?» domandò sedendosi su una sedia lì vicino. Ginny rimase a terra a gambe incrociate, continuando ad accarezzare Fierobecco.
«Sì. Dovrebbe andare male qualcosa?» chiese di rimando.
«Me lo devi dire tu, se ti ho fatto la domanda significa che non lo so» rispose lui semplice.
Ginny si ammutolì non sapendo cosa rispondere, continuando a guardare l’animale che ora dormiva placidamente russando un po’. «Ho visto che eri in stanza con Harry, Ron ed Hermione» iniziò l’’uomo senza arrendersi.
Ginny sbuffò impercettibilmente facendo muovere qualche capello. «Ah-ah, è questo il problema!» esclamò vittorioso. La ragazza lo guardò con gli occhi ridotti a due fessure.
«Non è vero» disse tra i denti.
«La tua espressione dice il contrario» notò. «Andiamo, lo so che non puoi resistere al mio fascino. Racconta tutto allo zio Sirius» la incoraggiò.
Ginny però non se la sentiva di condividere con un ex fuggitivo quello che accadeva dentro di sé. Voleva parlarne con Hermione ma lei era impegnata a parlare con Harry e aspettare la sera sarebbe stato troppo per lei. «Com’erano i genitori di Harry?» chiese a bruciapelo senza guardarlo. Era una domanda che si era sempre fatta, l’aveva anche chiesto ai suoi genitori ma loro non li conoscevano abbastanza per dare una risposta certa.
«Erano le persone migliori che potessi desiderare nella mia vita. Erano gentili, leali e be’ pronti a morire per gli altri. Lily era piuttosto seria e ragionava molto sulle cose da fare e James la faceva ridere tantissimo ma era impulsivo e spesso non pensava troppo alle sue azioni. Erano la coppia perfetta, si compensavano. Sono stato il loro testimone di nozze.
Non dimenticherò mai quando mi hanno detto che aspettavano Harry. Eravamo tutti quanti a casa di James e Lily e abbiamo brindato con l'Idromele mentre Lily ha bevuto del succo di zucca. Sono stati una famiglia per me».
Girando la testa verso Sirius, Ginny si accorse che aveva gli occhi lucidi. «Scusa, non volevo» rispose con la voce debole sentendosi in colpa.
«Non scusarti. È sempre un piacere ricordare James e Lily» disse guardando la piccola finestra da cui passava uno spiraglio di luce. «Non mi hai ancora detto perché sei quassù da sola a Natale e non a far festa con i tuoi fratelli. Non avrebbero niente da invidiare ai Malandrini…»
«A chi?» domandò certa di aver sentito male. O meglio, per cercare di evitare l’argomento.
«Non cambiare discorso, signorinella. Guarda che sono abbastanza giovane da ricordarmi quello che ti ho chiesto» l’ammonì.
Ginny sbuffò, questa volta sonoramente, e si staccò da Fierobecco che grugnì infastidito. «È colpa di Harry» ammise. Sirius ghignò soddisfatto.
«Lo sapevo che c’entrava lui! Che ha fatto?»
«Non so se sai cosa è successo durante il mio primo anno» cominciò guardandosi i lacci delle scarpe. Alzò la testa solo per vedere Sirius scuotere la sua in segno di diniego. «Be’, per farla breve, sono stata posseduta da Tu-Sai-Chi. Sono viva solo perché mi ha salvato Harry. E lui l’ha dimenticato» spiegò accentuando l’ultima parola. «Si è dimenticato di avermi salvata, si è dimenticato che avrebbe potuto chiedermi una mano. Si è dimenticato che io avrei saputo dare una risposta ai suoi sentimenti di paura. Si è dimenticato di me. Esiste solo Cho Chang per lui adesso. E io mi sento inutile, uno schifo!» concluse con tono leggermente piccato.
Sirius era rimasto fermo al suo posto e la fissava. «Ma tu non stai con un Corvonero?» domandò. Ginny strabuzzò gli occhi.
«Che ne sai tu?»
«Fred e George» rispose solamente. La ragazza buttò gli occhi al cielo spazientita dal comportamento dei fratelli.
«Ma cosa c’entra ora Michael?» chiese ancora più curiosa.
«Scusa se te lo dico ma sembravi un tantino gelosa» ridacchiò Sirius. Ginny sentì il volto andare in fiamme e tornò a giocare con i lacci delle scarpe da tennis incapace di sostenere lo sguardo dell’uomo di fronte a lei.
«Forse un po’ mi piace Harry» ammise a voce bassissima. Non poteva vederlo ma Sirius stava sogghignando.
«Harry ha solo quindici anni» cominciò. Ginny ascoltava ma non aveva il coraggio di alzare la testa. «In quella fase noi ragazzi siamo un po’…imbecilli»
«Non è una giustificazione e non voglio che ti inventi scuse per giustificarlo. Non gli piaccio e non gli piacerò mai. Devo solo farmene una ragione» rispose dura senza alzare lo sguardo dal pavimento.
«Potrebbe succedere, è vero. Ma potrebbe anche succedere che un giorno lui non ti vedrà più come la bambina del primo anno che ha dovuto salvare».
«Hermione mi ha detto qualche cosa di simile qualche anno fa» commentò. «E non è successo niente da allora».
«Non sono la Cooman che prevede il futuro e non so se starete mai insieme. Ma se dovesse succedere, promettimi che sarò il tuo testimone» disse sorridendo e cercando di far sorridere Ginny con successo.
«Solo se prometti di arrivare a bordo di Fierobecco» rispose lei ridendo. Sirius valutò l’offerta sollevando le sopracciglia e la guardò.
«Sai, si può fare» rispose.
 
«Sarebbe stato bello se ci fosse stato anche Sirius, soprattutto se fosse arrivato in sella a Fierobecco» commentò Harry con una nota di amarezza.
«È vero, ma credo sarebbe anche stato abbastanza orgoglioso del fatto che abbiamo dato il suo nome a nostro figlio. Figlio che paradossalmente sembra assomigliargli» rispose Ginny facendo sorridere il marito.
«Non ho avuto molto tatto da ragazzino, eh!» cambiò discorso l’anziano uomo. Ormai il sole scendeva sempre di più ma nessuno dei due aveva voglia di rientrare in casa.
«Per niente. Ed il fatto che io li ricordi dopo tanto tempo dovrebbe farti capire quanto io ci sia rimasta male ai tempi» convenne.
«Non sarò mai in grado di farmi perdonare» disse sconsolato il Salvatore del Mondo Magico.
«Ti sei fatto perdonare ogni singola volta da quando ci siamo messi insieme» rispose la moglie accarezzandogli la guancia. Harry si appoggiò e poi sorrise ricordando un aneddoto particolare avvenuto nell’estate che precedeva la morte di Silente.
«Ti ricordi cosa ti ho detto quando ho scoperto chi era il tuo gruppo preferito dell’epoca?» chiese Harry cambiando improvvisamente argomento. Non gli andava di perdersi nei momenti che aveva vissuto con il suo padrino. Erano attimi che ancora era doloroso ricordare, per quanto pochi fossero stati, erano ugualmente significativi.
«E come dimenticarlo» rispose Ginny tuffandosi nuovamente nei ricordi.
   
 
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