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Autore: Gian94    11/11/2020    0 recensioni
Cercare il sole nell'abisso. Combattere il dolore. Accettare le ombre e il caos. E la nostra anima riemergerà dagli abissi per tornare a trovarci.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucian, Thresh
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'abbraccio dell'Ombra



Scorto da te, mio Nume, Speranza, fida Soraka, son giunto infine a questi mesti e tenebrosi regni, da secoli priva di luce di ogni sole. Tu, mia compagna e guida, in così strane e sconosciute vie, reggesti il passo debole e tremante…

Così oggi ancora spero di riveder quelle beate luci che solo agli occhi miei portano il giorno.

Fu allora che lo spirito di Soraka mi sparì dal cuore, dicendomi:

- Ecco l'atra isola maledetta. Ecco la meta del tuo viaggio, Lucian, cavaliere Lightborn, devoto alla Luce. Qui si compie il tuo destino: o amore o morte qui troverai, oltre questi fiumi di spettri e queste anime dannate. Vorrei assisterti oltre, ma qui mi è proibito inoltrarmi, poiché una scritta col ferro in duro sasso avverte: "Lasciate ogni speranza, o voi che entrate!" -

Non puoi almeno guidarmi sulla retta via, dico piangendo, dove l'Anima della mia amata si nasconde?

- Sarà il tuo cuore a dirtelo, ma guardati da esso. - mi risponde sempre più fioca: - Ora se il tuo spirito è puro come il tuo cuore, ti lascio e torno al mio usato soggiorno. -

Sparita.

Solo.

Sono solo di nuovo.

Sono solo un uomo.

E ora dove devo andare? Che direzione devo prendere? Come potrò trovare il diabolico carceriere?

Ma che domande mi faccio?

Non fare il bambino, Lucian.

Non importa.

Sarà lui a trovare me.

Ed è quello che voglio.



Continuo a camminare per alcuni minuti, forse ore… chi può dirlo con certezza?

Il tempo sembra non passare mai.

O forse scorre solo nell'attimo fatale?

D'altronde… che cos'è il tempo se non ciò che separa l'inizio dalla fine?

Ad ogni passo sento un fremito dentro di me, un fremito che è misto di gioia e di paura.

Paura.

Un sentimento che soffocavo con la scusa della vendetta.

Ma ora ho paura.

E non lo nascondo, perché non ho più nulla da perdere.

O l'amore o la morte!…

O forse entrambe.

Oggi si decide il futuro.



Toccandomi la ferita, cammino ancora per qualche minuto verso l'antica capitale di Helia, un tempo città santa e luminosa, nonché primo luogo di culto dei Lightborn… ogni regno delle tenebre più buie del mondo, dove gli spettri della morte, ballano in una danza eterna, nella più tremenda dannazione. E proprio lì, in mezzo a quel marasma infernale, si nasconde la più grande delle ombre… il Re in rovina.

Ma dietro l'ombra più oscura si cela sempre una luce.

E quella luce sei tu, Anima mia.

Guardo ancora la vecchia capitale delle ex-Isole Benedette.

Helia è stato l'epicentro della rovina, secoli fa, causata dal cataclisma delle Rune, per volere del Re folle e del perfido carceriere… colui che mi ha portato via tutto.

Ad un certo punto, il ponte su cui sto camminando si interrompe, solo a pochi minuti dall'antica città di Helia; guardo in basso e vedo… il Vuoto… e terribili occhi verdi e malati che mi osservano.

Tempo un battito di ciglia e mi accorgo che sono completamente circondato da corpi putrefatti di non-morti che camminano scomposti verso di me per dilaniarmi l'Anima.

Stolti.

Non avete ancora imparato?

Perché cercate l'Anima dentro al mio petto se ciò che voi volete distruggere è dentro la lanterna del vostro padrone?

Ghigno, cercando di provocare il loro spirito corrotto, mentre estraggo le mie pistole.

Chiudo gli occhi e ripenso al suo volto… a quelle labbra carnose e a quegli occhi profondi.

Non mi serve guardare.

So per certo che i miei colpi colpiranno i bersagli.

Ed ecco… li sento gridare. Non di dolore, ma di liberazione.

Perché al contrario delle altre volte, ho pietà di loro… pietà perché sono solo corpi che vogliono riposare nella morte, purificati.

Non sono forse anch'io come loro?

Un viandante?… Come lo era il Dio da un solo occhio incatenato alla sua stessa volontà?

Ma mentre egli l'aveva barattata, io l'ho ritrovata, ora, nel mio cuore, mentre purifico le anime degli spettri che mi assalgono.

Sono tanti… troppi.

Uomini e donne dalle forme più strane e dalle dimensioni pià diverse. Chi ha commesso peccati, e chi tenta di espiarli… c'è chi ha dedicato la sua vita alla conoscenza fine a sé stessa, chi era libertino, chi ha passato la vita a scrivere senza alzare la testa dalla sua pergamena, chi tagliava gli alberi senza accorgersi che essi gridavano di dolore…

Ora sono tutti qui che, colpendomi, mi chiedono aiuto.

Abomini evasi, imperituri, guardiani maledetti, separatori, burloni fantasmi, spettri della nebbia, scribi del compianto, divoratori di anime…

Talmente tanti che mi sovrastano.

Ma la mia volontà e desiderio d'amore sono più forti.

Con un lampo di luce, riemergo sopra quell'agglomerato di anime che gridando di odio, in realtà chiedono aiuto… e io li accontento, sparando colpi d'una purezza che m'incanta.

Senza accorgermene, ho superato il precipizioche mi divideva dalla città maledetta di Helia. Sono stati i dannati a guidarmi! Il loro grido di aiuto mi ha condotto fino al mio destino.

Li ringrazio, purificandoli.

Solo allora… dopo che ho partecipato al dolore dei non-morti… solo allora…

Lo vedo!

Thresh.

Come un imperatore che si sta godendo il massacro dei suoi gladiatori, con aria disinvolta fa roteare il suo uncino avvelenato in attesa… della sua preda…

Bene.

Eccomi qui.

Con un grido, balzo sopra la sua testa a pistole cariche, e nella mente premo il grilletto.

Un attimo fugace.

La vedo.

Vedo i suoi occhi colmi d'amore.

E sento la sua voce d'angelo.

Fuggi, amore mio…

Quel suono mi inebria e mi scalda il cuore.

Ma è la Nebbia Oscura ad infrangermi il momento atteso.

Vedo l'uncino di Thresh volarmi addosso, sfiorandomi appena il corpo, ma tagliandomi proprio nella carne viva del costato, dove c'è la ferita dell'Anima.

E appena mi colpisce, sento la voce di Senna svanire, facendomi crollare a terra.

Ma non sarà così facile, Thresh!

Cado in piedi, reggendomi sulle ginocchia e, guardando attentamente la lanterna, sparo colpi cercando di infrangerla.

Mi muovo in più direzioni cercando di depistare lo spettro, ma egli risponde ad ogni mio colpo, tenendo sicura e intatta la sua lanterna come se fosse il suo cuore.

Ironia della sorte… è anche il mio.

Evito i suoi colpi di uncino per il rotto della cuffia diverse volte, per poi avvicinarmi a lui sempre di più.

In una situazione di stallo, Thresh tuona:

- Così sei giunto davvero fino a Helia, Cacciatore di Ombre… cosa speravi di ottenere venendo qui?... Vendetta?... Sì!... Vendetta cela il tuo cuore! -

Non sono qui per vendetta, rispondo, non più! Ma per amore!

- Folle! L'unico amore in quest'isola… - sibila lui: - …È QUELLO DELLA MORTE! -

E allora cerco morte... - dico puntandogli le pistole contro - difenditi carceriere!

Subito, mi precipito verso di lui, schivando i colpi di uncino che si fanno sempre più forti e veloci.

Afferro la pistola di Senna, deciso ad essere abbastanza vicino alla lanterna per distruggerla e dare pace all'anima della mia amata.

Ci sei, anima mia… devi credere!

Il suono che avverte il mio cuore non mi lascia dubbi.

Che la vita e la morte si intreccino in una danza eterna d'amore.

Muoio, e vivo in Senna, mia Anima.

Con determinazione premo il grilletto contro la lanterna…

Ma un colpo di Thresh spezza la mia pistola come la mia volontà.

Un attimo solo… e la pistola di Senna è ridotta in pezzi.

Anche la pietra di luce di cui era fatta sta per affievolirsi… come la mia speranza.

Piango.

Ho fallito ancora.

Stolto a credere che la mia volontà potesse essere più forte della morte.

Ma il colpo di Thresh è più veloce persino del mio pensiero; colpendomi in volto, mi stringe poi nelle sue catene infernali e mi trascina verso di lui.

Sono piegato, spezzato, in ginocchio.

Ferito nel corpo e nello spirito, che tracimano agonia.

Lentamente, il diabolico carceriere non-morto avanza verso di me, sogghignando mentre stringe la presa.

Siamo vicini, come mai prima d'ora.

E finalmente vedo l'ombra negli occhi… nella sua malvagità… e nella sua disperazione eterna… e proprio lì, rivedo gli occhi di Senna.




Ora è chiaro!...

Le sue parole!...

Devi credere, Lucian!

Non è la volontà, ma è l'amore!

Ecco che cosa è più forte della vita e della morte.

Ed è proprio mentre guardo Thresh negli occhi che vedo il viso di Senna più lucente che mai.

Ecco l'attimo.

Scelgo semplicemente di lasciarmi guidare dall'istinto.

Afferro la pietra della pistola infranta di Senna e subito torna a brillare più luminosa degli astri del cielo. Con forza la pianto nella lanterna di Thresh.

Un'onda di energia arcana si libera al contatto di quelle due polarità, facendo sbalzare me e Thresh da due parti opposte… e la lanterna distrutta, che si frappone tra noi.

Ecco la fine della mia missione… dare pace alla sua anima.

Forse l'ho uccisa…

Ma l'ho purificata.

Lei e tutte le altre anime al suo interno. Ora non dovranno più subire i tormenti di Thresh in eterno.

Ricaccio dentro ai miei occhi le lacrime al solo pensiero di non vederla mai più…

Eppure, qualcosa di inaspettato accade.

Le anime liberate mi avvolgono in un cerchio spettrale, mentre con occhi piangenti e languenti mi guardano, anche se non so le loro intenzioni.

A fatica mi rialzo, puntando la mia pistola con una mano e con l'altra mi tocco la ferita che brucia come non mai al mio fianco.

Non so se quelle anime vogliano straziarmi o ringraziarmi, tuttavia una di loro brilla.

E brillando di una luce verde speranza, si separa dalle altre, materializzandosi.

Solo allora incontro i suoi occhi in carne ed ossa…

E poi la bocca, e poi le mani e il corpo e i vestiti…

SENNA.




Non è un sogno.

Senna… è viva.

Viva.

Lei è qui, ora, in carne ed ossa a pochi passi da me.

E nessuno dei due riesce a smettere di guardare negli occhi l'altro.

Ma sono occhi diversi… verdi come le ombre… eppure… verdi come la speranza che ho ritrovato.

All'improvviso, quel calore si infrange: lei ha tratto un arma luminosa dalla Nebbia Oscura e punta proprio dritto al mio cuore, facendo fuoco.

Il cuore mi balza in petto, e se quel raggio che mi colpisce il cuore è un raggio d'amore, allora che divampi il fuoco e che bruci la mia carne e insieme alle Isole Ombra.

Le ombre mi abbracciano, accoglienti come i suoi occhi verdi spettrali.

Sento la morte chiamarmi… anzi, quasi sfiorarmi con il suo uncino avvelenato.

Ma voltandomi, mi accorgo che il raggio che Senna aveva sparato, altro non era che uno scudo di luce: mi ha protetto dall'arma di Thresh che reclamava la mia anima.

Solo allora ne sono sicuro.

Solo allora ci riconosciamo l'uno nell'altra.

Thresh sprofonda nelle viscere di Helia, dentro un cratere oscuro, tuttavia, la sua lanterna torna a riassemblarsi per reclamare le anime che sono fuggite alla sua prigionia.

Tutte, ad una ad una, ritornano nella lantera, e anche Senna viene attirata verso di essa.

Solo allora capisco il mio destino.

Non distruggerò più ciò che odio… ma salverò ciò che amo.

Con il cuore in mano, mi immolo verso Senna e scelgo di proteggerla dalle tenebre.

Ella si aggrappa a me, e ci stringiamo entrambi in un abbraccio dell'ombra che sembra durare in eterno, mentre il rombare della tempesta spezza le nostre orecchie ma non il nostro amore.




Apriamo entrambi gli occhi.

È finita.

E ci ritroviamo uno fra le braccia dell'altro.

Viva e rinata, oggi si è compiuto un miracolo.

Senna è viva, e non per mia o sua volontà, ma per volere della Forza.

Nessuno dei due si era mai arreso, neanche quando sembrava finita.

Poiché solo una Forza vince sulla vita e sulla morte: l'Amore.

E innamorati con la prima volta, ne segue un bacio colmo d'amore e carico di lacrime.

Troppo felici e troppo commossi per parlare.

Sono le ombre a raccontare la nostra storia.

Insieme, Anima mia, nemmeno la morte ci fa paura.

Solo così le ferite si richiudono.






FINE
   
 
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