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Autore: lapacechenonho    13/11/2020    3 recensioni
L’anziana coppia che abitava ormai quella casa da moltissimi anni, era seduta nella veranda che molto tempo addietro era stato uno degli elementi fondamentali per la scelta dell’abitazione. Per volere di lei, ovviamente, lui si sarebbe accontentato di vivere sotto un ponte purché al suo fianco ci fosse lei. Si godevano la brezza fresca di quel primo settembre, una data che nel tempo era stata un momento importante, e adesso riguardavano a tutti quei momenti con un pizzico di malinconia tipico degli anziani quando ripensano alla loro vita.
Questa storia partecipa alla challenge “Things you said“ indetta da Juriaka sul forum di EFP
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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7- 046: Things you said after I told you who was my favorite group (Le cose che hai detto dopo che ti dissi chi era il mio gruppo preferito).
 
Ginny camminava per la casa con in mano una lettera da spedire a Dean e nell’altra la locandina di un concerto. Il suo ragazzo l’aveva invitata ad andare al concerto delle Sorelle Stravagarie, sarebbe stato a Diagon Alley quel sabato. Lei avrebbe voluto andarci ma sapeva benissimo che i suoi genitori non glielo avrebbero permesso.
Dopo aver dato la lettera a Leotordo, sprofondò nel divano del salone osservando la locandina dai colori scuri, incerta se dire direttamente di no a Dean o se almeno tentare di chiederlo ai suoi.
Bill entrò nel salone e si sedette accanto a lei. «Cos’è?» le chiese curioso sorseggiando dell’Acquaviola.
Ginny lo guardò come per verificare che non fosse diventato improvvisamente scemo. «La locandina di un concerto, non lo vedi?» chiese retorica.
«E da quando tu vai ai concerti?» domandò lui stupito.
«Be’ non è che ci vado, ma mi hanno invitata e avevo pensato di andarci» disse con la voce leggermente bassa ma decisa.
«Ad un concerto? Con quello che sta succedendo?» saltò su il fratello maggiore. Ginny si spazientì e si alzò dal divano, come se questo fosse diventato rovente all’improvviso.
«Tranquillo, so già che mamma e papà mi diranno di no» rispose leggermente delusa. «Non glielo chiederò davvero, ma volevo fare qualcosa da ragazza normale ogni tanto».
Bill fece per alzarsi, ma venne interrotto da Ron seguito da Harry ed Hermione. «Di che concerto parlavate?» domandò curioso, allungando il collo per leggere la locandina che Ginny ritrasse velocemente.
«Non ti interessa» rispose lei facendo la linguaccia. Vide Harry ridere sommessamente e la parte ancora ragazzina in lei se ne compiacque.
«Delle Sorelle Stravagarie» rispose Bill al posto suo. Ginny si sedette in una poltrona distante dal divano in cui era seduta prima. Adesso il suo posto era stato preso da Ron ed Harry, Hermione invece era seduta sul bracciolo.
«Ah, già, sono la sua band preferita» rispose Ron con noncuranza.
«Le Sorelle Stravagarie, Ginny, sul serio?» chiese Harry ridendo. Ginny sentì qualcosa muoversi nelle viscere: sapeva benissimo cos’era. Solo la risata di Harry era capace di emozionarla a tal punto.
«E sentiamo, cosa ci sarebbe di male?» domandò incrociando le braccia.
«Be’, è banale farsi piacere le Sorelle Stravagarie» nonostante la frase appena detta, Harry manteneva un tono scherzoso.
«Essere banali non è così male come sembra» rispose Ginny alzando le spalle e sorridendo.
«Chi ti ha dato la locandina?» chiese Hermione, anch’essa divertita dallo scambio fra Harry e Ginny.
«Dean».
«Dean? Chi è Dean?» si intromise Bill che fino a quel momento era rimasto in silenzio.
«Il suo ragazzo» rispose Ron con un tono poco entusiasta.
«Ron, potresti pure farti gli affari tuoi!» lo rimbeccò la sorella minore.
«Ginny ha un ragazzo?» domandò ancora più confuso il maggiore dei Weasley.
«Bill, ho quindici anni!» protestò Ginny.
«Mi hai frainteso! Io sono felicissimo tu esca con qualcuno, potevi presentarcelo, che so, al tuo compleanno» spiegò Bill. Ginny lanciò una fugace occhiata ad Hermione che tossicchiò.
Sapevano entrambi che sia Dean che Michael erano stati solo un modo per raggiungere Harry che però non dava segno di percepire nulla.
«Be’, mi sembra esagerato portarlo a casa» disse sinceramente.
«Però lo voglio conoscere!» esclamò Bill entusiasta.
Nel salone cadde un silenzio imbarazzante, Ginny aveva meditato di alzarsi per andare a scrivere a Dean che non sarebbe andata al concerto delle Sorelle Stravagarie e che sarebbe potuto andare con Seamus, ma al tempo stesso c’era qualcosa che la tratteneva in quel salotto carico di aria pesante. Alzò lo sguardo e per una frazione di secondo le era parso che Harry avesse gli occhi puntati su di lei. Le capitava spesso, soprattutto da quando Harry era tornato a casa sua quell’estate. Sapeva benissimo che era frutto della sua immaginazione, ma a volte desiderava fosse vero.
«Quindi le Sorelle Stravagarie dove fanno questo concerto?» chiese Harry alleggerendo l’aria della Tana.
«A Diagon Alley, questo sabato» rispose fissando la locandina.
I cinque ragazzi tornarono a parlare del più e del meno ritornando alla leggerezza che almeno per un poco era riuscita a tenere Voldemort lontano dalle loro vite.
 
«Credi ancora che io sia banale?» domandò Ginny fissando le prime stelle che iniziavano a spuntare nel cielo.
«Certo» la prese in giro stringendola dolcemente. «E credo di aver sposato la miglior persona banale del mondo» aggiunse. Anche Ginny rise.
«È il momento di dire la verità: durante quell’estate mi guardavi di tanto in tanto o ero solo innamorata di te a tal punto di inventarmi le cose?»
«Credo che ti guardassi senza rendermene conto» ammise Harry arricciando il naso. «Mi è servita l’Amortentia per capire che ero innamorato di te».
Ginny rise ricordando quella vecchia storia. «Perché hai aspettato la fine dell’anno per baciarmi?»
«Be’, tu stavi con Dean…» le ricordò con le sopracciglia leggermente aggrottate. «E poi avevo paura».
«Paura?» domandò scioccata Ginny. «Il grande Harry Potter aveva paura?» lo scimmiottò.
«Be’ Sirius aveva ragione che su certi argomenti ero un po’ tonto» ammise con un pizzico di imbarazzo. Ginny sorrise dolcemente.
«Raccontami un po’ questa storia» lo invitò la moglie mentre il marito si perdeva nei ricordi di molte primavere prima.
   
 
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