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Autore: Kimly    13/11/2020    2 recensioni
Michael Corner, Sophie Fawcett, Padma Patil, Anthony Goldstein e Terry Steeval sono amici, ma stanno crescendo, e i tipici dilemmi di ragazzi e ragazze inizieranno a far capire loro quanto in realtà siano persone diverse.
Se a tutto questo ci aggiungiamo Lisa Turpin, timida e insicura; Calì Patil, l'irrefrenabile sorella di Padma; Roger Davies con le sue battutine irriverenti; Cho Chang con la sua bellezza disarmante e due Serpeverde costretti con la forza, i poveri Corvonero capiranno che nei libri non c'è sempre la risposta a ogni problema.
[Personaggi principali: Michael Corner, S. Fawcett, Anthony Goldstein, Padma Patil, Terry Steeval, Lisa Turpin, Calì Patil, Roger Davies, Cho Chang, Selina Moore, William Harper]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony Goldstein, Cho Chang, Corvonero, Michael Corner, Roger Davies
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 15
 
L’inizio del nuovo trimestre arrivò più in fretta del previsto. Michael, Sophie, Lisa, Anthony, Padma e Terry si misero sotto con i compiti, che avevano trascurato prima di Natale. Sophie s’impegnò più degli altri, desiderosa di riguadagnare i punti che aveva fatto perdere a Corvonero con la storia di Stebbins. Per la ragazza, però, l’inizio del trimestre avrebbe portato anche altre novità: avrebbe dovuto iniziare a trascorrere più tempo con Roger Davies e i suoi amici di Serpeverde. 
Dopo l’accordo stretto con Roger, Sophie era stata tentata di ritrattare tutto il giorno successivo: per quanto disperata, passare parte delle sue giornate con Davies l’idiota e due Serpeverde era davvero troppo.
Le parole di Roger, però, avevano sortito un certo effetto. Michael non la smetteva più di parlare di Ginny Weasley, nonostante si fossero intravisti solo una volta durante una passeggiata al Parco. 
Padma, Lisa, Anthony e persino Terry avevano preso l’abitudine di guardarla come un cucciolo ferito, facendola sentire ancora più patetica di quanto già non fosse.
Le cose dovevano cambiare. E se fosse servito l’aiuto di Roger Davies, diamine, l’avrebbe accettato.
«Ben arrivata, Fawcett. Ti stavamo aspettando».
La ragazza fece un sorriso tirato a Roger, che era vestito con la divisa da Quidditch e la studiava con divertito affetto.
«Devi allenarti?» domandò lei, confusa.
«No», chiarì Roger, accennando poi a Selina Moore e William Harper, che indossavano la divisa da Quidditch dei Serpeverde «Ci facciamo una partita. Così, per rompere il ghiaccio».
Era la loro prima “uscita” ufficiale. Sophie e Roger non avevano ancora trovato una scusa convincente per non destare sospetti in Michael, così la ragazza aveva sperato in qualcosa di più discreto di una partita a Quidditch. 
Sophie squadrò Selina e William: la prima sembrava entusiasta quanto Sophie di passare del tempo assieme, il secondo aveva l’aria tranquilla.
«Ciao, Sophie» disse William, facendole un sorriso cordiale «Io sono William Harper e lei è mia cugina, Selina Moore».
«Sì, so chi siete» disse Sophie, a disagio. Com’era finita a fraternizzare con i Serperverde?
Ad un’occhiata obliqua di Roger, provò a rilassarsi e tentò un accenno di sorriso.
«Mi dispiace che Davies vi abbia coinvolto».
«Non ti preoccupare, vorrà dire che Roger ci dovrà un favore. Vero?» lo punzecchiò Selina e il ragazzo, chiamato in causa, fece una risata spontanea.
«Sarà una specie di esperimento. Visto che la mia corte ha dei pregiudizi su di voi, partiamo con il farvi conoscere una mia specie di amica».
Sophie rimase colpita da quell’affermazione. Lei e Roger erano tutt’altro che amici. Sicuramente erano stato nemici in passato, e forse ora potevano considerarsi alleati, ma di certo non amici.
«Sophie, abbiamo sentito un sacco di cose su di te, ma devo dire che una mi ha colpita particolarmente» disse Selina, e Sophie temette il peggio. Selina era più piccola di un anno e Sophie la superava di parecchi centimetri, ma in quel momento si sentiva come una preda di fronte al suo cacciatore.
Guardò Roger in cerca d’aiuto, ma stranamente lui sorrideva rassegnato.
«Mi piace che tu abbia finalmente fatto scendere dal piedistallo Cho Chang. Hai fatto bene».
William ammonì la cugina con lo sguardo, mentre Roger sospirava al cielo.
Sophie si aprì finalmente in un sorriso rilassato.
«Neanche a te piace Cho?»
«Affatto. Sa il potere che esercita sui ragazzi e lo usa a suo vantaggio. Non mi piace per niente».
Sophie apprezzò la spontaneità di Selina e decise che avrebbe finalmente messo da parte i pregiudizi per conoscerla meglio.
«Va bene, ragazze. Se avete finito di dire cattiverie sulla mia migliore amica, io direi di giocare».
«Approvo» disse William, abbottonandosi meglio la divisa.
«C’è un piccolissimo problema. Io non so giocare».
«Conosci le regole e sei una fan sfegatata del Quidditch» disse Roger «Basta provarci».
«Dai, sarà facile» la spronò Selina, dandole di gomito.
«Corvonero contro Serpeverde o ragazze contro ragazzi?» domandò William, facendo un sorriso incoraggiante a Sophie.
«No, aspettate un attimo» li bloccò lei, tesa «La verità è… che io non so volare».
Roger, che aveva appena preso in mano la sua scopa, la lasciò cadere e la guardò come se la vedesse per la prima volta.
«Come sarebbe a dire?»
«Sarebbe a dire che mi sono ammalata la prima settimana del mio primo anno e, quando ho provato a recuperare, ho comunque fallito. Persino Madama Bumb ha rinunciato».
«Ma impossibile che tu non ci riesca! Ti conosco, sai cose che persino i ragazzi del settimo anno non sanno!» sbottò Roger, incapace di crederle.
«Stai esagerando. Io non sono poi così brava».
«Che problema c’è, ti insegniamo noi» disse Selina con un’alzata di spalle.
Sophie si torturò le mani, in difficoltà.
«Hai paura, vero?» le chiese William, senza la minima traccia di presa in giro «Per quello la Bumb si è arresa. Avevi una fobia e lei non poteva aiutarti».
«Non è che ho paura. Temo solo di fallire com’è successo in passato» chiarì lei «Lo so che è una cosa stupida e tipicamente Corvonero, ma io non sono abituata a fallire. Accademicamente parlando, intendo. Non mi piace non riuscire a farcela».
 «Non c’è niente di sbagliato nel fallire. Guarda me! Sono la prova vivente del fallimento, eppure ho vissuto bene finora».
Sophie alzò un sopracciglio con scetticismo, facendo ridere i due Serpeverde.
«Quello che Roger voleva dire è che dopo un fallimento può sempre arrivare una vittoria» spiegò William e Selina annuì.
Sophie si scambiò un’altra occhiata con Roger, che le fece un bel sorriso.
«Coraggio, Fawcett, corri il rischio».
Alla fine Sophie si fece convincere e il pomeriggio non si rivelò del tutto un fiasco. La ragazza si era davvero divertita e, grazie ai consigli di Davies, Selina e William, era perfino riuscita ad alzarsi di mezzo metro con la sua scopa. 
Passare quelle ore con loro non le era pesato per nulla. Si era legata fin da subito a Selina, di cui ammirava il modo di fare e il rapporto che condivideva con Roger e il cugino. Più difficile da decifrare, invece, era stato proprio William: era un tipo taciturno, nonostante la gentilezza e la cordialità che bilanciavano perfettamente l’esuberanza di Roger e l’impertinenza di Selina.
«Sai, credo che già dalla prossima settimana riuscirai a fare dei giri di campo».
«Ne dubito, ma grazie lo stesso per l’aiuto».
Roger e Sophie avevano salutato William e Selina circa venti minuti prima e stavano salendo insieme verso la Torre dei Corvonero.
«Allora, che te ne pare di loro?» domandò lui, camminando al suo fianco.
«Non mi sono ancora fatta un’opinione».
«Mh, bugiarda» replicò Roger «Ti ho osservata bene oggi, ti sei divertita».
Sophie non poté trattenere un sorriso e il ragazzo le puntò un dito contro.
«Lo sapevo!»
«E va bene, hai ragione, mi sono divertita» ammise lei, per poi ritrarre «Ma non significa nulla!»
Il ragazzo si fermò proprio in prossimità dell’ingresso della Sala Comune e Sophie lo imitò.
«Michael è il tuo migliore amico, ma è anche il mio» disse Roger, facendole un sorriso «Chi lo sa, Fawcett, magari riusciremo a diventare amici anche noi».
Sophie finse un’espressione scocciata, ma poi rise.
«Non esageriamo, Davies. Un passo alla volta».
«Non vuoi proprio cedere, eh? E va bene. Domani ci vediamo nel pomeriggio, vicino alle Serre».
«No, domani vorrei stare con i miei amici o inizieranno a fare domande» disse Sophie con sicurezza.
«D’accordo. E allora ci organizziamo per dopodomani. Sai già cosa raccontare a Mike?»
«Pensavo di far finta di nulla».
«Credo che ci toccherà inventare qualcosa. Mike ti assalirà di domande per scoprire la verità».
«Già, hai ragione» disse Sophie, abbassando lo sguardo. Odiava dover tenere un altro segreto con Michael.
«Ehi» la chiamò Roger e lei rialzò lo sguardo «Mi sono dimenticato di darti questa».
Le prese la mano e le appoggiò qualcosa sul palmo.
«La mia collana! Credevo di averla persa».
La felicità negli occhi di Sophie colpì Roger.
«Era davvero così importante?»
«C’è una storia dietro. Può sembrare stupido, però è l’ultimo ricordo di mia madre. È morta quand’ero piccola, quindi non l’ho mai conosciuta davvero».
Roger non rispose e Sophie strinse a sé il ciondolo.
«Questa collana è diventata il mio portafortuna, è come se lei fosse ancora con me».
«Non è poi così stupida come cosa» disse il ragazzo, toccandosi l’anello nero che portava all’indice. 
Sophie aveva sempre pensato che Roger portasse quell’anello solo come semplice ornamento estetico; invece, sembrava essere molto di più per lui. Attese, nella speranza che lui le raccontasse la propria storia, ma Roger le fece un cenno di saluto e le disse solo: «Ci vediamo in giro, Fawcett», prima di entrare nella Torre dei Corvonero.
Quando lei lo seguì, vide i suoi amici riuniti vicino ad una finestra della Sala Comune.
Michael fu il primo a vederla e ad alzare un braccio per chiamarla.
«Sophie!»
Lei si avvicinò al gruppo e si sedette accanto a Michael.
«Ciao, ragazzi».
«Dove sei stata?» domandò Michael, gli occhi nocciola sembravano più intensi del solito «Sembri aver passato un bel pomeriggio».
«Ho solo studiato nel Parco. Era una bella giornata e non avevo voglia di chiudermi in Biblioteca».
«Domani studiamo tutti insieme?» propose Lisa, che stava per addentare un sandwich.
«Fra poco è ora di cena» disse Terry, guardandola, mentre si grattava il mento con la piuma d'oca «Ti rovinerai l’appetito».
«È solo uno spuntino. Allora, che ne dite per domani?»
«Io non posso» disse Padma, lisciandosi con le mani la gonna già perfettamente liscia.
«Esci ancora con Kiran?» domandò Sophie, non nascondendo la curiosità. Dal Ballo del Ceppo, Padma era stata sempre attentissima a non far uscire una sola parola su quel ragazzo. Per quanto Sophie e Lisa ci avessero provato, l’amica aveva resistito stoicamente alle loro domande.
«Sì».
«E Calì?» chiese Terry, pronto ad esplodere.
«Oh, dai, Terry, ora basta. È uscita con noi solo una volta e non era un appuntamento. Voleva solo essere di supporto».
«Non vale prendere le sue difese. Sei sua sorella».
«Sai che non la difendo solo perché è mia sorella. Ha sbagliato anche lei e lo sa».
«Non mi pare che sia corsa a scusarsi, però» perdurò Terry. Era arrabbiato ed era chiaro che cercasse un pretesto per continuare quella discussione.
«Perché non fai tu il primo passo?» continuò Padma, rimanendo calma.
Terry s’indispettì ancora di più. Si alzò in piedi con rabbia e salì velocemente nel suo dormitorio.
Lisa lo seguì con lo sguardo e poi scosse la testa.
«Gli passerà» disse Michael, guardando poi verso Padma «Un’altra uscita con Kiran. Allora è una cosa seria».
«Cosa te lo fa pensare?» L’imbarazzo di Padma era palpabile.
«Ti conosco».
«Siamo solo curiosi, Padma» si mise in mezzo Lisa «Ti piace o no?»
«Suppongo di sì» bisbigliò lei, lanciando inavvertitamente un’occhiata ad Anthony, che la fissava in silenzio «Voglio dire, è bello e ha ottimi voti, è un giocatore di Quidditch e studierà Medimagia. E poi è indiano».
«È fantastico, Padma!» disse Michael con impeto «E lui mi sembra molto preso da te».
«Già. Chissà perché».
«Perché sei semplicemente perfetta!» sbottò subito Sophie, incapace di capire perché l’amica si buttasse giù così «Guarda che il vero fortunato dei due è lui».
«Concordo» disse Lisa con un sorriso.
«E con me siamo tre» aggiunse Michael, dando poi una gomitata ad Anthony, che continuava ad osservare Padma senza dire una parola.
«Ant!» lo richiamò Sophie, facendo un cenno verso Padma con la testa.
«Oh, sì, sono d’accordo anch’io» commentò lui con la sua solita pacatezza. Gli occhi marroni incatenati a quelli scuri di Padma «Ma tanto non penso che durerà molto».
«Perché?» chiesero all’unisono Michael, Sophie e Lisa.
«Perché a Padma non piace davvero».
Padma rispose allo sguardo di Anthony senza cambiare espressione e poi con tono neutro disse: «E tu lo sai perché…?»
«Perché quando l’hai descritto sembrava che stessi leggendo il suo curriculum. Come un’azienda che vuole assumere il candidato perfetto».
Gli amici lo seguivano senza perdersi una parola, ma Anthony era concentrato solo su Padma.
«Non sembravi una ragazza innamorata» concluse lui con tranquillità.
«Detto da un esperto» ironizzò Padma «Non credo che tu sappia quello che provo».
«No, è vero, ma analizziamo le tue parole, ti va?» Anthony si mise ancora più comodo sulla poltrona e con un sorrisetto canzonatorio continuò «Hai detto che è indiano. È chiaro che ti stai sforzando di fartelo piacere perché condividete la stessa cultura».
«Ho detto altre cose prima di indiano».
«Vero» ammise lui, assecondandola «Sei partita da bello, per poi proseguire con la sua performance scolastica e con quella sportiva, fino ad arrivare al suo futuro da Guaritore».
«Wow, Ant, che memoria!» commentò Sophie, ma nessuno le diede retta.
«Mi stai dicendo che sono superficiale?» domandò Padma, iniziando a scaldarsi.
«No, voglio solo dire che faresti di tutto pur di non infrangere le regole dei tuoi genitori».
«C’è un motivo preciso per cui stasera hai deciso di lanciarmi accuse? Hai avuto una brutta giornata o qualcosa del genere?»
«Affatto» continuò Anthony, calmo «Stavo solo dando la mia opinione, ma se non la vuoi sentire, starò zitto».
«Oramai hai iniziato, sarebbe un peccato non concludere» disse Padma, a denti stretti.
Era una trappola e Michael diede un calcio ad Anthony da sotto il tavolino per farlo desistere dal continuare a parlare.
Anthony, però, sembrava non volersi fermare.
«Hai la sindrome della figlia perfetta. Accetteresti di uscire con un indiano qualunque pur di accontentare mamma e papà».
Padma aprì la bocca per replicare, ma poi la richiuse. Si alzò in piedi con una calma quasi studiata, mantenendo lo sguardo sul ragazzo.
«Va’ al diavolo, Anthony!»
E corse via, verso il suo dormitorio.
«Che ti è preso, Ant?» domandò Michael, mentre Padma sbatteva la porta.
«Ho solo detto ciò che penso» chiarì lui, incrociando le dita davanti a sé «Il fatto che se la sia presa così è sintomo che ho ragione».
Lisa si voltò verso Sophie, che ancora faticava a comprendere il comportamento di Anthony.
«Io vado da Terry, tu da Padma. E voi due, cercate di non combinare altri guai».
«Io non ho fatto nulla» ribatté Michael, alzando le mani. 
Rimasto poi solo con Anthony gli chiese: «Sei sicuro di star bene?»
«A meraviglia».
La mattina dopo, Padma scese a fare colazione senza aspettare i suoi amici. Aveva dormito poco, nonostante le parole, prima di Sophie e poi di Lisa, l’avessero fatta sentire meglio. 
Si sedette al tavolo dei Corvonero e si servì del succo di zucca.
Non dovette aspettare molto prima di vedere entrare Michael, Sophie, Lisa e Terry nella Sala Grande. La raggiunsero velocemente e Sophie le si sedette vicino. Terry, Michael e Lisa, invece, presero posto davanti a lei.
«Non ci hai aspettato stamattina» disse Lisa, guardandola di sottecchi «Sei ancora arrabbiata per ieri?»
«Non sono arrabbiata» chiarì Padma con sincerità «Ognuno può pensare quello che vuole».
«È un ragionamento maturo. Sophie non l’avrebbe mai fatto» ironizzò Michael, facendo un occhiolino all’amica che gli fece la linguaccia. 
«Anthony non scende? Si sente in colpa?» chiese Padma, imburrando una fetta di toast.
Fu Terry il primo a rispondere: «Preferisce saltare la colazione per poter dormire di più. Ci raggiungerà a lezione».
«Tipico di lui» sussurrò Padma, poi si rivolse a Terry «Aspettami qui».
La ragazza si alzò dalla tavolata e si diresse verso il tavolo dei Grifondoro per parlare con sua sorella.
Terry divenne paonazzo, impossibile capire se fosse per la rabbia o l’imbarazzo.
Padma tornò da loro accompagnata da una sorridente Calì, che si sedette accanto alla sorella e di fronte a Terry.
«Buongiorno».
«’Giorno» bofonchiò lui, tenendo lo sguardo basso. Le orecchie rosse che risaltavano fra i ricci scuri.
«Direi che siamo stati lontani abbastanza. Sono stanca di non passare più del tempo con te».
Fu la volta di Sophie e Lisa di arrossire, colpite dalla schiettezza di Calì. Michael e Padma si scambiarono uno sguardo, entrambi imbarazzati da quelle parole.
«I-io n-n-n… Non ti sei c-comportata bene» riuscì a dire Terry, continuando a non guardarla.
«Va bene, hai ragione. Non avrei dovuto mettermi in mezzo alle questioni amorose di mia sorella, ma ti assicuro che non mi è mai passato per la testa di frequentare Philippe e di lasciare te».
Terry finalmente alzò lo sguardo e vide la sincerità nei begli occhi scuri di Calì.
«E saremmo dovuti andare al Ballo insieme» disse il ragazzo, imbronciato, e Calì sorrise.
«Anche a me sarebbe piaciuto, ma temevo che mio padre capisse ogni cosa. Io sono un libro aperto su quello che provo e lui mi conosce bene».
«Allora, tutto chiarito?» domandò Padma, speranzosa.
«Non metterti in mezzo» disse Terry e lei piegò le labbra, rassegnata dalla testardaggine dell’amico.
Calì sospirò e si allungò verso Terry, quasi sdraiandosi sulla tavola dei Corvonero.
«Calì» l'avvertì Padma, vergognandosi del comportamento della sorella.
«È stupido continuare ad avercela con me, quando hai sbagliato anche tu» Terry fece per replicare e lei lo fermò subito «Non mi interessano le tue scuse, non ne ho bisogno. So che dispiace anche a te di aver litigato così, quindi facciamo pace».
Terry, rosso in viso, questa volta chiaramente per l’imbarazzo, guardò ad uno ad uno i suoi amici. Traspirava una lotta interiore sul volto tondo.
«Sai che l’unico ragazzo che mi piace sei tu, Terry» continuò Calì, alzando un po’ la voce. La Sala Grande era sempre più affollata e il vociare degli studenti iniziava a farsi sentire «Anzi, non mi piaci e basta».
«Calì!» provò a bloccarla Padma, che si era quasi pentita di aver portato la sorella a chiarire con Terry. Di certo non si aspettava una dichiarazione d’amore nel bel mezzo della Sala Grande.
«Non mi sentirà nessuno con questo casino, ma anche se succedesse credo che non m’importerebbe nulla». Il coraggio dei Grifondoro era uscito fuori e i Corvonero non potevano che stare a guardarla con ammirazione «Sono innamorata di te, Terry, e vorrei che la smettessi di metterlo sempre in discussione. Anche se parlassi con cento ragazzi, il mio sentimento per te non cambierebbe».
Se avesse potuto Padma sarebbe voluta sparire all’istante, mentre Lisa, Michael e Sophie continuarono ad osservare Calì come se fosse un caso da studiare.
Terry era lì lì per svenire. Il volto era di un intenso color scarlatto e iniziava ad avere caldo. Si nascose il viso con le mani, non sapendo bene cosa rispondere. Sembrava un cucciolo messo all'angolo.
«Ecco il vecchio Terry» commentò Michael, divertito. 
Lisa provò a farlo tornare in sé, ma ad un’occhiataccia di Calì desistette dall’impresa.
«Non devi dirmi che provi lo stesso» chiarì Calì, senza il minimo imbarazzo «Volevo solo che lo sapessi».
«Potevate parlarne in privato» disse Padma, nascondendosi fra le pagine di un libro. Com’era possibile che condividesse il dna con quella pazza di sua sorella?
«Terry, ci sei?» domandò Sophie, lanciandogli un pezzo di toast. Padma le pregò di smetterla: avevano già dato abbastanza spettacolo.
Terry finalmente abbassò le mani, ma il rossore era ancora lì e non sarebbe andato via tanto presto.
«C-c-c-c-c…» inspirò ed espirò, prima di riprovare «Ci vediamo dopo le lezioni, allora?»
Calì si aprì in un sorriso meraviglioso e annuì con vigore, prima di tornare alla tavolata dei Grifondoro.
Nessuno del gruppo disse nulla, mentre Roger Davies, spuntato fuori da chissà dove, nel vederli così scossi commentò: «Tornado Calì ha fatto danni, eh?!»



Note:
La mia proverbiale fortuna aveva messo fuori uso il pc per più di un mese, ma, non so grazie a quale divinità, ieri è tornato da me!
Finalmente gli aggiornamenti saranno più rapidi e non dovrò piu smanettare per ore nel tentativo di scrivere sull'unico pc che mi era rimasto in casa (vecchio, lentissimo e usato tutta la giornata da mia mamma in smart working).
Passando al capitolo, Calì e Terry hanno fatto pace. Non avrei resistito molto a tenerli lontani. In fondo, la loro litigata non era poi così seria e a Calì passa facilmente. Terry è un po' una drama queen, ma lo amo anche per quello <3
Sophie ha iniziato ad "uscire" con Roger e i suoi amici Serpeverde. Messi da parte i pregiudizi, è riuscita persino a superare la sua paura di salire su una scopa.
E infine il litigio fra Anthony e Padma. Loro sono due tipi tranquilli, difficilmente li vedrete urlarsi addosso (non sono Mike e Sophie!), quindi il loro modo di darsi contro risulta sempre pacato e studiato, quasi come una partita di scacchi. Anthony ha solo espresso una sua opinione: è una persona pragmatica e pesa ogni singola parola venga detta, soprattutto da Padma. Lei, invece, è confusa su quello che prova. È la prima volta che si interessa ad un ragazzo e non sa che pesci pigliare... 
Spero di aver chiarito tutto.
Alla prossima :3
   
 
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