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Autore: Fiore di Giada    15/11/2020    0 recensioni
– Tu per me sei stato un padre… Mi hai voluto bene come ad un figlio. E io… Io sento di avere tanto da apprendere da te. Ti prego, non abbandonarmi. – rispose.
La sua voce, per alcuni istanti, tremò, come un ramo scosso dal vento e la sua mano destra aumentò la pressione sulla schiena di Raiden.
Questi rimase fermo, gli occhi lucidi di lacrime e il corpo scosso da singulti. Quella limpida manifestazione d’affetto donava serenità al suo cuore, da tempo oppresso dall’amarezza.
Il ghiaccio, che aveva coperto il suo animo, come un sarcofago, si copriva di crepe e si rompeva, rivelando l’ardore della sua anima.
Riemergeva il suo desiderio di aiutare la nascita di una nuova linea temporale, libera dalle minacce deliranti di Kronika e dei suoi eredi.
Eppure, aveva bisogno di un estremo atto di chiarezza.
– Ti dimentichi dei miei errori? Tante, troppe volte sono stato attirato dalle sirene dell’oscurità. Ho tralasciato la compassione e l’amore, cercando la via più breve per il conseguimento dei miei obiettivi e ho preteso obbedienza incondizionata. E, in troppe realtà, sei stato vittima tu della mia follia. Non si possono cancellare simili atti. – replicò.
(post Aftermath)
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Liu Kang
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il riflesso traslucido della luna piena illumina il velario cupo del cielo notturno e ricopre d’una luce argentea le colline, ricoperte di faggete, querceti e pinete.
Il silenzio, ad intervalli regolari, era rotto dal richiamo lugubre dei gufi e dall’ululato dei lupi.
Raiden, seduto a poca distanza dalla sua casa, il corpo avvolto in una coperta, osservava il paesaggio. Con la sconfitta di Shang Tsung e delle sue brame di dominio, la storia era stata ricostruita.
O meglio, era stata riscritta.
Liu Kang, come divinità protettrice, stava compiendo un valido lavoro, aiutato da suo fratello Fujin.
– Ho fatto una scelta valida… – mormorò. La tenebra del suo cuore, eccitata da Kronika, signora del Tempo, aveva condotto alla morte di Liu Kang, in ogni dimensione.
E, con la fine del campione del Mortal Kombat, sangue innocente era sgorgato.
Certo, in alcune linee temporali, l’umanità era stata strappata ad un sempre incombente Armageddon, ma tante tombe costellavano il cammino della giustizia.
La guerra era una costante triste, dolorosa, crudele.
Le lacrime tremarono sulle ciglia candide dell’ex dio del tuono. Quei morti erano provocati dalla sua durezza, che lo portava a scambiare il bene per i suoi desideri.
Inebriato dal potere, non comprendeva i sentimenti dei guerrieri e delle guerriere, a cui pure si era affezionato.
Non riusciva a vedere l’assurdità delle sue scelte crudeli, manipolate da Kronika.
Le labbra dell’ex dio del tuono si sollevarono in un debole sorriso.
– Grazie, Liu Kang… – mormorò. Con le sue parole decise, dure, aveva liberato la sua mente dalla manipolazione della Signora del Tempo.
E gli aveva consentito di prendere la decisione migliore per l’intero creato.
Si era spogliato dei suoi poteri e della sua immortalità, trasferendo l’anima del Liu Kang revenant nel corpo esanime del Liu Kang del passato.
Questa sua decisione aveva permesso a Liu Kang, ormai divinità, di abbattere prima Kronika, poi il redidivo Shang Tsung.
Libero da simili minacce, padrone delle Sabbie del Tempo, aveva costruito una nuova storia.
Non era ancora tempo, ma gli altri combattenti sarebbero presto nati, rivestiti di nuovi corpi e nuove esistenze.
Si sarebbero nuovamente incontrati? Le loro vite si sarebbero incrociate?
– Mi dispiace… Non ci sarò… Ma forse è meglio così… – mormorò. Tanto, troppo dolore aveva inflitto a quei valorosi e a quelle valorose.
Li aveva condannati a lunghi anni di servaggio agli ordini del crudele e vile Quan Chi.
Forse, non avrebbero ricordato quell’evento, ma lui non avrebbe saputo sostenere i loro sguardi.
La vergogna avrebbe oppresso il suo cuore.
– E’ il momento di uscire di scena… – mormorò. Aveva creduto che le sue spoglie mortali, presto, sarebbero collassate, eppure era sopravvissuto a diversi secoli.
Erano giunti all’epoca della nascita delle città stato in Grecia.
E il suo corpo manteneva la prestanza fisica di un giovane uomo, prossimo alla trentina.
Come era possibile?

Ad un tratto, il crepitio di un tuono sovrastò i rumori della foresta.
Colto di sorpresa, Raiden si girò e, a pochi metri di distanza, scorse Liu Kang.
Si alzò dalla sedia, si sistemò la coperta attorno alle spalle e gli si avvicinò.
– Che cosa vi porta qui? – domandò.
Un mezzo sorriso sollevò le labbra del giovane dio del tuono e la sua mano destra si appoggiò sulla spalla di Raiden.
– Non sono necessarie queste formalità tra noi. – mormorò, gentile.
Lo sguardo di Raiden si incupì e la sua fronte si aggrottò. Tanto riguardo vibrava nelle parole del suo antico allievo, ora divenuto dio.
Eppure, lui sentiva di non meritare tale riguardo.
Certo, aveva donato a Liu Kang la sua divinità, ma un tale, pur encomiabile gesto avrebbe riscattato i suoi fallimenti?
No, il rispetto non era più per lui.
Perfino suo fratello Fujin si era rivelato una divinità migliore di lui.

– Non voglio che tu viva una solitudine di millenni. Non lo meriti. – dichiarò ad un tratto Liu Kang.
Sentendo queste parole, l’ex dio del tuono fece un passo indietro, sorpreso.
– Che… Che cosa vorresti dire, Liu Kang? – domandò Raiden, il tono pacato e risoluto.
Il giovane dio strinse i pugni, indeciso. Nella sua opera di scultore di una nuova storia, si era accorto della possibilità di frenare il tempo soggettivo di un essere vivente.
E, per questo, aveva applicato un simile sigillo sul suo maestro, mentre riposava.
Grazie a quell’incantesimo, il suo volto virile non era stato toccato dagli insulti del tempo e la sua forza si era mantenuta immutata.
Strinse le labbra in una smorfia. Raiden si era rassegnato alla sua prossima fine, pur non parlandone mai.
Forse, vedeva nella sua scomparsa un’espiazione dei suoi crimini.
Ma questa sua stoica serenità dilaniava il suo cuore.
I suoi antichi compagni erano scomparsi e presto sarebbero rinati, lo sapeva.
Ma lui non voleva perdere il suo ultimo contatto con la sua precedente umanità.
Sentiva ancora la necessità delle sue radici.
Si era però lasciato trascinare dai suoi sentimenti e non aveva domandato l’opinione dell’interessato.
E questo rischiava di aprire un fossato di equivoci e incomprensioni tra di loro.


– Sono stato io a bloccare il tuo tempo soggettivo, Raiden. – dichiarò, calmo.
L’ex divinità incrociò le braccia sul petto. Aveva creduto che si sarebbe arrabbiato, ma avvertiva la stanchezza nel suo cuore.
Si sentiva prigioniero di una spessa coltre di ghiaccio.
Un brivido attraversò la schiena di Liu Kang. La sua forza divina, in quel momento, gli avrebbe dato la facoltà di bloccare Raiden, eppure quel suo silenzio lo intimoriva.
Perché non proferiva parola?
Quali sentimenti occultava il suo viso statuario?
– Io… Io ho sbagliato a non chiederti nulla, ma… Ma non posso lasciarti morire. Fujin è un valido alleato, ma lui… lui non è te. – rispose.
Raiden alzò un sopracciglio in segno di sorpresa.
Liu Kang gli si avvicinò e cinse le sue spalle con le braccia in un forte abbraccio.
Il volto di Raiden si accese d’un vivo rossore, come un tizzone durante una cerimonia. Non si sarebbe mai aspettato un tale empito di affetto…
– Tu per me sei stato un padre… Mi hai voluto bene come ad un figlio. E io… Io sento di avere tanto da apprendere da te. Ti prego, non abbandonarmi. – rispose.
La sua voce, per alcuni istanti, tremò, come un ramo scosso dal vento e la sua mano destra aumentò la pressione sulla schiena di Raiden.
Questi rimase fermo, gli occhi lucidi di lacrime e il corpo scosso da singulti. Quella limpida manifestazione d’affetto donava serenità al suo cuore, da tempo oppresso dall’amarezza.
Il ghiaccio, che aveva coperto il suo animo, come un sarcofago, si copriva di crepe e si rompeva, rivelando l’ardore della sua anima.
Riemergeva il suo desiderio di aiutare la nascita di una nuova linea temporale, libera dalle minacce deliranti di Kronika e dei suoi eredi.
Eppure, aveva bisogno di un estremo atto di chiarezza.
Ti dimentichi dei miei errori? Tante, troppe volte sono stato attirato dalle sirene dell’oscurità. Ho tralasciato la compassione e l’amore, cercando la via più breve per il conseguimento dei miei obiettivi e ho preteso obbedienza incondizionata. E, in troppe realtà, sei stato vittima tu della mia follia. Non si possono cancellare simili atti. – replicò.
Il custode delle Sabbie del Tempo, per alcuni istanti, non rispose.
No, ricordo tutto bene. Ma, in questi secoli, ho capito quanto sia arduo il compito di custode della Terra. Non è facile capire la direzione giusta e mantenere l’equilibrio tra la severità del giusto e la bontà dell’uomo. Ora, riesco a comprendere molti tuoi errori e molte tue scelte. – dichiarò Liu Kang.
La serenità invase il cuore dell’ex dio. Non era solo gratitudine a spingere il suo antico allievo ad una simile decisione.
Liu Kang era cresciuto ed era stato capace di comprendere la sua fallibilità, pur non giustificandole.
L’affetto filiale, pur intatto, era stato completato dalla consapevolezza divina.
Ricambiò l’abbraccio di Liu Kang e appoggiò la testa contro la sua spalla.
– Grazie, figlio mio. Rimarrò con te, fino a quando sarà necessario.



   
 
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