Ad un tratto, il crepitio di un tuono sovrastò i rumori della foresta. Colto di sorpresa, Raiden si girò e, a pochi metri di distanza, scorse Liu Kang. Si alzò dalla sedia, si sistemò la coperta attorno alle spalle e gli si avvicinò. – Che cosa vi porta qui? – domandò. Un mezzo sorriso sollevò le labbra del giovane dio del tuono e la sua mano destra si appoggiò sulla spalla di Raiden. – Non sono necessarie queste formalità tra noi. – mormorò, gentile. Lo sguardo di Raiden si incupì e la sua fronte si aggrottò. Tanto riguardo vibrava nelle parole del suo antico allievo, ora divenuto dio. Eppure, lui sentiva di non meritare tale riguardo. Certo, aveva donato a Liu Kang la sua divinità, ma un tale, pur encomiabile gesto avrebbe riscattato i suoi fallimenti? No, il rispetto non era più per lui. Perfino suo fratello Fujin si era rivelato una divinità migliore di lui.
– Non voglio che tu viva una solitudine di millenni. Non lo meriti. – dichiarò ad un tratto Liu Kang. Sentendo queste parole, l’ex dio del tuono fece un passo indietro, sorpreso. – Che… Che cosa vorresti dire, Liu Kang? – domandò Raiden, il tono pacato e risoluto. Il giovane dio strinse i pugni, indeciso. Nella sua opera di scultore di una nuova storia, si era accorto della possibilità di frenare il tempo soggettivo di un essere vivente. E, per questo, aveva applicato un simile sigillo sul suo maestro, mentre riposava. Grazie a quell’incantesimo, il suo volto virile non era stato toccato dagli insulti del tempo e la sua forza si era mantenuta immutata. Strinse le labbra in una smorfia. Raiden si era rassegnato alla sua prossima fine, pur non parlandone mai. Forse, vedeva nella sua scomparsa un’espiazione dei suoi crimini. Ma questa sua stoica serenità dilaniava il suo cuore. I suoi antichi compagni erano scomparsi e presto sarebbero rinati, lo sapeva. Ma lui non voleva perdere il suo ultimo contatto con la sua precedente umanità. Sentiva ancora la necessità delle sue radici. Si era però lasciato trascinare dai suoi sentimenti e non aveva domandato l’opinione dell’interessato. E questo rischiava di aprire un fossato di equivoci e incomprensioni tra di loro.
– Sono stato io a bloccare il tuo tempo soggettivo, Raiden. – dichiarò, calmo. L’ex divinità incrociò le braccia sul petto. Aveva creduto che si sarebbe arrabbiato, ma avvertiva la stanchezza nel suo cuore. Si sentiva prigioniero di una spessa coltre di ghiaccio. Un brivido attraversò la schiena di Liu Kang. La sua forza divina, in quel momento, gli avrebbe dato la facoltà di bloccare Raiden, eppure quel suo silenzio lo intimoriva. Perché non proferiva parola? Quali sentimenti occultava il suo viso statuario? – Io… Io ho sbagliato a non chiederti nulla, ma… Ma non posso lasciarti morire. Fujin è un valido alleato, ma lui… lui non è te. – rispose. Raiden alzò un sopracciglio in segno di sorpresa. Liu Kang gli si avvicinò e cinse le sue spalle con le braccia in un forte abbraccio. Il volto di Raiden si accese d’un vivo rossore, come un tizzone durante una cerimonia. Non si sarebbe mai aspettato un tale empito di affetto… – Tu per me sei stato un padre… Mi hai voluto bene come ad un figlio. E io… Io sento di avere tanto da apprendere da te. Ti prego, non abbandonarmi. – rispose. La sua voce, per alcuni istanti, tremò, come un ramo scosso dal vento e la sua mano destra aumentò la pressione sulla schiena di Raiden. Questi rimase fermo, gli occhi lucidi di lacrime e il corpo scosso da singulti. Quella limpida manifestazione d’affetto donava serenità al suo cuore, da tempo oppresso dall’amarezza. Il ghiaccio, che aveva coperto il suo animo, come un sarcofago, si copriva di crepe e si rompeva, rivelando l’ardore della sua anima. Riemergeva il suo desiderio di aiutare la nascita di una nuova linea temporale, libera dalle minacce deliranti di Kronika e dei suoi eredi. Eppure, aveva bisogno di un estremo atto di chiarezza. – Ti dimentichi dei miei errori? Tante, troppe volte sono stato attirato dalle sirene dell’oscurità. Ho tralasciato la compassione e l’amore, cercando la via più breve per il conseguimento dei miei obiettivi e ho preteso obbedienza incondizionata. E, in troppe realtà, sei stato vittima tu della mia follia. Non si possono cancellare simili atti. – replicò. Il custode delle Sabbie del Tempo, per alcuni istanti, non rispose. – No, ricordo tutto bene. Ma, in questi secoli, ho capito quanto sia arduo il compito di custode della Terra. Non è facile capire la direzione giusta e mantenere l’equilibrio tra la severità del giusto e la bontà dell’uomo. Ora, riesco a comprendere molti tuoi errori e molte tue scelte. – dichiarò Liu Kang. La serenità invase il cuore dell’ex dio. Non era solo gratitudine a spingere il suo antico allievo ad una simile decisione. Liu Kang era cresciuto ed era stato capace di comprendere la sua fallibilità, pur non giustificandole. L’affetto filiale, pur intatto, era stato completato dalla consapevolezza divina. Ricambiò l’abbraccio di Liu Kang e appoggiò la testa contro la sua spalla. – Grazie, figlio mio. Rimarrò con te, fino a quando sarà necessario. –