Capitolo
18: punizioni eliminate
Eravamo giunti al villaggio solo da un
giorno ed ecco che cominciavano i problemi.
Purtroppo la notizia del nostro arrivo
non fu ignorata, ma arrivò addirittura a chi stava ai vertici del potere.
Eh già proprio così, anche i consiglieri
lo sapevano e l’indomani ci convocarono al palazzo dell’hokage.
Io ero terribilmente nervosa mentre Naruto mi sembrava tranquillissimo e cercava di
tranquillizzarmi dicendomi, che qualunque cosa volessero, tutto sarebbe andato
per il meglio.
Giungemmo davanti alla porta, dietro la
quale ci attendevano i nostri “carnefici”, ma non ebbi il coraggio di entrare.
Naruto mi pose una mano sulla spalla.
Alzai lo sguardo e lo osservai.
Aveva un sorriso sulle labbra e mi disse qualcusa del tipo…fatti coraggio
o qualcosa del genere, ero troppo intenta a osservare il suo sorriso per capire
bene cosa mi avesse detto.
Quel sorriso non era come al solito, non
era riuscito a tranquillizzarmi.
Era teso e solo allora capii che anche lui
doveva essere nervoso per quella convocazione.
Mi diedi della stupida da sola.
Sapevo che Naruto
era bravo a nascondere i suoi sentimenti, ma dovevo anche immaginare che fra i
due, quello che doveva temere di più e che rischiava maggiormente era lui.
“Scusami Naruto!”
gli bisbigliai.
Naruto sgranò gli occhi “Di cosa?”
Abbassai la testa “Io sono qui a tremare
come una foglia, ignorando che anche tu sei nella mia stessa situazione! sono
una stupida!”
Naruto scosse la testa “No, è normale che tu
abbia paura per te stessa e poi sinceramente preferisco così!”
Non capii.
“Non voglio che tu ti preoccupi per me!
vada come deve andare, ma io sono abbastanza fiducioso e non dimentichiamoci
che abbiamo Jiraya e Tsunade
dalla nostra parte!”
Annuii.
Naruto aveva ragione.
Feci per bussare, ma la porta si aprì
ancor prima che il mio pugno potesse colpire il legno.
“Avete finito di parlare voi due?” ci
disse seriamente Tsunade.
Era già nervosa…non
era un buon segno.
Quando mi ritrovai davanti al consiglio,
salutai educatamente facendo l’inchino e Naruto
imitandomi fece lo stesso.
“Bene! oggi si metterà in chiaro la
vostra situazione e cosa ne sarà di voi!” disse un consigliere.
“Si, signore!” disse con voce tremante.
Un’anziana si schiarì la voce e cominciò
a dire:
“Sakura Haruno, sei accusata di aver messo in
pericolo il villaggio tre anni fa e dimostrato di non aver accettato la tua
condanna, scappando dal villaggio e non facendone ritorno per tre anni!”
Abbassai la testa anche se avrei tanto
voluto difendermi.
Sapevo che ogni parola poteva
compromettere la mia situazione.
La donna passò la parola all’anziano
seduto accanto a lei:
“Naruto Uzumaki, non sei accusato di nessuna colpa voluta da parte
tua, nonostante ciò, tu sei il possessore del demone dalle volpe a nove code e
come tale dei considerato pericoloso per
l’intero villaggio. Lo hai dimostrato tre anni fa scatenando il suo potere e
danneggiando non poco Konoha!”
Lanciai un’occhiata preoccupata a Naruto. Si vedeva che era parecchio teso e avevo paura che
sarebbe saltato in piedi a dirne quattro a quei due consiglieri.
Era parecchio impulsivo delle volte, ma
fortunatamente avendo ancora il vizio di imitare le persone che gli stanno
accanto, vedendo me tacere, fece anche
lui lo stesso.
Jiraya e Tsunade,
seduti al fianco dei consiglieri, guardavano la scena con grande
preoccupazione.
Ci fu un attimo di silenzio.
Sembrarono ore e la tensione già forte,
sembrò aumentare.
La donna prese un respiro profondo e
cominciò nuovamente a parlare.
“La nostra decisione sarebbe quella di fa
finire di scontare a te Sakura la tua pena di un mese in prigione, mentre a te Naruto per la sicurezza del villaggio, la segregazione a
vita nel sotterraneo della prigione sarebbe l’unica soluzione…”
Tsunade e Jiraya si
alzarono di scatto interrompendo il consigliere.
“Ma come? Le nostre spiegazioni vi sono entrate da un
orecchio e uscite dall’altro? Non vi importa che sono solo dei ragazzi e che
abbiano agito, uno per come è stato costretto dagli eventi e l’altra per
compiere un azione che riteneva giusta?” disse Tsunade.
“Sakura tornerà comunque a vivere una
vita normale, ma non pensate agli effetti che tale punizione possa avere sulla
ragazza? e Naruto? Lui è stato scelto 19 anni fa da
suo padre per imprigionare il demone e per salvare il villaggio. Voi che dite
di rispettare Yondaime, vi ricordate quale è stato il
suo ultimo desiderio no? quello di trattare suo figlio come un eroe e voi
volete mantenere viva la sua volontà in questo modo?” sbraitò Jiraya.
Il consigliere uomo cercò di mettere a
tacere i due sennin.
“La mia collega non aveva ancora finito
di parlare e se ora ci fate cortesemente finire di illustrare le nostre
disposizioni, vi saremo molto grati!” disse con un tono tranquillo. “Prego!”
disse infine dando il permesso alla compagna di continuare.
“Quanto detto prima erano le nostre
decisioni, ma venendo a conoscenza delle vostre motivazioni…”
disse questa frase rivolgendosi ai sennin.” Il mio
collega qui presente e io abbiamo cambiato idea.”
“Sakura Haruno!”
mi chiamò con voce alta e ferma.
Mi misi sull’attenti e risposi “Si!”
“Abbiamo appurato che il tuo
comportamento, anche se sconsiderato perché non ha tenuto conto di mettere in
pericolo Konoha, è stato perdonato. Tutti siamo stati
ragazzi e come tali si compiono molti errori, spetta a noi decidere di imparare
dai propri sbagli. Sei libera di andare!”
Mi sentii in parte sollevata “La
ringrazio!”
Ora era il turno di Naruto.
“Naruto Uzumaki!”
Naruto rispose sorprendendo i consiglieri, i quali,
nonostante fossero stati messi al corrente che ormai esso non era più un
“animale” rimasero sorpresi.
“Come detto prima, in quanto jinchuuriki, dovresti essere rinchiuso, ma Jiraya-sama ci ha raccontato di questi tre anni e dei
miglioramenti che hai ottenuto. Sei voluto diventare un ninja, anche se mi ha
rivelato che lo sei diventato per proteggere solo chi ami e non il villaggio!”
“Ma lui ancora non capisce che…” cominciai col dire, ma venni interrotta.
“Lo sappiamo Haruno.
Capiamo perfettamente la situazione. Nello stato in cui era 3 anni fa è già
sorprendente che riesca a stare a contatto con la gente e a comunicare con
loro. Il fatto che è diventato un ninja e che abbia addirittura messo in
difficoltà Kakashi, ci ha stupiti. Abbiamo deciso
quindi di darti un periodo di prova. Sarai un comune ninja di Konoha e ti verranno affidate delle missioni con la tua
squadra per dimostrare il tuo valore”
Fece una piccola pausa di riflessione.
Penso che ancora temesse per l’incolumità di tutti lasciando il mio compagno
libero.
“Come ha detto prima Jiraya-sama,
Yondaime non avrebbe voluto che trattassimo il
proprio figlio come abbiamo fatto fino ad ora. Ci dispiace, ma comprenderai che
se la volpe si dovesse liberare nessuno è in grado di fermarla e per questo motivo
abbiamo preso delle precauzioni!”
“Si, credo di capire!” disse Naruto serio.
“ti diamo la nostra fiducia Naruto. cerca solo di non deluderci o sai cosa potrebbe
accederti!” disse infine il collega della donna.
Naruto annuì e sorrise.
Da allora passarono due mesi.
Naruto non aveva dato nessun pretesto ai
consiglieri di imprigionarlo, anzi aveva svolto tutto ciò che gli era stato
impartito da Tsunade e portò a termine tutte le
missioni.
Bhe si non è solo merito suo, ma dell’intera
squadra e del compagno che ci veniva affiancato in più, ma lui si era veramente
comportato bene.
Solo una volta aveva rischiato di perdere
il controllo, ma nessuno di noi se lo fece scappare…nemmeno
davanti all’hokage e anche Kakashi
resse il gioco.
Inoltre in quell’arco di tempo, si era
allenato insistentemente con il copia ninja, per terminare il lavoro cominciato
con Jiraya e cioè trasformare il rasengan
in qualcosa di più.
Ci riuscì.
Rasenshuriken: una tecnica davvero devastante e
pericolosa e se non eseguita con accuratezza, poteva essere dannosa per colui
che la utilizzava.
Per questo motivo Kakashi
si raccomandò di non farne utilizzo
troppo spesso.
Per quanto riguardava me, mi stavo dando
da fare per raggiungere Ino, la quale spesso si
vantava di essere migliore di me.
Mi dava sui nervi e le avrei fatto vedere
io chi sarebbe stata la migliore.
“Allora, Naruto
si è ricordato del vostro anniversario?” mi chiese Ino
Sgranai gli occhi e sorrisi tristemente
“Come ti ho detto quando sono arrivata, Naruto non sa
dell’usanza di festeggiare l’anniversario!”
“Potevi dirglielo no?” mi disse.
Da una parte aveva ragione, ma
sinceramente non è che mi interessasse poi molto o forse era quello di cui mi
ero convinta dato che sapevo di non dovermi aspettare niente da lui.
Ormai il mio turno era finito e stavo per
recarmi a casa, quando fuori dal cancello dell’ospedale c’era Naruto ad aspettarmi.
Lo chiamai… mi
sembrava triste.
“Naruto!”
Sollevò lo sguardo e mi sorrise dolcemente
e quando ero abbastanza vicino a lui, mi porse un mazzolino di fiori da campo.
Sembrava un po’ imbarazzato nel
consegnarmeli.
“Scusa!” mi disse
Sgranai gli occhi.
“Ecco…io non
sapevo che fosse il nostro anniversario e quindi non ho potuto farti un regalo
più bello!” mi disse a testa china. “Mi dispiace tanto!”
Gli accarezzai il viso dolcemente e gli
chiesi chi era stato a dirgli che giorno era oggi.
Ero sicura che fosse stata Ino, con la sua capacità di immischiarsi sempre negli
affari altrui, ma invece scoprii da Naruto, che
l’argomento anniversario era venuto fuori per puro caso durante l’allenamento.
“Sai Kakashi sensei? se ricordo bene la data, oggi è un anno che io e
Sakura stiamo insieme!” disse Naruto.
“Buon per voi! Cosa le regalerai?” gli
chiese kakashi curioso.
“Regalerai?” chiese il ragazzo sgranando
gli occhi.
“Bhe l’hai
detto tu che oggi è il vostro anniversario e solitamente si fa qualcosa insieme
o si regala qualcosa alla propria ragazza!”
Ebbene si, Naruto
lo aveva scoperto così e anche se ormai la giornata stava quasi per finire,
aveva cercato un modo per rimediare.
“Lo so che è un piccolo regalo, trovato
anche per strada, ma…con poco tempo non ho potuto
fare di meglio!” mi disse ancora scusandosi.
Era ora di un altro insegnamento.
Lo guardai dolcemente nei suo occhi blu
cielo, per rassicurarlo e gli dissi
“Naruto, quello
che conta davvero, non è il regalo in se, ma il pensiero e io apprezzo davvero
tantissimo questi fiorellini profumati!” gli dissi dandogli un bacio a fior di
labbra.
“Ora però tocca a me!”gli dissi
togliendogli il suo coprifronte e gliene misi un
altro che si abbinava maggiormente col suo abbigliamento.
“Non è niente di che, ho solo cambiato il
colore della fascia, ma…”
“Quello che conta è il pensiero?” disse
terminando la frase.
Gli sorrisi, aveva già capito tutto “Oh
che stupida, mi stavo dimenticando una cosa! Torno subito!”
Mi precipitai dentro l’edificio prendendo
la mia giacca.
Tirava un po’ di venticello fuori e non
avevo alcuna intenzione di prendere freddo, ma se avessi conosciuto gli eventi
che si sarebbero susseguiti dopo, avrei volentieri lasciato quell’abito li
dov’era.
Infatti prima ancora che potessi sfiorare
il tessuto, sentii una forte esplosione.
Qualcuno aveva lanciato una bomba. Essa
era diretta verso il palazzo dell’hokage, ma un
errore di calcolo la fece cadere sull’ospedale
e proprio nella mia zona. L’impatto fu devastante, tanto che rischiai di
cadere per il tremore dell’edificio.
Si cominciarono a sentire urla. La gente
che scappava di qua e di la in cerca di salvezza.
Inoltre un incendio sembrava divampare in
tutta l’ala dell’ospedale.
Cercai di aiutare più gente possibile, ma
il panico si era diffuso e presto la folle mi investii e venni scaraventata a
terra, perdendo i sensi.