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Autore: Il cactus infelice    15/11/2020    4 recensioni
Estate 2020. Il riscaldamento globale colpisce non solo il mondo Babbano, ma anche quello dei Maghi. La frenesia dei social, della tecnologia, sta travolgendo anche i maghi e le streghe. Bisogna tenersi al passo coi tempi.
Ma mentre queste questioni vengono lasciate ai Babbani - che se ne intendono di più - il Mondo Magico avrà un'altra gatta da pelare.
Harry Potter si ritroverà a dover risolvere un altro mistero, forse addirittura a combattere un'altra guerra e questa volta lo riguarda molto, molto da vicino.
Tutto inizia con un ritorno inaspettato una mattina del 10 Luglio 2020.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, I Malandrini, Nimphadora Tonks, Teddy Lupin | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, James/Lily, Teddy/Victorie
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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SISTEMARSI LA VITA


Teddy e Vicky erano usciti per fare una passeggiata in un sabato che erano finalmente riusciti a dedicarsi; Vicky non aveva le prove per lo spettacolo quel fine settimana e Ted aveva deciso di abbandonare i libri per quel giorno e distrarsi un po’. Anche perché vedere solo libri tutto il giorno lo aveva decisamente stufato. Avrebbe di gran lunga preferito farlo tra un intervento e l’altro. 

Si erano seduti su una coperta nel prato, in mezzo alle foglie dai colori autunnali che erano cadute dagli alberi e Ted pizzicava le corde della chitarra che si era portato dietro mentre Vicky di tanto in tanto gli faceva dei video col cellulare. 

Era un pomeriggio tranquillo, non c’era nessuno nel parco e potevano godersi un momento decisamente romantico. 

“Come vanno le prove?” chiese il ragazzo dopo aver finito di suonare una canzone dei Beatles. 

“Bene. Stancanti, ma bene”. 

“E’ a Natale lo spettacolo?”
“Poco prima, sì. Terrò da parte dei biglietti per te, mamma e papà e lo zio Harry. Purtroppo di più non posso”.
“Sono sicuro che gli altri saranno più che felici di comprarli”. 

“Non pretendo che vengano. Non a tutti piacciono i musical”. 

“Ma figurati. Si fionderanno. Nonna Molly soprattutto!”
Vicky sorrise. Le faceva piacere l’idea di avere tutta la famiglia in platea, anche se purtroppo sua sorella  e suo fratello sarebbero stati ad Hogwarts. Le dispiaceva solo non poter tenere da parte i biglietti per tutti, ma la scuola ne concedeva solo quattro per ciascun membro del cast. Lo zio Harry aveva sempre il suo posto prenotato perché le aveva pagato parte dell’iscrizione all’Accademia. 

“Come procede il tuo studio invece?”
Teddy mise da parte la chitarra e si stese sulla coperta.
“Bene. Sono un po’ bloccato con la ricerca però. Avrei bisogno del laboratorio dell’ospedale”.
“Vedrai che ci tornerai presto”, disse la ragazza sdraiandosi accanto a lui e prendendogli la mano. Poi voltò il capo verso il ragazzo vedendo che non le rispondeva. Ted fissava il cielo grigio sopra di loro. 

“Ehi”, lo chiamò piano girandosi sul fianco per guardarlo meglio. “Sei triste?” gli chiese. 

“No, è che… Non mi piace stare fermo. Mi sembra di sprecare il mio tempo”. 

“Lo so, tesoro. Ma vedrai che è solo per un altro po’. Alla prossima visita ti diranno se puoi riprendere a lavorare o no. Mi sembra già che stai andando meglio”.
Era vero, le passeggiate erano già diventate più lunghe e si affaticava di meno. Ma Teddy non voleva illudersi. Aveva bisogno di tornare completamente in forma, di riprendere i suoi ritmi. Più restava fermo più si sentiva fiacco e temeva di non riuscire a riprendere dopo.
Correre tra i reparti, passare da un intervento all’altro, visitare i pazienti e capire le loro patologie… Era quello che sapeva fare meglio. 

“Ti amo, Ted”, gli sussurrò Vicky appoggiando la fronte contro la sua spalla. 

“Ti amo anche io”, rispose il ragazzo posandole un bacio tra i capelli.
Non ci avrebbe pensato in quella romantica giornata autunnale con la sua ragazza. Poteva aspettare.


“Era da un po’ che non ci trovavamo tutti e tre insieme”, commentò James davanti a un bicchiere di Whiskey Incendiario a Diagon Alley con Remus e Sirius. Si stiracchiò le braccia e si lasciò andare contro lo schienale della sedia del pub che avevano trovato per caso. C’erano tante cose strane in quel periodo, al lavoro non si stava mai fermi e le indagini dovevano proseguire anche se sembravano essere tutte a un punto morto, però aveva tutta l’intenzione di godersi quella serata con i suoi due migliori amici.
Dopotutto, non li vedeva da un po’. A parte Sirius, ma il lavoro non era l’ambiente migliore dove parlare di quello che non riguardava il lavoro. 

“Allora, Moony… Come stai?” chiese al lupo mannaro in un tono del tutto casuale. Remus però non potè fare a meno di sentirsi rabbrividire a quella domanda. Dopotutto, quando una persona vicina a lui gli chiedeva come stava, sapeva che non lo faceva tanto per fare due chiacchiere. 

“Bene. Sì, bene”. Non era una bugia. Insomma, forse non era nella miglior forma possibile, ogni tanto aveva ancora delle giornate in cui si sentiva sottotono, però non stava così male, non come all’inizio quando era successo tutto il casino con Teddy. 

L’aiuto che stava ricevendo forse non si era visto subito, ma doveva ammettere che un certo effetto gli faceva, quantomeno lo notava anche nel suo rapporto a casa. 

“Stavo pensando che sarebbe il caso di… Sì, insomma, levare le tende da casa di Andromeda”. 

Sirius e James lo guardarono con attenzione, entrambi con le mani sui rispettivi bicchieri. 

“In che senso?”
“Be’, non posso rimanere a casa sua per sempre. Prima o poi si stuferà definitivamente”.
“E Tonks?”
“Be’, lei ovviamente verrebbe con me. Anche se non gliene ho ancora parlato. Ma pensavo ad un posto solo per me e lei. E Teddy, quando vuole…”. 

“Oh!”
Entrambi gli amici tirarono un sospiro di sollievo quasi nello stesso momento. Remus li guardò con sospetto.
“Un momento… Voi pensavate che volessi lasciare Dora?” chiese in tono leggermente sconvolto.
“Be’, amico, non prendertela, ma… Non sarebbe la prima volta che una roba del genere ti salta nel cervello”. 

“E poi dirci così, che vuoi andartene da casa di Andromeda. Quella è anche casa di Tonks, dopotutto, per cui abbiamo pensato…”.

Remus si passò una mano tra i capelli sospirando. Da un lato voleva arrabbiarsi coi suoi amici, ma dall’altro non poteva dargli del tutto torto. E quindi, come al solito, sentiva che doveva solo arrabbiarsi con sé stesso.
Ma no, no. Non era quella la via che doveva prendere. La sua psicologa glielo aveva detto, non gli faceva bene incolparsi di ogni cosa e prendersela con sé stesso. Era vero, aveva fatto diversi sbagli, soprattutto nei propri confronti, ma aveva fatto anche belle cose per gli altri. Doveva pensare a quello e, soprattutto, doveva pensare a ricominciare da capo, a ricostruirsi e a ricostruire la propria attitudine. Trattarsi bene, lavorare sull’autostima e capire che non poteva avere il controllo su tutto e che ciò su cui non poteva avere il controllo non era colpa sua. 

“Be’, in ogni caso volevo prendere una casa per me e Dora. Solo che non saprei da dove cominciare”. 

Quantomeno però - rispetto a un tempo, la sua vita precedente, come ormai la definiva - ora aveva una certa stabilità economica e poteva permettersi di pensare a comprare o affittare una casa per lui e sua moglie. 

“Non preoccuparti, ti daremo una mano noi”, disse James. “Ci guarderemo attorno. Chiederemo in giro”. 

“Sì. Magari qualcosa vicino casa nostra”, aggiunse Sirius, godendosi già l’idea di avere i suoi amici vicino. 

Era bello vedere sapere che Remus faceva qualche piano per il futuro. 

Tutti e tre caddero improvvisamente in silenzio, sorseggiando i propri Whiskey. James teneva lo sguardo fisso sul tavolo, come se fosse lontano coi pensieri da quel tavolo.
“Sapete, ultimamente stavo pensando a Wormtail”, disse dopo un po’.
Sia Sirius che Remus portarono gli occhi su di lui, increduli. 

“Prongs, dovevi proprio tirare fuori un così brutto argomento?” chiese Sirius che al solo sentir nominare Peter Minus gli prudevano le mani. 

“Lo so, lo so, ma… è stato nostro amico per molto tempo e… Non capisco davvero come possa averci tradito. Passare dalla parte di Voldemort, addirittura. Ci penso ogni tanto. Cosa gli abbiamo fatto per farlo cambiare così? O cosa è successo?” 

“Me lo sono chiesto spesso anch'io, soprattutto negli anni… Be’, della scomparsa di Voldemort”, si intromise Remus. 

“Qualsiasi fosse il motivo, non lo giustifica. E spero davvero di non vederlo mai più”, aggiunse Sirius con lo sguardo improvvisamente scuro. 

“Pensate possa tornare anche lui?” chiese James. 

“Non lo so. Non ha combattuto con l’Ordine, quindi non penso. Nessuno di quelli a fianco di Voldemort sono tornati”. 

“Ma Regulus sì”, fece notare James spostando lo sguardo su Sirius. 

“Regulus però ha tradito Voldemort. E si è rivelato essere uno dei buoni”, gli ricordò Padfoot. 

James non disse nulla ma abbassò lo sguardo. Non aveva avuto l’intenzione di offendere l’amico, ma quando si parlava di suo fratello Sirius era facile nel scattare. 

Per cui decisero di ordinare un altro bicchiere di Whiskey e passare ad argomenti più leggeri, come il rapporto tra Adele e Sirius che James non vedeva l’ora da un po’ di chiedergli. 


*** 


Eccomi! Come state? Come procede questa domenica di pandemia?
Spero stiate tutti bene. E spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Manca poco e finalmente rientreremo nel vivo della storia. Succederanno alcune cose e… Be’, non vi spoilero troppo.  


Fatemi sapere e prendetevi cura di voi :)

Baci,

C.

   
 
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