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Autore: Kia85    16/11/2020    0 recensioni
Eppure Aureliano aveva cambiato la sua vita, e Alberto l'aveva vista cambiare nei suoi occhi meravigliosi.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Eppure mi hai cambiato la vita

 

2.   Disprezzo

 

 

Che serata di merda!

Odiava farsi dare ordini, soprattutto da suo fratello. Ma quella sera avrebbe fatto di tutto pur di scappare da quella tortura, ovvero la sua festa di fidanzamento con Angelica.

Chi cazzo la voleva poi ‘sta Angelica? Sapeva che era solo un altro modo di Manfredi di sfruttarlo per i suoi affari.

Tuttavia accolse con piacere la richiesta di Manfredi e abbandonò il più velocemente possibile quella rottura di coglioni.

Un po’ di lavoro era quello che ci voleva, lo avrebbe aiutato a distrarsi.  

Arrivato a destinazione fu ricevuto da un fighetto, vestito a punto, ma con l’aria sperduta. Un principiante, probabilmente, pensò Alberto. Il ragazzo gli consegnò i soldi e lui iniziò a contarli.

“Guarda che ci stanno tutti.”

“Sì, vabbè, ma io li conto, sai com’è…” rispose con il suo ghigno.

Se aveva imparato una cosa in quegli anni, era mai fidarsi di nessuno, neanche del suo stesso sangue, e tantomeno di un pischello come quel ragazzino sperduto, che magari si credeva tanto sveglio da poterlo fregare.

E soprattutto, mai fidarsi dell’uomo che entrò nella stanza con passo deciso e una fierezza sul volto che Alberto sapeva non avrebbe mai potuto avere.

Aureliano.

Alberto smise di contare i soldi, che all’improvviso persero qualunque fascino potessero avere su di lui. Certo, era difficile che con Aureliano di fronte a lui, qualsiasi altra cosa potesse richiamare la sua attenzione.

Il suo sguardo magnetico fu inizialmente sorpreso, ma ebbe comunque il potere di farlo sentire come paralizzato. Non avrebbe potuto muoversi neanche se avesse voluto farlo. Il che comunque non aveva senso, non si sarebbe mai mosso da lì, ora che poteva essere così vicino all’uomo che gli aveva cambiato la vita.

Ricordava bene la prima volta che lo aveva visto, l’unica volta in cui lo aveva visto spoglio di qualunque disprezzo avesse nei confronti della sua gente, nei confronti suoi. Le poche volte che si erano incrociati da allora, ognuno consapevole dell’identità dell’altro, Alberto aveva dovuto sopportare quel disprezzo. Andava bene, sapeva che in fondo, dietro a quel disprezzo, c’era molto altro e lui era stato tanto fortunato da averlo visto.

“Che ci sta’ a fa’ qua, ‘sta merda?”

E anche in quel momento Aureliano lo stava guardando allo stesso modo, e lo insultava pure. Ma Alberto era ancora così sorpreso e divertito da quella svolta inaspettata che non riuscì a rispondere. Anzi guardò divertito come Aureliano discuteva con il ragazzino, come aveva detto di chiamarsi? Gabriele?

E continuando a sorridere fra sé, osservò Aureliano afferrare per la gola Gabriele e sbatterlo sul divano. I suoi occhi sembravano assetati di sangue, ma Alberto proprio non riuscì a sentirsi intimorito. Neanche quando Aureliano si voltò verso di lui, minaccioso.

“Avete rotto il cazzo, te ne devi anda’ de qua, zingaro de merda!”

Alberto si rese conto che ancora non aveva aperto bocca e no, non voleva certo fare la figura dello smidollato di fronte a lui. Non se lo sarebbe mai perdonato.

“Oddio scusa, non t’hanno detto che io vado dove cazzo mi pare?”

Alberto non sapeva che quella sarebbe stata la sera che avrebbe cambiato il suo destino. Ma di certo quando il prete entrò con passo traballante e stramazzò a terra davanti a loro, era l’ultima cosa che avrebbe immaginato.

Mettersi a ricattare un prete per un filmino, fare affari con un Adami. E non un Adami qualsiasi, ma Aureliano in persona.

Aureliano, che fedele alla sua immagine, non aveva ammorbidito neanche per un istante il suo broncio, neanche di fronte alla prospettiva di tutti quei soldi, mentre Alberto al contrario non faceva altro che sorridere.

“Io impicci co’ voi due non ce li faccio.”

Sì, va bene, lo aveva capito, Alberto aveva capito che il disprezzo di Aureliano per lui così come il suo orgoglio del cazzo erano tanto più forti del desiderio di guadagnare un po’ di soldi. Ma non si lasciò demoralizzare.

“Pensaci n’attimo, se spartimona fetta per uno, poi da domani ognuno per i cazzi suoi.”

Dopotutto era la sua grande occasione, entrare in affari con Aureliano. Forse sarebbe stato solo per un giorno, era vero, ma ne sarebbe valsa la pena.

“Allora?” chiese, bevendo dalla bottiglia e offrendogliela subito dopo, “Ce stai?”

Solo in quel momento l’espressione di Aureliano si rilassò un po’, solo un po’, quel tanto che bastava per far intravedere, dietro il muro del disprezzo, un piccolo barlume di curiosità. I suoi occhi azzurri lo scrutavano con attenzione e vederli ora puntati su di sé, con quel cambio di atteggiamento, fece sentire Alberto tanto leggero quanto la prima volta che lo aveva visto, quando Aureliano gli era parso solo un ragazzo come tanti della sua età, senza problemi, senza pensieri.

Un ragazzo libero.

Sì, ricordarlo così fece sentire Alberto leggero e felice, così tanto che si sarebbe lanciato in uno dei suoi balletti se non fosse stato decisamente inappropriato in quel momento.

Aureliano dal canto suo non disse niente, ma continuò a fissarlo e Alberto capì chiaramente quale fosse la risposta. Con quegli occhi non aveva bisogno di parlare.

Ce sto.

Poi tutti e tre guardarono verso il basso, verso il prete e Alberto si lasciò scappare una piccola risata.

Quella giornata di merda, iniziata di merda e proseguita ancora peggio, aveva preso una svolta inaspettatamente divertente per finire nel migliore dei modi.

 

Note dell’autrice: E andiamo con il cap2, relativo ovviamente al primo episodio.

Da adesso saranno tutti momenti presi dalla serie. Grazie a Vale per la correzione. :3

Spero che vi sia piaciuto.

Prossimo capitolo, Rassegnazione.  

A presto

Chiara

 

   
 
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