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Autore: lapacechenonho    17/11/2020    2 recensioni
L’anziana coppia che abitava ormai quella casa da moltissimi anni, era seduta nella veranda che molto tempo addietro era stato uno degli elementi fondamentali per la scelta dell’abitazione. Per volere di lei, ovviamente, lui si sarebbe accontentato di vivere sotto un ponte purché al suo fianco ci fosse lei. Si godevano la brezza fresca di quel primo settembre, una data che nel tempo era stata un momento importante, e adesso riguardavano a tutti quei momenti con un pizzico di malinconia tipico degli anziani quando ripensano alla loro vita.
Questa storia partecipa alla challenge “Things you said“ indetta da Juriaka sul forum di EFP
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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9- 051: Things you said after you fell in love (Le cose che hai detto dopo esserti innamorato).
 
 
 
«Bene, è stata una brutta notte per
gli innamorati, qua in giro.
Anche Ginny e Dean si sono lasciati, Harry.»
Harry pensò di notare un’aria furba negli occhi
mentre glielo diceva, ma Hermione non poteva
sapere che le sue interiora avevano cominciato
improvvisamente a ballare la conga.
(Harry Potter e il Principe Mezzosangue).
 
 
 
Da un po’ di tempo ormai Harry era abituato a rimanere sveglio e a fissare il tetto del baldacchino. Una parte del cervello rimuginava sui ricordi di Riddle e su Silente, l’altra parte di cervello su Ginny.
Sapere che adesso non aveva più nessuno accanto, dava il via libera ad una successione infinita di immagini e di ipotetici scenari in cui lui era sempre al fianco di Ginny. Certo, di tanto in tanto capitava che comparisse anche Ron e di solito non era mai troppo accondiscendente, anzi, spesso lo inseguiva brandendo un bastone, però ad Harry bastava essere insieme a Ginny per stare bene. Anche solo nell’immaginazione.
Da quella notte alla Tana, più volte si era perso a guardarla, rideva di più alle sue battute, voleva farla sentire il centro del mondo e finalmente aveva il campo libero. Se solo non si sentisse un vero e proprio traditore verso Ron, che adesso ronfava nel baldacchino accanto al suo.
Si girò e lo guardò, forse per chiedergli inconsciamente scusa per sentirsi attratto da Ginny. Tirò un paio di pugni al cuscino per renderlo più comodo ma ben presto si rese conto che non aveva senso prendersela con quell’oggetto, i pugni non l’avrebbero reso più comodo o avrebbero diminuito la rabbia che provava verso sé stesso in quel momento. Avrebbe parlato con Ginny, decise, e l’avrebbe fatto dopo gli allenamenti di Quidditch.
 
 
Tutto sommato l’allenamento non era stato niente male, migliore di quelli degli ultimi periodi, almeno. Nonostante la rottura fresca, Ginny sembrava in gran forma e questo fece sentire impercettibilmente meglio Harry. Se non era così tanto dispiaciuta per la rottura significava che non doveva tenerci poi così tanto, no?
In realtà non si era soffermato troppo a pensare agli altri, i suoi occhi si erano soffermati solo su Ginny (e talvolta su Ron, per evitare che ne combinasse una delle sue).
«Sei stata brava oggi» disse raggiungendola per la strada per tornare al Castello. Fortunatamente erano solo loro due, Ron era andato via da solo leggermente depresso.
«Merito del capitano» rispose lei facendogli l’occhiolino.
«No, sono un pessimo capitano, fidati».
«Non sei male, Harry, è solo un anno difficile» obiettò.
Harry sorrise grato mentre il silenzio scendeva tra di loro. Il sole di aprile, intanto, calava dietro le montagne alle loro spalle dando a quel momento un’aria quasi magica. «Ho saputo di te e Dean…» cominciò. Non sapeva se fosse giusto ma aveva un bisogno profondo di assicurarsi che lei stesse bene.
«Te l’ha detto lui?» chiese.
«No, Hermione».
«Be’, le cose non andavano molto bene tra di noi ultimamente» rispose secca, guardando dritta verso la strada che stavano percorrendo.
«Mi dispiace comunque…»
«Non devi. Come è finita con Michel è finita pure con Dean, sono cose che capitano» rispose scrollando le spalle. Harry non poté fare a meno di sorridere, sembrava così diversa dalla ragazzina timida che non spiaccicava parola davanti a lui.
Si perse per l’ennesima volta a guardarla, per la prima volta alla luce del tramonto. Il rosso della sera era intonato al rosso dei capelli e illuminava ancor di più il marrone dei suoi occhi. Era bellissima.
«Sei…» le parole stavano uscendo dalla bocca prima ancora che Harry potesse rendersene conto, in un attimo di lucidità si accorse dell’errore che stava per compiere e si fermò.
«Sono…?» domandò lei curiosa con lo sguardo dubbioso.
«Sei forte» rimediò cercando di non passare per deficiente. «E sono contento tu stia bene dopo la rottura» aggiunse. Ginny sorrise e la conversazione si fermò lì.
Arrivati davanti alle scale dei dormitori, Harry esitò un po’ prima di salutarla, la voglia di dirle quel “sei bellissima” intrappolato tra le labbra era troppa. Ma sapeva che non poteva farlo.
«Ci vediamo a cena, allora» disse invece.
«A più tardi, Harry» rispose Ginny salutandolo con una mano e salendo per le scale che avrebbero condotto ai dormitori femminili.
Rimase a fissare il punto in cui lei era sparita per un altro paio di minuti, per poi dirigersi a sua volta nei dormitori per una bella doccia calda. Doveva dire a Ginny quello che provava.
 
 
 
Ginny guardò il marito con gli occhi leggermente umidi. Il minestrone era quasi pronto e la tavola era apparecchiata. «Che c’è?» domandò Harry stranito dalla moglie che non rispondeva.
«Non me l’aspettavo» ammise sincera dando una mescolata al cibo nella pentola.
«Per una volta ti ho lasciato senza parole» osservo compiaciuto avvicinandosi alla moglie per abbracciarla.
«Non ne sarei tanto contenta, fossi al posto tuo, ti ci è voluto un sacco di tempo» lo zittì lei.
«Chi la dura la vince» rispose lui alzando le spalle baciando giocosamente la spalla di Ginny che stava iniziando a tirare fuori la cena.
«Siamo arrivati al momento in cui ti sei reso conto di amarmi, e poi?» chiese.
«E poi ti ho baciata» rispose semplicemente. «Te lo ricordi oppure l’età inizia a fare brutti scherzi?» la prese in giro.
«Me lo ricordo benissimo» disse Ginny con gli occhi ridotti a due fessure. «E tu ricordi cosa mi hai detto mentre passeggiavamo mano nella mano».
«Certo che sì» si affrettò a rispondere. «Però sarei curioso di saperlo dal tuo punto di vista».
Ginny portò i piatti ormai pieni di minestrone in tavola, si accomodò e aspettò che suo marito facesse lo stesso. Una volta che Harry fu accanto a lei, cominciò ad immergersi di nuovo in quei giardini di maggio, così pieni di vita, come lo erano loro in quel momento esatto.
 
 
 
 
   
 
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