REALTA’ PARALLELA
*
Capitolo
3 – Il Maestro Fu
*
Adrien,
a fatica si alzò dalla poltrona, la gamba gli faceva parecchio male, e si aiutò
con le stampelle fornite dall’ospedale, per raggiungere la porta, che chiuse
subito dopo con una mandata.
“Plagg, puoi uscire” Gli disse abbassando sia la tapparella
della vetrata che dava sul corridoio del reparto, sia la luce.
Il
piccolo kwami nero, si materializzò davanti i suoi
occhi, uscendo dal suo nascondiglio.
“Che
c’è? Andiamo a casa?”
“Ancora
no, Plagg. Tieni, mangia” Gli allungò una fetta di
buon camembert.
“Povera
ragazza. Come sta?”. Chiese osservando tristemente il suo corpo inerme.
Adrien
sospirò “Non lo so, i medici dicono che non c’è niente che non vada, si deve
solo svegliare.”
“Svegliala
allora”.
Il
biondo scoppiò a ridere “Fosse così facile, lo avrei già fatto”.
“Baciala,
non è così che funziona?”
“Nelle
favole, forse. Ma non nella vita reale”. Sospirò, poi mostrò a Plagg gli orecchini di Marinette,
e quasi gli venne un infarto.
“Ti
ricordano qualcosa?” Gli chiese notando che il kwami
si irrigidì immediatamente.
“No”
Mentì spostando la testa di lato.
“Dimmi
la verità: sono gli orecchini di Lady Bug?”
“Ci
assomigliano, ma questo non vuol dire niente, sai che a Marinette
piace creare cose, magari è una sua fan, e ha realizzato degli orecchini nel
suo stile”.
Adrien
ascoltò la spiegazione del suo amichetto con attenzione, balbettava ed iniziava
a sudare, l’unico modo per scoprire se gli stava dicendo la verità, era quello
di indossarli.
“Che
stai facendo?” Gli chiese vedendo che li stava togliendo dalla farfallina per metterseli
addosso.
“Non
si vede? Voglio scoprire se mi stai mentendo”.
“Non
metterli! Non puoi avere il miraculous del gatto e
della coccinella, potresti scatenare il caos”.
“Ah-ah.
Avevo ragione. Marinette è Lady Bug…la mia Lady Bug”.
Gettò uno sguardo innamorato verso quella che per tutto questo tempo credeva
solo un’amica.
Plagg sospirò per
l’ennesima volta “Sai cosa succede adesso? Dovrai restituire l’anello, e niente
meno che a lei, visto che ne è la guardiana”.
“Sentivo
che era più di un’amica per me” Le accarezzò la testa, non curandosi delle
parole del kwami della distruzione.
“Ehi,
ma mi stai a sentire!” Piagnucolò Plagg, tirandogli
il colletto del camice bianco per attirare la sua attenzione su di se.
“L’importante
è che non rinunci a lei”. Fece spallucce.
*
Marinette correva a per di
fiato per le strade di Parigi, la casa del Maestro Fu, era lontana, e doveva
sbrigarsi, non aveva molto tempo a disposizione, prima che qualcuno notasse la
sua assenza dalla festa.
Tutto
era più difficile senza il costume da Lady Bug, con quello addosso, sarebbe
arrivata a destinazione in un batter d’occhio, invece così, ci mise dieci
minuti buoni.
Si
fermò per prendere fiato, ansimava vistosamente e il diaframma si alzava e
abbassava a seconda delle intensità dei suoi respiri.
Si
passò anche il dorso della mano sulla fronte madida di sudore, la frangetta si
bagnò leggermente.
Arrivò
in un vicolo stretto e vi si addentrò.
Era
freddo e umido, per terra c’erano alcuni viottoli d’acqua, che scorrevano fino
ad arrivare alla strada principale, dove avrebbero finito la loro corsa in un
tombino.
Arrivò
ad una porta marrone, con ai lati dei bidoni di metallo.
Ne
urtò uno, facendolo cadere.
Un
gatto rosso a pelo corto, che si trovava per caso a passeggiare di lì, le
soffiò per lo spavento che gli aveva fatto appena prendere, inarcando la
schiena e rizzando il pelo.
“Quante
storie per un po' di rumore” Sbuffò tirando su la pattumiera, che per sua
fortuna, era stata appena svuotata dai netturbini di turno.
Sospirò
sollevata quando lesse il nome sul campanello, fortunatamente il Maestro Fu
abitava ancora lì, e non se n’era andato come ricordava, lasciandola con la
responsabilità della Miracle Box.
Suonò
all’unico campanello presente.
“Chi
è?” Chiese una voce disturbata.
“Ehm…ehm…Maestro
Fu, è lei?” Chiese balbettando.
“Tu
chi sei?” Domandò di nuovo.
“Macaron”
Rispose di getto la parola in codice, che era solita usare quando gli faceva
visita.
Sentì
il rumore dello sblocco della porta, la spinse con forza, in quanto l’umidità
di quel posto, aveva gonfiato la porta di legno, rendendo faticosa l’apertura,
ed entrò.
Era
buio, ma un piacevolissimo odore di the verde, le investì le narici, lo seguì
cautamente, cercando di non sbattere il naso contro qualcosa.
Potè notare da sotto
una porta, una luce fioca.
Bussò.
“E’ aperto”.
Marinette tirò giù la
maniglia e spalancò l’uscio.
Si
ritrovò in una stanza dal mobilio in stile orientale, adornata da ideogrammi,
dallo sconosciuto significato.
“Ti
stavo aspettando, Marinette, o dovrei dire Lady
Bug?”. Il vecchietto baffuto, sorseggiò del the da una tazzina di finissima
porcellana cinese, mentre osservava la sua espressione stupita.
Ne
versò una tazza anche alla sua ospite e la invitò a sedersi accanto a lui,
attorno al tavolino basso, scortata dal kwami della
tartaruga.
“Marinette? Lady Bug? Ma come ha fatto…” Chiese incredula
spalancando la bocca.
“Conosco
molte cose mia cara, sapevo che saresti venuta da me.” Rispose con voce pacata.
“Pensavo
che in questo universo non ci fosse Lady Bug.”
“Universo?”
Fece di rimando mentre le porgeva la tazzina.
“Questo
non è il mio mondo, è tutto sbagliato, e comunque non posso trasformarmi in
Lady Bug, non ho Tikki con me, credo di averla persa”.
Scosse la testa sorseggiando il liquido caldo.
“Mmm…spiegati meglio cara, e comunque se avessi perso il tuo
kwami sarebbe un vero disastro”.
Marinette appoggiò al
tavolino la stoviglia mezza piena, ed iniziò a raccontare al vecchietto che
lei, in qualche strano modo, è stata portata a quella realtà, che non ha nulla
a che vedere con quello che ricorda lei.
“Raccontami
le ultime cose di cui hai memoria, se possibile, dettagliatamente”. Disse
accarezzandosi il pizzetto.
La
corvina si alzò e si diresse verso la finestra.
“Ricordo
che eravamo nel teatro della scuola a sistemare l’allestimento per la recita di
fine anno, quando per qualche strana ragione il mio compagno di classe, Adrien,
è salito con me sulla scala, e poi siamo caduti entrambi”.
“Ti
ricordi altro? Basta solo un particolare”.
Marinette ci pensò un
attimo “Potrebbe essere che gli sono andata addosso mentre cadevamo, ma è un
po' annebbiata quella parte”.
“E
questo Adrien, lo hai visto adesso?”.
“Si,
l’ho incontrato a casa sua, ma non è come me, cioè, è diverso, no è l’Adrien
che conosco.”
Il
Maestro Fu, non sapeva che pesci pigliare “Mi sembra tutto molto assurdo”.
“Che
vuole dire, maestro? Che sarò costretta a rimanere in questo incubo? Perché è
quello di cui si tratta. Non va bene per niente. Sarò costretta a vivere con
Adrien che sposerà un giorno Kagami, e magari io gli
farò da damigella insieme a Chloè, che a quanto pare
sia una delle mie migliori amiche! No, no, non può andare a finire così” Gli
occhi della ragazza iniziarono a pizzicare e a far sgorgare alcune lacrime
“…rivoglio la mia vita!”.
“Calmati,
Marinette, a tutto c’è una soluzione”.
“Maestro,
secondo lei, potrebbe essere che…” Azzardò Wayzz
un’ipotesi, intuita subito dal suo possessore.
“Potrebbe…”
La
corvina si soffiò il naso con un fazzoletto di carta recuperato da dentro la
sua borsetta, dove di solito lasciava Tikki, e cacciò
via le lacrime.
“Senti,
Marinette…per caso Tikki,
ti ha dato un kawatama?”
“Intende
questo?” Si toccò il collo e constatò di non avere più la collanina, il regalo
della sua amichetta rossa. “Oh no, non ce l’ho più, mi dev’essere caduto a
teatro”.
“Può
darsi che il kawatama tuo, e quello di Chat Noir,
abbia aperto le porte per questo mondo.”
“Chat
Noir? Ma lui non era con me, e comunque non sono sicura che Plagg,
glielo abbia dato.”
“Conoscendo
Plagg, sarebbe stato in grado anche non averlo
fatto…ma il punto è che l’unica spiegazione, potrebbe essere questa: il tuo kawatama e quello di Chat Noir, si sono uniti e ha
risucchiato il tuo spirito in questa realtà, quando hai perso i sensi.”
“Non
è materialmente possibile, le ripeto, Chat Noir, non c’era, ne sono certa, è
stato Adrien, a cadermi add…” Non finì la frase che
alla ragazza mancò un battito.
“Non
può essere…”
“Che
cosa, Marinette?” Chiese curioso.
“Milady”
Si sentì chiamare da una voce soave, famigliare che sembrava lontana.
Si
voltò di scatto, in cerca di qualcuno.
“Che
cosa c’è, figliola?”
“La
sente anche lei?”
“Milady,
svegliati” Alla mora mancò un battito.
“Chat
Noir? Sei tu?”
“Chat
Noir?” Fece di rimando il maestro. “Qui non esistono, come ti ho detto Lady Bug
e Chat Noir”
“Shhh…” Lo zittì Wayzz “Forse ha
stabilito un contatto”
Si
portò il pollice e l’indice sul mento, ed iniziò a pensare. “Forse Chat Noir è
assieme al tuo corpo, e ha trovato un modo per stabilire una connessione con il
tuo spirito”.
“Marinette…sono qui con te. Ti prego, apri gli
occhi”.
“Adrien?
Ma che sta succedendo?” Rabbrividì, ripensando alle parole appena dette da Fu.
“Marinette, va tutto bene?”
“Non
lo so…ho sentito nella mia testa chiaramente che Chat Noir mi chiamava, e
subito dopo Adrien” La ragazza cadde sulle ginocchia tenendosi la testa, il
vecchietto accorse subito per aiutarla.
“Marinette…Marinette…se riesci,
prova a rispondere a quella voce che sentivi”
“Fa
male maestro…la testa…mi sta scoppiando…”.
“Aspetta,
vado a prenderti qualcosa” Sparì dietro un paravento beige, e ritornò subito
dopo con una tazza calda.
“Ecco,
bevi figliola”.
Obbedì,
trangugiando il liquido amaro, tutto d’un sorso.
“Meglio?”
Chiese vedendola più rilassata.
“Si,
grazie” Ansimò ancora qualche secondo “…che cosa mi succede Maestro?”.
“Tu
e questo Adrien, avete stabilito una connessione. Analizziamo la situazione,
così forse ci sarà più facile ragionare e trovare una soluzione”.
“Si”
Annuì mettendosi seduta, mentre osservava il vecchio saggio portarsi le mani
dietro la schiena.
“Allora,
il kawatama tuo e quello di Chat Noir, hanno aperto
il portale, e tu sei arrivata qui, in quanto sei svenuta a teatro. Nel tuo
mondo invece, sei stata portata in ospedale, presumo, dove ti staranno facendo
degli esami specifici, e quindi con alta probabilità ti hanno spogliato dei
tuoi gioielli, per questo non hai ne
il kawatama e ne gli orecchini di Lady Bug”.
“Quindi
se Adrien, è in realtà Chat Noir, il nostro scontro, ha attivato questo
portale, lui non è qui, in quanto sta bene…grazie al cielo”.
“Probabilmente
è assieme a te, e ha stabilito involontariamente una connessione, basta anche
ti abbia solo toccato”.
Marinette arrossì,
chiedendosi il motivo perché lo abbia fatto.
Con
alta probabilità, Adrien, aveva anche scoperto la sua vera identità, ed ecco
svelato il motivo del suo richiamo in milady.
“Impossibile,
sono stata cieca per tutto questo tempo, certo che Adrien è Chat Noir”.
Ogni
tessera del puzzle stava trovando il giusto posto, unica pecca era che, se come
sospettava, le loro identità erano state svelate, avrebbero dovuto rinunciare
ai miraculous, ma a chi li avrebbero consegnati?
Attualmente era lei la guardiana, lei era la responsabile.
“Maestro”
Si fece seria porgendogli quella domanda.
“Se
le vostre identità sono state compromesse, dovreste consegnare i vostri miraculous.”
“Sono
io la guardiana nella mia realtà”.
Fu,
inarcò un sopracciglio sorpreso “Mmm…non avrei potuto
fare scelta migliore, se ho scelto te come Lady Bug, era logico che come mio
successore, scegliessi te. Questo cambia tutto, tu e Adrien, non dovrete
rinunciare ai vostri kwami, l’importante è che le
vostre identità non vengano svelate a nessun altro”.
*
continua