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Autore: Rie29    18/11/2020    5 recensioni
Fred è sopravvissuto alla Battaglia di Hogwarts ma non sa chi lo abbia salvato.
Hermione nasconde un segreto e combatte contro gli incubi tremendi che l'assalgono di notte, reminescenze del passato.
Entrambi cercano risposte e soluzioni, ma non sanno che quelle sono molto vicine e che basterà poco perchè si ritrovino indissolubilmente legati l'uno all'altra. Affronteranno una sfida per cui non sono preparati: l'amore, cercando di venire a patti con una magia antica come il mondo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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“Secondo me è una follia bella e buona!” Ripeté Ron per la quindicesima volta. Hermione era stanca delle sue lamentele e soprattutto della sua negatività. Al Ministero non avevano concluso niente. Savage aveva gentilmente ma fermamente fatto capire che era meglio se si concentravano sul riprendersi dalle ferite della guerra. Non volevano il loro aiuto, almeno non sul campo. Chiaramente né Harry né Ron l'avevano presa bene. Loro che avevano salvato il mondo, non una ma svariate volte, loro che avevano sacrificato tutto, loro che più di tutti conoscevano il nemico, venivano ora relegati in panchina come degli adolescenti qualsiasi. A niente erano valse le proteste di Ron o le ragionevoli obiezioni di Harry, Savage non voleva che si esponessero. Era però stato felice di accettare la lista di nominativi che gli avevano fornito e aveva assicurato loro che si sarebbe prodigato per cercare Draco Malfoy.

“Te lo ripeto per la centesima volta. Non possiamo fare altro!” Scandì Hermione massaggiandosi le tempie. Avevano fatto quel discorso tutta la notte, vagliando ogni possibilità. Almeno di non prendere e andare personalmente a bussare a casa dei Mangiamorte, non c'era alcun altro modo in cui potessero intervenire.

“Perché vuoi arrenderti?!” Domandò Ron indignato. Lei fece un sospiro profondo, lanciano un'occhiata al soffitto. Il motivo principale se ne stava al piano di sopra, ancora addormentato che l'aspettava. Aveva così poco tempo da passare con Fred, che le sembrava un delitto trascorrere la notte a fare piani inutili per trovare Draco.

“Non mi sto arrendendo! Ho passato tutto ieri a fare ricerche e tutta la notte con voi a parlare del niente! Ho bisogno di dormire” sbottò irritata. Ron fece per ribattere, ma Harry fu più veloce di lui e lo bloccò alzando una mano. Anche lui aveva profonde occhiaie e ogni tanto lanciava occhiate alla porta, come se volesse fuggire. Hermione sospettava che si sentisse esattamente come lei. Anche il suo tempo con Ginny era contato.

“Adesso basta. Abbiamo solo due alternative: o continuiamo con le ricerche da qui o andiamo a bussare a casa dei Mangiamorte. Votiamo” in realtà di solito cedevano tutti e facevano quello che ordinava lui, ma in quel caso Harry non voleva mettersi al di sopra di loro. Hermione ci pensò un po' sentendosi in colpa. Sapeva cosa avrebbe fatto prima di Fred, era così ovvio, ma ora le cose erano diverse.

“Va bene! Vi odio entrambi! Andiamo a bussare a casa dei Mangiamorte!” Sbottò irritata. Ron fece un gesto di vittoria e Harry le sorrise mesto. Non era una vittoria.

“Prima però ho bisogno di dormire qualche ora e di farmi una doccia” si alzò in piedi, sentendo le articolazioni rigide per il troppo tempo ferma. Harry si stava stiracchiando e Ron cercava qualcosa sotto il letto. Ne estrasse uno zaino mal ridotto, lo stesso che si era portato dietro nei loro giorni da fuggiaschi. Hermione lo guardò storcendo il naso. Non ci teneva minimamente a rivivere quei momenti. Era riuscita a superarli solo grazie a Fred e la sua fragile psiche non poteva sopportare altro.

“Guarda che saremo a casa per cena” gli fece notare lei piccata.

“Non si sa mai quello che potremmo trovarci ad affrontare” fu la replica placida e soddisfatta. Quando Ron si comportava a quel modo le faceva saltare i nervi.

“Vado a parlare con Ginny, se non mi vedete tornare...bè mi avrà già ucciso e fatto sparire il corpo” ridacchiò Harry, anche se dalla piega della bocca non sembrava che fosse uno scherzo. Hermione salì le scale il meno rumorosamente possibile, sentendosi come una ladra. La stanza dei gemelli era in penombra, con le tende tirate, dalle quali filtrava uno spiraglio di sole. Erano solo le sette, ancora presto perché i Signori Weasley si alzassero per andare a lavoro. George non era tornato a casa quel giorno e lei sospettava che fosse colpa della nuova relazione con il gemello. Si fece un appunto mentale di andare a parlare con lui. Non voleva perderlo anche se aveva fatto una scelta. Fred dormiva sbracato sul letto con la bocca aperta. I capelli arruffati erano sparati in ogni direzione e le coperte giacevano abbandonate sul pavimento. Indossava un paio di pantaloncini corti neri e nient'altro oltre alle bende. Ormai erano diventate quasi una precauzione inutile. Le ferite si erano rimarginate e anche se ancora un po' rosse e doloranti, lui si sentiva alla grande. Non era stato facile spiegargli perchè non avrebbero potuto passare la notte insieme e infatti se ne era lamentato talmente tanto che gli aveva dovuto promettere una serata insieme. Fosse dipeso da lei non si sarebbe mossa da quel letto. Dopo l'esperienza orgasmica del pomeriggio precedente, Hermione non era riuscita a togliersi dalla testa l'eccitazione, la scarica di adrenalina e piacere, il baratro di delizie peccaminose che aveva appena iniziato a percorrere. Pensava continuamente ai suoi baci infuocati, ai morsi che l'avevano fatta rabbrividire e all'ondata di piacere che aveva rischiato di sommergerla. Tutti parlavano di sesso, tutti lo praticavano e lei aveva quasi pensato che fosse una cosa sopravvalutata, invece era tutto il contrario. Niente di quello che aveva sentito era neanche lontanamente paragonabile a quello che aveva provato in quel letto. Si fermò accanto a Fred, guardandolo con tenerezza. Dormiva a pancia all'aria con un braccio sugli occhi e uno a penzoloni fuori dal materasso. Con la sua mole prendeva tutto lo spazio a disposizione e russava leggermente. Era bellissimo e rilassato, un angelo finché non si fosse svegliato. Avrebbe voluto rimanere lì a guardarlo tutto il giorno, ma aveva pochissimo tempo utile. Così, cercando di fare meno rumore possibile si arrampicò sul letto, mettendosi a cavalcioni sopra di lui ma senza toccarlo. Lentamente, tenendosi i capelli iniziò a percorrere ogni centimetro disponibile del suo volto con le labbra. Solo uno sfiorare lievissimo. Fred non si mosse neanche. Un po' delusa e un po' divertita, iniziò a spostarsi sul collo, poi giù lungo la clavicola, passando per lo sterno. Le fasciature la ostacolarono, così passò direttamente all'addome piatto. Le sue labbra trovarono l'ombelico tondo gli scalini degli addominali che in quella posizione non erano che cunette dolci e arrivò fino all'orlo del pantaloncini. Lui non cambiò mai posizione e il respiro rimase lento e profondo. Com'era possibile che non sentisse? Un po' contrariata da quella sua immobilità, Hermione iniziò a dargli dei piccoli morsi. Dove prima le sue labbra avevano solo sfiorato, ora i suoi denti esigevano di più. Lo sentì rabbrividire quando gli mordicchiò la pelle sensibile dietro all'orecchio e sorrise trionfante, ma lui non si mosse. Almeno non coscientemente. Invece il suo corpo doveva aver capito meglio della sua testa quello che stava succedendo, perché il rigonfiamento nei suoi pantaloncini iniziò a crescere. Le venne da ridere. Fred era incorreggibile. Anche nel sonno era già pronto per le porcate. Presa dalla curiosità andò in esplorazione. Il giorno prima l'aveva toccato sopra i vestiti e poi lui aveva preso il comando della situazione, cosa di cui gli era assolutamente grata. Non avrebbe saputo che cosa fare o come comportarsi e non aveva il coraggio di chiedere se avessero un libro che spiegasse nei dettagli la faccenda. Alla sola idea si sentì arrossire. Però sarebbe stato utile, basarsi solo sull'istinto e su quello che si sentiva dire in giro, non era proprio il massimo. Lei voleva imparare a dargli piacere, a conoscere i loro corpi e capire come potessero fondersi insieme. In realtà pensandoci, il maestro adatto l'aveva proprio davanti. Fred aveva moltissima esperienza in quel campo e non si vergognava certo quando parlava di sesso. Ma avrebbe fatto la figura della scema a chiedergli di insegnarle?

“Pensavo che mi avessi svegliato per un motivo, invece ti sei incantata” la voce roca di Fred la fece sobbalzare. Lui aveva gli occhi aperti e un sorrisetto divertito sulle labbra.

“Oh ehm...io...cavolo” balbettò, cercando di guadagnare una posizione meno scomoda.

“Io ehm cavolo....complimenti, e io che pensavo di essermi messa con una sveglia” la prese in girò alzandosi a sedere. Si stiracchiò attentamente saggiando la mobilità delle sue ferite e sembrò soddisfatto.

“Non pensavo che fossi sveglio” lo accusò un po' contrariata.

“Nell'istante in cui mi hai toccato mi sono svegliato, ma volevo vedere dove andava a finire la cosa” scrollò le spalle.

“Scusa mi sono distratta” si giustificò. Lui fece una faccia comica, a metà tra l'incredulo e il rassegnato.

“Non ti puoi distrarre mentre cerchi di svegliare qualcuno sensualmente” le fece notare ridendo.

“Hai ragione, tanto più che abbiamo poco tempo oggi” gli occhi di Fred si adombrarono.

“Come sarebbe?!” Sbottò completamente dimentico del tono leggero di poco prima.

“Devo andare in missione con Harry e Ron a casa di alcuni ex compagni di classe di Malfoy” spiegò, rammaricata. Sapeva che non l'avrebbe presa affatto bene.

“Vengo con voi” dichiarò sicuro. Hermione ne fu sorpresa e inorridita al tempo stesso. Non voleva che si facesse del male.

“Non se ne parla neanche!” esclamò gesticolando.

“Allora non andrai neanche tu” le afferrò i polsi per ribadire il concetto.

“Fred devo andare. Credimi non mi fa piacere ma non posso tirarmi indietro”

“Infatti non ti ho detto di non andare, ho solo detto che vengo anche io. Non ti lascio in pericolo con quei due mentre io sono confinato in questa stanza” il suo tono deciso la fece sorridere.

“Va bene, non credo che uno in più o meno faccia differenza. È solo una missione esplorativa”

“Anche se fosse una missione offensiva verrei con te. Non puoi trattarmi come se fossi un bambino” l'avvertì con una punta di risentimento nella voce.

“Ma non lo faccio! Mi preoccupo solo per te!” esclamò Hermione, inorridita all'idea.

“Anche io, ma non ti impedisco di fare niente. Quindi, visto che ci siamo chiariamo una cosa: sono in grado di badare a me stesso anche se mi hai salvato la vita” per qualche assurda ragione lui sembrava arrabbiato. Quella che era iniziata come una conversazione piacevole era degenerata nell'assurdo.

“Ma...Oh uffa! Non voglio che tu stia a casa perchè penso che tu non sia in grado di difenderti, ma perchè ho paura di non essere in grado di pensare ad altro che a te in una situazione di pericolo. Non posso distrarmi e tu...tu sei una fonte costante di distrazione” spiegò lei frustrata. Sapeva perfettamente che lui era in grado di difendersi e il fatto che in quel momento fosse ferito non significava che non lo fosse. Aveva semplicemente tentato di salvare sua sorella. Fred era un altruista e non avrebbe mai esitato nel gettarsi davanti ad un incantesimo mortale per salvare un altro. Era proprio quello che spaventava Hermione a morte. La sola idea di poterlo perdere, magari perchè aveva salvato lei o Ron o Harry, le faceva venire la nausea. L'espressione scettica di Fred la fece quasi perdere la pazienza.

“Te lo giuro! Non penso che tu abbia bisogno di protezione...ma non credo che...non penso che potrei sopravvivere se ti succedesse qualcosa” improvvisamente le scene della Battagli di Hogwarts la colpirono. Rivide il masso che precipitava verso di lui, la certezza che l'avrebbe colpito e che non sarebbe sopravvissuto. Sentì il panico invaderle nuovamente le vene e il bisogno atavico di agire, di salvarlo, perchè ne era certa ora come allora, non avrebbe potuto sopravvivere alla sua morte.

“Hey, non piangere! Sono vivo, sto bene e non mi accadrà niente” non si era accorta che le lacrime avevano preso a scorrere sul suo volto, non si era neanche accorta che lui le si era avvicinato. Ma quando la strinse a sé tutte le preoccupazione se ne andarono. Attraverso il loro legame le arrivarono immagini di pace e serenità e per farla ridere lui le mostrò come sarebbero stati da vecchi, curvi ma ancora stranamente giovanili a dondolarsi in veranda circondati da nipoti e figli dai capelli rossi.

“Scusa sono un po' emotiva oggi” biascicò tirando su col naso. Fred le diede un dolcissimo bacio sulla testa e la trascinò sul suo petto quando si sdraiò. Era confortante stare così con lui, sentirsi protetta dalle sue braccia forti, ascoltare il battito regolare del suo cuore. Rimasero un po' in silenzio, tanto che Hermione pensò che lui si fosse nuovamente addormentato.

“Hai presente come ti sei sentita poco fa ripensando alla notte in cui sono quasi morto? Io mi sento così al pensiero che tu ti metta in pericolo senza di me. Quindi promettimi che andremo insieme” le disse. Hermione ci pensò un momento, riflettendo sulle sue parole.

“D'accordo. Ma mi devi promettere di non fare sciocchezze” si raccomandò, cercando di guardarlo in viso. Fred annuì secco, ma poi le regalò un meraviglioso sorriso.

“Ma come siamo bravi a gestire tutto?!” Ridacchiò.

“Scemo, tutto cosa? Stiamo insieme da due giorni!” Lo prese in giro.

“Pensa quante cose accadono in così poco tempo!” C'era qualcosa che le stava sfuggendo.

“Di che parli?”

“Oh niente è una sorpresa, anzi forse due sorprese” fece con l'espressione vaga e misteriosa che gli riusciva benissimo.

“Sorpresa?!” Esclamò Hermione improvvisamente esaltata.

“Alt non puoi ancora sapere niente!” Cercò di arginare il suo entusiasmo, ma lei cominciò a saltellare sul letto come una bambina.

“Dimmelo, dimmelo, dimmelo, dimmelo, dimmelo!” Ripeteva ad ogni saltello. Divertito Fred la imitò cercando di mantenere l'equilibrio e di non piombarle addosso.

“No che non te lo dico” cantilenava ridendo. Quando ad un tratto si sentì un sonoro Crack! Il letto cedette, catapultando per terra i due ragazzi. Ci fu un tonfo sordo e una serie di imprecazioni. Hermione si trovò sdraiata faccia avanti, col braccio di Fred che aveva tentato di attutire la cadura, per altro con pochi risultati.

“Che sta succedendo?!” La Signora Weasley spalancò la porta di camera, trovando i due ragazzi aggrovigliati sul pavimento e il letto sfondato.

“Ehm abbiamo rotto il letto” fece Fred con la sua migliore aria innocentina stampata in faccia. Si tirò su districandosi dai capelli di Hermione.

“Come è possibile?! Quel letto era di quercia!” esclamò lei arrabbiata.

“Uhm...mi crederesti se ti dicessi che stavamo saltandoci sopra?” Tentò lui. Sua madre lanciò un'occhiata al suo torace nudo, e alla faccia colpevole di Hermione, rischiando di farsi venire un colpo.

“Voi due...so che alla vostra età...oh insomma niente cose sconce sotto il mio tetto, vi avverto!” Sbottò, decidendo che era meglio lasciar perdere.

“E riparate immediatamente quel letto!” urlò scendendo le scale più rumorosamente possibile. Fred e Hermione scoppiarono a ridere.

“Povera mamma, sta perdendo colpi” commentò lui sistemando tutto il disastro con un colpo di bacchetta.

“Era palesemente in imbarazzo” Hermione era dispiaciuta. Non voleva metterla in difficoltà.

“Per una volta che mi stavo comportando bene” bofonchiò contrariato.

“Possiamo sempre recuperare” gli lanciò uno sguardo sornione e Fred colse subito il messaggio. Senza pensarci due volte si avventò contro le sue labbra. Fu un bacio passionale, ma anche in un certo senso divertente. Fred la mordicchiò e le strofinò il naso contro il collo, soffiando contro la pelle calda. Hermione gli si premette contro per aderire meglio al suo corpo e lui l'afferrò per le cosce issandola alla sua altezza, per poi lasciarla cadere di schianto sul letto. Hermione rise, sento scricchiolare la struttura appena sistemata.

“Adesso ti faccio vedere il modo corretto per distruggere un letto” esordì lui, ammiccando. Lei recuperò la sua bacchetta e si premurò di fare gli incantesimi per tenere tutti alla larga. Non voleva replicare l'esperienza con Ginny, soprattutto dopo che la Signora Weasley era stata chiara sui limiti da tenere sotto il suo tetto. Si sarebbe anche potuta sentire in colpa, se Fred non avesse cominciato a guardarla in quel modo particolare. C'era un momento tra quando si baciavano e quando la cosa si faceva più seria in cui i suoi occhi si scurivano, diventando più intensi, carichi di desiderio e promesse. Le sarebbe piaciuto capire se anche i suoi lo facevano.

“Tua madre ci ucciderà” commentò con una risatina.

“Piccola, quando siamo in intimità non nominare mai mia madre o potrei avere problemi di concentrazione” la prese in giro. Hermione rimase un attimo senza parole, valutando se ridere o disperarsi. Lui non le diede il tempo di fare niente di tutto quello, in un lampo si sfilò i pantaloncini rimanendo con i boxer. Aveva già notato quanto gli donassero. Così aderenti che lasciavano ben poco all'immaginazione. La sua pelle abbronzata riluceva in quella penombra. Hermione si sorprese a pensare che sarebbe potuta rimanere ad ammirarlo per sempre.

“Non ti stai concentrando” la riprese lui.

“Scusa, in realtà pensavo a quanto sei sexy” in bocca a lei quella parola sembrava un po' fuori luogo, quasi estranea.

“Voglio provare una cosa” rifletté lui. Si chinò a baciarla e una serie di immagini balenò nella mente di Hermione. Era lei, ma vista con gli occhi di Fred. Sembrava diversa. Lui notava cose che non si sarebbe mai sognata di immaginare. Si vide più seducente, più donna e meno ragazzina. Fred sembrava cogliere ogni dettaglio di lei, come la curva delle labbra quando era di profilo, o l'ombra che le sue ciglia proiettavano sugli zigomi alti. Il colore dei suoi occhi colpiti dal sole, l'inclinarsi della testa in modo pensieroso. Era tutto lì, amplificato dall'amore e dal desiderio. Hermione si staccò da lui emozionata.

“Oh” fece rimanendo sconvolta.

“Sì, credo che oh sia la parola adatta per descriverti” sussurrò lui strofinando il naso contro il suo.

“Mi vedi così?” Domandò, scacciando gli ultimi rimasugli delle sue emozioni.

“Anche meglio, quando sei nuda” replicò ammiccando. Le sfilò la maglia godendosi ogni brandello di pelle scoperta. Qualche giorno prima lei non era sua e solo la sua immaginazione aveva potuto provare a indovinare quanto lei fosse perfetta e desiderabile. Doveva ammettere che la realtà era meglio di tutto quello a cui il suo stupido cervello umano aveva potuto pensare. La baciò lentamente, fingendo di non avere furia di averla completamente nuda. L'accarezzò come se avesse tutto il tempo del mondo. E lasciò che lei sentisse ogni cosa. Lasciò che i muri che ergeva ogni giorno si dissolvessero mentre faceva scorrere le mani sulla pelle del suo stomaco, giù lungo la pancia, fino ad arrivare ai pantaloncini, ben misero ostacolo per lui. La volta prima le aveva lasciato le mutandine addosso, adesso, quelle vennero via con facilità. Era talmente bella che gli mancò il fiato, rimirandola. Hermione fece per coprirsi davanti ai suoi occhi indagatori, ma lui le inviò meraviglia e stupore, assoluta venerazione per il suo corpo e lei si distese. Gli sorrise con le ciglia abbassate, timidamente, per poi gettagli le braccia al collo e baciarlo con trasporto. Fred sorrise sentendo quanto lei si nascondesse dietro quel gesto, quanto avesse paura e allo stesso tempo fremesse di scoprire quello che veniva dopo. Era un connubio di innocenza e peccaminosa aspettativa.

“Piano, non correre” le sussurrò quando cercò di infilargli una mano nelle mutande. Non voleva affrettare i tempi, voleva godersela. La fece stendere sul letto, troppo stretto per loro due e iniziò a cospargere ogni centimetro di pelle di baci. Partì dalla fronte, passando per le palpebre, la punta del naso e le labbra, dove indugiò a lungo, le orecchie, il collo, le clavicole, i seni pieni, i capezzoli eretti. Hermione emise un verso strozzato quando lui ne prese uno in bocca succhiandolo e facendoci passare i denti con attenzione. Sentì l'ondata di piacere che la sommergeva e per poco non perse il controllo sui suoi appetiti. Si era ripromesso di farle esplorare il mondo del sesso con calma e non poteva mandare tutto in rovina. Lei ansimava e gli teneva le mani tra i capelli, incoraggiandolo a proseguire. Sorrise, meravigliato di quanto potesse diventare languida ed esigente in quelle circostanze. Scese lentamente pungo la sua pancia, trovando il punto di svolta che era l'ombelico e lo circumnavigò, rallegrandosi di quanto lei sembrasse sconvolta. Superato quello, Hermione gli tirò i capelli per fargli alzare la testa. I suoi occhi erano scuriti dal desiderio le labbra erano gonfie di baci. Non ricordava di averla mai vista così bella e sensuale.

“Che fai?” ansimò. Lui non rispose, si limitò a inviarle una nitida visione di lui che affondava tra le sue gambe con la bocca. L'espressione incredula e scandalizzata di lei lo fece ridacchiare.

“Non...Oh!” lui le diede un morso nell'interno coscia e lei sospirò. Una cosa l'aveva capita bene, non le dispiacevano i morsetti. Istintivamente lei chiuse le gambe e lui dovette ricominciare a baciarla per farla sciogliere.

“Smettila di pensare che è una cosa strana. Ti prometto che ti piacerà” bofonchiò lui. Senza attendere che lei potesse processare quelle parole fece scivolare le sue dita verso la sua intimità, continuando a baciarla in continuazione. Trovò il punto in cui era più sensibile e con dita esperte la torturò, facendole emettere dei gemiti gutturali che gli si riverberarono lungo la spina dorsale, rischiando di precipitarlo oltre l'orlo del baratro. Farle quelle cose era quasi come farle a se stesso, ogni morso, ogni bacio, ogni carezza, era amplificato da lei e tutte quelle sensazioni gli si riversavano addosso come una cascata. Sentì che era vicina all'orgasmo e smise di toccarla. Beccandosi un insulto mentale. Senza lasciarle il tempo di registrare quello che stava facendo, sostituì la sua bocca alle mani. Le diede una leccatina rapida e lei tremò sotto di lui. Allora, incoraggiato da quella reazione, applicò le labbra al clitoride e succhiò.

“Fred!” Esclamò lei, stringendogli le cosce attorno alla testa. Lui ridacchiò soddisfatto e continuò a leccare e suggere. Hermione si lasciò andare sulle coperte, artigliando il lenzuolo e contorcendosi sotto di lui. Sentiva che l'orgasmo stava tornando, diverso dalla prima volta, più violento, più veloce. Fred muoveva la bocca su di lei e quando sentì che era vicina al limite, introdusse un dito dentro di lei. Era la prima volta che lo faceva e sentì quanto era stretta e calda, pronta ad accoglierlo se avesse voluto. Dovette farsi violenza da solo per non liberarsi dei boxer e affondare dentro di lei. Tremò con lei sentendola gemere, assaporando il suo piacere. Mosse il dito dentro e fuori lentamente, ma non sembrava abbastanza, lei pensava che non lo fosse. Accelerò il ritmo e succhiò più forte. Hermione gemette più forte e si inarcò contro di lui. Squassata da un orgasmo profondo, sfibrante. Non la lasciò andare continuò a darle dei colpetti con la lingua per far continuare il piacere, protraendolo ancora un po'.

“Fred!” Fu una specie di preghiera, un'invocazione gutturale, primordiale, liberatoria. Hermione crollò esausta, svuotata di ogni cosa. C'era posto solo per un languore soddisfatto un torpore piacevole che si propagava nei suoi muscoli e attraverso il ventre. Si ricordò che doveva respirare per sopravvivere e sbattere le palpebre. Lentamente ritornò la sensazione delle lenzuola sotto di lei, del caldo, del peso di Fred che la fissava sollevato sulle braccia, con quello sguardo tipicamente maschile di orgoglio.

“Te l'avevo detto che ti sarebbe piaciuto” commentò con voce roca, graffiante.

“Mi hai quasi uccisa” balbettò lei, riprendendo la facoltà di linguaggio.

“Vuol dire che ho fatto bene il mio lavoro”

“Adesso capisco perchè i francesi chiamano l'orgasmo la piccola morte” lui la guardò incuriosito. Anche di argomenti di cui era assolutamente digiuna, aveva ovviamente una conoscenza teorica niente male.

“Lascia perdere. Inutili digressioni del mio cervello ancora sotto shock. Ora vieni qui, credo che anche tu abbia bisogno di qualche attenzione” stava fissando la sua erezione. Le piaceva che lui si dedicasse a lei a quel modo, pieno di premura. Era così generoso! Eppure anche lei voleva fare qualcosa per lui. Voleva toccarlo, vederlo perdere il controllo a causa sua.

“Eh? No non preoccuparti, sto bene” fece lui stendendosi accanto a lei. In quel lettino ci stavano precisi, se si fossero girati uno dei due sarebbe caduto di sotto.

“Guarda che io voglio toccarti. Voglio imparare a darti piacere” si alzò per dirlo, in modo che lui potesse vederla in faccia e vedere quanto era seria. Fred la scrutò e poi fece quel suo mezzo sorriso birbante che la faceva impazzire.

“Sentiamo, cosa vorresti fare di me?” Domandò allungando le braccia dietro la schiena per afferrare la testiera del letto. In quella posizione il suo corpo sembrava ancor più muscoloso. I bicipiti spiccavano e persino gli addominali spuntavano come quadratini invitanti da sotto la pelle dorata. Hermione sentì la bocca seccarsi. Quella mattinata era iniziata quasi così, con lei che lo aveva in sua balia e non riusciva a decidere cosa fare.

“Non lo so” confessò in un sussurro. Il sorriso di Fred si fece ancora più marcato, come se si fosse aspettato quella risposta.

“Potresti iniziare col baciarmi” suggerì lui. Stava a stento trattenendo le risate. Gli piaceva vedere Hermione così indecisa, mettersi nelle sue mani. Era la prima volta che era più bravo di lei in qualcosa e quasi gli dispiaceva che presto, non avrebbe avuto più niente da insegnarle. Era un'allieva eccellente. Quando montò sul letto, mettendosi a cavalcioni del suo addome, percepì il divertimento provenire da lui e inarcò un sopracciglio.

“Vedo che la cosa ti diverte” commentò con appena una punta di acidità.

“Moltissimo. Osservare il tuo processo di apprendimento sarà una gioia” ironizzò lui muovendo le sopracciglia rosse.

“Oh non ne dubito!” gli fece la linguaccia, divertita. Fred riusciva sempre a metterla a suo agio anche se faceva l'idiota.

“Allora muoviti, da quello che ho capito dobbiamo uscire a salvare il mondo prima di pranzo e vorrei farlo con almeno uno dei miei appetiti soddisfatto” ammiccò e lei gli diede un buffetto sulla spalla.

“Potrei anche decidere di lasciarti a bocca asciutta” insinuò Hermione assottigliando gli occhi.

“Hey così è sleale! Non puoi illudermi e poi fregarmi”

“Stavo scherzando!” Esclamò ridendo, per poi chinarsi a dargli un bacetto stampo. Lui fece una smorfia contrariata quando lei si ritrasse, ma non lasciò andare la testiera del letto, deciso fino all'ultimo a lasciarle libertà d'azione. Voleva che Hermione si sentisse libera di fare di lui quello che voleva, di sperimentare a piacimento. E lei lo fece. Con la punta del suo indice bianco e delicato, percorse il profilo del suo naso, scendendo sulle labbra piene che lui dischiude per morderle il polpastrello. Anche quando decideva di lasciarle il controllo non era in grado di non fare lo scemo. Lei gli fece un sorriso dolce e proseguì, scendendo lungo la gola, sfiorando appena le fasciature, per poi spostarsi e continuare lungo la linea dell'addome. S'infilò nell'ombelico e lui fece un sobbalzo. La risatina divertita di lei gli fece venire voglia di mollare le sbarre e torturarla col solletico fino a farle implorare pietà. Eppure rimase immobile, perché quel dito così piccolo e birichino, gli stava accarezzando la pelle vicino all'elastico dei boxer. L'espressione di Hermione era un misto tra curiosità e insicurezza. Sembrava soppesare le alternative. Poi improvvisamente, sembrò prendere una decisione. Smettendo di torturarlo, afferrò il bordo dei boxer e lo strattonò. Fred inarcò la schiena, aiutandola a sfilarle. Per la prima volta rimase nudo davanti a lei, chiedendosi se la realtà fosse all'altezza delle sue aspettative. Hermione lo stava fissando immobile, con gli occhi spalancati e il labbro inferiore imprigionato tra i denti candidi. C'era elettricità nell'aria, una tensione palpabile. Spezzarla non sembrava una buona idea, ma rimanere calmo sotto quello sguardo, non si stava rivelando affatto facile.

“Quel coso non entrerà mai dentro di me” sbottò alla fine lei, guardandolo preoccupata. Fred scoppiò a ridere fragorosamente. Di tutte le cose che si sarebbe aspettato da lei, quella era proprio l'ultima. Mollò le sbarre e cominciò a sganasciarsi, incapace di trattenersi.

“Non sto scherzando! Come pensi che possa...” lui la interruppe prendendole le guance a coppa tra le mani. Stava ancora sghignazzando.

“Piccola io ti adoro! Credo che sia il complimento più bello che una donna mi abbia mai fatto”

“Sei un cretino! Fred dico sul serio”

“Lo so, ma ti rivelo un segreto. Con un po' di allenamento potresti arrivare a prendere cose molto più grosse del mio...” Hermione si divincolò assestandogli una sberla sulla testa. Lui rise ancora. Gli occhi scintillanti di allegria e le guance arrossate gli donavano un aspetto ancora più affascinante.

“Proprio di un idiota dovevo innamorarmi” sospirò Hermione rassegnata. Tutta la preoccupazione era svanita davanti al buon umore di lui. Era contagioso.

“Io sono il Re degli idioti, ricordatelo sempre” l'ammonì lui. Hermione sbuffò dandogli una piccola spinta per farlo ricadere al suo posto. Fred l'assecondò crollando come un sacco di patate sui cuscini. La vide prendere un bel respiro e allungare la mano. Titubante avvolse le dita attorno all'asta dura, stupendosi di quanto fosse morbida la pelle, nonostante la rigidità e le piccole venuzze che si intravedevano. Il respiro di lui iniziò ad accelerare. La guardava con gli occhi sgranati, al cui interno l'iride era quasi scomparso, sopraffatto dalla pupilla dilatata. Incoraggiata da quella reazione, mosse la mano su e giù, lentamente, cercando di non stringere troppo.

“Non aver paura di farmi male” sussurrò lui con voce roca. Tutta l'allegria di poco prima era stata spazzata via da qualche carezza. Hermione annuì e iniziò a muovere la mano più velocemente. Su e giù. Fred gemette forte inclinando la testa all'indietro e afferrando le sbarre più saldamente. Era incredibile guardarlo contorcersi e affannarsi.

“Allenta la barriera, voglio sentire” lui drizzò la testa, sorpreso da quella richiesta. Si stava concentrando con tutto se stesso per non venire subito. Aveva desiderato quel piacere da molto tempo, forse da quando erano ragazzi, da quando aveva capito che Hermione non era più una bambina. Con estrema cautela allentò le barriere che lo isolavano da lei. Non voleva travolgerla con tutte le sensazioni che stava provando, col tumulto irrefrenabile della sua passione. Eppure lei si aggrappò a quel filo di piacere teso tra loro due e spinse. Se il suo godimento era stato come una marea montante, quello di Fred assomigliava più ad elettricità pura. Sentì il corpo fremere, le viscere annodate in una morsa deliziosa. Percepì il bisogno che lui aveva di venire e aumentò la velocità della frizione sul suo membro. Gemettero insieme, come se fossero diventati un'unica entità. Hermione perse l'appiglio su se stessa. Non capiva bene dove iniziasse il suo corpo e finisse quello di Fred. Poi nella mente le balenò un'immagine nitidissima, che non capì se arrivava dal suo cervello o da quello di lui, ma le sembrò la cosa migliore da fare. Come in un sogno si vide chinarsi in avanti e prendere in bocca la punta del pene. Succhiò appena, continuando a fare su e giù con la mano. L'elettricità s'intensificò, la percorse dalla testa ai piedi, concentrandosi nel suo bacino. Sentì il sangue ardere nelle vene e i pensieri azzerarsi. Gridarono insieme, lui gonfiando i muscoli delle braccia, nel tentativo di non afferrarla, lei ritraendosi e contorcendosi dal piacere. Quando smise di toccarlo, passò anche la sensazione orgasmica. Si trovò sul pavimento, sudata fradicia col respiro corto. Aveva dolci spasmi nelle membra e si sentiva totalmente rilassata.

“Cazzo, stai bene?!” La voce preoccupata di Fred la strappò dal suo torpore. Aprì un occhio e vedendolo scapigliato e sconvolto le venne da ridere.

“Credo di essere venuta” ridacchiò. Lui batté le palpebre un po' confuso.

“Non ti ho neanche toccata” fece ottusamente.

“Io sì però. Attraverso di te io...non lo so è stato come se quello che facevo a te lo facessi a me stessa” ansimò, sdraiandosi nuda sulla schiena. Il pavimento fresco fu un sollievo nella calura. Vide che lui iniziava a comprendere.

“Cazzo! Hermione devi stare attenta. Non puoi forzare così il legame è pericoloso” lei sbuffò. Non le sembrava affatto una cosa da evitare se la faceva stare bene.

“Dovremmo provare al contrario” rifletté ammiccando.

“No! Se è più potente di quello che ho provato prima...non sono sicuro che riuscirei a resistere” scosse la testa rossa, come se la sola idea lo terrorizzasse.

“Sei un fifone” commentò Hermione accettando la mano che lui le tendeva.

“Sono solo preoccupato che questa cosa possa degenerare” sbuffò lui, prendendo la bacchetta e sistemando il disastro che avevano combinato.

“Fred, questa cosa è già degenerata. Almeno godiamoci il lato positivo” gli stampò un bacio sulla bocca e recuperò i vestiti.

“Chi sei tu e che ne hai fatto di Hermione?!” Esclamò tra il perplesso e il divertito.

“Andiamo a farci una doccia?” Domandò lei ammiccando.

“Non ci penso neanche. Sei una maniaca sessuale!” Finse pudore, facendola ridere. Lei s'infilò il pigiama alla velocità della luce e annullò gli incantesimi sulla porta, poi afferrò la maniglia e sculettò invitande.

“Ci perdi solo tu” gli fece l'occhiolino e poi uscì, lasciandolo in mezzo alla stanza ancora nudo, con in mano la bacchetta, a chiedersi se non cominciasse a presentare dei tratti tipici suoi e di George. La sola idea di un mix tra Hermione e loro due, lo faceva rabbrividire di paura. Da qualche parte tra le mura di Hogwarts anche Minerva McGranitt rabbrividiva, nel suo ufficio, chiedendosi se non fosse un presagio nefasto.

 

Note: Salve a tutti. Allora vi comunico che ho finito i capitoli di riserva per questa storia, perchè ho l'impressione che non piaccia molto e quindi mi è presa male scriverla e mi sto concentrando sull'altra. Quindi il nostro solito appuntamento del mercoledì non so se verrà rispettato. Magari metterò un capitolo ogni tanto. Non so devo ancora decidere

   
 
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