Film > Il gobbo di Notre Dame
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Autore: Xariar    21/11/2020    0 recensioni
"E mentre balla
storce le labbra in una lenza di sorriso
ed io,
ho abboccato."
Sotto gli occhi di Dio, aveva scelto Lucifero,
smarrendo la via che il Signore per lui aveva designato. L'ingiusto giudice si stava facendo cullare dai piaceri umani e da tutto ciò che riteneva sporco e impuro.
Ma la desiderava.
La lussuria, che strana.
Divorava, come il fuoco, ogni cosa, per poi lasciare solo le spoglie della passione, come cenere, sul suo arso cammino.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claude Frollo, Esmeralda, Febo, Nuovo personaggio, Quasimodo
Note: Lemon | Avvertimenti: Non-con, Violenza
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Il cielo era terso, la città era in fermento per lo spettacolo gitano nella piazza di Notre Dame. Il popolo parigino si ammassava nel grande spiazzale e ai piedi del palco allestito per l'occasione, striscioni e bandiere colorate adornavano la piazza e le facciate delle case circostanti. Gli zingari si stavano preparando per buttare all'aria tutta la città nel loro giorno, il giorno della festa dei folli. Le campane suonavano a festa e l'aria limpida portava gioia in ogni cuore, tranne che in uno. Lontano da piazza Notre Dame vi era un uomo, la cui presenza faceva fremere ogni cuore di paura. L'uomo in questione era il ministro della giustizia a capo di Parigi, il giudice Claude Frollo. Dall'alto dal suo palazzo di Giustizia osservava il tutto scorrere. Avrebbe dovuto partecipare a quella ridicola festa contadina poichè era un funzionario pubblico e avrebbe dovuto mantenere l'ordine tra la plebe. Il volto dell'uomo era stoico, molto magro, rughe gli solcavano in viso rendendolo ancor più intimidatorio, portava indosso una gunga tonaca da giudice completa di cappello triangolare dai colori viola rosso e nero. Tutta la sua presenza era opprimente, soprattutto per i gitani, per cui deteneva una particolare avversione. Li considerava alla stregue delle bestie da stalla. Erano tutti assassini, ladri e prostitute, tutti fifli di Bafometto. La sua fede cristiana lo rendeva inflessibile nel suo mestiere, giudicando come Nerone, convinto di rispettare il volere del suo Dio. - Nella sua tenda blu, nascosta agli occhi del pubblico, si celava una splendida giovane donna, di nome Hel, o meglio conosciuta a Parigi con il suo nome completo, Helheim, la Dea norrena della morte. La sua bellezza era glaciale, lunghi riccioli corvini le coprivano i seni e tutta la schiena. La sua pelle olivastra era disseminata da lentiggini che disegnavano costellazioni suelle sue gote, le sue labbra e le sue curve avevano fatto cadere al suo volere centinaia di uomini, ed i suoi occhi leggermente a mandorla del colore del più nero carbone uccidevano all'istante. Tutti la bramavano, donne e uomini, ma nessuno la poteva avere. Non apparteneva a nessuno. La passione e il sesso la rendevano viva. Un frastuono di trombe sovrastò il vociare del pubblico, ciò diede il via alla festa. Il re zingaro Clopin, urlò -"Accorrete popolo! Oggi, mandiamo all'aria tutta la città! Per cominciare quest'anno, vi presento una delle due sorelle più belle di Francia, tra le due lei è il diavolo tentatore! Signori e signore ecco a voi, la nostra Helheim!" Uno scoppio si udì e fumo verde si innalzò dove prima vi era Clopin, lasciando apparire Hel. Il suo vestito lasciava poco all'immaginazione e le sue movenze fluide e ammaliatrici fecero schiamazzare il pubblico. Agitava i fianchi sulle note delle fisarmoniche e del tamburelli che sentiva scorrere nel suo sangue. Poco lontano, riparato dal sole, e seduto comodo su una grande sedia decorata, il giudice nefasto guardava ad occhi sbarrati. Qualcosa in lui si era acceso. Un fuoco infernale inestinguibile. I fianchi si muovevano insieme a qualcosa dentro di lui, sopito per mezzo secolo, qualcosa contro ogni suo principio. La giovane, volteggiando, si avvicinó al cupo figuro che alla sua sola vicinanza sbarrò gli occhi cercando di starle lontano il più possibile.  Una volta a pochi metri , la giovane con un balzo si mise a cavalcioni del giudice, guardandolo dritto negli occhi per poi lasciare un bacio sulle sue labbra sottili. Aveva una faccia allibita, dal colorito vagamente rossastro mentre la fissava allontanarsi ondeggiando ancora i fianchi e le braccia. La gente mormorava per il gesto spudorato della Boema che non curandosi di loro volteggiava sulla sua bella musica, una volta finita, si inchinò al generoso pubblico e sparì come era arrivata. Cedendo il posto ad Esmeralda, bellissima zingara egiziana che ormai adorava come se fosse sua sorella. Rientrò nella sua tenda indossando in fretta i suoi vestiti comodi e poco colorati in condronto di quelli di sua sorella che vestiva di viola verde e bianco. Hel vestiva in bianco rosso E oro, con i suoi orecchini bracciali e cavigliere  splendevano come stelle sulla sua pelle scura e baciata dal sole. Si guardò in un piccolo specchio e si sfiorò le labbra con la lingua, sentendo un sapore estraneo, dolce amaro, il sapore del bacio che aveva dato poco prima. Per entrambi sapeva del miele più amaro e piacevole che avessero mai assaggiato. La musica era terminata, ed Hel già si aspettava una visita dalla sua amata sorella Esmeralda, in effetti aveva ragione. La tenda si aprì lasciando entrare un Esmeralda sorridente e raggiante, che abbracciò sua sorella esclamando -" La faccia di quel bastardo valeva il doppio di tutto l'oro che abbiamo guadagnato! Sei mitica sorella mia!" -"Faccio ciò che posso. Sangue di Giuda, vorrei avere il piacere di vederlo baciarmi gli stinchi come se fossero quelli della Vergine Maria in persona. Assassino schifoso." Disse mentre si lasciava cadere su di una sedia. Pochi minuti dopo ci fu l'elezione del re dei folli, fu eletto un giovane che tutti avevano riconosciuto come il campanaro di Notre dame. Lo osannavano, gli lanciavano fiori e coriandoli, come se fosse re Luigi XV, fino a che, lo stesso pubblico cominciò a deriderlo, prenderlo in giro per le sue deformità, presero a lanciargli addosso frutta e verdura per umiliarlo e come tocco finale, lo legarono anche alla ruota della tortura. Il gobbo chiedeva aiuto disperatamente, ma nessuno accorreva. -"Aiutatemi padrone!" Urlò verso Frollo, che, per tenerlo lontano dalla vista del popolo, lo aveva cresciuto tenendolo rinchiuso nella cattedrale. Il giudice a quella disperata ricerca di aiuto si limitò a girare il viso, ignorandolo. Le due zingare sorelle uscirono dalla tenda e alla vista di quell'ingiustizia non poterono far a meno di intervenire.  Hel corse sul palco ed Esmeralda si avvicinò lentamente al gobbo Quasimodo parlandogli dolcemente -"Non aver paura, vogliamo aiutarti. Mi dispiace, questo non sarebbe dovuto accadere." Hel invece, adirata parlò a tutto il popolo a gran voce, facendo uscire tutta la sua rabbia -" Dovete vergognarvi! Tutti! Tutti voi! Avete il coraggio di denigrare questo povero ragazzo, andando contro il volere del vostro stesso Dio che dice molto chiaramente di aiutare il prossimo! Siete così meschini, prima lo adorate e poi lo denigrate!" Frollo si alzò altrettanto furioso per l'intromissione e le parole della Boema. -"Voi due, Zingare! Scendete immediatamente!" Ordinò imperioso. Esmeralda prese la parola per evitare delle parole sbagliate da parte di Hel -" Si vostro onore! Una volta che avremo liberato questo poveretto." "Ve lo proibisco!" Disse Frollo indicandole. Le due estrassero due pugnali, tagliando le corde che tenevano fermo Quasimodo. Avevano sfidato apertamente l'uomo più temuto di Parigi, non sarebbe finita bene. Quando le corde furono tagliate il popolo gioioso schiamazzò, felice per quella liberazione. "Badate alle mie parole, pagherete per questa insolenza!" Minacciò verso le due sorelle. -"Vi rendete conto di quello che siete? Ci discriminate, ci odiate, ci uccidete e torturate da anni. Parlate di giustizia ma vi accanite contro i più deboli. Non siete ne un giudice ne un ministro, siete solo un vile assassino!" Hel parlò così forte da far tremare i soldati all'interno delle loro armature, e Frollo, arrivato al limite della sopportazione diede ordine ai soldati di catturare le Boeme. Le due si trovarono di fronte ad una schiera di venti soldati, ma si guardarono ghignando e scapparono in direzioni opposte. Le due riuscirono a sfuggire a molti dei soldati con agilità, ed Esmeralda, convinta che sua sorella sarebbe riuscita a sfuggire alle guardie come avevano fatto per anni, scappò di soppiatto nella cattedrale di Notre Dame non sapendo di essere stata vista dal capitano della guardia, Febo de Chateaupers. Hel fu però circondata da molti dei soldati e non poté scappare in nessuna direzione . Velocemente le sue mani furono legate e venne fatta inginocchiare. Nonostante ciò, continuava a provare a divincolarsi, non volendo arrendersi. Ringhiava e scalciava come una bestia. Frollo si avvicinó vittorioso alla zingara che lo guardava con lo sguardo di un lupo intrappolato, e ghignando le disse -" Ti avevo avvertita. Cara mia." Un dito ingioiellato passó delicato sulla mascella olivastra di Hel che in un impeto di odio sputò addosso al ministro che schifato si ripulì  dalla saliva e disse alla guardie -"Portatela al palazzo di giustizia, nella sala dell'interrogatorio."  -"Assassino schifoso.." mugugnò Hel tra i denti mentre veniva portata via a forza da due guardie. - Intanto nella chiesa, il capitano Febo de Chateaupers aveva incontrato Esmeralda, di cui era rimasto affascinato nel tempo di uno sguardo, ma le porte della cattedrale si spalancano lasciando entrare Frollo con molte guardie al suo seguito. -"Molto bene capitano Febo, avete trovato la zingara. Ora arrestatela!" Il capitano, non volendo che Esmeralda fosse arrestata evocò per lei il diritto di asilo, che avrebbe permesso alla ragazza di rimanere salva nelle mura di Notre Dame. -"Non posso arrestarla, ha invocato il diritto si asilo." Disse il comandante dall'armatura dorata. -"Allora trascinatela fuori e-" Frollo fu interrotto dall'arcidiacono della cattedrale -"Voi non la toccherete. Fino a che rimarrà qui non potrete farle del male. Non preoccuparti, il giudice Frollo ha imparato anni fa a rispettare la santità della chiesa." Frollo non parlò, e fece cenno ai suoi soldati di uscire, mentre stava andando via però si nascose dietro una delle grandi colonne, aspettando che Febo e l'arcidiacono uscissero fuori dalla cattedrale. Si palesò ad Esmeralda solo una volta che fosse stata sola. -"Zingara, sei salva per ora.. ma tua sorella non è stata fortunata quanto te. Che peccato.." gongolò lui con le mani dietro la schiena -" Cosa!?" Esclamò la Esmeralda scioccata -"oh si.. probabilmente non la rivedrai mai più." Disse ridendo lui -"Per quanto riguarda te.. posso dire che ti sei scelta davvero una magnifica prigione, ma è pur sempre una prigione.. metti un solo piede fuori e sei mia." Detto ciò si avviò verso l'uscita, lasciando sola la zingara. - Spero che tutto ciò vi piaccia! Fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie in anticipo.
   
 
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