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Autore: Demy77    21/11/2020    2 recensioni
Ad un anno di distanza dalla messa in onda delle ultime puntate della quinta stagione di Poldark sono stata ispirata proprio da questa parte della storia.
La vita dei Romelza si intreccia con le trame dei rivoluzionari francesi e ne è messa a dura prova…ma ho immaginato un possibile sviluppo alternativo ed un finale diverso da quello visto in tv.
Bugie, inganni, colpi di scena rischieranno di allontanare per sempre i nostri eroi, ma il vero amore, si sa, trionfa sempre!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cavalcarono per giorni, in sella a due cavalli , con Ross che a turno montava ora dietro all’uno ed ora dietro all’altro dei suoi sequestratori. Appena arrivavano ad una stazione di posta cambiavano i cavalli, giusto il tempo di comprare qualcosa da mettere sotto i denti e ripartivano, fino a sera inoltrata. Spesso trascorrevano la notte in rifugi di fortuna, con uno dei due sempre a fare da sentinella per evitare che Ross si desse alla fuga. Anche con questi ritmi serrati però la distanza tra Roscoff e la capitale era difficile da coprire, e dopo una settimana di viaggio erano solo a metà del loro cammino.
Ross schiumava di rabbia, ma doveva trattenere dentro tutto il suo livore, per timore che una sua reazione scatenasse conseguenze ancora peggiori. Cercava di parlare il meno possibile, consumava in silenzio i frugali pasti e provava a tenere mentalmente il conto dei giorni, per non perdere completamente il contatto con la realtà. A volte, per non impazzire di disperazione, diceva a se stesso che quella complicazione avrebbe soltanto ritardato la sua tabella di marcia, ma non gli avrebbe impedito di ritrovare Demelza e i bambini. Era fermamente convinto che nessuno, neppure Napoleone Bonaparte avrebbe potuto accusarlo di alcunché o trattenerlo contro la sua volontà.
Un giorno, giunti nei pressi di Alençon, i tre uomini si trovarono a dover attraversare il centro abitato , dove si stava svolgendo il mercato. Avanzando a passo d’uomo, la loro attenzione fu calamitata da uno strillone, un bambino di circa dieci anni che a gran voce, annunciando le ultime notizie, cercava di vendere un mucchio di giornali che reggeva sul braccio. Attorno a lui in poco tempo si era formato un capannello di gente. Il francese che cavalcava da solo, consultatosi con il compagno che portava in sella Ross, decise di scendere dall’animale e si avvicinò alla calca, per comprendere quale era la notizia di così grande interesse. Ross lo vide dunque acquistare uno di quei fogli e leggere avidamente la prima pagina. Quando ritornò vicino a loro, l’uomo guardò sconcertato il compagno e gli tese il giornale.
“Leggi. Si dice che Napoleone ha firmato la pace con gli inglesi”.
Il compare afferrò la copia, ed anche Ross diede una sbirciata, riuscendo a leggere solo il titolo “Paix signée avec Pitt, le Premier ministre britannique”.
Tirò un sospiro di sollievo. Se la pace era stata firmata, la missione di Lagrande non aveva più ragion d’essere, e così pure i sospetti su di lui, i suoi timori sulla possibile accusa di spionaggio in patria e non c’era più nemmeno l’impellenza di incontrare Bonaparte.
L’altro francese scese da cavallo, e i due leggevano testa a testa il quotidiano, si scambiavano occhiate e mormoravano monosillabi incomprensibili, ma parevano assai indecisi sul da farsi. 
“Mi sembra di capire che le nostre due nazioni abbiano raggiunto una tregua – suggerì Ross – a questo punto mi pare evidente che non vi è più motivo affinchè io vi segua a Parigi”.
I due non risposero. Evidentemente era proprio quella la ragione del loro tormento: non sapevano cosa fare del prigioniero.
“Non credo che nessuno potrebbe rimproverarvi di nulla se mi lasciate andare – continuò l’inglese – dopo il trattato di pace, anche i vostri compagni dovranno ritornare in Francia ed abbandonare l’idea di invadere la Cornovaglia. In ogni caso io non vi ho tradito e …”
“Silenzio!” – gli intimò uno dei due, che nel corso della lettura si era fatto più concentrato e nervoso. Poi lo fissò con rabbia: “Qui c’è scritto: “la pace giunge nel momento più opportuno, dopo che un gruppo di nostri connazionali è stato arrestato in Cornovaglia e condotto alla prigione di Bodmin , nei pressi di Truro, dopo la denuncia di un parlamentare inglese, con l’accusa di aver progettato una invasione delle loro coste. Il nostro ambasciatore sta negoziando la loro liberazione”.
“Un parlamentare inglese – esclamò l’altro – siete voi senz’altro! Bugiardo! Traditore!”
“Non sono certo io – si difese Ross – come avrei potuto farlo, se sono insieme a voi da giorni?”
“Il giornale non dice quando è stata fatta la denuncia. È probabile che ciò sia avvenuto parecchi giorni fa, quando voi eravate ancora a Londra. Osate negare ancora? – disse il primo dei due, sfoderando la spada. L’altro, per fortuna, lo fermò.
“Non serve a nulla, Joseph. Perché dobbiamo sporcarci le mani noi? Consegniamolo alla gendarmeria, sapranno loro cosa farne! Gli diciamo che lo abbiamo conosciuto in Cornovaglia e che è lui l’inglese che ci aiutava e poi ha tradito. Se, come sostiene è innocente, non avrà nulla da temere e lo libereranno. Se invece è colpevole…  che Dio abbia pietà della sua anima!”
***
James Blamey ritornò a Lisbona esattamente quattro giorni dopo l’arrivo della sua lettera. L’estroverso ragazzo annunciò il suo ingresso in casa nella maniera chiassosa di sempre: sollevò sulle braccia il fratellino, facendolo roteare in aria fino a fargli girare la testa; abbracciò calorosamente la matrigna e le stampò un bacio in fronte; cominciò a chiacchierare, senza fermarsi un minuto, raccontando tutte le peripezie del viaggio e lamentando di avere un tremendo dolore ai piedi, forse dovuto alle scarpe troppo strette. Proprio mentre l’esuberante giovanotto stava per raccontare alla matrigna di una notizia sconvolgente che aveva appreso durante il viaggio, Demelza fece capolino nel salone e salutò affettuosamente il ragazzo, che aveva conosciuto qualche anno prima, all’epoca in cui Verity era tornata a Trenwith per salutare la zia Agatha ed aveva scoperto di essere in attesa di Andrew.
“Oh! – fece James, visibilmente sorpreso – signora Poldark! Non immaginavo di trovarvi qui… ma… vostro marito è qui con voi? – chiese poi, visibilmente inquieto.
Fu Verity a rispondere per lei. “Demelza con i suoi bambini è nostra ospite da circa un mese. Ross non è qui. Andranno via fra qualche giorno, partono per il Nuovo Mondo, tu pensa!” aggiunse, ovviamente tergiversando sulle ragioni della mancata presenza di Ross e di quella serie di spostamenti.
“Ah!” – si limitò a replicare il figliastro, ma Demelza non potè fare a meno di notare che egli la fissava stranito, come se volesse aggiungere qualcosa, come uno che si stesse mordendo la lingua, indeciso se parlare o meno.
Demelza attribuì quell’imbarazzo al fatto di averlo involontariamente interrotto mentre stava per raccontare qualche episodio di natura personale a Verity;  il giovane aveva desiderio di trascorrere qualche giorno in famiglia in tranquillità e probabilmente la presenza sua e dei bambini in casa, inaspettata, lo aveva un po’ deluso. Trovò quindi un modo cortese per allontanarsi, portando con sé anche Andrew junior, che quella mattina non aveva ancora salutato Clowance e Jeremy ed era ansioso di leggere insieme a loro il libro di favole che il fratellastro gli aveva portato in dono.
Appena si furono allontanati, Verity, la quale pure aveva notato lo strano atteggiamento del figliastro, lo rimproverò per essersi mostrato così scostante con la loro ospite.
“Oh, madre, vi chiedo umilmente scusa per i miei modi inurbani, ma se voi sapeste! – rispose lui, prendendole le mani tra le sue - la signora Demelza è qui da un mese, avete detto? Possibile che non ne sappia proprio nulla?”
“Nulla di cosa, James?” – chiese Verity, allarmata.
“Si tratta proprio di quella notizia sconvolgente che ho appreso durante il viaggio, quella di cui vi volevo parlare quando vostra cugina ci ha interrotti…”
James si guardò intorno, assicurandosi che non ci fosse nessuno, si avvicinò poi all’orecchio di Verity e le sussurrò : “Vostro cugino Ross è ricercato dalle autorità perché è accusato di aver cospirato contro la Corona inglese, offrendo appoggio e sostegno ad un gruppo di militari francesi che con armi ed esplosivi stava progettando un’invasione della Cornovaglia!”
“Santo cielo, James! Non posso credere che mio cugino sia stato capace di tanto! Ne sei assolutamente sicuro?” – disse, a sua volta sottovoce, Verity.
Il ragazzo annuì. “Sono sicurissimo. La nave era piena di inglesi, qualcuno era partito da Sawle ed erano certi sia del fatto, sia del nome dell’inglese che era complice dei francesi. Ross Poldark, l’ho sentito chiaramente, con queste orecchie. E ho sentito anche che lui è scomparso, si parla addirittura di un rapimento, che però secondo alcuni è una messinscena… perciò mi sono preoccupato vedendo la moglie in casa vostra. Ho pensato che, approfittando della vostra generosità e tenendovi all’oscuro di tutto, egli si fosse rifugiato qui, mettendovi anche in pericolo per aver favorito la sua latitanza.”
“Mio Dio – fece Verity, tormentandosi nervosamente le mani – Ross un traditore, un ricercato dalla giustizia, un fuggiasco… mi sembra impossibile! E cosa facciamo adesso con Demelza? Le teniamo nascosta una cosa del genere, lasciando che parta per una destinazione così lontana? Oh, James, se tacessi credo che non potrebbe mai perdonarmelo!”
“C’è anche un’altra cosa che ho sentito: secondo alcuni Ross Poldark sarebbe scappato insieme alla sua amante, una donna del popolo che pure era coinvolta nella vicenda dei francesi, infatti anche lei è sparita, da prima che gli stranieri fossero arrestati. Non credo che la signora Poldark avrebbe piacere di essere informata di questo particolare… forse è anche meglio per lei se parte per l’America con i figli, senza venire a conoscenza delle nefandezze del marito!”
Verity restò in silenzio, pensierosa. E se fosse stata quella – ossia la scoperta del tradimento – la terribile ragione per cui Demelza aveva preso con sé i bambini e Prudie decidendo di abbandonare Ross e cambiare vita? E se Ross fosse stato davvero capace di fare la spia per i francesi, ed anche per tale motivo Demelza avesse opportunamente valutato di separare le proprie sorti da quelle del marito? Oppure Demelza non sapeva nulla di nulla, Ross era innocente e se lei avesse taciuto li avrebbe separati per sempre? Doveva assumere in brevissimo tempo una decisione di enorme responsabilità, e non sapeva proprio cosa fare….

 
  
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