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Autore: killian44peeta    23/11/2020    0 recensioni
Da Capitolo 28
- Ha provocato l'effetto farfalla. Un unica scelta che ha già scombussolato l'intero sistema-
-Scusami- faccio, abbastanza seccato, davanti allo stregone albino -Ma di cosa cavolo stai parlando? Effetto farfalla? E come mai anche tu sai e non hai mai fatto niente?-
-Non ho mai potuto. Ma ora tutto è cambiato.-
-Io non vedo nessun cambiamento, se devo dirlo- asserisco con stizza, facendo ruotare nella mia mano il coltello di riserva che avevo, fin dall'inizio, nascosto nella tasca.
"Avrò mandato al diavolo il fucile, la pistola e molto altro, ma almeno questo c'è ancora"
- Te le cedo-
-Cosa mi cedi? Potresti essere leggermente più chiaro invece di farmi scannare la testa con le tue frasi da... Visionario? No, cioè, seriamente! Non sono stupido, magari un po' giù di testa, ma non stupido... Però non ci capisco un fico secco di quello che stai dicendo, davvero. Perciò, vorresti farmi cortesemente il piacere di tradurre?-
Genere: Azione, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Lysander
 

Riesco a mettere da parte quella confusione che sembra agitarsi nella mia testa senza tregua, risultando estremamente fastidiosa, talmente tanto che mi è sembrato di perdere il controllo.

Nel momento esatto in cui tutto é tornato alla normalità, ciò che  noto praticamente all'istante è la rossa che mi stringe entrambe le mani, con un aria che mi lascia perplesso.

Non so cosa dovrei pensare, sinceramente.

Se mi convincessi, anche solo in un piccolo, piccolissimo lato della mia testa, che lei é davvero disposta ad aiutarmi, che tutto finirà... Non so come potrei reagire ad una delusione.

Eppure non mi sembra più da sospettare, di colpo, qualcosa mi prega di fidarmi di lei, anche solo per un ora o due.

Non le parlo: non apro bocca.

Semplicemente mi giro, facendo scorrere lo sguardo sulle pareti, semplicemente cercando un angolo vuoto a cui appoggiarmi per riposare.

Ho sonno, parecchio sonno: avrei bisogno di riposare decentemente almeno per tre ore, poi magari avrei la mente nuovamente lucida.

-Cosa fai?- chiede la rossa di cui ancora non conosco il nome, anche perché non ho mai provato a chiederlo e... Beh, mi sembra normale non incentrarsi su questo dettaglio quando sei pronto a comunque dichiarare la persona come un nemico.

Darle un nome vorrebbe solo dire o giudicarla il cattivo principale o il cercare un legame con quella persona e a me non era mai interessato il secondo punto, come non la avevo mai giudicata una persona crudele per andare incontro al primo, per quanto non smettessi di dubitare delle sue intenzioni.

Alzo le spalle -Cerco un posto in cui dormire...- faccio una pausa, girandomi -Sempre che mi sia permesso, altrimenti levo le tende e torno a dormire nei miei vicoli-

La vidi negare, agitando la testa, per poi asserire un - Vieni con me- a cui semplicemente non so se annuire o dire un 'mi stai sbattendo fuori di casa?'.

Nonostante queste due opzioni, ne trovo una terza: sto zitto e la seguo, il modo più facile per non sembrare un misto tra un bambino spaventato ed uno        troppo fiducioso, misto che non mi riassume affatto.

No, infatti il riassunto per parlare di me é semplicemente 'sfigato'.

Sfigato nel mio aspetto, sfigato perché l'unica ragazza che mi avesse dato del filo fosse finita con l'impazzire e non avevo la più pallida idea di dove si trovasse ora, ma molto probabilmente era morta, sfigato per l'aver lavorato in una agenzia videoludica con a capo un uomo ed una donna leggermente andati di cervello.

La rossa mi fa avanzare fino a farmi trovare davanti la sua stanza, andando poi a battere la mano sul materasso, asserendo uno -Sdraiati pure- che aumenta la mia perplessità.

-Dovrei... Dormire sul letto?-

Lei mi guarda come se avessi detto la cosa più ovvia del mondo, mista ad una certa confusione, come se cercasse di capire cosa ci fosse di sbagliato.

-E dove altro?- chiede infatti.

-Per terra, in un angolo di una stanza, fuori casa, sul tetto?- faccio l'elenco, mostrando un dito della mano sinistra ad ogni opzione, alzando il sopracciglio.

Lei continua a guardarmi, sempre più stralunata, per poi assumere un volto strano, molto strano, come se si stesse trattenendo.

"Sta... per ridere?"

A confermare l'idea, scoppia davvero a ridere.

Non ci trovo nulla di buffo, ma contenta lei.

-No che non ti lascio a dormire sul tetto- biascica, continuando a ridere.

Sono leggermente confuso dal suo reagire, anche perché non ho detto nulla di sbagliato... Almeno credo.

Certo, quattro anni fa dormivo su un letto, ma era perché era casa mia e perché ero abituato a farlo.

-Su. Sali pure -  mi invita.

Non faccio alcun commento: avrei potuto ribattere in tanti modi, ma continuo a rimanere zitto.

Mi metto sopra ad esso, spingendomi il più possibile verso il muro, rimanendo sul bordo.

"Sempre troppo morbido"

Lei invece tace e si mette seduta sul materasso, sempre non troppo lontana e non troppo vicina, chiudendo gli occhi, con i capelli che le vanno davanti alla faccia.

E mentre mi chiedo perché abbia deciso di farmi sdraiare mentre lei se ne sta seduta, improvvisamente un pensiero mi attraversa la mente, ma prima che io possa parlare, lo fa lei.

-Perché tieni una maschera o generalmente quel fazzoletto-benda davanti alla bocca?- mi osserva con lo sguardo rossiccio, passandosi una mano tra i capelli, aspettando una mia risposta.

Non dico nulla, portandomi una mano alla stoffa, ma non cercando di toglierla, sfiorandola per istinto.

-Sí, già- fa, andando a grattarsi la testa -Probabilmente almeno su questo dovrei farmi gli affari miei, dopotutto mi hai già raccontato molte cose di te nel giro di qualche ora. Sono davvero... Una impicciona- giocherella con un pezzo di coperta , prendendo a farci sopra delle sorte di ghirigori con l'unghia.

-Sono Natalie, comunque- fa una pausa -Ho voluto dirtelo per il semplice fatto che io... Beh. Ho pensato di farlo, così da presentarci in una maniera un po' più decente, siccome siamo partiti con il piede sbagliato-

Annuisco appena, non proferendo parola, provando a rilassare i muscoli costantemente in allerta, sempre pronti a scattare.

La rossa chiude le palpebre e si lascia sdraiare a sua volta: a quanto pare non è abituata a riposare seduta a contrario mio, che non lo sono da sdraiato, soprattutto con un materasso morbido sotto.

Lei mugugna poi un -Salva- ed infine un -No- restando lì, ferma, così ferma da risultare quasi statuaria nella sua immobilità, se non per il suo respiro cadenzato che le solleva e abbassa il petto e che mi finisce addosso, andando a scontrarsi con il mio collo, facendomi quasi il solletico.

Quasi.

Mi ritrovo a guardare il muro con plateale insistenza, ascoltando il ritmo del suo espirare ed inspirare, immergendomi nei miei pensieri e nelle mie domande.

Quella che principalmente mi punzecchia la testa é una e non sembra voler andarsene dal centro dei miei pensieri.

"Anche se lei vuole aiutarmi, a quanto pare... Come dovrei fare? Non sono mai riuscito a trovare un modo per uscire da questa realtà aumentata, solo perché aiutato da qualcuno non credo... Non credo che arrivi a cambiare qualcosa, se devo essere sincero. Però... Almeno... Potrei provare a farmi venire un idea, domani"

Chiudo gli occhi, sentendo la stanchezza che prende completamente possesso delle mie membra e finisco con l'addormentarmi.

 

  
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