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Autore: alexptt    24/11/2020    2 recensioni
Quattro potenti maghi, fra loro sconosciuti, si uniscono per il fine comune di proteggere il futuro della loro stirpe dai babbani, durante il periodo della caccia alle streghe. Nasce cosí la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, un luogo di rifugio e di apprendimento per giovani maghi e streghe. Le storie dei giovani fondatori si intrecciano a quelle dei primissimi studenti della scuola. Amori, intrighi e discordie porteranno ad una frattura, che cambierà inevitabilmente il destino di tutto il mondo magico.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Godric Grifondoro, Priscilla Corvonero, Salazar Serpeverde, Tosca Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Highlands, Scozia anno 991

 

Quattro individui incappucciati, due uomini e due donne, cavalcavano nelle vaste terre delle Highlands, da poco ritornate di un verde intenso dopo lo scioglimento delle nevi invernali.

In testa al gruppo c’era una donna alta e mora, che guidava i suoi compagni verso il luogo che le era apparso in sogno. 

Le rovine erano arroccato in cima ad un’altura che sovrastava un grande lago, con l’acqua talmente torbida e profonda che non se ne vedeva il fondo. 

Era un luogo già intriso di magia, pensò Helga Hufflepuff scendendo da cavallo e tirando indietro il cappuccio. I riccioli ramati erano scompigliati a causa del vento, gli occhi ancora lucidi tradivano un pianto recente. Durante il viaggio aveva pensato alla sua famiglia, che per molto tempo non avrebbe più rivisto. Pensò al dolore della madre nello scoprire la scomparsa della sua primogenita. A differenza degli altri, Helga aveva ancora una famiglia. La ragazza ebbe un sussulto quando vide per la prima volta Salazar Slytherin. I suoi capelli biondi e gli occhi color del ghiaccio ricordavano terribilmente quelli della sorella Eva e quel ricordo le fece male. Il rimorso iniziò a torcerle lo stomaco, cosí che Helga non riuscí più a guardare in faccia il ragazzo. Un uomo alto, avvolto in un mantello rosso dalle rifiniture dorate, le si avvicinò con aria rassicurante e le parlò con gentilezza “Tu devi essere Helga Hufflepuff ; Lady Revenclaw ha detto che saresti stata un prezioso aiuto per la costruzione della nostra scuola. Noi saremo le persone con cui vivrai notte e giorno da qui in avanti. Potrai considerarci come la tua famiglia”

“Discorso davvero commovente, Godric” interruppe Salazar con una mal celata ironia “Ma nessuno di voi si è accorto che questa ragazza è poco più che una bambina?” poi abbassò lo sguardo su Helga e aggiunse con falsa gentilezza “senza offesa,cara”.

A quel punto intervenne Rowena, che fino a quel momento era rimasta silenziosa “È molto più matura delle sue coetanee. È una persona con cui si può collaborare senza problemi...” poi guardò direttamente negli occhi Salazar “al contrario di altri”.

Rimasero a fissarsi con aria di sfida per qualche secondo, poi Godric interruppe quel silenzio carico di tensione “Helga, in quali arti magiche sei più versata?”. La ragazza, senza pensarci troppo su rispose sicura “Mi ritengo abbastanza esperta nell’arte delle pozioni e negli...incantesimi culinari”. A quelle parole Salazar proruppe in una risata sarcastica “Ah, ma che fortuna, adesso sappiamo chi cucinerà per tutti”. Helga provò una forte delusione. Non era scappata via da una cucina per finire in un’altra. Le venne da chiedersi se Salazar non fosse a conoscenza del suo coinvolgimento nella morte di Eva, altrimenti quel comportamento ostile era inspiegabile. Godric sospirò spazientito “Cerca di avere più rispetto, Salazar. Qui siamo tutti alla pari, nessuno prevale sull’altro. E nessuno ha il diritto di veto sulle decisioni prese in comune dagli altri tre” poi li guardò tutti negli occhi in cerca di consenso. La due donne annuirono. Salazar sembrò ancora più divertito “E questo chi l’ha deciso,tu? Il nostro leader?” “Ho detto che siamo tutti sullo stesso gradino”.  Slytherin sibilò fra i denti ma non disse altro.

I quattro si inerpicarono su per quell’altura che portava alle rovine del castello. In testa c’era Godric che camminava solitario immerso nei suoi pensieri, seguito da Helga,la quale osservava con ammirazione le movenze fluide e il corpo perfetto del mago che le camminava davanti.

A debita distanza si teneva Salazar, subito raggiunto da Rowena che lo afferrò vigorosamente per un braccio “A che ti serve essere sempre cosí indisponente? Ti credi forse superiore a tutti noi? Cerca di portare rispetto, soprattutto a Godric, questa scuola era un’idea di sua moglie.” Il ragazzo si voltò a guardarla con una smorfia di evidente fastidio : “E a te che importa di come mi comporto? “ “Rendi il lavoro più difficile a tutti”.

Salazar si divincolò dalla presa e accelerò il passo, lasciando indietro la donna. Rowena si chiese cosa la spingesse a voler aiutare Salazar. Sebbene avesse appena due anni meno di lei, dal modo in cui si comportava le dava l’impressione di un ragazzino smarrito che avesse bisogno di aiuto. Le sembrava un’anima tormentata, come lo era stata la sua per anni. In quegli occhi gelidi però leggeva una strana determinazione e sicurezza, cosa che la spingeva ad osservarli più spesso del necessario. 

 

 

Trascorsero i mesi successivi completamente dediti alla ristrutturazione dell’antico edificio, che in poco tempo tornò a splendere di un fascino del tutto nuovo. Ognuno dei quattro fondatori (perchè cosí avevano deciso di chiamarsi)scelse un’ala diversa del castello in cui abitare. Stabilirono quali stanze fossero accessibili agli studenti e quali solo ed esclusivamente a loro quattro. Fecero arrivare tutto il materiale possibile da mettere a disposizione dei futuri allievi della scuola. 

Salazar si dimostrò collaborativo, per quanto svolgesse ogni azione con l’entusiasmo di uno condannato ai lavori forzati, come se la cooperazione costasse lui uno sforzo sovrumano. Da quella che un tempo era la sua vecchia casa recuperò una ventina di calderoni e l’infinita collezione di libri di pozioni che appartenevano in parte a lui ma soprattutto alla sorella. Portò con sè anche una bastevole scorta di ingredienti e strumenti del mestiere.

Rowena svuotò completamente la biblioteca personale della sua casa, che, sebbene piccola in apparenza, era stata stregata in modo che potesse contenere un numero infinito di volumi. Questa preziosa eredità andò a costituire la vasta biblioteca di Hogwarts, che la donna da sola si impegnò a costruire nella propria ala del castello. Mise letteralmente tutto ciò che possedeva a disposizione delle future generazioni di maghi e streghe perchè potessero ampliare le loro menti cosí come aveva fatto lei negli anni. 

Helga, memore degli anni passati nella cucina della locanda insieme alla sua elfa domestica, decise di dare un lavoro dignitoso a quelle creature e insegnò loro personalmente come dirigere una grande cucina. E Godric... Godric svolgeva i lavori più pesanti con un certo stacanovismo, senza mai ricorrere all’uso della bacchetta. Quando il castello tornò ad essere abitabile e fu attrezzato ad essere una scuola, dopo mesi di armonia dettata dal lavorare separatamente, le discordie ricominciarono a farsi sentire fra i quattro fondatori. 

Si riunirono nella grande sala dell’ultimo piano che avevano adibito a  stanza delle riunioni. Un grande tavolo di legno di ebano dominava il centro della sala. Era decisamente troppo grande per solo quattro persone, ma i fondatori speravano che un giorno altri maghi e altre streghe di grande abilità si sarebbero uniti a loro per infondere agli studenti le loro conoscenze. 

Sui lati lunghi avevano preso posto le due donne, Godric e Salazar invece sedevano ai due capi della tavola. La prima a prendere la parola fu Helga. “Signori, sono davvero emozionata di poter far parte del corpo insegnanti di quella che sono sicura diventerà la migliore scuola di magia dell’intera Europa” esordí con un sorriso sincero. 

“E cosa potrebbe mai insegnare ai dei ragazzi  la regina della cucina?” 

“Insegnerò pozioni, Slytherin, nessuno te lo ha detto?”

Il sorriso sparí dalla faccia di Salazar 

“Che cosa? Chi lo ha deciso? Sei stato tu Godric? Vi siete alleati tutti contro di me? Sapete benissimo che sono il più abile nelle pozioni, che cosa dovrò insegnare?” tuonò alzandosi in piedi di scatto.

Godric non perse la calma, rimase seduto al suo posto e rispose con quella pazienza che lo distingueva : “ Non è una coalizione contro di te. Tu sei un grande mago, eccelli in ogni disciplina, perciò insegnerai un’arte nobile che nessuno di noi padroneggia bene quanto te. Insegnerai ai ragazzi come riconoscere la magia oscura e come difendersi da essa... senza praticarla”

Salazar sembrò quasi lusingato di sentirsi riconoscere una certa conoscenza delle arti oscure, poi riflettè sulle ultime parole di Godric

“Come posso insegnare loro come difendersi da qualcosa che non padroneggiano minimamente?”

“In questa scuola non si insegnerà la magia nera e su questo punto non ritorneremo” asserì Gryffindor categorico. Salazar dette le spalle a tutti gli altri e uscí dalla sanza sibilando tra i denti “Questo è da vedere”. Nessunò lo sentí.

   
 
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