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Autore: observer90    25/11/2020    0 recensioni
[Never Have I Ever]
Never Have I Ever Fanfiction.
Storia ispirata alla serie originale Netflix, racconta in sette capitoli gli avvenimenti accaduti dopo l'ultimo episodio.
Trama.
Dopo aver ascoltato il messaggio di Paxton, Devi è assalita dai dubbi: cogliere l'occasione di uscire con lui oppure ascoltare i sentimenti che prova per Ben?
Titolo di testa e titoli dei capitoli liberamente tratti dalla canzone About Love di Marina.
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5

My head gets messy when I try to hide the things I love about you in my mind


 

Devi?” apre piano la porta della stanza degli ospiti, la sagoma di Devi ben visibile anche nella penombra, avvolta fra le coperte come un bozzolo, “Ti ho sentita gridare, stai bene?”

Le pareti sono sottili, ma a parte questo non c’è nessun altro in casa a parte loro due: quando c’è troppo silenzio, certe volte nemmeno Ben riesce a dormire. E nell’assordante silenzio che riempie quest’enorme casa come l’elio fa con un palloncino, la voce di Devi ha attraversato i muri propagandosi fino alla sua camera.

Uhm, sì” risponde lei, la voce appiattita e roca, e Ben ne percepisce il respiro concitato mentre la osserva sistemarsi addosso le lenzuola, “Sto bene, puoi tornare a dormire”

Sei sicura?” le domanda, pur conoscendo già la risposta.

Sì…” fa lei, evasiva come al solito, mentre si piega per coricarsi di nuovo, “Buonanotte”

Ben sospira, inghiottendo il senso di colpa e la preoccupazione che gli sono risaliti in gola da quando l’ha sentita urlare, “Okay, allora…” non può spingerla ad ammettere di non stare affatto bene, perciò meglio evitare di insistere, “Buonanotte” le dice, facendo per uscire dalla camera.

Non fa in tempo a richiudere la porta dietro di sé che Devi gracchia: “Ben!”

Sì?” lui è di nuovo dentro, teso e agitato per chissà quale assurda ragione, “Cosa c’è?”

E’ che… non riesco a dormire” la vede mentre abbassa lo sguardo e le sue dita giocherellano con il bordo delle coperte, “Resteresti con me?”

Il cuore di Ben inizia a pompare furiosamente sotto la sua pelle, e gli sembra di avere perso la facoltà di parlare. Le sue labbra sembrano muoversi autonomamente, completamente scollegate dal suo cervello mentre pronunciano una sola sillaba: “Sì” inghiotte a vuoto, la bocca di colpo secca, “Certo che resto con te”

Davvero?” domanda Devi, e sembra esserci incredulità nella sua voce, così tremula e sottile da somigliare a niente di più che ad un pigolio.

Una cosa che gli provoca una stretta al petto, facendo nascere in lui l’impulso improvviso quanto assolutamente inspiegabile (ma non troppo) di stringerla fra le braccia: “Certo” afferma convinto.

Devi annuisce: “Okay” dice mentre si scosta per fargli spazio.

Fortunatamente il letto è talmente grande da fare occupare a ciascuno un lato senza intaccare lo spazio dell’altro; Ben si sistema sotto le coperte, poggiando la schiena contro la testiera.

Allora, ehm…” inizia a dire, in realtà senza sapere bene che cosa fare, “Vuoi che ti parli finché non ti addormenti?” accorgendosi della piega che sta prendendo la conversazione, cambia immediatamente tono, “O è sufficiente la mia fantastica presenza a calmarti?” le domanda con il suo solito sorriso che sa benissimo le risulterà irritante al punto da rispondergli per le rime.

Devi alza gli occhi al cielo, parte del suo viso è illuminato dalla luce proveniente dalla finestra: “Penso che potrei addormentarmi semplicemente guardando la tua faccia noiosa” ribatte, incrociando le braccia al petto.

Quindi dovrai comunque guardare la mia faccia” puntualizza Ben stuzzicandola.

Chiudi il becco, Gross” dice piano lei, poggiando la testa sui cuscini posizionati sulla testiera, “Mi dispiace averti svegliato” confessa alla fine, a voce bassa e colpevole.

Non mi hai svegliato, David” le dice, “Ero sveglio da un po’, a dire la verità”

Perché?”

Ben esita: non gli sembra proprio il caso di dirle che, anche se sono passati appena due giorni da quando Devi è venuta a stare da lui, non riesce a chiudere occhio al pensiero di averla costantemente vicina.

Ero andato in cucina a farmi una tazza di té” mente alla fine, con una scrollata di spalle.

Oh, okay” Devi si stringe nelle spalle, lo sguardo rivolto ad un punto lontano.

Ben non aggiunge altro: probabilmente a Devi basta anche restare in silenzio insieme a lui. La cosa non gli pesa per niente, visto che ha imparato ad apprezzare la sua compagnia in moltissimi modi negli ultimi giorni.

Ho avuto un incubo” dice dopo un po’ Devi, spezzando il silenzio, “Su mio padre”

Lo stomaco di Ben si stringe in una morsa, “Oh” riesce a dire, raddrizzandosi sul materasso e voltando piano la testa per guardarla, “Mi dispiace” mormora, non riuscendo a dire nient’altro.

Insomma” ricomincia Devi, inspirando profondamente e raddrizzandosi sul letto anche lei, “Faccio sempre questo sogno da quando è morto… l’ultima sera in cui io e mia madre abbiamo litigato davanti a lui, prima che…” si blocca, tirando su con il naso e cercando di non farsi notare, “E so che è stupido che io continui a rivederlo ogni notte…”

Non è stupido, Devi” le Ben dice con fermezza, “Come ti fa sentire?”

Spaventata” risponde subito lei, “Triste. In colpa, soprattutto in colpa” s’interrompe per un paio di secondi, poi continua: “Ci sono così tante cose che vorrei ancora dirgli, vorrei che il suo ultimo ricordo non fosse io e mia madre che litighiamo” a queste ultime parole, la voce inizia a tremarle visibilmente, “Vorrei solo poterlo rivedere ancora, tutto qui. Anche se so perfettamente che è una cosa patetica…”

Devi, non è patetico che tu voglia rivederlo ancora” le dice, con una dolcezza che arriva a stupire persino lui stesso, “Dovresti capire che ammettere che ti manca non ti rende debole o patetica” adesso ha il busto completamente girato verso di lei, “Non devi soffocare i tuoi sentimenti” conclude a voce bassa.

Non li sto soffocando” ribatte prontamente Devi, incrociando di nuovo le braccia al petto, “Il fatto che io lo sogni non significa per forza che sono triste”

Visto? Lo stai facendo di nuovo” le dice Ben pazientemente, “Stai cercando un modo per evitare di affrontare la cosa a tutti i costi, ma non ti servirà. Anzi, ogni volta che cercherai di nasconderti e di fare finta che non stai davvero male, sarà sempre peggio”

Con sua grande sorpresa, Devi non ribatte nulla: resta seduta in silenzio, lo sguardo rivolto verso il basso.

Essere triste non ti rende automaticamente debole e nemmeno patetica” le ripete, mentre il ricordo di lei sulla sedia a rotelle a scuola torna a ronzargli nella testa, “A proposito… mi dispiace di aver detto che le tue gambe erano psicosomatiche”

In fondo avevi ragione”

Non avrei comunque dovuto dirtelo” dice Ben con forza, “Non in quel modo, almeno”

E’ tutto okay, Ben” Devi solleva piano il viso, e finalmente i suoi occhi incrociano quelli di Ben nel buio, “Ce ne siamo detti di cose pesanti, a vicenda”

Magari dovremmo smettere di farlo” propone lui, già sentendo una strana tensione montargli dentro a partire dall’istante in cui sente lo sguardo interrogativo di Devi su di lui, “Nel senso, possiamo continuare a rivaleggiare senza doverci continuamente insultare a vicenda… sai, alla fine diventa solo un enorme spreco di energie” conclude evasivo, ringraziando mentalmente il fatto che sia ancora buio e che quindi Devi non riesca a vedere quanto sia diventato rosso in viso.

Devi arriccia un secondo le labbra, che si piegano subito in un piccolo sorriso: “Mi sembra sensato” dice, “Ma non significa che domattina non proverò a batterti a Super Mario Kart

Voglio proprio vedere se ci riesci” ribatte lui con un sorriso.

Passano alcuni secondi prima che Ben si decida a domandarle: “Stai meglio adesso?”

Sì, molto” annuisce Devi, rivolgendogli un sorriso riconoscente che sembra splendere di luce propria nella penombra in cui è avvolta la stanza, “Ti ringrazio, Ben”

Figurati” Ben ricambia il sorriso, sentendo il cuore battere velocemente nel petto mentre i suoi occhi indugiano per mezzo secondo ancora sul viso di Devi, sulla curva delle sue labbra…

Allora, ehm…” si ricompone, la consapevolezza di essere su un letto insieme a lei (il Ben tredicenne rimarrebbe schifato al solo pensiero) lo colpisce con violenza tale da farlo vacillare, “A questo punto direi che posso anche tornare nella mia stanza… se non hai più bisogno di me” prende a torcersi le mani, come fa sembra quando è a disagio o nervoso, mentre una vocina nella sua testa gli grida di restare lì con lei.

Be’ puoi… puoi sempre rimanere a dormire qui” la voce di Devi è talmente bassa che Ben teme di aver frainteso.

Cosa?” le domanda, incapace di trattenersi e sicuro al 100% di sembrare un perfetto idiota.

Puoi restare a dormire qui, se ti va” ripete Devi, e stavolta nella sua voce traspare una decisione tale da fargli aumentare considerevolmente i battiti del cuore.

Davvero?” chiede, incredulo e con la netta impressione di avere la mente schiantata.

Devi si stringe nelle spalle, gesticolando con le braccia: “Be’… visto che fa freddo e il materasso è abbastanza grande per entrambi, perché no? Tu hai il tuo lato e io ho il mio”

Oh… s-sì”

E’ solo che non voglio restare sola” confessa alla fine, spingendolo finalmente ad apparire serio.

Okay, va bene”
 

Il ricordo di quella notte è impresso a fuoco nella mente di Ben, marchiandogli la pelle e provocandogli una spiacevole sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco.

Hanno dormito senza sfiorarsi, dandosi le spalle a vicenda e rimanendo ognuno nel proprio lato.

Anche se Ben ricorda ancora la piega che le sue labbra hanno formato in un sorriso quando, al mattino seguente ha notato le dita di Devi a pochi centimetri dalla sua mano.

Chissà se gliel’ha tenuta, mentre dormiva.

E Ben può solo sperare di prendere sonno adesso aggrappandosi a questi ricordi, visualizzando nella sua mente ogni particolare come fossero oggetti di valore inestimabile. In effetti lo sono, per lui.

Dovrebbe costringersi a riporre Devi in un angolo remoto della sua mente, sprangare la porta e buttare via la chiave. Eppure il pensiero di lei è come il canto delle sirene per Ulisse, un richiamo dolce e allo stesso tempo fatale… sai che ti farà solo del male se continui a prestare ascolto, ma non puoi assolutamente farne a meno. Perché, alla fine, è l’unica cosa che ti resta. L’ombra vacua di ciò che hai voluto con tutto il cuore, e che per un solo istante sei riuscito a sfiorare credendo stupidamente di poterlo afferrare.

Stupidamente.

Cerca di allontanare il ricordo della sua espressione iraconda a scuola, tentando disperatamente di non soffermarsi sulla delusione perfettamente leggibile nel suo sguardo, e soprattutto di non riportare alla mente quelle ultime parole che gli ha rivolto.

Ti credevo migliore così, e invece mi sbagliavo di grosso.

Già, anche Ben si è sbagliato di grosso.


 


 


 

Venerdì arriva con una velocità impressionante; le ore e i secondi passano in fretta senza dare a Devi nemmeno il tempo di razionalizzare la tensione che la sta divorando dall’interno.

È pur sempre il suo primo appuntamento con Paxton Hall-Yoshida. Ci sta che sia tesa.

Eppure la stretta allo stomaco che al momento la tiene inchiodata a letto, lo sguardo perso rivolto al soffitto, non sembra anticipare la consueta adrenalina che dovrebbe provare.

La verità è che non vuole ammettere di non sentirsi per niente euforica alla prospettiva di quest’appuntamento. Il che, ovviamente, la irrita pesantemente.

Calmati, Cristo… Calmati. Hai tutto sotto controllo.

Ci sta pensando troppo.

Devi sta razionalizzando fin troppo i suoi sentimenti, a partire dalle ragioni per cui è Paxton quello che dovrebbe piacerle.

Invece, persino dopo il modo increscioso in cui Ben si è comportato, non riesce comunque a toglierselo dalla testa.

Soprattutto, non riesce a smettere di pensare al fatto che si sia decisa ad uscire con Paxton per fare un dispetto a Ben.

Ma che ti salta in mente? Vuoi uscire con Paxton perché ti piace. Lui. Ti. Piace. Devi. Smettila di essere così masochista.

Giusto, deve assolutamente piantarla e lasciarsi andare una buona volta.

Insomma, Paxton le ha dato il suo primo bacio. Non dovrebbe sentirsi emozionata al pensiero di uscire con il ragazzo a cui ha dato il suo primo bacio?

Non ti ha baciato come ti ha baciato Ben.

Perché ogni volta che cerca di concentrarsi su Paxton, l’immagine di Ben prende il sopravvento? La sfumatura di blu intenso dei suoi occhi, il suo sorriso, il modo in cui si passa una mano sul collo quando è a disagio o l’espressione concentrata che fa mentre sta studiando, il suono confortante e rassicurante della sua voce…

C’è un ricordo che ha tentato di sopprimere negli ultimi giorni, una notte in cui si è risvegliata gridando dopo l’ennesimo incubo e Ben è venuto per assicurarsi che stesse bene.

Per assicurarsi che stessi bene. Sembra che gli riesca benissimo, a quell’idiota.

Ricorda ancora il modo in cui gli ha chiesto di restare con lei, e ricorda anche vagamente la sua mano muoversi alla cieca sotto le coperte alla ricerca di quella di Ben.

Ma era troppo stanca per rendersene conto, magari non l’ha neppure fatto e la sua mente come al solito sta galoppando più lontano dei suoi stessi pensieri.

Però in Devi è ancora impresso il ricordo di come si è sentita accanto a Ben quella notte, quando il suo corpo tremava di paura e di colpa per suo padre.

Si è sentita al sicuro, protetta, perfettamente a suo agio nonostante stesse condividendo un letto con quello che è da sempre stato il suo rivale.

In qualche modo stare con Ben le è sembrato giusto. Non ci sono altri modi in cui può spiegarlo, o altre parole che possano descrivere il modo in cui si è sentita accanto a lui.

È stato giusto come qualcosa che fa finalmente al suo posto. Una chiave che trova il suo lucchetto.

Quasi come se fosse successo un milione di altre volte, e dovesse ripetersi ancora e ancora.

È un’assurdità?

Forse.

O forse no?

Non può negare che tra lei e Ben ci sia un forte legame emotivo, per un mucchio di ragioni diverse.

E la consapevolezza di una verità inizia a farsi strada nel suo cervello, apparendole a chiare lettere in tutta la sua straordinaria quanto semplice evidenza. Non ha mai voluto una cosa del genere con Paxton, ovvero una connessione emotiva: lei voleva solo una distrazione, voleva semplicemente farci sesso e, nel più fortunato dei casi, anche essere la sua ragazza. Ma alla fine lui si sarebbe rivelato per davvero la scelta giusta?

Paxton era stato gentile con lei, non si può dire il contrario. Ma adesso non le dà più quella sensazione di bruciante entusiasmo che la invadeva anche al solo sentire il suo nome.

La Devi di alcune settimane prima sarebbe stata in brodo di giuggiole alla prospettiva di avere finalmente un’occasione con Paxton…

Mentre adesso l’unica cosa a cui riesce a pensare è l’espressione sul volto di Ben quella notte quando gli ha chiesto di restare, alla sua voce che in pochissimo tempo è riuscita a calmarla e a distrarla dall’incubo ancora vivido su suo padre, al calore del suo corpo sotto le coperte, la sua presenza tangibile in ogni centimetro del letto. 

A queste immagini, si aggiungono quelle che ritraggono Ben a Malibu, all’espressione sul suo viso quando Devi si è sporta per baciarlo, alla limpidezza dei suoi splendidi occhi azzurri, alle labbra che si sono curvate appena in un sorriso prima di incontrare nuovamente quelle di lei, alla sensazione della sua mano a reggerle la testa e le dita immerse fra i suoi capelli. Ed eccola lì, la familiare sensazione di farfalle nello stomaco che un tempo avrebbe associato a Paxton. Solo che questa volta è diverso, c’è qualcos’altro che conferisce a questa sensazione un colore ed una profondità nuovi…

E pensare al suo bacio con Ben non è come pensare a quello che lei e Paxton si sono scambiati, e che utilizzava come scusa per impedire alla sua mente di far riaffiorare il doloroso ricordo della lite fra lei e sua madre la notte in cui suo padre è morto. Invece, pensare a Ben le risulta così naturale e spontaneo da darle l’impressione che il suo cervello agisca in maniera del tutto autonoma, come se stesse percorrendo una strada su cui prima o poi si sarebbe comunque imbattuta.

Ma non può permettersi di pensare a Ben adesso, quando la separano solo due ore di distanza dal suo appuntamento con Paxton.

Meglio concentrarsi sull’outfit e sul make-up adatti: opta per un abito con il fondo blu dalla fantasia floreale e con una gonna svolazzante lunga fino al ginocchio, che si abbina perfettamente ad un paio di scarpe da ginnastica chiare (non è un appuntamento galante, per cui può anche scegliere di non risultare troppo impegnativa scegliendo un paio di tacchi, se poi c’è persino il rischio che inciampi). Il trucco che sceglie di applicare sul viso non è niente di troppo elaborato, ma è comunque in grado di risaltare i suoi punti di forza attraverso un lieve strato di illuminante sugli zigomi, una generosa dose di mascara che le allunga le ciglia e un rossetto chiaro con sopra un sottile strato di lipgloss.

Fortuna che sua madre non ci sia stasera, visto che l’ultima volta ha fatto una sfuriata colossale a Paxton dopo che lui aveva accidentalmente rivelato del loro bacio nella sua auto.

Quel ragazzo non ha assolutamente idea di quanto siano rigide e severe le mamme indiane… malgrado però sia stato anche ingiusto da parte sua non rivolgerle la parola per giorni. In fondo, non è stata certo colpa di Devi se sua madre ha questa ferrea regola per la quale non ha ancora l’età per uscire con un ragazzo (e probabilmente Nalini rimarrà di questo avviso persino quando la figlia avrà venticinque anni, come minimo). E il fatto che Paxton l’abbia ignorata in quel modo, dopo l’episodio con sua madre, l’ha fatta sentire inutile. Impotente. Un disastro ambulante.

Non si può dire che Paxton non l’abbia fatta soffrire, e anche parecchio.

Insomma, è contenta di uscire finalmente con lui… ma non può nascondere che la sua percezione di Paxton sia cambiata in maniera considerevole negli ultimi giorni.
 

È strano.

Devi ha immaginato questo momento così tante volte nella sua testa da non sapere più cosa aspettarsi. Ovviamente è piuttosto agitata, nervosa a dire la verità. Ma una familiare sensazione di farfalle nello stomaco la prende in pieno non appena vede Paxton attenderla vicino alla sua auto parcheggiata a pochi metri di distanza dal vialetto di casa sua.

Dopo aver salutato velocemente Kamala ed essersi chiusa la porta alle spalle, cerca di ricordarsi come si fa a camminare mentre va incontro a Paxton.

“Ehi” lo saluta, stringendo maggiormente la tracolla della borsa appesa alla spalla, sentendosi avvampare dalla punta dei capelli fino alle ginocchia scoperte mentre gli occhi di Paxton indugiano su di lei, l’ombra di un sorriso gli curva le labbra.

“Wow” dice, annuendo piano, “Sei davvero uno schianto”

Il cuore di Devi fa una capriola, e proprio non ce la fa a trattenere un sorriso: la sensazione di farfalle nello stomaco aumenta considerevolmente e, mentre Paxton le apre la portiera dell’auto per farla salire, ecco che per istante pensa che questo debba per forza essere un buon segno.

Significa che Paxton mi piace ancora.

Ed è esattamente la conferma di cui ha avuto bisogno negli ultimi quattro giorni.

Ha una grandissima voglia di ridere in questo momento.

È stata davvero una mossa stupida da parte sua temporeggiare con Paxton, quando è ancora in grado di farla sentire così…

Eccitata? Euforica? Di sicuro entrambe le cose.

Non c’è nessuna ragione di pensare di essere confusa per via di Ben e del loro bacio a Malibu.

Anche se quel ricordo è ancora impresso in lei, non è forte al punto da distrarla durante il suo appuntamento con Paxton.

Non c’è nessuna ragione di pensare a Ben.

Non c’è nessuna ragione di pensare al suo sorriso, ai suoi occhi così blu, alla sua ostinazione nel volerla portare lui stesso a Malibu e al suo nervosismo quando ha guidato in autostrada, o al modo in cui l’ha guardata quando lei è tornata in macchina da lui.

Hai aspettato.

Sì, io… volevo solo essere sicuro… che stessi bene

“Dove vorresti andare?”

“Oh, ehm…” Devi si raddrizza sul sedile, sbattendo le palpebre vigorosamente per scacciare dalla mente l’immagine di Ben.

Concentrati, Devi. Sei ad un appuntamento con Paxton. Non fare casini.

“Puoi portarmi dove vuoi” dice con una scrollata di spalle, nel suo miglior tentativo di apparire rilassata e disinvolta. Cavolo, perché non ce la fa a rilassarsi quando è insieme a lui?

“Scusa se non ho parcheggiato più vicino a casa tua, quando sono arrivato” le dice improvvisamente, “Sai, non sapevo se avrei dato fastidio a tua madre, visto come è andata a finire l’ultima volta che l’ho vista…” conclude con una mezza risata.

“Oh, no” ride Devi, “Tranquillo, mia madre lavora fino a tardi stasera. Non c’era rischio che ti beccasse”

“Ottimo” annuisce lui, sorridendo.

Alla fine, considerato che le alternative sono piuttosto scarse, Paxton parcheggia l’auto di fronte ad un fastfood a pochi isolati dalla scuola.

E a Devi non dispiace assolutamente stare lì con lui, a mangiare hamburger e patatine… a parte per il fatto di non riuscire a sciogliere i nervi neanche in quel frangente. Non che debba utilizzare forchetta e coltello per mangiare il suo panino, ma la prospettiva si fa allettante se questo fosse un modo per evitare di farsi vedere da Paxton mentre addenta il suo hamburger macchiandosi la bocca di salsa. Per tutto il tempo si impone di trattenersi e mangiare a piccoli morsi.

Per i primi minuti non si dicono quasi nulla, a parte qualche frase di circostanza come carino questo posto oppure questi tavoli sono così puliti e tirati a lucido…

Seriamente, Devi pensa che se ci saranno altre occasioni di uscire con Paxton in futuro, dovrà provvedere a scrivere su un foglio un elenco di argomenti di conversazione accettabili, prendendo spunto da Sheldon Cooper in The Big Bang Theory.

“Allora, come sta Rebecca?” domanda, pulendosi la bocca con il tovagliolo, mentre la fame inizia già a passarle.

“E’ okay” risponde Paxton, sorseggiando la sua bibita e addentando una patatina, “Credo che a breve dovrà fare un altro servizio fotografico” le rivolge un piccolo sorriso, “Penso che potrebbe avere di nuovo bisogno di te”

“Dille che può chiamarmi quando vuole” ribatte Devi, avvertendo finalmente la tensione allentarsi. Parlare di Rebecca è praticamente un semaforo verde a tutti gli effetti, visto che è praticamente l’unico argomento di conversazione possibile fra loro.

No, non deve pensarla così.

Lei e Paxton si conoscono appena. In fondo ci sta che non abbiano la minima idea di cosa parlare. Sì, è vero che non hanno quasi niente in comune (per non dire assolutamente nulla). Però uscire con lui è comunque un’occasione per conoscerlo come persona, visto che l’unica cosa che Devi sa con certezza di lui è che è il ragazzo più sexy di tutta South California. E praticamente non sa nient’altro di lui. E una parte di lei inizia a sentirsi in colpa nel pensare che l’unico modo in cui ha considerato Paxton è stato per il suo aspetto fisico.

Non che ci fosse niente di male nel sentirsi attratte dal ragazzo più fico della scuola e forse anche di tutta la zona. Ma che può dire Devi di Paxton come persona?

Non ha mai parlato di Paxton in un modo che non fosse principalmente incentrato sul suo fisico perfetto, gli addominali scolpiti e la mascella cesellata…

Devi, non distrarti.

E a parte quelle cose, cos’è Paxton per lei?

Le piacerebbe ancora se non fosse così figo e se non le facesse venire costantemente voglia di vederlo senza maglietta?

Non dire idiozie, certo che ti piacerebbe. Ti piace da un secolo, non rovinare tutto.

Per un secondo si lascia andare al pensiero di come sarebbe un ipotetico appuntamento con Ben.

Poi si ricorda di essere lì con Paxton e cerca di mostrarsi divertita, quando in realtà nel profondo sa di non starsi divertendo affatto.

Il resto della serata procede piuttosto bene: Paxton è gentile con lei, anche se ogni tanto le sembra distaccato e confuso quando lei fa delle battute che risultano prive di senso.

Quello che Devi sta detestando maggiormente è il modo in cui lei si sta atteggiando: sa che c’è qualcosa che non va, se lo sente nella pancia…

Proprio non riesce a capire cosa le sta succedendo: Paxton è sempre lo stesso, attraente, un po’ tenebroso ma comunque gentile. C’è qualcosa di diverso in lei, nel modo in cui la fa sentire.

O per meglio dire, nel modo in cui non ti fa sentire. Non più, da Malibu…

Devi cerca di spegnere il cervello, spegnere ogni pensiero che possa metterla ulteriormente in agitazione proprio durante quello che dovrebbe essere il suo maggiore momento di gloria: la sua serata con Paxton Hall-Yoshida, il ragazzo più figo della scuola.

Non può tormentarsi internamente per delle semplici supposizioni mentali che rischiano di farle mandare a monte la serata.

Ma ecco che si potrebbe avere un momento di svolta.

Succede quando si fermano e Paxton si mette di fronte a lei, la fissa negli occhi con un piccolo sorriso. Devi ha perso il conto delle volte in cui ha immaginato questo momento, il momento perfetto. Quello raccontato fino alla nausea da film, libri e serie tv di ogni genere.

Quel momento che potrebbe cambiare ogni cosa, ribaltando la situazione e confermare così una volta per tutte che niente è cambiato rispetto a prima, che Paxton Hall-Yoshida le piace ancora.

Che le piace forse anche più di prima.

Giusto?

“Allora, ehm…” comincia lui, le mani nelle tasche e le labbra incurvate in quell’attraente sorriso che sembra scolpito sul suo viso assurdamente perfetto, “Ti stai divertendo?”

“Sì” mente Devi, il cuore che accelera i battiti per il fatto che sono distanti a pochi centimetri l’uno dall’altra, “E’ stata davvero una bella serata, grazie”

“Figurati” si stringe nelle spalle, alternando lo sguardo da terra al viso di Devi, “A proposito...ehm, volevo dirti che mi dispiace per la storia di tua madre e il resto” dice, passandosi una mano fra i capelli, “Non avevo capito che a tua madre non andasse a genio che tu esca con qualcuno”

Devi scrolla le spalle: “Tipico delle mamme indiane, ma per fortuna sono abbastanza ribelle da non prestare ascolto a quello che dice” una fitta di senso di colpa l’attraversa, e scuote il capo cercando di correggersi, “Voglio dire che, a differenza sua, penso di avere il diritto di uscire con chi voglio in quanto adolescente…”

Paxton annuisce, “Be’ è sembrata parecchio scioccata quando ha scoperto che ci siamo baciati”

“Per non dire, furiosa” aggiunge Devi, suscitando la risata bassa e roca di Paxton.

“Comunque, ad essere sincero ti ho baciato perché ho visto che eri sconvolta e volevo… non lo so, esserti di aiuto in qualche modo” confessa lui, a mezza voce.

Queste parole sono spiazzanti per Devi. Non che si aspettasse chissà quale dichiarazione da parte di Paxton (ha fantasticato troppo sulla questione), però fa un certo effetto sentirselo dire ad alta voce.

“Be’…” comincia, schiarendosi la voce e senza sapere bene cosa dire in proposito, “In ogni caso è stato bello” dice, ed è la verità. Il bacio che lei e Paxton si sono scambiati è stato bello, anche se nulla in confronto a quello con Ben a Malibu.

Smettila di pensare a Malibu e a Ben. Adesso sei con Paxton. Concentrati su Paxton.

“Magari” dice Paxton, avvicinandosi sempre di più a Devi, “Se sei d’accordo, potremmo fare un altro tentativo” conclude, con un tono di voce talmente basso da metterle i brividi e aumentare i battiti del suo cuore.

Devi inghiotte a vuoto, la bocca di colpo secca e ringraziando mentalmente di aver masticato una mentina all’uscita del fast-food: “Per me va bene” gracchia, avvertendo già le gambe molli e la vista annebbiarsi mentre il viso di Paxton si abbassa verso il suo.

È talmente vicino che riesce a vedergli con chiarezza le fossette sulle guance, e ha il tempo di abbassare appena le palpebre prima di avvertire il contatto caldo delle labbra di Paxton sulle sue.

Sta baciando Paxton. Devi sta vedendo materializzarsi di fronte ai suoi occhi il sogno che da mesi ha accompagnato la sua mente, il suo più grande desiderio si è finalmente realizzato.

Ma allora…?

Allora perché ha la sensazione che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in tutto questo?

Perché non sente niente, nessuna sensazione di farfalle nello stomaco, nessun fuoco d’artificio arcobaleno o pioggia di stelle cadenti?

Incredibile. Sta baciando Paxton Hall-Yoshida, e non sente assolutamente niente.

Niente, a parte un vuoto sordo alla bocca dello stomaco unito ad una sensazione di profonda amarezza che si sparge a poco a poco per tutto il suo corpo.

Cerca di concentrarsi per scavare dentro di sé e trovare così qualcosa a cui aggrapparsi, anche un pensiero minimo che possa farle scattare dentro quel fuoco che Paxton riusciva ad accenderle solo alcune settimane prima quando l’ha baciata per la prima volta nella sua auto.

Ma non riesce a trovare niente. A parte il ricordo delle labbra di Ben sulle sue, e il desiderio bruciante di rivivere quella sensazione ancora una volta.

Quando Paxton si stacca da lei, le loro labbra si separano con uno schiocco che risuona nell’aria frizzante. Devi apre gli occhi di scatto.

“Tutto okay?” la voce di Paxton la riporta al presente, e Devi azzarda un’occhiata nella sua direzione: il suo sguardo su di lei è strano, quasi confuso.

Deve avercelo scritto in faccia che quel bacio non le ha dato nessuna emozione.

Diamine, è la seconda volta che bacia Paxton Hall-Yoshida e questo è il risultato. Un vuoto cosmico.

“Sì” balbetta Devi, senza però conoscere davvero la risposta per la prima volta nella sua carriera scolastica e accademica in generale.


 


 


 


 

 

   
 
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