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Autore: alexptt    26/11/2020    2 recensioni
Quattro potenti maghi, fra loro sconosciuti, si uniscono per il fine comune di proteggere il futuro della loro stirpe dai babbani, durante il periodo della caccia alle streghe. Nasce cosí la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, un luogo di rifugio e di apprendimento per giovani maghi e streghe. Le storie dei giovani fondatori si intrecciano a quelle dei primissimi studenti della scuola. Amori, intrighi e discordie porteranno ad una frattura, che cambierà inevitabilmente il destino di tutto il mondo magico.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Godric Grifondoro, Priscilla Corvonero, Salazar Serpeverde, Tosca Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Spesso di notte Rowena non riusciva a prendere sonno e finiva per vagare all’interno della scuola come un fantasma inquieto. Una delle mete che prediligeva era la vecchia torre di osservazione che si trovava nell’ala nord. Sentirsi così vicina alle stelle le trasmetteva una strana sensazione. Si rendeva conto di essere cosi piccola in confronto al cielo e tutto quello che esso nascondeva. Aveva letto di agglomerati di stelle chiamati costellazioni e di una cosa chiamata galassia, ma per quanto leggesse (e aveva letto davvero molto al riguardo), sapeva che non avrebbe mai potuto conoscere davvero a fondo ció che si stagliava ogni notte sopra la sua testa. 

Salì con passo leggero la scala a chiocciola della torre ed entró nel piccolo abitacolo dell’ ultimissimo piano. La luca della luna, che filtrava dalle tre finestre della stanza , illuminava un vecchio tavolo con diversi carteggi, papiri antichi e mappe astronomiche , abbandonati lì da chi un tempo abitava il castello. Un giorno Rowena li avrebbe studiati, compresi, e integrati. Si diresse verso la finestra alla sua destra e quando fu abbastanza vicina notó qualcosa muoversi nella penombra. Non qualcosa, capì poco dopo, bensí qualcuno. I capelli biondissimi e gli occhi gelidi quasi brillavano di luce riflessa, illuminati dalla luce della luna. Un ragazzo se ne stava seduto sul davanzale. Quando si accorse della presenza di Rowena giró la testa di scatto e si fissarono per un istante. Ognuno dei due sembrava aver interrotto un momento intimo dell’altro. 

“Salazar, che cosa ci fai qui?”

“Hai ragione, questa è la tua ala del castello, me ne vado” fece per scendere la davanzale.

“No...no... resta pure. Gli spazi comuni sono di tutti, è solo che non mi aspettavo di trovarti qui”

“Non è la prima volta in verità e suppongo neanche per te. Questa torre ha un certo fascino, qualcosa che ti attira a sé” disse, poi si rivolse di nuovo a guardare il cielo terso, cosparso da una miriade di puntini bianchi. “Mi piace venire quassù quando posso osservare la costellazione del serpente”.

Rowena ne aveva già sentito parlare, o meglio, l’aveva letto da qualche parte, poi ricordó “Quella scoperta da Tolomeo che dicono sia quasi impossibile da vedere ad occhio nudo?”

“Se il Faraone l’ha vista, significa che è visibile”

“Non dovrebbe servire un...telescopio?”

“Non mi serve, ho una vista piuttosto...eccezionale” sorrise “Se vuoi provo a mostrartela”. Era sincero, si era offerto davvero di farlo, per pura gentilezza. Rowena si chiese se ci fosse altro sotto. Si sedette vicino a lui ; i loro corpi si toccavano, il davanzale non era abbastanza ampio per ospitarli entrambi. Salazar inizió la sua spiegazione, indicando con le dita ció che voleva mostrarle e lei lo seguiva curiosa con lo sguardo. “È una costellazione divisa in due parti, è l’unica ad esserlo. Quella che vedi più in alto è la testa del serpente, più in basso puoi vederne la coda. La prima stella della testa, la più luminosa, si chiama Unukalhai. Mentre l’ultima stella della coda si chiama Tetha Serpentis, meglio nota con il nome di Alya”. Rowena era incantata, doveva ammettere con una punta di amarezza di non saperne poi così tanto quanto credeva in fatto di corpi celesti.

“Dovresti insegnare anche astronomia, sai?”

“Non credo rientri fra le competenze necessarie di un mago, quella di conoscere il cielo. È una passione personale, direi”. Rowena trovó affascinante il modo in cui , quando si trovava nel suo “ambiente”, Salazar cambiasse completamente modi di fare e smettesse di essere arrogante e sempre sulla difensiva. 

“Potresti insegnare a me, peró”

“Insegnare qualcosa..a te? La donna più sapiente e saggia dell’Occidente?”

“Parte della saggezza risiede anche nel conoscere i propri limiti e nell’ammettere che c’é sempre qualcosa che ci sfugge. Qualcosa di nuovo da poter imparare, da tutte le situazioni e  da tutti coloro che si incontrino anche per caso”

Fu lei a sorridere adesso, sicura di avergli impartito un’importante lezione.

“Credo che dovremmo avvicinarci di più al cielo, se davvero vuoi imparare”

“Piú vicini di così? Sai per caso come si vola?”scherzò lei, ma lui sembrava terribilmente serio.

“In realtà si. Quando compiamo l’incantesimo di levitazione facciamo volare gli oggetti. Se siamo in grado di controllare tale incantesimo, potremmo sfruttare gli oggetti per trasportare anche noi stessi in aria”

“Come quei tappeti volanti di cui si racconta nelle storie del lontano oriente?”

“Penso di si... ma io opterei per qualcosa di più maneggevole e controllabile di un tappeto”. Rowena lo vide sorridere nella penombra e scomparire in un angolo buio della torre. Ne riemerse con due vecchie scope. 

“Come credi che io possa salire lì sopra? É terribilmente pericoloso”

“In effetti lo è, per chi ha trascorso tutta la sua vita  chiusa in una biblioteca”. Non lo disse con acidità o arroganza, ma con una lieve ironia...quasi dolce, che gli inclinò gli angoli della bocca in un sorriso appena accennato. 

Le fece vedere come issarsi a cavalcioni della vecchi scopa, poi lanció un incantesimo non verbale di levitazione e i loro piedi si staccarono da terra. A seconda di come muovevano il manico la scopa sembrava obbedire ai loro comandi e si muoveva nella direzione scelta. Sembró davvero facile e Rowena cercò in ogni modo  di non guardare giù. Salazar le mostró il grande e il piccolo carro, le spiegó che esistono vari tipi di stelle e che fanno tutte parte di un gruppo più grande chiamato Galassia. Ad un certo punto si fermarono, alla stessa altezza. Delle nuvole scure si erano formate sotto di loro così che non vedevano più la Terra dall’alto. Sopra e tutto intorno ai due maghi c’erano solo stelle, ovunque si girassero c’erano solo il cielo nero, la luna e le stelle. Rimasero a fissarsi per istanti che parvero un’eternità. Salazar osservava i lunghi capelli corvini della donna, che avevano lo stesso colore del cielo, neri come pece. La sua pelle diafana emanava quasi un bagliore sottile. Pensó che sembrasse più giovane di quando l’aveva conosciuta, ma forse adesso dimostrava davvero la sua età e tutta la sua vera bellezza. La vita che conduceva l’aveva resa più vecchia e visibilmente provata, ma da quando era ad Hogwarts i suoi lineamenti si erano distesi. 

“Torniamo giù, potrebbe iniziare a piovere” disse lei ad un tratto, risvegliandolo da quella contemplazione.

Una volta tornati nella torre, l’umore di Salazar era cambiato ,così anche il tempo fuori dalla finestra. Aveva iniziato a piovere.

“Che ti prende?”. La donna se ne era accorta, percepiva una certa tensione intorno a loro. Le sarebbe piaciuto tornare lassù, dove tutti i problemi che li legavano alla terra sembravano tanto lontani da dissolversi nel niente. Salazar rispose senza guardarla negli occhi, anzi dandole le spalle improvvisamente: “Io e mia sorella lo facevamo spesso... questo. Prendevamo le scope di nostra zia di nascosto e facevamo il giro del cielo sopra il villaggio...” al pensiero quasi sorrise, un’espressione amara. Rowena gli si avvicinò e prese la mano di lui nella sua. Il ragazzo ci fece caso, ma non si sottrasse alla presa.

“Mi dispiace tanto, davvero. Ricorda Eva e tutto quel che di buono ha portato nella tua vita. Grazie al suo sacrificio adesso Hogwarts esiste e chissà quanti giovani maghi aiuteremo. Lo so che è difficile sforzarsi di pensare al prossimo quando siamo noi stessi a soffrire, ma non puoi restare ancorato per sempre al passato. Voglio farti una promessa. Un giorno vendicherai la morte di tua sorella, perchè ti meriti questa soddisfazione. E io ti aiuterò a farlo. Non mi importa cosa dirà Gryffindor, tutti meritano di sentirsi felici. Se credi che troverai felicità nella vendetta, l’avrai”

“Posso farlo da solo, senza coinvolgerti. Ma se avrò bisogno di aiuto ti chiamerò. Ti ringrazio di essere dalla mia parte, Rowena. Nessuno lo é mai stato a parte...lei. E non capisco perchè fai tutto quest...” non fece in tempo a finire la frase che Rowena lo attirò a sé posando le sue labbra su quelle di lui. Poi quel bacio delicato si trasformò in qualcosa di più intenso. Le mani di lui affondavano fra i capelli di lei, i corpi si fondevano fra di loro sprigionando una forza del tutto nuova per entrambi. Quando si separarono, fuori si iniziavano a vedere le prime luci dorate dell’alba.

Quello era solo l’inizio... l’inizio della fine.

   
 
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