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Autore: Jigokuko    27/11/2020    1 recensioni
Storia ambientata trent'anni dopo la fine dell'anime, che vede come protagonisti gli eredi dei precedenti predestinati.
-
Un drago, una duellante misteriosa ed una canzone che stordisce chiunque l'ascolti.
Cosa sta succedendo a Nuova Domino? Toccherà a quattro ragazzi ed un pappagallo venire a capo del mistero e scoprire se Stelle Cadenti può essere considerata un'alleata od un temibile nemico.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Altri, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: Kidfic | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Livello 15

Posso fidarmi?
 

Atto Terzo

 

Tornato ad Akralm, continuava a pensarci ed a ripensarci, finendo solo per ribollire di rabbia. Non era da lui.
Si portó le mani tra i capelli biondi, scompigliandoli un poco, mentre socchiudeva gli occhi a causa della fastidiosa luce del lampadario.
C'era così tanto silenzio...
Il lato sinistro del letto era vuoto ormai da tre giorni, non era più abituato a non avere Ryoko tra i piedi.
Ma, più pensava a lei, più si arrabbiava. L'aveva contagiato, in quel mese?!
Si rannicchiò portandosi le gambe al petto e sospirando. Le coperte non bastavano a riscaldarlo, quella mattina faceva estremamente freddo per essere uno dei primi di giugno.
Durante quelle assurde giornate era successo di tutto: incidenti semimortali, fughe dall'ospedale, serate cinema finite male, rapine, case stregate, illusioni, teletrasporto... perdite di amici.
Akito era sempre stato uno dei suoi migliori amici, fin da bambino, uno dei pochi a non averlo avvicinato solo per le sue origini. Ma allora perchè lo aveva tradito all'improvviso, dando in pasto Ryoko a quei ladri e quel ragazzino viziato?!
A lui interessava parecchio la pazza, glielo leggeva negli occhi quando i due erano assieme, eppure aveva fatto quella stupidaggine. Non comprendeva nemmeno perchè la diretta interessata non ne fosse così sconvolta.
Cosa stava succedendo a tutti...?
Si alzò di colpo dal letto, ignorando i giramenti di testa provocati dal movimento brusco. Non riusciva a non pensare a quella situazione assurda, perciò prese una decisione: ci avrebbe parlato di persona e lo avrebbe fracassato di bo-- a che stava pensando?! I due fratelli psichici lo stavano influenzando fin troppo.

Suonò il campanello un paio di volte, attendendo con le braccia incrociate e l'espressione più minacciosa che era riuscito a fare. Essa svanì all'istante quando la porta si aprì: sull'uscio vi era una donna abbastanza giovane, i capelli castani le ricadevano sulle spalle e gli occhi nocciola lo osservavano, mentre un sorriso era spuntato sulle labbra fini. Un particolare difficile da non notare era la sedia a rotelle su cui stava seduta.
-Ciao, Håkan. Che ci fai qui?-
-Ah... buongiorno signora Inoue. Cercavo Akito.-
-Mio figlio arriverà a breve, accomodati intanto!- la donna gli regalò un altro dolce sorriso.
Il biondo non se lo fece ripetere due volte e la seguì all'interno dell'appartamento: come sempre, esso era in condizioni fatiscenti, con i muri impregnati di muffa e l'intonaco che cadeva a pezzi. Da quando il padre del suo ormai ex amico era morto e la madre perse le gambe a seguito di un'operazione finita male, avevano costantemente arrancato per arrivare a fine mese. Akito aveva sempre lavorato sodo, ma davvero era arrivato a farsi comandare da quel ragazzino pur di ottenere qualche spicciolo in più? Voleva almeno saperne il motivo, prima di troncare definitivamente ogni rapporto con lui.
Quando l'interessato rientrò a casa, non fece nemmeno in tempo a stupirsi della presenza di Håkan che quest'ultimo lo trascinò nuovamente fuori dall'abitazione, inchiodandolo al muro. Era molto più alto di lui, gli sembrava di essere sovrastato da un gigante.
-C-che succede...?- domandò, cercando di capire perché fosse tanto arrabbiato.
-E me lo chiedi, idiota?-
-Certo che te lo chiedo, non lo so!
... che hai fatto all'occhio?- esso era ancora giallognolo per via del pugno preso.
-Per colpa tua, l'altro giorno i tuoi amiconi mi hanno distrutto casa e hanno quasi rapito Ryoko!- quasi urlò, la voce uscì dal suo esofago come un ruggito.
-Eh...?- Akito spalancò i suoi occhi azzurri, alla notizia.
-Non fare il finto tonto, o ti prendo a schiaffi! Tu hai portato un certo Hiroshi nel gruppo di Masashi Watanabe, no?-
Al castano mancò per un attimo il fiato. Come faceva Håkan a conoscere entrambi...?
-... Sì, ce l'ho portato io perché aveva bisogno di soldi, ma cosa c'entrate tu e Ryoko? Non capisco.-
-Il tuo amico ed altri due tizi hanno messo a soqquadro tutto il mio appartamento per rubare Drago Divino dello Specchio Primordiale e rapire Ryoko, o meglio, Stelle Cadenti.
E tu vuoi dirmi che non sai nulla di tutto questo?-
Nello sguardo del ragazzo aleggiava sempre di più la confusione, mentre all'altro ormai non importava di aver rivelato l'identità della duellante misteriosa.
-Tutto quel che so io è che a Masashi interessava molto Stelle Cadenti, ma ti giuro, non sapevo affatto volesse rapirla, né chi fosse in realtà! Io sono uscito dal suo gruppo da più di due mesi, ormai...-
Il più alto allentò la presa sulla sua camicia; lo conosceva da parecchio tempo e sapeva quanto gli fosse difficile mentire.
-E se mi avessero rivelato l'identità di Stelle Cadenti assieme ai loro piani, mi sarei schierato all'istante dalla vostra parte, ma per chi mi hai preso, Håkan?!- alzò la voce, ormai spazientito dalla situazione.
-Non avresti dovuto unirti al suo gruppo fin dall'inizio, né portarci quell'idiota del tuo amico. Ryoko lo ha sfigurato con una grattugia, quello.-
-Per prima cosa, Hiroshi non è mio amico, è solo un mio ex compagno di classe. Secondariamente, invece, io non ho mai fatto nulla di illegale per quel ragazzino, consegnavo solo pacchi, non so nemmeno cosa ci fosse all'interno!-
-Se non sai cosa trasporti, non devi accettare!-
-Lo sai meglio di me che non ho nemmeno un soldo in tasca e la mia famiglia è disastrata; casa mia sta cadendo a pezzi, mia madre sta sempre peggio e sono l'unico capace di lavorare e assicurarci almeno un pasto al giorno. Non me ne frega proprio un cazzo di quello che mi faceva trasportare un quindicenne in giro per la città, non tutti si fanno il bagno nei soldi come te e lui!- il castano ansimava dopo aver detto quelle parole totalmente fuori dal suo personaggio; era sempre così calmo e gentile... Håkan non credeva nemmeno potesse esplodere a tal punto, od anche solo provare un minimo di rabbia.
-... Perchè non hai chiesto a me? Avrei potuto aiutarti.-
-Non ho intenzione di chiederti l'elemosina solo perchè sei mio amico, i soldi voglio guadagnarmeli per conto mio ed essere orgoglioso di aver fatto tutto da solo. Mio padre era un gran lavoratore, io non voglio essere da meno.-
Finalmente il biondo lo lasciò definitivamente, incrociando le braccia ed indietreggiando di qualche passo in modo da dargli nuovamente del respiro.
-Ma come facevi a non sapere dei giri criminali? Eppure quel bimbetto viene scortato da due energumeni, uno dei quali mi ha quasi accoltellato. Non è normale!-
-Sospettavo ci fosse qualcosa di strano, ma appunto ero solo un corriere e non mi andava troppo di immischiarmi, volevo evitare guai. Aspe-- accoltellato?!-
-Io e Ryoko, dopo che hanno rubato il suo drago, siamo andati nel loro covo, ma ci siamo dovuti dividere e mi avevano catturato. Poi il ragazzino ha minacciato di tagliarmi la gola se la pazza non lo avesse assecondato... inutile dire che si è beccato un pugno allo stomaco. Quel giorno abbiamo davvero rischiato la pelle, se non fosse stato per il teletrasporto di Krigsgaldr ora potrei non essere nemmeno qui a parlarti. Capisci perché mi sono arrabbiato?-
Akito non ci stava capendo più nulla. Accoltellamenti, teletrasporto... in cosa si era andato a cacciare il suo amico? Davvero quella ragazza portava così tanti guai?
-Fatico a credere a quello che mi dici, è assurdo. Ma capisco la tua rabbia se avete davvero rischiato la vita, quasi mi sento in colpa per aver portato Hiroshi nel gruppo e di averne fatto parte.-
-In realtà quel weeb è stato utilissimo. Grazie alla sua incompetenza Ryoko è riuscita a non farsi rapire ed abbiamo ottenuto un ostaggio.- quasi gli venne da ridere, a ripensare alla scena del ritrovamento in bagno. Anche l'amico rise.
-Ormai la conosco abbastanza bene da poter dire che è tipico di lei riuscire a cavarsela con poco, sfruttando le debolezze degli avversari. A proposito... come sta? È già tornata a Nuova Domino?-
Håkan annuì, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
-Sta meglio di me, è uscita da quella specie di casa stregata completamente illesa, io invece mi sono beccato un paio di pugni... per questo il mio occhio è nero. L'ho accompagnata a casa tre giorni fa, non vedeva l'ora di tornare da suo fratello.-
-Pensavo ti fermassi là un po' di più.-
-Perché lo dici?-
-... Non lo so, mi sembravate parecchio affiatati nonostante i continui litigi.-
-Ma che dici! Sono contento di essermene liberato, era una portatrice seriale di guai e casino.-
-Ah, davvero...?- ridacchiò, portandosi la mano davanti alla bocca. -A me sembrava molto divertente, invece. Anche suo fratello è come lei?-
-Nah, sono agli opposti, ma anche lui ha la passione per le risse.-
-Mi piacerebbe conoscerlo!-
-Penso ne avrai occasione tra non molto.-

***

Erano le sei di mattina, ancora il sole stentava a sorgere e la stanza era semibuia. Infatti, sullo schermo del Game Boy Color non vedeva quasi nulla della partita a Tetris che stava tentando di giocare, motivo per il quale continuava a perdere al secondo livello. Perlomeno, la colonna sonora ad 8-bit era così carina ed orecchiabile...
Nelle ultime due settimane passate a casa, aveva sempre faticato a prendere sonno, assalita da millemila pensieri diversi e quella mattina era successa la stessa cosa.
Per quanto riguarda suo fratello, invece, lo aveva trovato molto più sereno; spesso Artemis si fermava a dormire da loro e nel sonno l'abbracciava tutto il tempo, quando per la prima volta in due anni non lo aveva visto tremare in posizione fetale per tutta la notte si era estremamente stupita. Forse l'affetto di una persona esterna alla famiglia era ciò di cui aveva più bisogno... sperava davvero che quella ragazzina potesse aiutarlo a superare completamente il suo trauma ed a farlo tornare com'era prima dell'incidente.
-Grrr...- all'ennesima schermata con la scritta "try again" adornata da un cuoricino soffocò un'imprecazione, per evitare di svegliare i due nel letto accanto.
"È solo un gioco... prendila con filosofia." La profonda voce del drago si insinuò nelle sue orecchie, finendo solo per farla arrabbiare ulteriormente.
-Taci, Krigsgaldr. È estremamente difficile.- borbottò, cercando di mantenere un tono di voce il più basso possibile.
"Suvvia, quanto può essere complicato far incastrare quei blocchi?"
-Non lo è, ma questo coso non è retroilluminato e con il buio non vedo niente.-
"E allora smetti di giocare, dovresti dormire."
-Se avessi sonno lo starei già facendo.- gonfiò le guance, mentre lo schermo si riempiva ancora una volta di blocchi neri, dando successivamente spazio a quell'odiosa scritta con il cuoricino.
Stanca, si mise a sedere sul letto ed appoggiò la schiena al muro. Sia Yuichi che Artemis ancora dormivano profondamente, era davvero contenta di vedere suo fratello riposare tranquillamente, se lo meritava. Mentre si alzava per uscire dalla stanza, le scappò un sorriso; la ragazza che gli dormiva accanto era così piccola tra le sue braccia...
Scese le scale cercando di fare il meno rumore possibile, fino a quando non trovò Yusei seduto al tavolo della cucina.
-Ciao papà.- gli disse, appropriandosi della sedia di fronte a lui.
-Ciao tesoro, che ci fai già in piedi?-
-Non riuscivo a dormire e per non svegliare gli altri sono scesa...-
-Ho capito... visto che ormai sei sveglia, mi daresti una mano a sistemare la moto di Stelle Cadenti?-
-Certamente!-
Dopo una tazza di caffè, l'uomo portò la figlia in garage; parcheggiata in un angolo, lo scheletro di quella che una volta era la splendida duel runner bianco perla della misteriosa Stelle Cadenti.
-L'intera scocca è andata, come il filtro dell'aria e l'impianto elettrico, ho dovuto rifarlo totalmente da capo, era da tempo che non vedevo una duel runner così messa male.-
-Mi spiace di averla distrutta così, questa moto era il tuo capolavoro...-
-Ryoko, non devi dispiacerti, l'importante è che ora tu stia bene.- la ragazza annuì, salendo sul telaio.
-Prova ad accenderla.-
Inserito il duel disk, ciò che rimaneva della due ruote tremò tutto, il display iniziò a lampeggiare ed un rombo si propagò per tutta la stanza.
-Ma è sicuro accenderla così?-
-Non preoccuparti, dobbiamo solo provare il duel disk, non serve altro.- urlò Yusei, il rumore era davvero forte, ma a Ryoko il suono di quel motore piaceva da impazzire.
Un po' titubante, seguì le istruzioni del padre, iniziando a cliccare in sequenza alcuni tasti; il mazzo di carte iniziò a mescolarsi troppo velocemente ed esse finirono per volare via e spargersi per tutto il pavimento del garage.
-Dannazione, ancora non va bene.- l'uomo borbottò, armeggiando con il computer. Man mano che modificava elementi agli occhi della rossa indecifrabili, il suono del motore mutava, ad un certo punto era diventato assordante.
-Spegni, spegni!- le disse, agitando le braccia nel tentativo di attirare la sua attenzione.
Quando spense la moto, ci mise del tempo a riabituarsi al silenzio.
-Ma che hai fatto? Sembrava stesse per esplodere.-
-... infatti mancava poco.-
-Stavi per uccidermi?!- saltò giù dal veicolo, spalancando gli occhi.
-Tesoro, non potrei mai! Era tutto sotto controllo, tranquilla.- il tono di voce usato da Yusei era terribilmente calmo, quasi divertito. Ma il suo sorriso svanì alla vista del disastro che si era andato a creare a terra: carte ovunque e... una pozza d'olio appena formatasi sotto la duel runner.
La sua reazione fu mettersi le mani nei capelli, seguita da un profondo e scocciato sospiro.

Aprirono gli occhi nello stesso istante, trovandosi naso contro naso. Certo, quello avrebbe potuto essere un momento estremamente romantico se il motivo del loro risveglio all'unisono non fosse stato l'atroce rumore proveniente dal piano di sotto.
-Cosa succede? Un raid di motociclisti?!- chiese la ragazzina, allarmata.
L'altro si strofinò un occhio, per poi voltarsi a pancia in su.
-Probabilmente mio padre starà tentando di sistemare la duel runner che Ryoko ha distrutto nel suo incidente contro quel tizio... ci è alle prese ormai da un bel po'.-
-Ma che ore sono...? Non poteva farlo più tardi?- sbadigliò, mentre Yuichi prendeva la sveglia per controllare l'orario. In quel momento anche il rombo del motore finì.
-Le sette e mezza.-
-Le sette CHE?! È TARDISSIMO, DEVO ANDARE A SCUOLA!-
In fretta e furia lo scavalcò, recuperando i vestiti di ricambio dallo zaino.
-Oggi non era l'ultimo giorno? Non si farà nulla, puoi anche stare a casa.-
-Certo che no, c'è la festa di fine anno, non posso mica perdermela!- e corse fuori, dirigendosi in bagno per prepararsi. Il ragazzo si alzò molto più lentamente, uscì dalla stanza e scese le scale con calma, fino ad incontrare Ryoko che tornava dal garage.
-Avete fatto esplodere tutto?- chiese alla sorella.
-Papà mi ha quasi uccisa!- borbottò lei, gonfiando le guance. Il corvino sorrise.
-Ma dai, non lo farebbe mai!-
-Uh? Dov'è Artemis?-
-È scappata in bagno dicendo di essere in ritardo per la scuola, a quanto pare non vuole perdersi l'ultimo giorno.-
-Mh... capito. Beata lei, che se la gode!- affermò, stravaccandosi sul divano. -A noi non è andata troppo bene l'esperienza scolastica...-
-Hai ragione, se non fosse stato per certi soggetti probabilmente ora le avremmo finite entrambi, non credi?- rispose, sedendosi accanto a lei. -E tu avresti iniziato l'università l'anno prossimo!- continuò, con un tono di voce estremamente ironico.
-Piano con le supposizioni, non sfociamo troppo nella fantascienza. Io e i libri non siamo mai andati d'accordo, non sono mica te.-
-"È intelligente ma non si applica", ricordo questa frase detta da tutti i tuoi insegnanti dalle elementari fino alla fine dei tempi.-
-Che grandissima presa per il culo.- alzò le spalle, sfoggiando un sorriso di resa.
Il loro discorso terminò quando Artemis si palesò nuovamente con la divisa addosso e lo zaino sulle spalle.
-Yuyu... mi accompagni per favore? È già troppo tardi perché io ci vada a piedi.- gli mise le mani sulle spalle, implorandolo. Ryoko rise.
-Davvero vuoi farti portare in bici da lui, lento com'è? Faresti prima strisciando o a quattro zampe!-
-Hey, così mi offendi!- subentrò il diretto interessato, fingendosi arrabbiato, ma la rossa lo ignorò.
-Su, ti porto io in moto, così ti faccio provare la vera ebbrezza della velocità.-
-Davvero?!- sul volto della più giovane si palesò un sorrisone. -Grazie, Yoyo!-
-Yo...yo.- la guardò un po' storto a quel soprannome ridicolo, ma poi si alzò dal divano e la portò all'ex duel runner di Yuichi, prontamente modificata in modo non troppo legale dal padre, essa infatti era capace di partire anche in assenza del duel disk.
-Tieniti stretta.-
-Ricevuto.- rispose avvinghiandosi come una piovra.
-In modo meno molesto, magari.-
-Nah, sei così morbida...-
Ryoko sospirò, accendendola e partendo.
-Posso chiederti una cosa?-
-Mh...? Certo.-
-Credi che io piaccia davvero a tuo fratello, Yoyo?-
-Non l'ho mai visto fare così, con nessuna ragazza.-
-È... positivo?-
-Suvvia, è cotto di te!- la rossa ridacchiò; ormai aveva messo da parte la gelosia iniziale, Artemis si era dimostrata degna ai suoi occhi di stare con Yuichi. -Ti assicuro che non è il tipo di persona che si butta sulla prima capitatagli davanti, sennò avrebbe avuto già venti ex.-
-E... quante ne ha avute?-
-Nessuna.-
-... Oh.- la ragazza si stupì a quella risposta, non si aspettava affatto che qualcuno come lui non avesse mai avuto altre relazioni, si sentiva... fortunata, in un certo senso.
Ma mentre le due parlavano, la suoneria del cellulare di Artemis iniziò a squillare. Se Ryoko non avesse avuto le mani impegnate alla guida, si sarebbe tappata le orecchie; ancora Butterfly...
-Vuoi che mi fermi?-
-No, è tardi, richiamerò quando saremo arrivate.-

Cinque minuti dopo, la duel runner rossa fiammante si parcheggiò davanti al cancello della scuola.
-Ciao, Artemis! Come stai, piccola?- un tipo vestito tutto in pelle le si avvicinò con le mani in tasca e gli occhiali da sole sul naso. Ci stava palesemente provando, ma lei, letto sullo schermo rotto del cellulare il nome di suo padre tra le chiamate perse, lo ignorò completamente e gli telefonò.
-Hey, mi hai sentito? Tesoro?-
-Non vedi che è al telefono?- la motociclista si intromise, mettendosi tra loro.
-E tu chi sei, tettona? Levati.-
-Tettona a chi?!- quando lei si tolse il casco ed incontrò i suoi occhi blu carichi di rabbia, al tizio passò un brivido lungo tutta la schiena.
-A... a te.-
-Ripetilo!- non fece in tempo a mollargli un ceffone in piena faccia che lui scappò.
-Pft... liceali.- si voltò nuovamente verso la ragazzina, la quale era ancora al telefono.
-Sono davanti al cancello della scuola.-
-Ti vengo a prendere, devo spiegarti una cosa.-
-No, non preoccuparti! Mi ha portata Ryoko, tornerò con lei... cosa succede? Sembri preoccupato.-
-Non posso dirtelo adesso. Vieni qui.-
-... Va bene.- chiuse la chiamata, rivolgendosi all'amica.
-Ti dispiace se torno con te?- lei in risposta alzò le spalle e si rimise il casco, salendo.
-Scusa, ti ho fatto perdere tempo.-
-Non è colpa tua, Artemis.-
Tornate a casa, si trovarono di fronte a Crow, Yuichi, Yusei ed Aki, tutti seduti attorno al tavolo della cucina.
L'espressione dell'uomo dai capelli rossi non sembrava, era estremamente preoccupata e questo fece impaurire anche la figlia.
-Mi ha chiamato Ushio...-


Angolo autrice
Io che aggiorno questa storia in meno di dieci giorni? No, non state sognando!

Finalmente siamo entrati nel terzo atto e Håkan va a fare una capatina a casa del suo amico Akito... il quale alla fine non ha fatto nulla di male, avete tirato un sospiro di sollievo? :')
Ryoko che gioca a Tetris con il GBC mi ha riportata dritta dritta al 2015, quando al posto di seguire la lezione ci giocavo nascosta sotto al banco, alternandolo con il mitico Pokémon Rosso. Bei tempi, mi mancano tantissimo.
Ma, la mattina stessa, Crow si presenta allarmato a casa dei Fudo.
Preparatevi, perché il prossimo capitolo sarà un mindblow assurdo.

Con queste premesse vi lascio, ciao!

Jigokuko

 

   
 
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