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Autore: Severa Crouch    27/11/2020    10 recensioni
Peter Minus ha commesso molte scelte sbagliate, dettate dalla paura, cercando di seguire i consigli degli altri. Tutte, tranne una.
Questa storia è arrivata prima parimerito al Grey Redemption Contest di CatherineC94 sul Forum di EFP e si è aggiudicata il premio per il miglior personaggio grigio (ovviamente topo!)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peter Minus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Scelte sbagliate, meno una
Peter Minus
 
 
Bottiglie di Burrobirra e Firewhisky ricoprono il pavimento. Devi aver perso il conto di quante ne hai scolate, mescolate con quell’intruglio che Alecto porta da Nocturn Alley: veleno di Billywig e qualche altro ingrediente illegale per stordire la coscienza.
 
Hai una coscienza, Peter?
 
Nella tua testa è la voce di Sirius a farti la domanda. Nella penombra della stanza che ancora vedi appannata, riesci persino a immaginare il sopracciglio alzato e lo sguardo torvo che aveva il giorno in cui le vostre strade si sono separate, sotto la pioggia scrosciante di inizio novembre a Godric’s Hollow.
Non sarebbe più stato possibile tornare indietro.
Hai passato una vita ad esitare, terrorizzato dal fare una scelta, spaventato dall’idea di non saper gestire le conseguenze di ogni singolo passo che avresti compiuto senza una guida, con la paura di essere lasciato solo, di finire ucciso in quel mondo che vedevi diventare spietato al di là della tua portata.
 
“Potresti essere un topo, così Remus non potrebbe farti del male e potresti bloccare il Platano Picchiatore!”
 
Lo aveva suggerito James, quando gli avevi confessato di aver paura di scegliere l’animale. Ti sei lasciato guidare e sei diventato Codaliscia. È incredibile la capacità di sopravvivenza e di adattamento dei topi. Piano piano, ti sei sentito a tuo agio con quella natura così simile alla tua.
 
“Dovresti provarci con Mary, lo sai?”
 
Lo aveva detto Sirius, quasi sfidandoti, perché nessuno di voi riusciva a combinare niente con le ragazze e tu, come sempre, hai seguito il consiglio. Le hai scritto un biglietto “Ti va una Burrobirra?” e quando sei tornato in sala comune, hai visto la curiosità dipinta sul volto dei tuoi amici.
“Com’è andata?” aveva domandato Remus, decifrando l’indecisione sul tuo volto.
“Niente di fatto.”
È stata la prima menzogna che hai detto ai tuoi amici. Hai avuto paura di essere lasciato indietro, di essere visto in modo diverso. Hai letto il sollievo sul volto di James, lo scrollare delle spalle di Sirius, l’abbraccio di Remus che ti ha consolato: “Andrà meglio la prossima volta.”
Nel dormitorio, a lungo, hai ripensato ai baci di Mary e a quella prima volta così perfetta che sarebbe rimasta segreta.
Avresti mentito altre volte. Innumerevoli volte. Quando Mulciber ti minacciava, Piton ti avvicinava o quando Avery ti ha costretto ad assistere alla morte di Mary. Hai chiuso gli occhi, spaventato, e quelle parole ancora ti suonano nelle orecchie come la più terribile delle minacce: “Avada Kedavra!”
Ogni volta che ti vede, Alecto ti chiede perché non lasci perdere le Burrobirre e passi a qualcosa di più pesante. Come dirle che, ogni volta che ne versi una, vedi il colore dei capelli di Mary e ritorni in quell’aula vuota, piena solo delle vostre risate e degli occhi luminosi di Mary?
 
“Dovresti essere tu il Custode Segreto”
 
Lo ha detto Sirius e James ha annuito entusiasta. Un brivido di paura ti è sceso lungo la schiena ma non hai parlato. Hai avuto paura, di nuovo, e questo ti ha portato all’errore più grande, quello irreparabile, quello da cui non si torna indietro, quello che ogni sera cerchi di dimenticare con la Burrobirra, il Firewhisky e le droghe fino ad annebbiarti la mente, cancellare la paura, dimenticare gli errori.
 
“Mi vuoi uccidere, Codaliscia?”
 
È stata l’ultima scelta che hai compiuto: lasciare la presa della gola di Harry.
La mente si rischiara con quella consapevolezza. Adesso sai dove sei. In quel limbo, pieno di bottiglie di Burrobirra e ricordi della vita passata, ti domandi se quel gesto sia stato un errore o meno.
La voce di James, che non sai da dove arrivi, ti dice che l’unica volta in cui qualcuno non ti ha detto cosa fare, hai fatto la scelta giusta.
Forse, avresti dovuto decidere da te anche prima.
 
 
 


 
 
Note:
Questa storia partecipa al Grey Redemption Contest di CatherineC94 sul Forum di EFP. Dovevamo scegliere un personaggio grigio e ho deciso di mettermi alla prova con Peter Minus (a dirla tutta è un grigio che tende all’antracite per quanto è compromesso).
Ho scelto il pacchetto: Last Quarter che conteneva:
 «Non sono forse un uomo, fragile per natura e incline all'errore?» Il Monaco, Lewis
Elementi: Biglietto, Burrobirra, Avada Kedavra
La citazione non poteva essere utilizzata nei dialoghi e io ho deciso di usarla come struttura della storia, sottolineando le paure e le fragilità di Peter che l’hanno portato a commettere una serie di errori. Visto che il tema è la redenzione, ho cercato di spiegare in questa luce la scelta finale di Peter, quella che gli costerà la vita dimostrando che la risposta alla domanda iniziale è “Sì, ho una coscienza”. Il percorso di redenzione di Peter termina, inevitabilmente, con la morte e mi piace pensare che sia James a fargli prendere coscienza.
Ho provato a sperimentare con il narratore in seconda persona, spero nonostante l’astio che ci sia verso il personaggio di Peter, il lettore riesca a mettersi nei suoi panni.
Il fatto che Peter sia stato il primo a concludere qualcosa con una ragazza è uno dei miei headcanon che ho usato anche nella Sirius/Molly (sì, la mamma, non la figlia di Percy ahahah) che ho scritto qualche tempo fa “Se quell’estate noi due…” Su Peter ho anche un altro headcanon che lo immagina pronto a stordirsi in vario modo per convivere con il peso di ciò che ha fatto e sopportare la paura e il terrore e lo fa in compagnia di Alecto (ma non li shippo se non in termini di disadattati che si fanno compagnia).
   
 
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