Fanfic su artisti musicali > Slash, Myles Kennedy & The Conspirators
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Autore: Soul Mancini    27/11/2020    2 recensioni
[Scritta per il compleanno di Myles ♥
Può essere considerata una sorta di missing moment di "Ten friends, one big mess", ma è perfettamente leggibile come originale.]
Aprii lentamente le palpebre, la luce che inondava la stanza mi abbagliò. Le tempie mi pulsavano.
Dopo qualche istante misi a fuoco un volto familiare e sgranai gli occhi. “Myles?”
Il ragazzo stava seduto sul bracciolo del divano; ridacchiò e mi scrutò, una scintilla divertita nelle iridi azzurre. I capelli leggermente disordinati che gli piovevano intorno al volto gli conferivano un’aria sbarazzina e ancora più dolce. “Buongiorno!”
“Ma che cazzo…” biascicai, guardandomi attorno.
Dove cazzo mi trovavo?
“Sei a casa mia. Ieri sera hai alzato parecchio il gomito, così ti ho portato qui e ti sei addormentato sul mio divano. Ricordi?” [...]
Poi i suoi occhi si illuminarono e schioccò le dita. “Ho trovato un ottimo modo per farti stare meglio e riscaldarti un po’!”
Battei le palpebre. “Un’aspirina?”
Lui sorrise. “Se vuoi ho anche quella, ma intendevo qualcos’altro.”
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Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Myles Kennedy, Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tanti piccoli disastri, un'unica grande amicizia'
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Mylash
 
 
 
 
 
Aprii lentamente le palpebre, la luce che inondava la stanza mi abbagliò. Le tempie mi pulsavano.
Dopo qualche istante misi a fuoco un volto familiare e sgranai gli occhi. “Myles?”
Il ragazzo stava seduto sul bracciolo del divano; ridacchiò e mi scrutò, una scintilla divertita nelle iridi azzurre. I capelli leggermente disordinati che gli piovevano intorno al volto gli conferivano un’aria sbarazzina e ancora più dolce. “Buongiorno!”
“Ma che cazzo…” biascicai, guardandomi attorno.
Dove cazzo mi trovavo?
“Sei a casa mia. Ieri sera hai alzato parecchio il gomito, così ti ho portato qui e ti sei addormentato sul mio divano. Ricordi?”
Mi portai una mano tra i capelli, le dita si impigliarono tra le ciocche ricce e scompigliate. Sicuramente ero in condizioni pietose, mentre Myles era sempre così bello…
“Ero troppo ubriaco per potermelo ricordare, a quanto pare” affermai, per poi sbadigliare. “Che ore sono?”
“L’una e un quarto.”
“Cazzo.”
Myles ridacchiò e prese posto accanto a me.
“Che fottutissimo mal di testa… davvero ho bevuto così tanto?” bofonchiai. Mi sembrava di avere una guerra nucleare in testa, faticavo a tenere gli occhi aperti.
Un brivido mi investii all’improvviso, facendomi sussultare; mi strinsi le braccia al petto e le sfregai coi palmi. Solo allora mi accorsi che non c’era nessuna coperta nei dintorni: avevo trascorso tutta la notte con addosso soltanto un paio di miseri jeans e una maglia in cotone.
“Ehi, hai freddo?” mormorò Myles, sporgendosi appena verso di me per osservarmi meglio in volto. Potevo percepire il suo profumo e il suo calore sulla pelle, e tutto ciò mi stordiva più di quanto già non fossi.
“Beh…” biascicai, cercando di mettere in ordine i pensieri. Intanto continuavo a tremare, come se le folate di vento che sibilavano tramite la finestra chiusa stessero scuotendo anche me.
Senza aggiungere una parola, Myles si alzò e qualche istante dopo tornò con un plaid tra le braccia. Si sedette nuovamente accanto a me e me lo avvolse attorno alle spalle, poi mi scrutò con attenzione. “Va meglio?”
In realtà no, continuavo a essere scosso dai brividi. Abbandonai il capo contro lo schienale e socchiusi le palpebre.
Lui si accigliò, mi scostò alcune ciocche dalla fronte e vi posò con leggerezza la mano.
Mi sarei voluto godere quel momento di vicinanza col ragazzo dei miei sogni, non fosse che la sua pelle era ghiacciata. Scattai all’indietro e seppellii il viso nel plaid. “Ma sei scemo?”
Myles scoppiò a ridere di gusto. “Volevo solo capire se avevi la febbre.”
“Hai le mani congelate!”
“Già, hai ragione. Le ho sempre fredde da ottobre ad aprile” commentò, soffiandoci sopra con l’intento di scaldarle. “E adesso come faccio a capire se hai la febbre?”
Lo osservai. Poteva sempre posarmi le labbra sulla fronte come una madre amorevole…
Mi astenni dall’esprimere quel pensiero ad alta voce.
“Forse è meglio che vada a prendere il termometro…”
“Non ho la febbre, me ne accorgerei” obiettai, stringendomi meglio nella coperta.
“Ma stai tremando!”
“Normali sintomi post sbornia, mi succede sempre.”
Myles mise su un’adorabile smorfia scettica e piegò appena il capo di lato. Poi i suoi occhi si illuminarono e schioccò le dita. “Ho trovato un ottimo modo per farti stare meglio e riscaldarti un po’!”
Battei le palpebre. “Un’aspirina?”
Lui sorrise. “Se vuoi ho anche quella, ma intendevo qualcos’altro.”
“Cosa?”
Si alzò dal divano e scomparve dal mio campo visivo. “Aspettami qui!”
 
Storsi il naso quando Myles, dopo una decina di minuti, fece nuovamente il suo ingresso nel piccolo soggiorno con le dita affusolate strette attorno a una tazza fumante. Me ne pentii immediatamente quando posai lo sguardo sull’adorabile sorriso che gli increspava le labbra: qualsiasi cosa avesse preparato per me, l’aveva fatto con le migliori intenzioni.
Me lo sarei dovuto aspettare: la prima volta che ero stato a casa sua e mi aveva offerto qualcosa di caldo da bere, ci aveva impiegato almeno cinque minuti a elencare il suo vasto assortimento di tè, tisane e bevande calde di ogni genere.
“Eh no! Non osare lamentarti: questo lo devi bere tutto!” attaccò subito, notando la mia espressione. Prese posto sul divano e mi porse la tazza, che conteneva un liquido dall’odore non proprio invitante.
“Ma è l’una e mezza, a quest’ora si pranza!”
“Tu ti sei appena svegliato, quindi per te è colazione.”
“Cos’è questa roba?” indagai, mentre liberavo le braccia dal bozzolo di coperte in cui ero avvolto per poterla afferrare.
“Tè caldo con limone. Ma, siccome sono buono e so che ti piacciono le cose dolci, ci ho messo due cucchiaini di miele!” annunciò con soddisfazione.
Non potei fare a meno di sorridere. Il modo in cui sapeva sempre prendersi cura di chiunque, la sua attenzione per i dettagli, la sua gentilezza, erano qualcosa che mi scioglieva il cuore nel petto ogni volta che ci avevo a che fare.
Con la tazza tra le mani, lo fissai per diversi istanti negli occhi, senza trovare – come al solito – le giuste parole da dire; lui ricambiava con quell’immensa dolcezza che gli inondava le iridi celesti.
Lo amavo da morire.
Mi portai il recipiente in ceramica alle labbra e assaggiai il tè, trovandolo del tutto insignificante. Come diamine faceva Myles ad apprezzarlo così tanto?
Lui ridacchiò. “Hai una faccia…”
“Non potevi offrirmi una birra o qualcos’altro di forte per darmi una svegliata?”
Myles si imbronciò, ma i suoi occhi ridevano. “Sei pessimo! Sei in pieno hangover e vuoi già ubriacarti di nuovo!”
“Una birra, che sarà mai.”
“Ah, stai zitto e bevi: idratarti è la soluzione migliore per far passare gli effetti collaterali.”
Sbuffai e presi un altro sorso. “Ha un sapore orribile. E com’è che tu sei tanto esperto di post sbornia?”
Myles si strinse nelle spalle. “Pensi davvero che io non mi sia mai ubriacato?”
“Non si direbbe, con quel faccino innocente.”
Lui aggrottò le sopracciglia. “Occhio a quello che dici, ora che sei lucido e nuovamente in te non ti farò passare niente.”
Sgranai gli occhi. “Ho detto qualcosa di compromettente ieri notte?”
“No, niente di che. Parlavi solo di una certa Rose con cui sei stato a letto tempo addietro, e di quanto fosse brava in determinati giochetti a luci rosse…” ghignò.
Oh cazzo.
Non c’era niente di più umiliante che rivelare dettagli della mia vita erotica davanti al ragazzo di cui ero innamorato.
Per dissimulare l’imbarazzo, mi portai nuovamente la tazza davanti al viso e vi seppellii lo sguardo.
“Hai visto? Sapevo che avrebbe funzionato: hai smesso di tremare.”
Mi immobilizzai per un istante. “Ehi… è vero” dovetti ammettere. Ora sentivo molto più caldo – non sapevo se per la coperta sulle spalle, la bevanda calda o la vicinanza di Myles.
Lui mi strizzò l’occhio e si lasciò andare contro la spalliera. “Dai retta al tuo amico!” Poi allungò una mano verso il mio viso e posò le dita, ora decisamente più calde, sulla mia fronte. “No, non hai la febbre.”
Desiderai tanto di rimanere così, pelle contro pelle, mentre il mio cuore e la mia anima andavano a fuoco per quel contatto così dolce ed elettrico.
E desiderai davvero trovare le parole per dirgli quanto tenessi a lui, quanto gli fossi grato per essere sempre così spontaneamente dolce e accogliente nei miei confronti; mi aveva ospitato a casa sua nonostante fossi ubriaco marcio e ora si stava prendendo cura di me come mai nessuno aveva fatto prima.
Desiderai davvero mettere insieme un discorso o trovare il giusto gesto per dimostrargli tutto ciò.
“Myles…”
“Sì?”
“Avresti dei biscotti per accompagnare questa brodaglia?”
 
 
 
 
♥ ♥ ♥
 
 
Prompt utilizzato per la challenge “Seasons Die One After Another”:
[Autunno] Tè caldo - Fluff / Brividi
 
Prompt utilizzati per la challenge “Just stop for a minute and smile”:
27. "Ero troppo ubriaco per potermelo ricordare."
45. "Ha un sapore orribile!"
 
 
AUGURI MYYYYYYLES *_________________*
Ma cioè, ora voi ditemi: questo pandoro di Myles compie gli anni, e secondo voi io potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di scrivere una Mylash, anche se tanto piccola e tanto cliché? MA CERTO CHE NO! E non potevo nemmeno evitare di scriverla dal pov Slash, che lo guarda con gli occhi dell’amore – e vabbè, diamogli pure ragione, è impossibile non innamorarsi di Myles :3
Questa piccola shot può essere considerata un missing moment della mia long “Ten friends, one big mess”; non fa riferimento a un episodio particolare, ma chi segue la storia sa che, soprattutto nel primo periodo in cui si sono conosciuti (che guarda caso era autunno), i due hanno condiviso insieme un sacco di cose, di serate, di uscite… erano davvero molto legati, e dunque non risulta così difficile immsginare che una scena del genere potesse accadere ^^
Il fatto che Myles sia così tanto appassionato di tisane e tè è un dettaglio di mia invenzione (anche se lo trovo piuttosto realistico XD), così come la passione di Slash per le cose dolci! In realtà, a parte il fatto che si conoscono e suonano assieme, è TUTTO una mia invenzione, anche se io sto cominciando a credere che Slash sia davvero innamorato di Myles…
E niente, forse è il caso che la smetta di sproloquiare XD mi scuso per questa storiellina così tanto banale e ANCORA TANTISSIMI AUGURI MYLES, continua a deliziarci con la tua meravigliosa voce e la tua dolcezza *__________*
Alla prossima!!! ♥
 
 
   
 
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