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Autore: alexptt    28/11/2020    2 recensioni
Quattro potenti maghi, fra loro sconosciuti, si uniscono per il fine comune di proteggere il futuro della loro stirpe dai babbani, durante il periodo della caccia alle streghe. Nasce cosí la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, un luogo di rifugio e di apprendimento per giovani maghi e streghe. Le storie dei giovani fondatori si intrecciano a quelle dei primissimi studenti della scuola. Amori, intrighi e discordie porteranno ad una frattura, che cambierà inevitabilmente il destino di tutto il mondo magico.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Godric Grifondoro, Priscilla Corvonero, Salazar Serpeverde, Tosca Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Helga guardava fuori dalla finestra la folla di ragazzini in attesa all’ingresso della scuola con i loro grossi bauli. Dalle loro espressioni si percepiva la tensione che provavano, probabilmente nessuno di loro si sarebbe aspettato di trovarsi lí quel giorno. 

Helga si diresse nella sala grande, dove avrebbero ricevuto i nuovi arrivati. 

Quando fece il suo ingresso, gli studenti erano già stati fatti entrare e accomodare lungo i quattro lunghissimi tavoli che occupavano l’ampio salone. Rowena aveva incantato il soffitto in modo che sembrasse dissolversi, cosí che sopra di loro non vi fosse più la pietra, ma soltanto il cielo. Era uno spettacolo incredibile e infatti i ragazzi se ne stavano perennemente col naso all’insù a contemplare quella straordinaria commistione di natura e magia.

La donna raggiunse velocemente il suo posto fra Godric e Salazar al tavolo dei professori, situato in posizione rialzata rispetto ai tavoli degli studenti.

Godric si alzò in piedi e tutti gli altri lo imitarono.

“Studenti, maghi e streghe...” esordí con voce piena e calda “Benvenuti ad Hogwarts, la prima scuola di magia e stregoneria del continente. Questo castello sarà la vostra casa per i prossimi anni, un luogo sicuro in cui potrete esprimere voi stessi e le vostre abilità magiche senza alcun timore. Niente di male potrà accadervi finchè resterete fra queste mura”. Aveva ottenuto la piena attenzione di tutti, così prosegui “Molto bene, adesso conoscerete i vostri professori, nonché direttori della scuola. Partendo dalla mia sinistra, vi presento lady Rowena Revenclaw, che condividerà con voi la sua sconfinata conoscenza del mondo magico e delle creature che lo popolano. La dama alla mia sinistra invece è  lady Helga Hufflepuff, la vostra giovane ma esperta insegnante di pozioni. Ed infine Salazar Slytherin, ovvero colui che vi introdurrà alla difesa contro le arti oscure. Per quel che riguarda me, mi presento, sono Godric Gryffindor...” a quelle parole un mormorio si levò dalla moltitudine degli studenti: Godric era un mago piuttosto famoso, il suo nome era noto ai più “...e vi insegnerò come si affronta e si vince un duello magico. Alla fine dei vostri anni ad Hogwarts sarete maghi completi, abili ed esperti. Consideratevi dei privilegiati, perchè sarete i primi della vostra stirpe a ricevere questo tipo di istruzione, educati da quattro potentissimi maghi. Adesso lascerò che Lady Revenclaw vi spieghi come funziona la procedura  di ammissione, poichè è stata lei stessa ad idearla....Prego”. Godric si sedette e così fecero tutti, studenti e insegnanti, tranne Rowena . La donna sorrise cordialmente, ispirò come per infondersi coraggio e poi parlò con la voce carica di emozione :”Quale onore per me, essere responsabile dell’educazione di cosí tanti giovani maghi e streghe. Sono certa che anche noi professori avremo moltissimo da imparare da voi. Adesso ragazzi, con ordine, verrete uno dopo l’altro difronte a noi e vi presenterete. Ognuno di voi sarà affidato alla tutela di uno di noi quattro, a seconda della vostra ...personalità e del carattere. L’assegnazione ad un professore vi fa entrare di diritto nel gruppo formato da tutti gli studenti tutelati dal medesimo professore. Abiterete le stanze dell’ala del castello in cui risiede il mago o la strega a cui sarete affidati.  Con il gruppo di appartenenza condividerete i dormitori ed una sala comune a vostra disposizione, nonché le attività extra. Per le lezioni regolari invece sarete divisi in gruppi misti a seconda dell’età.  È tutto chiaro? Bene coraggio, chi è il primo a farsi avanti?”. 

 

Dopo qualche attimo di esitazione, una coppia di ragazzini, un maschio e una femmina, si alzarono dalla panca e salirono difronte ai professori. Erano chiaramente fratello e sorella, tanta era la somiglianza fra i due: occhi e capelli nerissimi, pelle chiara, insolitamente alti per la loro età. Dopo un breve inchino la ragazza parlò con voce piuttosto decisa. “I nostri genitori e tutto il nobile casato dei Black vi ringraziano per questa grande opportunità. Io sono Alya e questo è mio fratello minore Antares”. 

Black...quel cognome ricordava a Rowena qualcosa, probabilmente un grande mago oscuro citato nei libri di storia era appartenuto a quella famiglia. Quel che peró suscitò un moto nell’animo di Rowena fu il nome della ragazza...Alya. Si sporse in avanti per guardare la reazione di Salazar, convinta che anche lui non fosse rimasto indifferente a quel nome. Lo vide accennare un sorriso e poi prendere la parola : ”Alya...il nome di una stella, davvero affascinante. Anche Antares senza dubbio...Orione...ma Alya appartiene ad una costellazione a me molto cara, quella del serpente.”

Helga borbottó sottovoce “Chissá come mai la cosa non mi sorprende affatto”. Salazar non vi fece caso e continuó “Dimmi, Alya, come ti definiresti? Ambiziosa? Intelligente? Altruista?” pronunció quell’ultima parola con una lieve ironia.

La ragazzina non sembró turbata da quella domanda, anzi , sembrava che avesse la risposta già pronta da tempo :”Beh signore, sull’intelligenza non spetta a me giudicare, ma posso decisamente definirmi determinata a diventare l’orgoglio della mia famiglia, una strega temibile. Così, qualsiasi babbano che tenti di ostacolarmi si pentirá di averci anche solo pensato”. Caló il silenzio su tutta la sala grande. Helga si lasció andare ad un commento a voce alta : “Beh Salazar, questa è senza dubbio una tua studentessa”. Il mago alzó un sopracciglio e sorrise, sembrava davvero soddisfatto di quella risposta, visibilmente premeditata ma oltremodo sincera. 

“Bene, Alya, se gli altri professori non hanno obiezioni, direi che la primastudentessa di Hogwarts intraprenderà i suoi studi sotto la mia tutela”. Poi puntó gli occhi freddi come il ghiaccio in quelli neri e spauriti di Antares “E tu, ragazzo?”. 

“Antares ed io la pensiamo allo stesso modo” rispose per lui la sorella. 

“Vorrei che fosse lui a dircelo”. 

Il ragazzino deglutì ” Io...beh...non vorrei fare del male a nessuno, peró sono ambizioso anche io. Lo sono....vero Alya?”.  La sorella scosse la testa con espressione delusa, evidentemente il fratellino aveva scordato la frase che avevano concordato prima di arrivare.

Salzar rise ancora, seriamente divertito da quella scena “Beh il ragazzo non è certo un cuor di leone” ironizzò. 

I professori si scambiarono qualche occhiata, venne loro da chiedersi se Antares non fosse ancora troppo piccolo per frequentare la scuola. 

A farsi avanti fu Helga, gentile e posata come solo lei sapeva mostrarsi “Antares, gli altri professori pensano che tu non sia ancora pronto per frequentare questa scuola, ma io non trovo giusto che dopo un così lungo viaggio tu venga rimandato indietro. Ti prenderò sotto la mia tutela. Ti farà bene separarti da tua sorella, ti aiuterá a crescere.”

“Grazie signora” rispose lui timidamente, poi i due fratelli tornarono silenziosamente al loro posto.

 

Dopo di loro vennero presentati e assegnati più di cento novantotto studenti. Il gruppo di Salazar era meno numeroso degli altri : il mago si era mostrato terribilmente selettivo ed era deluso dalla maggior parte degli studenti che gli si presentavano dinnanzi. I gruppi di Helga e di Gryffindor erano invece i più corposi. Gli ultimi due studenti vennero fatti salire contemporaneamente sulla tribuna degli insegnanti. Un ragazzo alto e magro , con folti riccioli castani e occhi brillanti, si inchinò dinnanzi ai quattro fondatori. Lo stesso fece la ragazzina bionda di fianco a lui. 

“Il mio nome è Peter Hawethorne; mi trovo qui perchè desidero diventare un mago esperto, forte abbastanza da proteggere mia madre e le mie sorelle da qualsiasi pericolo, magico o babbano che sia”.  L’animo nobile e sincero del ragazzo lo fece assegnare di diritto al gruppo dei Griffyndor’s.  Poi fu il turno della ragazza : “Io sono Artemis Talbot, onorata di fare la vostra conoscenza. Personalmente ritengo che la grandezza di un mago dipenda principalmente dalla sua saggezza. Quindi credo che lady Revenclaw possa essere il mentore perfetto per me.”

Rowena sembró apprezzare quella sicurezza nella sua voce, nessuno degli altri studenti aveva esplicitamente richiesto di far parte di un gruppo. Accolse quella studentessa un po’ sfacciata sotto la sua protezione con una certa soddisfazione.

 

 I ragazzi vennero accompagnati dai rispettivi professori nei loro dormitori, dove trovarono ciascuno sul proprio letto un baule. All’interno vi erano un mantello (di un colore diverso per ogni gruppo), una pila di libri, fogli di pergamena, delle boccette per l’inchiostro e qualche piuma per scrivere. Infondo ad ogni baule infine era stata adagiata una bisaccia di pelle. 

 

****************

ALA EST , DORMITORIO SLYTHERIN’S

 

 

Alya quella notte non riusciva a prendere sonno. Osservava il soffitto di pietra debolmente illuminato dalla luce che filtrava dalla finestra. Continuava a rigirarsi nel tentativo di trovare una posizione comoda. 

“Nemmeno tu riesci a dormire?”. La voce proveniva dal letto alla sua sinistra. Alya cercó di ricordare chi si era presa quel posto... una ragazza dalla pelle olivastra, con folti riccioli castani e occhi da cerbiatta. Aveva un nome lungo e strano, di questo era certa. 

“No... sento una strana energia in tutto il corpo che non mi fa dormire. Non per essere scortese, ma non ricordo il tuo nome. Chi sei?”. L’altra ragazza rise nel buio.

“Guinevere de Lacy, ma puoi chiamarmi Gwen” pronunció quel nome con un accento che ad Alya parve tanto buffo e insolito. Le venne spontaneo chiedere quale fosse la sua origine. La ragazza si tiró su a sedere e poi rispose : “Mio nonno era originario della Normandia, ma si è trasferito nel sud di questa isola molti anni fa. Suo figlio, cioè mio padre, è il signore di Gloucester. Anche tu sei di nobili origini, non é vero?” 

“Esatto”. Alya si alzó a sedere a sua volta e guardó Gwen negli occhi “Senti, ti va di fare qualcosa di divertente? Piuttosto che stare ferme in un letto”

“Vuoi metterti nei guai già la prima notte? Beh sembra allettante. Ma dove potremmo andare? Non conosciamo ancora il castello”

“Non ci resta che esplorarlo allora”. 

Le due ragazzine sgattaiolarono fuori dai loro letti. Il contatto dei piedi nudi sulla pietra fredda le fece rabbrividire, provocando delle risatine soffocate. Quel poco rumore che fecero bastó a svegliare la ragazza che dormiva alla destra di Alya, nel letto più vicino alla porta. “Dove andate? Voglio venire anche io”. 

Sibyl Glenham aveva due anni in meno rispetto alle due ragazze, ma era ugualmente sveglia e maliziosa. “Torna a dormire, piccolina” la prese in giro Alya. “No, voglio venire con voi, altrimenti chiamo il professor Slytherin.”

“Ma che scocciatura. Puoi venire, ma se ci farai beccare ne pagherai le conseguenze.” 

La ragazzina con gli occhioni azzurri annuì sorridente, per niente intimorita dalle minacce di Alya. 

Una volta fuori dal dormitorio scesero nella sala comune e lì accesero una candela per farsi luce nei meandri della scuola. 

“Voi sapete dove andare?” 

“No. Adesso taci, ci farai scoprire”. Sybil sbuffò, se c’era una cosa che non sopportava era proprio l’arroganza, ma decise di rimandare la discussione ad un momento migliore. 

La candela illuminava debolmente l’oscurità dei corridoi, lanciando lunghe ombre sottili sulle pareti. 

Le tre ragazze vagavano incerte, controllando ad ogni angolo che non ci fosse qualche elfo o un professore in vista. 

Ad un certo punto, la visione di una figura tremolante e diafana le fece sussultare. Si sforzarono di non gridare, ma i loro cuori battevano ad un ritmo folle. Che cosa avevano appena visto? Presero coraggio e svoltarono l’angolo. Trattennero il fiato e si fermarono a guardare la donna che avevano difronte. Non aveva un corpo, o meglio, lo aveva, ma sembrava non avere densità. Le si poteva vedere attraverso. Sembrava come fatta di fumo, il suo colore era di un grigio cenere decisamente funereo. Si potevano intuire ugualmente capelli  e occhi un tempo chiarissimi. L’inquietante figura le guardava dritte negli occhi. I suoi erano occhi colmi di dolore e di paura. Era giovane, pensarono le ragazza, non poteva avere tanti anni più di loro. Ad un certo punto schiuse lievemente le labbra e  sussurró “Salazar...”. Poi voltó loro le spalle, scomparendo leggera lungo il corridoio buio. Senza nemmeno pensarci le tre studentesse la seguirono.

   
 
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