Regulus aveva sete. Moriva di sete. La gola gli ardeva come se non avesse più saliva ma sabbia.
Si girò verso il lago, mise la mano a coppa per dissetarsi, bevendo un po’ di quell’acqua fresca che giaceva accanto a lui, calma e piatta, nel buio della caverna.
Non appena immerse la mano, però, centinaia di cadaveri uscirono fuori da quello stesso lago da cui aveva cercato di dissetarsi. Non aveva la forza per combatterli. Era debole, era stanco, era assetato. Cercava disperatamente l’acqua, al punto tale che quando quelle creature maligne lo assalirono, lui non tentò di opporsi, quasi le ringraziò, come se lo stessero invitando a cercare ristoro.
Ben presto si accorse che non era così, lo stavano trascinando giù, sotto la superficie limpida del lago. Lo stavano facendo annegare. Lo volevano portare con sé nel loro rifugio maledetto.
«Sirius!» gridò trovando un po’ di coraggio.
Aveva pensato di essere pronto a morire, ma non era così, lui voleva vivere, lui voleva sconfiggere Voldemort, lui che sapeva il suo segreto poteva aiutare l’Ordine, lui voleva unirsi all’Ordine! Aveva solo diciotto anni, poteva fare ancora moltissime cose per riscattare i suoi anni da Mangiamorte. «SIRIUS!» gridò più forte, annaspando per scacciare i cadaveri dal suo corpo.
Ma il suo fratello maggiore non arrivò.
Non arrivò nessuno. Kreacher era andato via, come gli aveva ordinato, c’era solo lui e gli Inferi.
Nessuno lo avrebbe salvato.
Nessuno avrebbe saputo del suo gesto.
Nessuno avrebbe scoperto il segreto di Voldemort.
Solo l’acqua del lago.
E da quella stessa acqua si fece sommergere senza più opporsi, combattere o lottare, perché aveva capito di non potercela fare.
L’ultima cosa che vide fu il viso di suo fratello Sirius e per un attimo, solo per una frazione di secondo, desiderò aver vissuto una vita come la sua.
Solo qualche secondo, poi il buio.