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Autore: sallythecountess    02/12/2020    1 recensioni
Lia, Zoe e Mari sono tre ragazze nate e cresciute nel piccolo paesino di Playa del Monte. Migliori amiche storiche, hanno una cosa in comune: le estati a lavorare al bancone del Chaos. Cristallizzate in storie sbagliate e ormai morte, saranno in grado di affrontare i cambiamenti che la vita gli proporrà in dodici mesi speciali?
(Tratto dal testo)
"Sono tre anni che la aspetto, tre anni in cui non ho mai avuto nessun margine per sperare, eppure l’ho amata lo stesso. In silenzio, a distanza, contando fino a cinque ogni volta che mi concedevo di guardarla, per non sembrare il pazzo che sta ore a fissarla. Tre anni che mi tormento, analizzando ogni suo gesto e ogni parola, nella speranza che lei stia cercando di farmi capire qualcosa, ma allo stesso tempo con la paura di poter fare o dire troppo e dimostrarle il mio amore, rovinando l’affetto che ci lega. L’ho consolata quando stava male, ho sorriso quando lei era felice, anche se spesso stavo morendo dentro. Ho sopportato di vederla con un altro, ho anche sperato che tornassero insieme, solo perché volevo che lei fosse felice..."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo: Max cambia le cose
Quella sera Max era particolarmente di buon’umore perché aveva sentito la sua biondina preferita per un po’, ma poi l’aveva lasciata in pace per studiare e aveva accompagnato l’amico a conoscere due tizie, anche se francamente non era interessato.
Stava vivendo qualcosa che non sapeva cosa fosse, ma gli scaldava il cuore e questo bastava. Vedete, il giorno di Capodanno, quando emozionato come un ragazzino aveva raggiunto Mari alla festa, per poi fuggire subito, era stato male per davvero. Mari lo aveva cercato tanto, ma all’inizio lui era stato molto elusivo perchè non aveva voglia di parlarle. Gli piaceva, ormai era chiaro e forse anche troppo, ma non aveva nessuna voglia di condividerla.
Mari, dal canto suo, si era accorta di una cosa strana quella notte di Capodanno: pensava di voler stare con Kimberly, era certa di averla attesa a lungo, ma trovandosela accanto si era resa conto che qualcosa non andava. Si sentiva mostruosamente in colpa, eppure ogni cosa le faceva pensare alle sue chiacchierate lunghissime con quello strano amico così bello.             Quando poi lui, da un momento all’altro, aveva smesso totalmente di cercarla, Mari si era sentita totalmente gelare. Provò in vari modi a capire cosa fosse successo, e chiese anche a Zoe distrattamente, fingendo di non essere molto interessata, ma non ebbe molte informazioni. Sapete allora cosa aveva fatto quella matta? Si era presentata a sorpresa a casa sua per parlare, ma lo aveva beccato con una tizia. Max si era completamente sciolto, aprendo la porta e trovandosela davanti con un sorriso splendido e una bottiglia tra le mani, ma immediatamente la ragazza con cui era impegnato aveva fatto notare la sua presenza e Mari era andata via con un sorriso imbarazzato. Per poi ritrovarsi a sospirare durante tutto il viaggio. Max le scrisse, si scusò per quella scena imbarazzante e Mari pensò soltanto “come no, guarda” ma fece finta di nulla, e si disse che probabilmente il suo amico era così elusivo perché aveva trovato un’altra delle sue solite conquiste.
“…ti trovi la ragazza e non mi dici nulla? Quanto posso offendermi, scusa?” gli disse scherzando, ma lui disse sospirando “…nessuna ragazza, solo una appena conosciuta. Niente di nuovo, sai che te lo avrei detto…” fece di tutto per non dire “a differenza tua che non mi hai mica raccontato della notte di Capodanno” ma lei capì e disse piano “…io ho una cosa da dirti, quando ci vediamo…” e Max mollò letteralmente la tizia con cui era e dieci minuti dopo era al parcheggio del Chaos per vederla. Voleva sapere come stavano le cose, non aveva più voglia di giochi strani, ma quando Mari lo strinse forte per salutarlo, pensò solo “…fammi quello che vuoi, ma non smettere”. La ascoltò, e lei confessò di aver baciato Kimberly a Capodanno, ma poi aggiunse “…però non ha funzionato, non so…” e lui s’illuminò.
Iniziò a credere di avere una chance con quella sua amica confusa, e così nei giorni successivi la raggiunse a sorpresa più volte solo per riaccompagnarla a casa, cenare insieme o scambiare quattro chiacchiere. Mari non aveva idea di cosa le stesse succedendo, eppure pensava sempre a lui e lo desiderava mostruosamente, ma doveva cercare di restare concentrata sui suoi studi, perché ormai le mancava solo da discutere la tesi e stava preparando il progetto di dottorato per partecipare al concorso. Aveva allontanato Kimberly per concentrarsi sul suo futuro, ma adesso con Max non ci riusciva, eppure non era necessario. Max rispettava i suoi spazi, e le chiedeva sempre il permesso di raggiungerla. Si accontentava delle sue pause e non la disturbava mai, ma era sempre felice di sentirla e lei aveva sempre più voglia di parlargli e vederlo.
Si erano visti quel pomeriggio, Max ormai faceva spesso un’ora e venti di viaggio per andare a salutarla, e avevano chiacchierato un po’ nel giardino dell’Università. Entrambi volevano provare a stare un po’ soli, e ormai era palese perché erano costantemente abbracciati, ma Mari non poteva certo invitarlo a casa sua dove la situazione con Kimberly era già parecchio complessa. Lei gli aveva anche fatto qualche battutina su quella serata, sul fatto che avrebbe voluto sapere se avesse conosciuto qualche tizia, ma lui baciandole la fronte disse solo “…cerchiamo di far distrarre il nostro amico zombie, ma non faremo nulla di particolare…”.
Mari sorrise, ma continuò a scrivergli per tutta la serata e impazzì di gioia quando lui le raccontò dell’arrivo a sorpresa di Lia. Allo stesso tempo, però, si dispiacque molto quando lui le scrisse “porto Lia a casa…” e decise di provare a scrivere a quella sua amica che sembrava quasi matta.
Ci aveva messo circa cinque minuti Lia a capire che quello che stava facendo era un errore madornale. Arrivata all’ingresso del locale, fece per tornare dentro, e poi si disse “No, è una sciocchezza”. Si girò per tornare indietro, allora, perché lo stava mandando via in quel modo così terribile e davvero le faceva malissimo, ma vide la sua macchina allontanarsi. Provò a chiamarlo, allora, ma aveva il cellulare scarico, così fece l’unica cosa sensata che poteva fare: rientrò e cercò il suo amico Max che era al bancone a ridere con gli amici e le sue coinquiline.
“Non mi piace questa cosa…”  disse tornando serio e Lia sbuffò soltanto e gli disse “…posso usare il tuo telefono? Devo chiamarlo, è andato via…” facendogli solo alzare gli occhi al cielo.
Lia sorrise notando che come sfondo del cellulare Max aveva una foto in cui c’era Mari con il suo cane, ma provò a chiamare Jin mille volte, senza avere risposta. Gli scrisse un messaggio allora, ma lui era troppo impegnato per vedere i messaggi del suo amico. Così Lia iniziò a parlare con quell’amico che aveva troppo a lungo evitato e che le spiegò tante cose che non sapeva.
“Lo hai veramente mollato dopo averci limonato per tutta la sera? Sei una stronza terribile!” le disse Max ridendo, ma imbarazzatissima spiegò che aveva reagito male per la chiamata di Rosi che aveva palesemente cercato di farli litigare.
“Sì, Lia, capisco. Immagino sia molto fastidioso avere qualcuno nella vita del tuo ragazzo che prova a mettersi in mezzo…”aggiunse molto serio e Lia esalando un sospiro di sollievo gli rispose solo “Vedi? Neanche a te sembra una cosa così strana! Diglielo!”
“Sì, ok. Però Lia sei tu che non hai capito: quel poveraccio ti ama e non gli importa di nessun’altra, dalla prima volta che ti ha visto. E ci ha provato a non pensare a te, a dimenticarti, a conoscere altre ragazze. Non sai quante gliene ho presentate, e qualche volta ci è anche uscito e sembrava anche fosse andata bene. Poi però tornava al Chaos, tu battevi le ciglia, sorridevi, e lui non si ricordava più neanche il suo nome…”
Lia sorrise in modo splendido in quel momento, e Max sospirò soltanto prima di aggiungere “…e lo so che magari tu sei insicura e che ti senti ferita da Rosi, ma se ci pensi razionalmente, forse, ti rendi conto che tutto questo è profondamente idiota e che dare un ultimatum del genere è da egoisti. Sì, Rosi ha fatto la scema, ma Jin stava già cercando il modo di allontanarla prima che tu scoprissi questa cosa. Aveva preso le distanze, evitava di risponderle di proposito, tanto che lei si era inasprita ancora di più. Le avevo parlato anche io, proprio per dirle che stava facendo una cazzata, se lo vuoi sapere perché Jin mi aveva chiesto un consiglio temendo che ti fossi arrabbiata leggendo quei messaggi e non voleva doverti nascondere le cose. Lo sai com’è fatto, non voleva avere cose da nasconderti, e si sentiva a disagio ma allo stesso tempo temeva che ti saresti fatta un’impressione sbagliata se ti avesse detto dei messaggi, per questo ha taciuto.”
Lia pensò solo “amore mio…” ma non disse nulla.
“Jin ti ama, lo sai anche tu, e ti ha detto che risolverà il problema, quindi lo farà, io ne sono certo. E tu…ti fidi, oppure no. Perché possiamo parlarne per ore, ma alla fine della fiera, tutto si riduce ad una sola domanda: ti fidi di lui? E se la risposta è no, fattelo dire, sei davvero strana.”
Lia sorrise soltanto, ma le parole di Max la colpirono. Era ovvio che si fidasse di lui, Jin era sempre stato la sua colonna in quegli anni, ma probabilmente aveva reagito troppo male a quella storia.
“E’ ovvio che mi fidi di lui…” rispose piano.
“Non mi sembra proprio, a dire la verità. Francamente, penso che tu abbia confuso i fidanzati: quello stronzo, che ti riempie di bugie e cazzate, non è certo il mio migliore amico. Il mio migliore amico è l’uomo più affidabile del fottuto globo. Jin non è uno falso, e non mentirebbe mai ad un amico, figurarsi alla donna che gli ha incasinato la vita…”
“A me ha mentito, però…” sussurrò Lia piano, e Max scuotendo la testa disse solo “perché, eh? Ti ha mai detto ‘Rosi ti adora? Rosi non è attratta da me?”
“Mi ha detto mille volte che sono solo amici…” rispose lei con guance arrossate e Max stringendosi nelle spalle ribattè “e credi ci sia qualcosa da aggiungere? Lo accusi di aver mentito, di aver fatto delle cose orrende, quando lui ha solo evitato di dirti di un paio di messaggi deliranti di lei ubriaca. E ok, non è bello, ma non mi sembra sia niente di grave anche perché lui non ha neanche mai risposto. Boh, a me sembra assurdo che tu lo abbia trattato in quel modo per così poco, onestamente. Ci sta discutere, ci sta sentirsi ferita, ma Lia hai fatto passare quasi due mesi per questa storia. Ti rendi conto? E se vuoi saperlo, ho insistito io molto affinché lui tenesse il segreto, perché sapevo che ti saresti arrabbiata e non volevo che tu litigassi con lui…”
“Non è solo questo. Non sapevo che fossero andati a letto e ha permesso a tutti loro di chiamarmi stronza senza dire una parola…” rispose nervosa, ma sempre meno convinta e Max le rise in faccia.
“Sono entrambe bugie, enormi. Numero uno: io ho ancora la chat in cui mi racconta della tua reazione quando ti ha detto che era andato a letto con Rosi e mi chiede “perché pensi sia stata così male?” e ti giuro che ne abbiamo parlato per tre fottutissimi giorni analizzando nel dettaglio ogni punto. Numero due…non hai idea di quante volte ha detto loro di non chiamarti così…”
“Davvero?” sussurrò Lia con enormi occhioni di pianto e lui si tranquillizzò. Era terribilmente arrabbiato con lei, ma Lia era stata così dolce, così non ebbe il coraggio di tornare rigido e le disse piano “…Rosi è inopportuna ed è stata scorretta, è vero, ma è l’unica amica d’infanzia che gli è rimasta nei suoi mille trasferimenti. In più, se chiudesse con lei, sarebbe quasi impossibile per noi vederci tutti insieme e onestamente è ingiusto che tu lo separi dai suoi amici…”
“Io non…” provò a dire, riflettendo per la prima volta su quella cosa, ma poi Max tirò fuori una cosa che le fece capire il motivo di tutto quell’astio.
“Il loro rapporto è letteralmente identico al mio con Zoe. E credimi: potrei amare la mia compagna oltre ogni immaginazione, ma se mi dicesse che non posso più vedere Zoe, che è la mia famiglia, la lascerei, perché sarebbe lei a dimostrare di non mi amarmi abbastanza da rispettare i miei affetti…”
“E’ questo che pensi di me?” sussurrò pianissimo, letteralmente in preda al panico. Temeva che anche Jin pensasse questa cosa, temeva di aver dimostrato di non amarlo e si sentiva morire.
 Così gli chiese di nuovo il cellulare per provare a chiamare, ma Max disse serio “no, questa cosa dobbiamo risolverla personalmente. Niente chiacchiere, adesso andiamo a casa sua, ti spogli e ci fai pace. E gli chiedi anche scusa, perché gli hai fatto davvero del male solo perché sei un’insicura…”
 “Andiamo…” sussurrò lei pensierosa, e Max sembrò soddisfatto. L’accompagnò a casa di lui, ma Jin non c’era. Aspettarono per un po’ e mentre Max pensava che forse poteva informarla di quello che aveva nel cuore, Lia sussurrò “pensi che lui sia andato via perché pensa che non lo ami abbastanza?”
“Io lo avrei pensato…” ribattè serio, ma poi si accorse dello sguardo spaventato di lei e aggiunse “…ma non penso che gli importi, onestamente. Credo lui sia consapevole di provare per te più di quanto provi tu…”
“Come vi viene in mente una cosa simile…” ruggì Lia risentita, e un paio di lacrime le scesero sulle guance.
Max provò a sorriderle, allora, perché forse aveva esagerato, ma non disse nulla e Lia aggiunse “io lo amo da morire…”
“E allora diglielo. Anche perché giuro che se mette ancora una volta ‘Tiny Dancer’ Zoe lo riempie di botte…” le disse gentilmente mettendole una mano sulla testa, ma Lia sorrise pianissimo.
“E che ti ha detto di me?” aggiunse piano, in un sussurrò e Max pensò solo che fosse prepotente e non proprio una scheggia, ma innamorata.
“Che mi ha detto…quando? Perché io sono tre anni che sento sempre parlare di te e mi sarei anche un tantino rotto le palle, eh. E’ iniziata quella volta in cui mi ha confessato che “forse aveva una cotta per te”. Da lì sei diventata argomento fisso, e la domanda chiave era “come si fa a dimenticare qualcuno così speciale?”. Perché lui dava per scontato di non poter avere chance con te, quindi di doverti dimenticare. Un giorno mi ha persino detto che stava pensando di vendere il Chaos, andare in Corea e sposare una qualsiasi scelta dal padre, solo perché sapeva che standoti sempre così vicino non sarebbe guarito mai…”
“Povero amore…” sussurrò Lia contrita e Max fumando aggiunse “…già. Povero santo. E poi un giorno mi ha chiesto ‘onestamente, secondo te potrei mai avere una chance con Lia? Se la baciassi incasinerei tutto?’ ed io gli avevo detto di farlo, di provare, ma fortunatamente lo hai fatto tu perché aveva il terrore di rovinare il vostro rapporto…”
Lia pensò solo che voleva disperatamente rifarlo, che voleva fare pace con lui. Avrebbe accettato quella cavolo di Rosi, e cercato di averci a che fare il meno possibile, ma non poteva rinunciare a lui.
“Chissà dov’è adesso…” sussurrò piano, fissando fuori dal finestrino con aria pensosa e Max ebbe un colpo di genio e le disse “magari è sotto casa tua, ci starebbe!” così decisero di rientrare, ma per strada incontrarono qualcuno totalmente inaspettato.
Nota:
Ciao a tutti, allora siete d'accordo con Max? Pensate sia stato un po' troppo brusco con Lia? Fatemi sapere, vi aspetto.
   
 
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