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Autore: MissDemyWitch    03/12/2020    1 recensioni
Una ragazza, fan di Percy Jackson e Harry Potter, scopre di essere una semidea. Viene portata al Campo Mezzosangue ma tutti si spaventano perché lei conosce le loro storie.
Viene proclamata una nuova profezia, cosa succederà?
(ambientato dopo le sfide di Apollo, se non volete spoiler questa non è la storia giusta per voi)
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Calipso, Leo/Calipso, Nico/Will, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Reyna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nuovi incontri (POV Letizia)

Camminavo lenta verso la porta quando un ragazzo entrò nel mio campo visivo.
Non era molto alto rispetto ai miei compagni di classe, e il ciuffo -pieno di gel- che esibiva sulla fronte mi fece sbuffare. Ero indecisa su quale etichetta affibbiargli: quello che si crede figo o l’egocentrico che fa battute squallide ?
Sì, ogni volta che vedo una persona nuova cerco di capire che tipo sia giudicando dall’aspetto, dall’atteggiamento e dalle mie precedenti esperienze e sì, so che sono pregiudizi belli e buoni.
Unica stonatura su quella faccia da schiaffi? Gli occhi. Cavolo, che occhi belli!
Il mio cervello paragonò immediatamente quel ragazzo ad un pinguino: il portamento di un pinguino imperatore, con quel ridicolo ciuffo ossigenato in una zazzera di capelli biondo miele, e quei bellissimi occhi azzurri come un iceberg in mezzo al mare.
Quegli occhi che, divertiti,  stavano guardando... Proprio me!
Oh cavolo, mi sa che lo stavo fissando! No, no, no, no, ora sicuramente si farà delle strane idee e... Perché viene verso di me?
Quando si era accorto che lo stavo guardando, il ragazzo-pinguino aveva cambiato direzione, e ora non puntava più la porta, ma la sottoscritta.
 Si avvicinò a passo svelto e io pensai di essere fortunata, dal momento che mio padre era già andato via. Mi arrivò davanti e mi disse: ―Ciao, io sono Luca, anche tu sei qui per il corso sportivo in inglese?―
Io pensai che aveva una voce bellissima, calda e piacevole, poi mi resi conto di ciò che aveva detto e lo rivalutai: forse era qualcosa di più di un egocentrico che si credeva figo. Dopodiché realizzai che mi aveva fatto una domanda e che probabilmente si aspettava una risposta.
Così dissi: ―Ehm, sì, anche io sono qui per il corso, e mi chiamo Letizia―
―Uh, vuol dire felicità, giusto?― commentò Luca il Pinguino.
Io rimasi piacevolmente stupita, perché non tutti i ragazzi della mia età sanno cosa vuol dire, e poi la gente di solito non è che va a dire alle persone appena conosciute “Ah il tuo nome significa questo, questo e quest’altro”.
Stavo cominciando a distrarmi troppo.
―Sì, hai ragione, significa proprio gioia o felicità. Mi spiace ma non so cosa significhi Luca― mi scusai.
―Ma no, non ti dispiacere― mi rassicurò lui ―adesso non me lo ricordo nemmeno io!― E rise.
Ridacchiai anch’io, e mi sorpresi a pensare che la sua compagnia non mi dispiaceva affatto.
Seguendo i cartelli appesi alle pareti, arrivammo agli spogliatoi. Prima di dividerci, trovai chissà dove una botta di coraggio e iniziai una conversazione:
―Io ho quattordici anni e mezzo, e tu?― ―Tra un mese ne farò diciassette― fu l’allegra risposta del ragazzo. ―A dopo― disse. ―A dopo― ripetei.
Una volta negli spogliatoi mi cambiai con vestiti più comodi per fare ginnastica e mi venne in mente la mia migliore amica. A quel punto pensai che se avesse visto cosa avevo fatto negli ultimi dieci minuti avrebbe incominciato a saltellare shippandomi con Luca, mentre io avrei negato che lui mi piacesse (e infatti non mi piace e non mi piaceva. Beh forse un pochino sì, mi piaceva...)
Uscii dagli spogliatoi, e sempre seguendo i cartelli, andai alla sala allestita per il campo estivo.
Una bella ragazza mi venne incontro -sul momento mi sembrò sulla trentina- e mi salutò:
Hello! I’m Sarah and you’re...―  ―Letizia, my name is Letizia― esclamai.
Lei andò nel mezzo della stanza, al centro di un cerchio di ragazzi tra i quali riconobbi Luca. Io la seguii, e mi posizionai accanto a una ragazza dai lunghi capelli color caramello lisci come spaghetti, perché aveva una faccia simpatica.
Alla sua sinistra una ragazza con un caschetto biondo stava a petto infuori e con la schiena inarcata, suscitando le attenzioni dei ragazzi. Accanto, un ragazzo pallido, che con i suoi capelli biondo platino e gli occhi verdi sembrava quasi albino. Ancora a sinistra c’era un ragazzo ben piazzato, il viso abbronzato incorniciato da ricci castano scuro.
Poi Luca, alias il ragazzo-pinguino, e infine un ragazzo per il quale provai subito empatia: sicuramente non era qui per divertirsi. Mingherlino, emaciato, e con una specie di frangetta a coprirgli gli occhi; l’espressione da “mi-hanno-costretto” gli si leggeva in faccia lontano un miglio.
Pensavo di essere l’ultima arrivata, ma in quel momento arrivò tutta trafelata una ragazza lentigginosa con i capelli rosso fuoco legati in una coda. Mi feci velocemente una cipolla mentre Sarah andava a presentarsi.
La nuova arrivata si mise nell’ultimo posto rimasto libero, tra me e il ragazzo emaciato.
Io le sorrisi, incoraggiante, e lei ricambiò.
In quell’istante Sarah iniziò a parlare un inglese così veloce e colloquiale che iniziai a preoccuparmi, perché non ci stavo capendo assolutamente niente. Fortunatamente vide le nostre facce smarrite e rallentò un po’, ridacchiando. Io ero abituata alle parole “larghe” dell’inglese americano, ma avrei dovuto fare l’orecchio anche alle “strettezze” britanniche.
Hello everyone! I’m Sarah― si presentò. ―Hello Sarah― rispondemmo tutti insieme.
“Ciao Bruto” fece una vocina nella mia testa.
Fine, I will be your English teacher for all the entire duration of the camp. Now, everyone introduce themselves. I’ll start. Hello, I’m Sarah, I’m 34, and I’ve got three dogs
Prese la parola la biondina che si metteva in mostra: ―Hello, I’m Matilde, I’m thirteen, and I haven’t a boyfriend.― L’ultima frase la disse guardando l’abbronzatissimo.
Poi parlò il ragazzo albino: ―Hello, I’m Mattia, I’m fourteen, and I play football.― Bene, quindi aveva la mia stessa età...
Hello, I’m Christian, I’m seventeen, and I play rugby. Ah, and I haven’t a girlfriend― aggiunse il ricciolo guardando Matilde.
Stava a Luca. ―Hello, I’m Luca, I’m sixteen and I play swimming. Neither I have a girlfriend...―
Ah, andiamo bene! La mia simpatia nei suoi confronti scese di colpo.
Poi doveva parlare il ragazzo emaciato, e lo fece con una voglia di vivere sicuramente sotto lo zero: ―Hello, I’m Andrea, I’m fifteen and I’m depressed―
―Hello, I’m Alice, I’m fifteen, and I love playing volleyball― esordì allegramente la rossa alla mia destra.
Oh-oh, toccava a me... ―Hello, I’m Letizia, I’m fourteen, and I really love reading.― Finita la frase, mi guardai intorno per vedere se anche qui la mia principale occupazione era considerata strana, ma con grande stupore non trovai nessuno che mi fissava, fatta eccezione per Sarah, che però mi stava guardando con quella che mi sembrò ammirazione.
In quel momento gli occhi di tutti erano puntati sulla ragazza dai capelli-spaghetto alla mia sinistra, che era rimasta l’ultima a doversi presentare. ―Hello, I’m Giulia, I’m sixteen, and I’m pretty good at drawing.― Wow, avrei potuto chiederle di farmi un po’ di fanart!
OK, so we are Matilde, Mattia, Christian, Luca, Andrea, Alice, Letizia and Giulia. Now I want to introduce you your P.E. teacher: he is American and he prefers to be called a coach, here he is, coach Hedge!― Sarah ci presentò l’insegnante di educazione fisica come se fosse l’ospite di un talk show.
Mi sentii sollevata al pensiero di sentire qualcuno con la parlata americana.
A sentire le parole “coach Hedge” qualcosa scattò nella mia testa, ma io non gli diedi peso, perché era appena entrato un uomo grassottello e basso, davvero basso. Aveva un cappellino da baseball in testa e un fischietto appeso al collo.
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Nel frattempo, al campo Mezzosangue...
Chirone uscì dalla Casa Grande con una faccia stanca e andò a chiamare tutti i capo-cabina.
Aveva appena parlato con Gleeson Hedge con un messaggio-Iride, e voleva aggiornare i campisti della situazione. Il satiro attualmente era in Italia a insegnare ginnastica nell’ennesima scuola mortale per cercare nuovi semidei, e da Firenze, dove era andato, proveniva un forte odore di Mezzosangue...
 

eccomi qua con un nuovo capitolo spero che vi piaccia... so che ci ho messo tanto ma per farmi perdonare l'ho fatto lunghissimo😎

purtroppo devo ancora scrivere il capitolo 4 quindi ci sarà parecchio da aspettare, ma non vi preoccupate, ho già in mente tante belle idee👏👏

  
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