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Autore: Gilled    03/12/2020    0 recensioni
[Siddharta]
[Siddharta]L'investigatore sloveno Dragomir Zajec ha un figlio, Vilibald, che a sua volta ha per amica la figlia del cantante del gruppo rock SIddharta.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sia Vilibald che i suoi genitori, passarono la notte in modo abbastanza tranquillo. Dormirono insieme nella propria stanza e lui nella propria. Vilibald aveva un certo senso di colpa per la storia del libro che Nora gli aveva prestato e che lui non le aveva restituito promesso, sebbene avesse capito che si trattava di un semplice incidente, uno di quelli che capita a tante persone ogni giorno. A tante persone che vivono a grande distanza tra loro. E a grande distanza da lui. E ovviamente lo sapeva molto bene. Così alle sei del mattino, la sveglia fece alzare tutti e tre: Vilibald andò a scuola e i suoi genitori andarono a lavorare. Facendo colazione e preparandosi per andare a scuola, Vilibald sentì improvvisamente squillare il telefono. Andò subito a prenderlo mentre beveva il caffè (non era ancora abbastanza grande per berlo, ma a volte, come una volta al mese, lo beveva per svegliarsi ancora di più). L'uomo che lo chiamò era Lucijan Zajec, suo nonno paterno. "Ciao, nonno," rispose Vilibald. "Ti sei svegliato?" "Se sto parlando con te." "Dove stai andando? A scuola?" "Sì sì. Allora cosa volevi dirmi?" "Beh, niente di particolare. Ma senti, vorrei che riferissi alla signora Mušić che in alcuni suoi documenti hanno trovato degli errori, non troppo gravi, ma in ogni caso hanno già chiesto scusa per la distrazione." "Va bene. Cercherò di non dimenticarlo." Detto questo, Vilibald riattaccò. A volte il buon vecchio Lucijan amava ricorrere a questo linguaggio. Vilibald sapeva che Mušić era il nome da nubile di sua madre, la nuora di Lucijan, che a volte la chiamava scherzosamente così. (Forse frequentava coloro che gestivano i documenti? In ogni caso, piaceva a tutti. Tutti pensavano che Lucijan fosse un uomo piuttosto divertente.) Quindi questa signora Mušić lo ha accompagnò alla fermata dell'autobus. Uscendo di casa (erano già quasi le sette), incontrò Simonca Peterka, la figlia del vicino, più grande di lui, e si fermò a parlare un po' con lei. "Ciao", lo salutò. "Ciao Simonca. Sto andato a scuola." "Bene! Studiare aiuta sempre. Io, quando andavo a scuola, me lo dicevo sempre." "E che fai adesso?" "Beh, mi sono iscritta all'università di economia" e sorrise. "E tu non hai ancora deciso cosa farai da grande?" "No, ma ci penserò." "Certo. Hai ancora molto tempo per decidere." "È vero". "Bene, non ho intenzione di trattenerti". "A dopo ciao". Quando arrivò lo scuolabus, Vilibald salì e se ne andò. C'erano solo tre o quattro posti liberi e Vilibald si sedette su uno dei essi, vicino alla finestra. Durante il percorso pensava solo a una cosa: sperava che Nora non si arrabbiasse con lui per non averle restituito il libro nei tempi concordati. Ma decise che non era il momento di pensare a queste cose.
   
 
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