Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: Made of Snow and Dreams    04/12/2020    1 recensioni
Margareth è un soggetto nevrotico e mentalmente instabile, intenta a scrivere il romanzo della sua vita, 'L'intruso ', un home-invasion a tinte gotiche e horror. Quello che non sa, però, è che l'assassino è pronto ad invadere la sua sanità mentale per uscire dal libro, costringendola a fare i conti con il passato e a superare i suoi limiti.
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Non-con
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2

 

 

Uhhhhhhh. Wwwww. Uhhhhhh-Uh-Uh-Uh.
Berciava, il fragore del vento impetuoso accompagnato dal canto di un gufo solitario. Il suo animo ferito aveva trovato riparo nell'abbraccio accogliente e canicolare del piumino, dove ivi si era raggomitolata come una crisalide nel suo involucro setoso; le palpebre carnose si aprivano in scatti febbrili quando decideva di sondare le profondità remote e arcane della soffitta illuminata dai lampi burianici. Le sembrava che la tormenta avesse deciso di volontà propria

(Che assurdità)

di stazionare sulla sua confortevole bicocca, che a cento metri da essa il cielo promettesse giornate gaie e le rondini annunciassero la primavera. Tuttavia il clima alpino seguiva un protocollo differente da quello pedestre della città, dove l'impronta umana aveva surclassato definitivamente la furia degli elementi, e in quel momento lei era tutta assorta nel torturarsi il labbro inferiore, logorato da quelle atroci e brute attenzioni. La sua mente affollata da pensieri di morte, era appena riuscita ad aggrapparsi ai ricordi ameni e giulivi della sua infanzia nelle pianure dello Yorkshire, quando...
Creeeeeeeeeeeck.
... un fono metallico la fece sussultare, e per un febbrile istante immaginò che anche la stessa casa avesse rabbrividito di timore con lei.
Ti riguarda eccome, dolcezza, e poi si ridestò, preda di un turbine motivato di preoccupazioni – si erse sul gomito destro mentre esaminava, scientifica, ogni possibilità. La tempesta non era sufficientemente aggressiva da aver danneggiato le vetrate, quindi le suppellettili in metallo non erano colpevoli di quell'ululato stridulo. L'unica responsabile da additare era la recinsione, compresa di cancello in metallo.
Che si sia danneggiato il cancello? O la fiancata sia rimasta scoperta?
Sono nuda da un lato, le rispose la casa, imbarazzante.
'Non posso ripararti adesso, fossi pazza ad uscire proprio ora! ' sentì sussurrare dalla sua stessa bocca, e per un folle, delirante secondo soffocò una risatina nell'assurda consapevolezza che aveva davvero risposto alla sua casa immaginaria.
La solitudine, tutta colpa della solitudine, pensò, ricadendo mollemente sul materasso. Dovrei prendermi un animale. Forse un cane. E domani mattina controllerò la maledetta fiancata. Non vorrei mai che Miss.Casa-dolce-casa si ammalasse.
Lo spero proprio per te, rispose la casa, perchè altrimenti saresti in pericolo tu.

 

Assaporò l'alito mefistofelico che le si era creato nella cavità orale durante la notte. Il rombare dei fulmini era mutato nel bucolico canto di un pettirosso errante, e lei si mosse con una serie di soffusi mugugni che accompagnarono il suo risveglio solitario. Il sole era gentile mentre la incoraggiava ad alzarsi con i suoi raggi simili a mani servili, a bussare sulle sue palpebre pesanti per invitarle a schiudersi. Non oppose resistenza mentre la luce le inondava i bulbi oculari e i suoi piedi scalciavano con ben poca delicatezza le coperte arrotolate attorno al suo corpo fanciullesco. Gettò pigramente un'occhiata alla sveglia sul comodino: sì, era decisamente ora di alzarsi.
Rivoli di vento fresco e mattutino l'accolsero mentre lei rabbrividiva per il brusco cambiamento di temperatura. Gli angoli della bocca le si piegarono verso l'alto mentre osservava il cielo sereno, offuscato saltuariamente da qualche brandello di nuvola e stormi di uccelli così piccini da assomigliare a mobili macchiette scure, e le foglie degli alberi circostanti parevano dei campanelli verdeggianti sui quali le coccinelle potevano posarsi.
I piedi immersi nelle ciabatte invernali la diressero verso l'estremità dell'abitazione che sporgeva verso sud, ubicazione del pesante cancello dalle grate appuntite.
Eccolo lì.
Dieci passi e avrebbe raggiunto la sua destinazione. Dieci passi e lei che sorrideva alla natura benevola e alla prospettiva di una giornata trascorsa sotto al portico, a sfogliare riviste e sorseggiare della cioccolata. Dieci passi e il suo olfatto attento rintracciò un puzzo nauseante che neanche la tiepida brezza riusciva a scacciare.
Nove passi e la curiosità iniziava a tramutare in disgusto mentre lei si avvicinava alla fonte di quell'odore, inesorabile.
Otto passi e uno sciame di ipotesi cominciò ad assillarla mentre cercava disperatamente di identificare la causa di quel tanfo.
Sette passi e il metallo del cancello – Chiuso, è chiuso – l'accecò per qualche secondo, brillante e rassicurante al tocco.
Sei passi e fu allora che vide: i suoi occhi, ridicolarmente simili a quelli di un grottesco pupazzo, si sgranarono mentre la sua bocca mutava in una sottile linea di carne.
Un passo solo e l'olezzò diventò nauseabondo, quello di morte e carne marcia, accompagnato dal ronzio di uno sciame di mosche.
Davanti al cancello, infatti, giaceva la carcassa di una lepre brulicante di larve e il sangue, ormai assorbito, a scurire l'erba circostante.

 

 

 

'Maggy! Margareth, sono io! '
La voce baritonale

(Gutturale, viscida)

di suo fratello risuonò come un urlo bestiale per tutto il piano inferiore. A lei non restò altro che precipitarsi verso il piano inferiore come se al suo cuore fosse stato attorcigliato un filo e qualcuno, acquattato dietro la porta come una presenza minacciosa e spettrale, lo stesse tirando verso di sè.
La dinamica che li teneva fatalmente uniti non era cambiata. Lei, silenziosa e leggiadra danzatrice che ondeggiava il suo corpo a ritmo degli ansiti che producevano quelle labbra umide d'alcool e lui, uomo dagli occhi rapaci, capaci di abbattere ogni briciolo di dignità personale da lei faticosamente eretto – sarà sempre così, tra di noi?
Christ si era fatto uomo, alto e largo come un armadio di media stazza. Privo anch'egli di rotondità di natica o ventre – macchè, il suo fisico si era mantenuto splendidamente negli anni nonostante la dismetria degli arti, era una massa fibrosa e scultorea che non lasciava tradire alcun indizio sul suo passato da alcolista. Ma Christ era Christ, e niente avrebbe cambiato la sua natura predatrice, rapace.
'Ciao, Maggy. ' disse la voce di Christ.
Le mani. Le mani a pugno.
'Ti dispiace se entro? ' continuò la voce.
Muove lentamente il piede sinistro contro la stuoia.
Prima che il suo cervello avesse impartito l'ordine il suo corpo si era già mosso di volontà propria, ruotando il busto di novanta gradi e indietreggiando con un'ampia falcata, nel mutismo assoluto.
Il suo collo ondeggia, osserva la casa.
'Bella casa, davvero. Ottimo gusto per l'arredamento. Hai un debole per... arte arborigena o indiana, sì? Mi piace il colore del divano. '
Muoviti. Fai quello che devi e poi vattene. Tua moglie non sarà affatto contenta.
'Ti starai chiedendo, beh, perchè sono qui. Non hai risposto alle mie telefonate, Maggy. '

(Fine dei giochi, Maggy)

'Ero preoccupato per te. Ho pensato che una visitina non sarebbe guastata. E' da tanto che non ci vediamo. Come stai? '
Come sto?
'Se vuoi comincio io. Moglie e figli stanno tutti bene. Mi piacerebbe mostrarti le loro foto. Ho detto al più piccolo che ha una zia meravigliosa e, diamine, non hai idea delle proteste che ha fatto per venire con me! '
Un testimone, avrei avuto un potenziale testimone...
'Ma alla fine non l'ho portato. Morgan vorrebbe organizzarti una festa di benvenuto in famiglia. Sai, le piaceresti. Le piaceresti un sacco. '
Ma davvero?
'Mi piacerebbe molto avere un interlocutore. Parlare da solo non è... come dire, esattamente divertente. Potresti dire qualche parola, Maggy. Non che ci voglia molto, a dire il vero. '
Si sta voltando. Si sta voltando, e ora cosa intendi fare? Urlerai? Scapperai? Chiamerai la polizia? Aspetta, sta sbuffando.
'Ce l'hai ancora con me. Per quello che è successo anni fa. Senti, ti ho detto che -
Si sta avvicinando. Senti il suo odore. Allontanati, svelta.
Uno scatto.
- mi dispiace. '
Quante volte ho già sentito questa frase.
'Non so in che altro modo dirtelo, Maggy. Davvero. Se potessi tornare indietro e correggere quello che ero prima, ti giuro, non sai quanto vorrei farlo. Ma non posso. Non sai quanto desidero il tuo perdono. Non mi guardi da quando sono entrato! Preferirei mille volte che mi insultassi. Che mi picchiassi. Che mi sputassi addosso, che mi graffiassi, che mi urlassi addosso, qualunque cosa. '
Urlarti addosso...
'Qualunque cosa per un tuo sguardo, Maggy. '
Se ti guardassi spariresti? Sparirebbe il nostro passato? Spariresti tu, le tue mani, la tua bocca, la tua famigliola felice? Lo faresti davvero?
'Sono venuto anche per un'altra cosa, Maggy. Riguarda tutta questa faccenda del trasferimento. Ho parlato con nostra madre e anche lei è d'accordo con me... vivere in solitudine non fa bene per quelli come te. '
Quelli come me?
'E' pericoloso vivere in montagna da solo già per un uomo, ma per una donna come te, così fragile e magra... non hai mai pensato all'eventualità che qualcuno ti attacchi? In tal caso che faresti? '
Qui non viene mai nessuno. Pochi sanno dell'esistenza di una costruzione accanto al lago.
'Ho visto che la stazione di polizia è lontana da qui, parecchio. Avrei potuto capire se ti trovassi a pochi metri dalla centrale, ma così è davvero troppo. Inoltre l'inverno qui è rigido, ti ritroveresti bloccata, isolata da tutto e da tutti. '
E se fosse proprio ciò che voglio?
'Per questo sono venuto per proporti una soluzione.'
Una soluzione?
'Vivere con me, Maggy. Vivere con me e la mia famiglia. La villa è grande, c'è spazio per te e per altre tre persone – come minimo! Ti troveresti molto bene, mia moglie è una gradevolissima compagnia e pr quanto riguarda i tre mocciosi, beh... '
Una risatina soffocata.
'Loro sanno quando è tempo di giocare e quando no. L'ho insegnato loro io stesso. '
Tu stesso?
'Potremmo darti la camera più grande della casa, quella che dà verso nord. Visto che ti piace la montagna. Anche se ricordo bene la tua passione per il mare, quand'eri piccola. '
Sì, prima che tu...
'E' grande, spaziosa, c'è un'ampia scrivania e un computer con una tastiera gigantesca, proprio adatta a te. Potresti usare quello al posto di quel ciarpame che usavi prima, e che, ci scommetto, usi anche adesso. Per non parlare del letto! E' comodissimo, il materasso non scricchiola e c'è pure un caminetto alla sua sinistra! Una vera gioia durante le mattinate d'inverno, sai? '
Per non parlare del letto...
'Ecco, volevo parlarti di questo, in realtà. Come ti ho già detto, mamma è d'accordo con me. Ho lasciato la macchina accostata al viale principale. Se vuoi, possiamo partire oggi stesso. Ti aiuterei io a fare i bagagli, ovviamente. '
Già, ovviamente.
'Ovviamente, con il tuo consenso. Non se ne farebbe nulla se tu non volessi, ma ti consiglio di pensarci su molto attentamente. So che non sono decisioni da prendere alla leggera, queste. A proposito, non ho ancora visto la tua camera da letto! '
La camera da letto...!
'Vattene. '
Un sussurro.
Ho davvero...?
'Vattene. '
'Non ho capito bene, Maggy. '
Non può entrare nella camera da letto. Non può vedere Charlotte. Non può vedere il letto.
'Ho detto che devi andare via. '
Questa volta il sussurro era divenuto concreto, tangibile, e Christ lo aveva decisamente sentito. Lo immaginò intento a fissarla con i suoi occhi chiari ed estranei, occhi da gigante che cerca di divorare il piccolo umano ai suoi piedi, e le mani inchiodate ai fianchi spigolosi e sodi.
'Io non capisco, Maggy. Posso capire che tu nutra del risentimento per me, dopo tutti questi anni, ma addirittura... cacciarmi fuori di casa è un pò eccessivo, non credi? '
'Non lo è affatto. ' rispose l'essere coraggioso e impavido che abitava dentro la sua pancia. 'Voglio che te ne vai subito. '
'Ma io... '
'E che non torni più. '
'Non credo di poterlo fare. ' rispose Christ, la voce Christ, indurita da un principio di rabbia che avrebbe potuto travolgerla come un uragano, e il suo corpo e le sue dita, annodate in due pugni che avrebbero abbattuto tutte le sue difese. 'E sai perchè? '
No, non avvicinarti con quel tono, allontanati, ti prego!
'Ho promesso a nostra madre che avrei riallacciato i rapporti con te, non importa in quanto tempo. Questa è l'occasione perfetta, e non ho alcuna intenzione di sprecarla. '
E' davvero l'occasione perfetta. Ma per quello che penso io. Ciò che sospetto tu stia pensando già da un pezzo.
'Ho prenotato una stanza in un albergo, il più vicino che ho trovato, il Whisperin' Woods. Starò qui una settimana. Mi sono imposto di tornare ad essere una famiglia con te. Vuoi che me ne vada? D'accordo. Ma domani tornerò. E dopodomani. E il giorno dopo ancora. Parleremo e giocheremo, come ai vecchi tempi. Finchè tu non avrai imparato ad accettarmi. '
E' tornato l'avvoltoio, e solo per tormentare la sua preda. Aspetta, si avvicina ancora.
'Allora vado. Domani mi mostrerai il resto della casa, va bene? Se non vuoi che entri nella tua stanza personale, non entrerò. Non voglio invadere i tuoi spazi. Le cose si fanno lentamente, una per volta, delicato. '
Cosa fa con quella mano?



Bruciò, semplicemente bruciò. Le sue dita callose, probabilmente in grado di sostenere quattro, cinque volte il peso del suo stesso corpo, ora le sfioravano dolcemente la curva rachitica della guancia. Le sembrò di essere stata accesa da un fuoco primordiale, vittima di quelle carezze infernali, e si costrinse nell'immobilità più assoluta mentre percepiva di occhi del rapace scavarle dentro. Poi, senza aggiungere altro, esso se ne andò.

Mi lasci inviolata, Christ?

E una piccola voce nella sua piccola testa le rispose: 'Sì, per adesso sì. '

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: Made of Snow and Dreams