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Autore: moira78    06/12/2020    5 recensioni
Ormai alle soglie del nuovo millennio, Candy racconta a sua figlia e sua nipote la storia della sua vita. Ho cercato di riempire il vuoto lasciato dal finale sibillino dei romanzi dell'autrice originale, tentando di cogliere lo spirito dei personaggi e scrivendo in modo più dettagliato ciò che è accaduto dalla scoperta dell'identità del Principe della Collina in poi.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La vita andò avanti nello stesso modo e, quando Eleanor mi disse che voleva studiare recitazione rimasi per un attimo destabilizzata. Anthony era in una scuola di Chicago e parlava di voler fare il medico veterinario, ambizione che probabilmente era stata anche di Albert in un tempo lontano. Non pensavo che anche mia figlia avrebbe scelto la carriera medica solo perché io ero infermiera, ma voler seguire le tracce del padre era l'ultima cosa che volevo.

"No", dissi asciutta.

"Ma mamma, perché?! Quando sono stata da papà a New York ho provato una parte insieme a lui e dice che...".

"Non m'interessa cosa dice tuo padre!", sbottai in malo modo. Non era da me perdere così le staffe con Eleanor e lei ammutolì, evidentemente sconvolta da quella nuova madre.

Rimase in silenzio per qualche istante, poi mormorò: "È per via di come vi siete lasciati tu e lui, vero?".

Sobbalzai come se mi avesse toccato un nervo scoperto. Guardai mia figlia e abbozzai un sorriso: "Potrei urlarti in faccia di no, e che dovresti farti gli affari tuoi visto che ancora non hai compiuto neanche vent'anni. Invece posso consigliarti una carriera da psicologa, avresti buone possibilità".

"Mamma, io...". La sua voce tremava e io mi avvicinai per baciarle la fronte. Era già di qualche centimetro più alta di me e dovetti farla abbassare un poco.

"Pensaci bene, piccola mia. Fare l'attrice ti porterebbe continuamente lontana dai tuoi affetti e dalla tua famiglia". Lei arrossì, probabilmente pensando a David, un ragazzo conosciuto a scuola anni prima e che frequentava già da un po'.

"Non m'importa, tanto non ho nessuno qui ad aspettarmi. A parte te, papà ed Anthony, ovvio". Alzai un sopracciglio, guardandola con aria interrogativa.

"Vuoi parlarne?", le chiesi con tatto.

Scosse la testa e capii che stava lottando contro le lacrime: "D'accordo, tesoro, ma non farlo solo perché ti sei incapricciata dell'idea di fare l'attrice e vuoi dimenticare un amore. Ascolta te stessa e segui i tuoi sogni reali, poi è difficile tornare indietro. Promesso?".

"Promesso, mamma, grazie". Mi abbracciò e io fui felice di aver toccato il suo cuore.

I miei figli dovevano essere felici e avere dalla vita anche più di ciò che avevo avuto io.

Durante quegli anni '50 vidi morire anche Suor Lane e rimasi sola alla Casa di Pony. Patty mi aiutava come poteva, considerando che era solo una maestra e ci mettemmo alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarci stabilmente, visto che ormai la struttura si era ingrandita molto, grazie anche agli interventi operati in passato da Albert.

"Ci vengo io", disse Annie.

"Ma, Annie, tu vivi a Chicago e Archie...".

"Archie ha acquistato da poco una bellissima tenuta di campagna a pochi chilometri di macchina da qui, perché sa quanto tengo a questo posto. Considerando che ormai ho due figli grandi che hanno le loro vite non posso restare tutto il giorno in casa senza fare niente, visto che anche mio marito esce la mattina e torna la sera. Non dormirò qui ma sarò sempre disponibile, anche di notte, vi basta telefonarmi".

Io e Patty ci guardammo: alla fine ci ritrovavamo di nuovo tutte e tre unite, come ai tempi della Saint Paul School, anche se invecchiate e con qualche colpo in più dalla vita.
Fu un bel periodo, la nostra routine proseguiva serena e forse stavo davvero trovando quella tranquillità che agognavo. Fino al giorno in cui Terence tornò, ubriaco e claudicante e si accasciò sull'erba proprio di fronte alla Casa di Pony.

"Terence! Santo cielo, ma che cosa hai fatto?", gridai, aiutandolo a rialzarsi.

Lui mi fisso con gli occhi annebbiati dall'alcool: "Ci sono ricaduto, e nessuno vuole un attore vecchio e brillo per metà del tempo. Mi dispiace, Candy, ti ho delusa".

Improvvisamente cominciò a singhiozzare come un bambino e lo abbracciai.

Quando si fu calmato, gli ordinai di riposare mentre preparavo un caffè forte. Patty e Annie si occuparono di tenere i bambini occupati mentre io parlavo con lui. Dopo circa un paio d'ore, Terence fu di nuovo in sé e si scusò ancora.

Scossi la testa: "Non devi scusarti, ma spiegami perché ti sei ridotto così. Andava tutto così bene! La settimana scorsa i ragazzi sono venuti a trovarti e mi hanno riferito che eri felice per un nuovo ingaggio".

Lui abbassò il capo, come se non riuscisse a guardarmi più negli occhi.

"Non ho mai smesso di amarti, Candy".

Il mondo si fermò.

"Cosa?", mormorai. Sapevo che Terence mi era rimasto accanto dopo la morte di Albert non solo per amicizia, ma ormai pensavo che stare lontani avesse lenito le sue ferite.

"Dal giorno in cui decisi di divorziare, sapevo che non avrei smesso un solo istante di amare la mia signorina Tuttelentiggini. Ma avevo capito che l'amore non basta e che avevamo bisogno di dividerci. Quel maledetto giorno in cui ho travisato la tua gravidanza è stato un altro degli errori più grossi fatti nella mia vita. Ho accettato che ti innamorassi di Albert e che fossi felice accanto a lui, gettandomi nella carriera. Ma non ho mai voluto nessun'altra che non fossi tu, al mio fianco. Mai".

Restai senza parole e, mentre mi sedevo accanto a lui, mi tornarono in mente le parole di Suor Lane di tanti anni prima. Il mio cuore era confuso: il ricordo di Albert era una ferita ancora aperta, ma avere Terence davanti a me, così vulnerabile e innamorato mi fece decidere quasi immediatamente.

Mi avvicinai a lui, intrecciando una mano nelle sue: "Sai cosa? Se seguiamo il consiglio di Albert rischiamo di arrivare a sessant'anni soli e infelici. Io non so di preciso cosa provo per te ora: non è indifferenza ma non è neanche l'amore passionale e completo di quando eravamo due ragazzini. Se ti accontenti di questo possiamo farci compagnia come ex marito e moglie, finché morte non ci separi. Sei disposto ad accettarlo?".

Non mi aspettavo una reazione così impetuosa da parte sua e in parte me ne rattristai. Mi abbracciò forte, stringendomi come se non volesse più lasciarmi andare: "Sarò felice solo se mi permetti di tornare con te, Candy, non voglio più stare da solo. Ti farò innamorare di nuovo, ci proverò con tutte le mie forze, e se non ci riuscirò cercherò di farti felice a ogni costo. Te lo giuro".

"Terry", sospirai con tenerezza, "tu meriti molto più di questo, lo sai?", dissi addolorata.

"Non m'importa. Non l'ho trovato sino ad ora e non lo troverò certo fra qualche anno. Se posso invecchiare al tuo fianco non mi serve altro".

Ricambiai la sua stretta e accettai il bacio che mi posò, leggero ed esitante sulle labbra. Fu una bella sensazione e non mi dispiacque affatto. Non provavo sensi di colpa nei confronti di Albert e mi sembrava di avvertire una vecchia scintilla di attrazione.

Come inizio non era male.
   
 
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