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Autore: Herm_periwinkle    06/12/2020    1 recensioni
Draco ed Hermione si sono sempre odiati ed insultati, finché una punizione li porterà a scoprire che, alla fine, non sono poi così diversi.
Il quinto anno sarà particolarmente turbolento quando si ritroveranno ad essere vittima di una maledizione.
Riusciranno a uscirne illesi o rischieranno di morire perché non riusciranno a spezzarla? Soprattutto, saranno in grado di mettere a tacere le voci malevole che girano su di loro?
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-Dal capitolo 10-
Hermione prese coraggio e gli pose la domanda che da giorni gli ronzava in testa "Ehi Malfoy" alzò lo sguardo verso di lui, fino a guardarlo fisso negli occhi "Volevo chiederti... noi, insomma..."
"Sputa il rospo, Granger"
"Ci odiamo?"
-Dal capitolo 29-
Poi all'improvviso, sentì un urlo sovrastare il ringhio della bestia. "Non azzardare a farti ammazzare, bastardo di un Malfoy!"
Era la voce di Potter.
Malfoy si chiese se non fosse già morto.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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“Stai di nuovo andando da lui?” le chiese Ginny, quando la vide sgattaiolare via dalla Sala Comune.
Hermione annuì. “Dobbiamo trovare un modo per risolvere questa situazione il più velocemente possibile.”
Da quando Hermione aveva rivelato a Malfoy che avevano un destino in comune e una maledizione da spezzare, il ragazzo aveva smesso di presentarsi da lei seguito dai suoi amichetti e di comportarsi come il peggior idiota della storia. Hermione doveva ammettere di essere rimasta piuttosto sorpresa da un simile cambiamento, ma era consapevole che lui voleva svincolarsi in fretta da lei, soprattutto considerando che, essendo la migliore amica di Harry Potter, si metteva nei guai un giorno sì e l’altro pure.
Durante le lezioni, pranzo, cena e colazione si evitavano accuratamente, stando ben attenti a non attirare l’attenzione su di loro. Ovviamente erano girate delle voci, ma si stavano dando entrambi da fare per metterle a tacere e la loro autorità di Prefetti senza dubbio li aiutava in quella missione.
La sera, però, si vedevano in luoghi nascosti per poter capire come sciogliere quella maledizione.
“Stai attenta” le disse Ginny. “Ho paura che passare tutto quel tempo con lui ti possa far male. Non dimenticarti mai di chi è veramente.”
Hermione apprezzava che Ginny, a differenza di Harry e Ron, non le avesse mai detto esplicitamente di non andare. Certo, ogni volta le ricordava che non doveva abbassare la guardia, ma era una premura che Hermione tutto sommato apprezzava. Erano Harry e Ron che non vedevano di buon occhio quegli incontri, soprattutto perché continuava a stare male per via delle voci oscure che le risuonavano in testa. Erano terrorizzati che la frequentazione con Malfoy potesse peggiorare la situazione.

“Sei in ritardo Granger” le disse Malfoy, non appena la ragazza chiuse dietro di sé la porta di una vecchia aula abbandonata. Fecero una serie di incantesimi di protezione e silenziarono la stanza, affinché nessuno li potesse trovare.
“Non rompere, sai bene che il mio dormitorio è più lontano del tuo.”
“Saresti potuta uscire prima.”
“E tu avresti potuto trovare un posto davvero a metà strada” lo rimbeccò lei.
Le sedie erano sbilenche e non sembravano essere realmente in grado di sostenere il peso di uno studente. Si sedettero su un vecchio banco ammuffito, che scricchiolò sotto di loro. Draco arricciò il naso, evidentemente disgustato, ed Hermione non riuscì a trattenere un sorriso di fronte alla sua espressione. Non appena Malfoy la guardò, però si ricompose all’istante.
“Stavi ridendo di me?” le chiese, lanciandole un’occhiataccia.
Hermione scosse la testa, ridacchiando. “Non potrei mai.”
Draco piegò le labbra in un accenno di sorriso, ma si chinò subito a cercare un libro che aveva portato con sé nella sua cartella. Hermione si rese conto che avevano appena scherzato come durante i pomeriggi dalla McGrannit. Sembrava quasi che gli ultimi mesi fossero scomparsi.
“Entrambi non ci riusciamo a ricordare che cosa abbiamo desiderato” disse Draco, recapitolando a se stesso quanto sapevano. “Ho fatto delle ricerche per conto mio e nel reparto proibito ho trovato questo tomo. Non lo so tradurre tutto, anzi quasi per niente, ma tu ce la potresti fare” le disse, tirando fuori un grosso tomo polveroso. Aveva una copertina di cuoio nero, tenuta insieme con delle cinghie dorate.
“Hai rubato un libro dal reparto proibito?” squittì Hermione, con una nota di panico nella voce.
“Sì, ma lo riporto domani, sta tranquilla” rispose divertito, vedendo la sua espressione terrorizzata.
“Dai Granger non fare quella faccia, è solo un libro.”
Hermione lo fulminò con un’occhiataccia. “Se si venisse a sapere la tua casa perderebbe centinaia di punti.”
“E anche la tua, dato che lo stiamo usando entrambi, perciò rimarrà un segreto tra noi due.”
Hermione sbuffò e si avvicinò a lui per cominciare a decifrare il libro. Lo aveva aperto ad una pagina che raffigurava la roccia che avevano trovato al centro del labirinto. Il libro era scritto in rune molto antiche e c’erano molte macchie di umidità che avevano in parte mangiato le parole, ma era sicura che sarebbe stata in grado di decifrare la maggior parte del testo.
Si mise il libro sulle gambe e cominciò a leggerlo.
Come ogni volta nell’ultimo periodo, la testa cominciò a pulsarle dolorosamente. Cercò di ignorare il dolore, non poteva fare la figura della debole di fronte a Malfoy.
Strinse i denti e continuò a decifrare. Sentire lo sguardo del ragazzo fisso su di lei la faceva sentire in soggezione, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad anima viva.
“Che cosa dice?” le chiese Draco dopo essere stato per un po’ in un silenzio tombale. Si era avvicinato pericolosamente a lei per sbirciare sul libro, Hermione poteva sentire i suoi capelli sottili solleticarle una guancia.
“Per il momento niente che non sapevamo già. Siamo finiti nella bolla temporale perché avevamo questo benedetto desiderio in comune.”
Malfoy sbuffò di frustrazione. “Sei proprio sicura di non sapere che cosa desideri?”
“Non è questione di non sapere cosa desidero io, ma cosa desideriamo entrambi. Ne abbiamo già parlato, non mi sembra sia servito a molto.”
Era vero, ne avevano discusso a lungo nelle sere precedenti, spesso anche rivolgendosi rispettivamente parole poco carine sulla stupidità dell’altro, ma non erano riusciti a trovare alcuna conclusione. Non avevano assolutamente nulla in comune.
“Potresti pensarci meglio” sibilò lui. Hermione notò che erano davvero troppo vicini. Era lei che si stava facendo strane paranoie o i loro visi erano davvero ad un soffio?
“Potresti farlo anche tu. Io ti ho detto chiaro e tondo cosa desidero, tu invece non hai fatto altro che cambiare discorso.”
Draco distolse lo sguardo dagli occhi della ragazza, che rincarò la dose. “Allora Malfoy, si può sapere cosa desideri?”
“Il potere” le disse lui con asprezza, fissandola di nuovo negli occhi. Eppure, nella sua voce c’era stato un impercettibile vacillamento.
“Piuttosto banale. Solo quello?” continuò, non distogliendo lo sguardo.
Erano vicini, troppo vicini. I loro nasi per poco non si scontravano, ma nessuno dei due sembrava intenzionato a cedere ed allontanarsi.
“La gloria” aggiunse Draco.
“Continui ad essere banale” disse Hermione. Il mal di testa le era continuato ad aumentare, quasi le sembrava che stesse per esplodere. “Sei solo un codardo che non sa ammettere che cosa vuole. Abbi un po’ di coraggio nella vita.”
A chi stava parlando realmente? A se stessa o al ragazzo che aveva di fronte?
Draco impallidì, ingoiando un boccone amaro. “Non mi sembra che tu sia in grado di dirlo più di me” ribatté con freddezza. “Smettila di ergerti a coraggiosa solo perché sei Grifondoro, non credere di essere così diversa da me. Nemmeno tu sai cosa vuoi davvero” disse, insistendo sull’ultima parola.
Hermione si sentì profondamente insultata, senza nemmeno saperne bene il motivo. Alla fine Malfoy si era solo limitato a rigirare la frittata, non le aveva detto niente che lei già non sapesse. Eppure sentì crescere in petto una rabbia cieca, che non riusciva a controllare. Le sfuggì un gemito dalle labbra e involontariamente si portò le mani alla testa. Pensieri crudeli le si affacciavano alla mente e la stanza attorno a lei sembrava essere scomparsa. Si ritrovava circondata da un vortice di parole e di incantesimi oscuri, rune antiche che le passavano davanti agli occhi e che lei, inspiegabilmente, riusciva a comprendere.
C’era troppo rumore nella sua testa, non riusciva più a capire chi fosse, né dove fosse. Cominciò a urlare per sovrastare tutte quelle voci, ma dalla sua gola le sembrò che non uscisse nemmeno un flebile suono.
Sentì due braccia avvolgersi attorno a lei, mentre una voce ovattata, che sembrava di stare anni luce, chiamava il suo nome.
“Granger smettila! Non fare così. Granger! Hermione, ti prego…” stava dicendo Draco, che la teneva stretta, con gli occhi pieni di paura.
Hermione riaprì gli occhi tra le sue braccia. Con una mano le sosteneva la testa, mentre il suo corpo era completamente adagiato su di lui. Hermione si tirò su in fretta, allontanandosi da lui.
Draco era sconvolto e ad Hermione parve di vedere l’accenno di una lacrima all’angolo dell’occhio. Guardò meglio e si rese conto che se lo doveva essere immaginato.
“Granger, è perché ti ho fatto leggere il libro?” le chiese, con la voce piena di quella che sembrava essere preoccupazione.
Hermione annuì in silenzio.
“Si può sapere perché lo hai letto allora? Potevi dirmi semplicemente che ti avrebbe fatto male.”
Hermione rimase piuttosto sorpresa dalla sua reazione. Non era in grado realmente di dire che cosa provasse, ma sembrava arrabbiato. Era strano vederlo in quello stato, non più composto e impostato come al suo solito, né protetto dietro l’indifferenza di battute sarcastiche.
“Pensavo di potercela fare.”
“E se non fossi riuscito a calmarti? Che cosa sarebbe successo allora?”
Il suo tono accorato sprigionava apprensione. “Non lo so, ma non ti dovrebbe importare. Sono affari miei se mi spingo oltre i miei limiti” rispose con durezza.
Le guance di Draco divennero scarlatte. Era la prima volta che Hermione lo vedeva in quello stato. Sembrava quasi umano.
 “Sei solo una stupida” le disse, alzandosi di scatto, riprendendosi il libro e uscendo all’istante dalla stanza. Hermione rimase lì, sola, completamente spiazzata dal comportamento del ragazzo.





 

Ciao a tutti!
Ci tengo a fare subito un piccolo chiarimento, perché mi rendo conto che con la doppia maledizione è tutto un po' più intricato.
Draco non prova dolore quando Hermione soffre per la maledizione (non quella del desiderio in comune, l'altra).
Questo accade perché quello di Hermione non è un dolore fisico, quanto piuttosto mentale. E la maledizione della bolla temporale collega i corpi, non le menti.
Spero sia tutto più chiaro nel caso qualcuno potesse essersi fatto venire qualche dubbio.
Purtroppo avendo cominciato questa storia anni fa, non mi ricordo se quando ho parlato della bolla ho effettivamente chiarito questi punti, perciò l'ho fatto ora.
Giuro che correggerò i primi capitoli, che so che non erano un gran che, ma preferisco prima finire di scrivere questa storia, perché so che se mi metto a correggere va a finire che la abbandono di nuovo e vorrei evitarlo ;)
Grazie a tutti quelli che mi leggono, se volete/potete lasciatemi un parere, lo apprezzo molto.
Prossimo capitolo come al solito ci sarà mercoledì.
Un bacione

Ika
   
 
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