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Autore: padme83    06/12/2020    6 recensioni
Raccolta di flash!AU
Prompt #1: TriWizard Tournament/Hunger Games!AU
Prompt #2: Pride and Prejudice!AU
Prompt #3: Flower shop and Tattoo Parlor!AU
Prompt #4: Romeo and Juliet!AU
Prompt #5: Vampire and Lycan!AU
Prompt #6: Star Wars!AU
Prompt #7: College!AU
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald
Note: AU, Lime, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We were closer than brothers'
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Prompt #6Star Wars!AU;
grazie a Shilyss <3
Nota esplicativa in fondo}
 
 
 
L'oscurità è generosa, è paziente, e vince sempre...
ma al centro della sua forza sta la sua debolezza:
una candela è sufficiente a fermarla.
L'amore è più di una candela.
L'amore può accendere le stelle.

(Matthew Stover – La Vendetta dei Sith) 
 
 
 
 
 
 
~ Chained Stars ~
 
 
 
 
 
 
Here we are riding the sky,
painting the night with sun.
You and I, mirrors of light,

twin flames of fire
lit in another time and place.
 
 
 
 
 
 
Tanto tempo fa, in una Galassia lontana lontana…
 
 
Lo Jedi, fiero ed eretto a pochi passi da te, ti guarda in silenzio, senza accennare a muoversi.
Il suo volto è una maschera di quieto distacco, ma i suoi occhi – oh, i suoi occhi, i suoi occhi! – risplendono vividi nell’oscurità, simili a lampi al di là di pozze nere e profondissime.
Anche nei sogni, a volte, ti è apparso così, impenetrabile e irraggiungibile, rivestito di luce e gelida furia, intenso e magnetico come il nucleo ardente di una stella.
Adesso però non è un sogno.
Adesso non è il Legame a chiamarvi, non è il potere della Diade a guidarvi e unirvi[1].
Adesso lui è qui.
La Forza vi ha fatti incontrare.
Non esistono stagioni, su questo pianeta nevoso e disperso ai margini della Galassia; gemme di ghiaccio dall'opalina iridescenza ne avviluppano con impavida ostinazione la superficie boscosa e desolata. Le puoi avvertire tutte, una per una, accerchiarti e volteggiarti addosso, delicate, eteree, come le lievi carezze di un amante.
Come le sue carezze.
Digrigni i denti, mordendoti la lingua e l’interno viscoso delle guance. Sapore di ruggine e bile ti invade il palato. Il sangue si è già in parte coagulato intorno al torace devastato dal laser – uno squarcio, una ferita mortale che lui ti ha procurato, quando la Forza si è incendiata con voi – in voi, per voi –, e insieme avete fatto tremare la terra e il cielo e l’intero Universo. L’odore acre della carne ustionata – la tua – e del fumo sprigionato dalle spade sguainate ancora aleggia nell’aria.
Annaspi, ingoiando schegge d’ossigeno rovente. I tuoi muscoli sono allo stremo – irrigiditi dal freddo pungente e dallo sforzo per mantenerti lucido –, e si tendono in spasmi ferini nel contatto con le pietre aguzze e taglienti che emergono come artigli mostruosi dal terreno. Giureresti che ridano di te, che godano nel sottoporti a un simile tormento. Se la gola non fosse strozzata in una morsa d’acciaio, che a stento ti permette di respirare, daresti sfogo alla tua smania distruttiva con tutto il fiato che ti rimane nei polmoni.
Lasciala andare. Lasciala andare.
L'ira conduce al Lato Oscuro.
Ma non un suono, ora, si libera dal giogo perverso che ti scortica le labbra.
E il dolore, dannazione, il dolore non si placa, dilaga ovunque ed è reale – penetra nel sangue, si fa largo in mezzo al petto, piega le costole, le spezza – ti spezza! –, le tritura e arriva dritto al cuore.
Il dolore conduce al Lato Oscuro.
«Resisti, Grindelwald».
La sua voce è un faro nella notte, un brivido caldo che si insinua rapido lungo la spina dorsale, un soffio tenue che con dolcezza ti sfiora e avvolge la mente sconvolta. Chiudi gli occhi e ti protendi verso di lui, lo cerchi con la disperazione di un naufrago che boccheggia tra le onde di un mare tempestoso, e nel momento in cui, finalmente, lo raggiungi, il dolore si tramuta in coraggio, e un vigore nuovo – eppure intimo, conosciuto, giusto – ti pervade le membra esauste, ti riempie, ti culla, estingue il bisogno feroce e assoluto che irradia da ogni singola fibra del tuo corpo.
Il sollievo che provi è tale da costringerti a nascondere una piccola lacrima dietro lo sfarfallio continuo – sincero, impietoso – delle ciglia indurite dal gelo.
Guardami, Gellert.
Obbedisci, non potendo far altro che dare immediato seguito al comando che cattura i tuoi pensieri con tanta imperiosa tenerezza.
Sollevi piano le palpebre: lui si avvicina e in un istante ti è accanto, ti osserva attentamente, quasi volesse entrarti nell’anima, e a te sembra di morire di nuovo – e precipitare, affondare, annegare, nelle sue iridi d'acqua limpida.
Non andartene.
Dita morbide come seta percorrono lente la tua fronte febbricitante, portando frescura e ristoro laddove, pietose, indugiano con gentilezza infinita.
Non me ne vado. Non senza di te.
L'ombra di un sorriso gli increspa la bocca pallida, e il tuo cuore impazzito salta un battito – è vicino, è troppo vicino.
Ora, bredhu, prendi la mia forza.
Un rantolo stridulo ti sfugge dai denti.
No, no. Non lo fare. Non puoi farlo.
Non posso?
Alza un braccio e ti circonda con decisione le spalle, mentre con una mano ti scosta una ciocca di capelli dal viso e con l’altra scivola sicuro sull’epidermide sfregiata dell’addome. Ti si preme contro, e il fiotto di calore che ti investe da capo a piedi è violento e totale, un grumo di energia primordiale e salvifica, una scarica elettrica terribile e urgente che pervade ed esaspera e sgretola il sistema nervoso, sollecitato al limite di ogni umana sopportazione.
Lui è saldo nella Forza, e non ti lascia andare.
Legato a lui non puoi cadere.
«Resti con me?»
«Sempre».
Non c'è più nulla attorno a voi. Non ci sono alberi che incombono minacciosi sopra le vostre teste chine, poggiate l’una all’altra, non ci sono rami che si frantumano e collassano al suolo, grevi di morte e neve. Non c'è il sibilare acuto della tormenta, il vento sferzante che s’infila sotto le tuniche, pizzica la pelle, la trafigge e la strappa via dalle ossa.
C’è la Forza, soltanto la Forza.
E voi – luminosi come soli, più abbaglianti di una supernova –, due stelle gemelle e perdute – incatenate – che nella Forza bruciano, si fondono, esplodono.

 
 
 
 
 
 
 
I know your name, I know your face
your touch and grace.
All of time can not erase
what our hearts remember stays
forever on a song we play.
.



 
 
 
{Words Count: 867}
 
 

[1] beh, la Star Wars!AU non poteva mancare. La scena, naturalmente, riprende il finale di TFA e in parte il post combattimento su Endor di TROS. La linea temporale, però, così come l’ambientazione volutamente indefinita, non c’entrano nulla con la Saga, nel senso che per me il racconto potrebbe essere collocato migliaia e migliaia di anni prima (o dopo) gli eventi narrati nei 9 episodi. Anche il pianeta-senza-nome (non aveva molto senso trovargliene uno apposta) riprende il setting della Starkiller, ma non è la Starkiller. Se vi sembra tutto molto famigliare è perché ho ripreso\rielaborato l’idea alla base di “Sound of Silence”, la quale, considerando come si sono evoluti i fatti, ha quasi più senso in questo AU che nel contesto originale. D’altra parte, il force-bond tra Rey e Kylo Ren – e il concetto stesso di Diade – sono forse l’unica cosa che si salva di Ep. IX (sul resto stendiamo un velo pietoso che è meglio). In questo caso, ho immaginato che i nostri due force users prediletti fossero uniti nella Forza da sempre, che abbiamo quindi imparato a conoscersi (e amarsi) dentro il Legame per anni, solo che, essendo cresciuti in “schieramenti opposti” (in uno scenario di guerra, che sempre di "Guerre Stellari" stiamo parlando), la prima volta che si incontrano dal vivo tentano innanzitutto di ammazzarsi a vicenda. Poi, però, siccome è di loro che stiamo parlando, le cose vanno in maniera diversa (per cui immaginateli, una volta che Gellert si è ripreso, a scorrazzare insieme in giro per la Galassia – tentando di conquistarla e facendo sostanzialmente danni, of course). Non credo che Gellert sia un Sith a tutti gli effetti: dopotutto, Ben Solo\Kylo Ren e i Cavalieri di Ren hanno dimostrato che ci possono essere altre possibilità (anche se ad oggi cosa siano effettivamente i Cavalieri di Ren – e a cosa servano – nessuno lo ha ancora capito).
 
 
 
 
 
Nota:

Buongiorno e buona domenica a tutt* ^^
 
Spero che questo piccolo racconto vi sia piaciuto. La raccolta ormai è in dirittura d’arrivo, il prossimo capitolo sarà l’ultimo.
 
Soundtrack: Across the stars, John Williams (Star Wars, Ep. II, L’attacco dei cloni OST); Star Sky, Two Steps From Hell (che potrebbe tranquillamente essere la colonna sonora dell’intera raccolta, visto il tema).
 
Vi ricordo che potete raggiungermi facilmente anche in altri meravigliosi luoghi di internet: tengo in particolare a Instagram, perché ogni storia ha il suo aesthetic dedicato, ma qui su EFP non mi piace caricare immagini all’interno dei capitoli. Trovate tutti i link nella mia bellissima nuova bio (opera della fantastica Miryel, naturalmente).
 
Se siete invece interessati ad altre storie su questi due disgraziati, vi invito a cliccare sul link alla serie che trovate nello specchietto introduttivo in alto. Tenete presente che alcune raccolte sono pubblicate nella sezione di Harry Potter.
 
Grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, e a chi commenterà o inserirà questa raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP.
 
Grazie a chi lo ha già fatto <3
 
Un bacio e (spero) a presto :*
 
 
 
padme
 
 
 
Disclaimer:
Non concedo, in nessuna circostanza, né
l'autorizzazione a ripubblicare le mie storie
altrove, anche se creditate e anche con link
all'originale su EFP, né quella
a rielaborarne passaggi, concetti o trarne
ispirazione in qualsivoglia modo senza mio
consenso esplicito.
   
 
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