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Autore: lmpaoli94    06/12/2020    1 recensioni
In un tempo dove i cavalieri si conquistavano l’onore cavalcando per il popolo, le varie suddivisioni di 17 contrade si sfidavano per la supremazia del Regno di Numarsa.
Il primo giorno d’estate era il momento in cui gli uomini dimostravano il loro valore combattendo in duelli controversi.
Le battaglie duravano un tempo illimitato e la contrada vincitrice festeggiava in giro per il Regno dopo aver conquistato tutto il potere.
Ma i giochi sporchi di tali organizzazione andavano a macchiarsi di sangue e di tradimenti che il momento più importante del Regno veniva oscurato da una guerra improvvisa.
Ma cosa sarebbe successo se la pace avesse avuto le sembianze di una… donna?
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Risvegliandosi tra le braccia della sua nuova amata Ginevra, Argentio si sentiva una persona diversa.
L’incontro con quella donna, s’eppur fulmineo, aveva cambiato il suo modo di vedere il mondo.
Bella, giovane e con un coraggio da vendere, il giovane figlio bastardo della Contrada della Pantera era stato folgorato dai suoi modi di fare.
Mentre le prime luci dell’alba inondavano quel piccolo casolare vicino al fiume dove i due amanti avevano trovato rifugio, Argentio non si era reso conto che era l’ora di andare.
Non volendo svegliare la sua amata, il cavaliere si rivestì velocemente prima di scrivere una lettrera alla donna e ringraziarla per la bellissima notte trascorsa insieme.
Ma nel mentre si apprestava ad aprire la porta, la giovane donna lo avvolse tra le sue braccia ancora completamente nuda.
< Non vorrete mica uscire da qui senza niente addosso, spero > fece l’uomo con tono sensuale.
< E voi? Mi volevate lasciare da sola senza dirmi niente? >
< Vi ho scritto una lettera, anche se breve. >
< Odio svegliarmi da sola. Mi fa capire quanto sono sola al mondo. >
< Ma adesso non lo siete più, Ginevra. Ci sono io che vi proteggerò in ogni frangente. >
< Non fate promesse che non potete mantenere. >
Rabbuiandosi improvvisamente dopo aver detto quelle parole, Ginevra si apprestava a tornare alla normalità di sempre.
< Perché dite questo? >
< Perché le nostre due Contrade sono nemiche giurate. Come possiamo essere felici in questo modo? >
< Lo saremo, Ginevra. In un modo o nell’altro. >
< Vostro zio e mio nonno non acconsentiranno mai alla nostra unione. Ci uccideranno piuttosto che vederci insieme. >
< Allora li faremo ragionare alla nostra maniera, dicendogli che siamo felici e che nessuno ci può dividere. >
< Non vorrei avere false speranze con voi, ma ho paura che mio nonno stia architettando qualcosa dietro le mie spalle. >
< Non sarebbe la prima volta > rispose Argentio divertito.
< Finitela. La questione è molto seria. >
< Scasate. Io non volevo… >
< Ancora non riesco a capire che cosa ci facesse Equestre Orvalo dei Rigamonti nel nostro palazzo… Forse mio nonno sta preparando un matrimonio a mia insaputa, facendomi sposare con quel buono a nulla. >
< Bene, vorrà dire che dovrò entrare in azione io togliendo di mezzo il mio rivale. >
< No, Argentio. Non potete farlo > rispose Ginevra frettolosamente.
> Perché? Mi avevate detto che non lo sopportavate… >
< Questo non vuol dire che dovete ucciderlo. Se quell’uomo si è già alleato con mio nonno, sarà molto difficile per noi farlo sparire. Mio nonno non lascia niente al caso e controlla tutti noi anche quando crediamo di essere liberi. Avete capito cosa intendo? >
< Perfettamente. Ma ciò non toglie che possiamo vederci nei momenti più congeniali, anche se dovremmo farlo di nascosto. >
< Argentio, voi state sfidando il Conte Varello dei Vassalli. Sapete quanto potente sia. >
< Anche mio zio Fra Tito è un uomo molto potente, come del resto altre Contrade. Perché disperarsi così tanto? >
< Perché ho paura della nostra incolumità. Soprattutto della vostra, Argentio. >
Nel vedere come la sua giovane amata si preoccupi per lui, Arhgentio non poté fare altro che continuarla a baciare con passione.
> Mio zio mi avrà dato per disperso. Forse è meglio che io torni a palazzo, altrimenti… >
Ma prima che Argentio si potesse staccare della sua amata, sentì un rumore di zoccoli provenire nelle vicinanze del casolare.
< E’ arrivato qualcuno > mormorò Ginevra spaventata < Forse una guardia di mio nonno che mi è venuta a cercare. >
< Ci metteremo poco per scoprirlo. >
Nascondendosi dietro le pareti del casolare, Argentio e Ginevra attesero il momento in cui il misterioso uomo avrebbe messo piede all’interno di esso, saltandogli addosso e cogliendolo impreparato.
Ma quando Argentio capì che si trattava di una sua vecchia conoscenza, non poté fare altro che salutarlo e di offenderlo allo stesso tempo.
< Grigherio! Non avrei mai immaginato che foste voi! >
< Ho forse interrotto qualcosa di importante, amico mio? >
Nel cercare di togliersi dall’imbarazzo, Ginevra si rivestì talmente velocemente da lasciare sorpresi i due uomini che la stavano guardando con tale fugacità.
< Allora? Non avete mai visto una donna nuda? > domandò risentita la donna.
< In verità… >
< Argentio, voi mi dovreste difendere da quest’uomo. >
< Scusami, Ginevra. Ma Grigherio è come un fratello per me. Siamo cresxiuti assieme e abbiamo affrontato tanti pericoli9 quante avventure. >
< Allora perché non me lo presenti come si convenga ad una contessa del mio rango? >
< Scusatemi. Non credevo di darvi così tanta importanza > rispose Argentio alquanto divertito e indispettito allo stesso tempo.
< Le persone cambiano, tesoro mio. E se questo ragazzo è un vostro amico, perché non sapere più sul suo conto? >
< Dovrei forse ingelosirmi subito dopo la notte passata assieme? > domandò di rimando Argentio.
< Sapevo di avere interrotto qualcosa > rispose l’altro uomo < Comunque mi presento: Grigherio Armando Della Torre, Capo della Contrada Spadaforte. Un vero piacere fare la vostra conoscenza, signorina… >
< Ginevra Dei Vassalli. Credo che voi sappiate a qule lignaggio appartengo. >
< La nipote del grande Conte Varello. Non vi ho mai incontrata di persona. Anche perché non ne ho mai avuto occasione. >
Fissandola con occhi languidi e pieni di piacere, il giovane Grigherio non riusciva a sottrarsi a tale bellezza. >
< Grigherio? Giù le mani. La signorina qui presente non ama essere posseduta > rispose Argentio cercando di trattenere la sua gelosia.
> Oh, scusatemi amico mio. Voi siete arrivato prima di me. >
< Come osate dire ciò? Io non sono un trofeo da vincere > rispose infuriata la donna < E se volete che ve lo dica, credo che non riuscirete mai a farmi sentire una donna importante come mi sento io. >
< Oh, scusatemi. Non volevamo offenderla. >
< Argentio, se i vostri amici sono così insolenti come questo qui, allora forse è meglio che torni a strisciare nei vicoli oscuri dove le Contrade Soppresse abitano per essere ricostruite. >
Sentendosi offeso e ferito allo stesso tempo, Grigherio fece di tutto per non inveire contro la donna.
< Ginevra, non pensate che state esagerando? >
< Assolutamente no. Il vostro amico doveva inizialmente avere l’accortezza di bussare e non entrare come se fosse a casa sua. In secundis, la dovrebbe smettere di fissarmi come un lupo in calore che non aspetta altro che la sua preda. >
< Sono sicuro che Grigherio non abbia cattive intenzione. Ormai lo conosco da tutta una vita. >
< Fidarsi è bene non fidarsi è meglio, caro mio… E scusatemi Grigherio se metto in discussione l’amicizia tra due uomini, ma nel corso della mia vita ho imparato a non fidarmi di nessuno. >
< Ho sentito molto parlare della vostra vita difficile che avete avuto prima con i vostri genitori ed ora con vostro nonno. Ma non ve ne faccio una colpa. >
< E’ già qualcosa… Argentio, credo che sia venuto il momento di andarmene, pregate il vostro amico di non spifferare della nostra relazione a nessuno, altrimenti ci saranno dei risvolti spiacevoli. Anche per lui. >
< Non mi permetterei mai di fare a voi due un simile affronto. Argentio, perché non cercate di difendermi? >
< Perché non siete nella posizione di essere difeso > rispose piccata la donna< E comunque, la nostra relazione non deve entrare in nessun modo nei vostri pensieri e nei vostri affari. Sono stata chiara? >
< Perfettamente, mia signora. >
< Signorina, se non vi dispiace. >
Senza salutare il suo giovane amato come avrebbe voluto, Ginevra partì al galoppo senza voltarsi dietro le spalle, cercando di raggiungere il Palazzo del Leocorno in più in fretta possibile.
< Argentio? Credo che voi mi dovrete dare un sacco di spiegazioni. >
< Magari più avanti, amico mio. Devo tornare subito da mio zio, altrimenti saranno guai per me. >
< Ci possiamo incontrare nel pomeriggio alla nostra taverna? >
< Ottima idea. Scuatemi se sono così di fretta. >
< Non vi preoccupate > rispose Grigherio con sorriso < Anzi, sono contento per voi se avete trovato la persona adatta a voi. >
< L’ho appena conosciuta, amico mio. E scusate per i suoi modi bruschi ma lei è fatta così. >
< Non ve ne farò una colpa, tranquillo. >
< Grazie, Grigherio. Siete l’unico amico di cui posso fare affidamento. >
< Non c’è nessun problema. >
 
 
Scrutando nell’ombra delle case in pietra il vociare degli abitanti che trascorrevano una vita spensierata e di sacrifici, le trame dell’ombra non potevano che essere all’ordine del giorno.
Nel vedere come sua nipote si allenasse con così tanta foga e prestanza, il Conte Varello sentiva che la sua dinastia sarebbe stata punita con la peggiore delle punizioni.
< Quindi mi state dicendo che Equestre non stava mentendo > cominciò a dire il Conte dopo aver dato il permesso al suo ospite di entrare nelle sue stanze private < E li avete trovati in atteggiamenti intimi? >
< Direi che si erano divertiti abbastanza tutta una notte. Mi duole nel dirvi di aver visto vostra nipote… Beh’, come mamma l’ha fatta. >
< Vi prego di non essere così deciso nei riferimenti > si rabbuiò il Conte mostrando la sua calma apparente < In fondo stiamo parlando di mia nipote, ovvero l’unica erede della mia Contrada. >
< Perdonatemi, Conte. Non volevo. >
< Volevate eccome. Perché come mia nipote, anche voi non avete nessun pelo sulla lingue. Per questo mi piacete molto. >
Inchinandosi al suo cospetto senza guardarlo negli occhi, il Conte Varello era soddisfatto della soffiata che il misterioso uomo gli aveva fatto.
< Continuate così e presto i due amanti conosceranno molte tragedie che li colpiranno. Così la prossima volta ci penseranno due volte a mancarmi di rispetto… Bravo, Grigherio. Presto il vostro desiderio di rinascita sarà contemplato da una ricompensa tanto generosa quanto irreversibile. >
< Vi ringrazio, Conte. Per la vostra pietà e la vostra clemenza. >
E nel dire ciò, Grigherio uscì dalla stanza senza alcun rimorso e senza pensare alle dovute conseguenze che il Conte Varello stava preparando per i due giovani amanti.
   
 
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