Percy era chiuso in stanza a scrivere una relazione per il suo capo, quando qualcuno bussò alla porta. Sbuffando si alzò ed andò ad aprire. Davanti però non si trovò nessuno. Non era sua madre che lo chiamava per il pranzo, o Ron che bussava per chiedergli qualche cosa di inutile in quel momento. Fece un passo in fuori e pestò qualcosa, non sapeva bene cosa fosse ma il contatto con la sua scarpa lo fece suonare e moltiplicare per tutta la stanza.
Era un suono acuto, come quello di una trombetta. Per disperazione, Percy si coprì le orecchie con le mani e cercando di non sfiorare quell’aggeggio infernale, provò ad uscire dalla stanza.
«FRED E GEORGE!» strillò isterico dopo aver raggiunto il pianerottolo.
I suoi fratelli minori lo raggiunsero con aria fintamente innocente.
«Incredibile Fred, hai sentito quella voce che ci ha chiamato?» disse George facendosi beffe del fratello maggiore.
«Sì, George, sembra essere di nostro fratello Perce, ricordi?» chiese Fred rivolto al gemello.
«Ah sì, ho qualche vago ricordo! Non lo vedo dall’inizio dell’estate!» rispose l’altro.
Percy aveva osservato la scena stizzito, con le braccia incrociate.
«Avete finito?» domandò dopo aver assistito alla scenetta per niente divertente.
«E dai, Perce, volevamo solo farti uscire dalla stanza almeno di domenica!» si lamentò George.
«Molto carino da parte vostra» rispose con un sorriso finto. «Ma io sto lavorando».
«Tu lavori troppo, Perce!» esclamò Fred.
In lontananza si sentivano ancora le trombette starnazzare, nonostante la porta chiusa. Percy sospirò ignorando il commento del fratello. «Potreste cacciarmi quelle trombette, per favore?»
I fratelli gemelli, rassegnati, si diressero nella stanza del fratello maggiore mentre Percy li attendeva nel corridoio. In men che non si dica, nella stanza calò il silenzio e Fred e George uscirono dalla camera.
«Quanto vi diverte infastidirmi?» domandò con una punta di veleno nella voce.
«In una scala da uno a dieci, undici!» rispose soddisfatto Fred, come se avesse avuto quella battuta pronta ad essere usata al momento opportuno.
Percy scosse la testa e, seccato, si chiuse la porta alle spalle con veemenza.