Cap.
8 - Candice e Tom Smith
Capitolo
scritto da Viviarmy89
Un
altro giorno era iniziato e i primi raggi di sole illuminavano le vie
di Maple
Town.
Tom
Smith, un omone di un metro e novanta dai folti capelli biondi e occhi
azzurri,
si era svegliato presto, come ogni mattina e dopo essersi lavato
accuratamente
il viso e averlo asciugato, scese le scale e si diresse in cucina per
preparare
il caffè al ginseng per la sua dolce metà.
Per
Tom era ormai un'abitudine a cui non poteva rinunciare.
Adorava
prendersi cura di Candice, coccolarla e viziarla, soprattutto dopo aver
rischiato di perderla per sempre.
Si
erano conosciuti quando erano solo dei bambini ma tra loro era scattata
subito
la simpatia reciproca che con il tempo divenne feeling, che
sbocciò in quello
che si definirebbe "il vero amore".
Si
reincontrarono all'università di Yale, dove
studiavano rispettivamente
legge e arte, decisero di finire gli studi per poi tornare a Maple Town
e
realizzare il sogno che entrambi portavano nel cuore fin da ragazzini:
aprire
una caffetteria.
Un
mese dopo il loro matrimonio, Candice gli aveva annunciato l'arrivo di
un
piccolo fagottello di gioia che avrebbe riempito le loro vite di
felicità, ma
esattamente due settimane dopo, a causa di un incidente, Candice perse
il
bambino e restò per mesi in coma.
Da
quel momento per Tom esistette solo la sua bellissima moglie e la sua
felicità.
Non
che lui non fosse felice, ma essere quasi rimasto senza l'amore della
sua vita
ed aver perso suo figlio gli fece capire che non c'era nulla di
più importante
di Candice e che avrebbe messo la sua vita e la sua felicità
prima di chiunque
altro, anche di se stesso.
Dopo
aver fatto il caffè, preparò il vassoio con la
tazza, le brioche al cioccolato
fondente, un bicchiere di spremuta d'arancia e un rametto di alloro di
montagna, i cui delicati fiori bianchi e rosa mettevano sempre di buon
umore
sua moglie.
Salì
le scale e, dopo aver spinto lentamente la porta lasciata socchiusa in
precedenza, poggiò il vassoio sul letto e sedendosi
spostò con delicatezza una
ciocca di capelli rossi di Candice che copriva il suo dolce viso
rotondo.
«Dormigliona...
sveglia!» Un mugolio incomprensibile fece sorridere Tom che
le baciò
teneramente una gota paffuta.
«Amore
sveglia! Sono le già le sei! Candice aprì gli
occhi, che teneramente
stropicciò, e
mettendosi
seduta, sorrise incrociando lo sguardo color cielo del suo Tom.
«Buongiorno
amore! Il marito le posizionò sulle gambe il
vassoio giallo ocra e lei si
leccò i baffi vedendo le sue brioche preferite.
«Mi
stai viziando lo sai? Di questo passo diventerò una
balenottera dai capelli
rossi!»
Risero
entrambi di gusto, poi Tom si avvicinò a lei e, alzandole il
mento, si perse in
quegli occhi di ghiaccio.
«Saresti
comunque la mia bellissima balenottera dai capelli rossi!! La
baciò
dolcemente e, con le gote arrossate, Candice consumò la sua
colazione.
Esattamente
un'ora dopo, erano già alla caffetteria e, dopo aver
sistemato le sedie e i
tavoli, Tom voltò il grazioso e colorato cartello con
scritto "Open".
La
giornata cominciava sempre allo stesso modo: i primi clienti entravano,
accomodandosi ai soliti tavoli e ordinando le stesse cose, ma l'arrivo
di
Rupert e sua nipote Nora lì sorprese, non essendo
l'antiquario un uomo propenso
al contatto con gli altri esseri umani.
«Buongiorno
Tom! Candice!» esclamò con voce atona Rupert; i
coniugi si guardarono sbattendo
più volte le palpebre, per poi fissare di nuovo lo sguardo
sull'uomo e la
giovane seduta davanti a lui.
«Bu-buongiorno
Rupert!» li salutò Candice con un
sorriso.
«Salve
Rupert! Qual buon vento ti porta qui?» chiese Tom servendo un
altro cliente.
«Beh
mi sembra ovvio! È ormai ora di pranzo, devo pur mangiare! E
poi... a Nora non
piace molto la mia cucina» disse storcendo la bocca.
«Ammettilo
zio... sei una vera schiappa ai fornelli! Mi sorprende ancora come tu
abbia
fatto a sopravvivere con quella poltiglia che cucini e ti ostini a
chiamare
cibo!» ribatté ridendo la ragazza.
Candice
si avvicinò ai due con una caraffa di caffè
bollente e, versandone un po'
all'uomo,rivolse un dolce sorriso a Nora.
«È
un piacere conoscerti Nora! Spero che ti possa trovare bene qui a Maple
Town!
Per qualsiasi cosa non esitare a chiedere! Sarò felice di
aiutarti!»
«Grazie
mille, Signora Smith!»
«Oh
su andiamo... mi fai sentire vecchia se mi chiami "Signora"! Chiamami
Candice..ok?» La rossa allungò una mano verso la
giovane accompagnato da un
sorriso amorevole che Nora ricambiò subito, per poi porgerle
la sua.
«Va
bene... Candice!»
L'ora
di pranzo per i coniugi Smith, voleva dire solo una cosa: clienti a
raffica.
Il
locale si riempiva fino all'ultimo posto e le ordinazioni aumentavano a
ogni
minuto.
Dopo
aver servito anche l'ultimo cliente affamato, Candice
asciugò una goccia di
sudore dalla sua fronte per poi raggiungere il marito dietro il bancone
e
sistemare il tutto.
«Hey
Mike! Tua moglie cosa ha deciso di cucinare per la gara?»
chiese Pit.
«Ah...
ti prego non mi parlare di quella gara! Per Margaret sta diventando un
ossessione! Non fa altro che spulciare le vecchie ricette di famiglia
per
scegliere quella che "farà rimanere tutti a bocca
aperta.» rispose
l'anziano imitando la moglie, scatenando l'ilarità di tutti.
«Come
ti capisco amico mio! Anche Mary si comporta così! Ormai la
cucina di casa mia
è diventata un laboratorio per esperimenti!»
ribatté Joe ridendo.
«Nonno,
vuoi per caso che vada a raccontare alla nonna cosa dici di
lei?» esclamò Tom
con il sorriso sulle labbra.
L'anziano
dei capelli brizzolati si voltò e guardandolo disse:
«Ragazzino! Come osi
andare a fare la spia contro di me? E poi devo ricordarti con chi stai
parlando?»
Tom scosse la testa e, assumendo la postura da soldato, si mise
sull'attenti ed
esclamò: «Le chiedo scusa Tenente-Colonnello
Smith! Non capiterà più Signore!»
L'uomo
era soddisfatto.
«Bravo
il mio ragazzo!» Tom sorrise beffardo.
«Ma
questa... Nonno, lo dirò alla nonna!» Una risata
generale riempì il locale,
mentre l'anziano inveiva contro il nipote che ridendo si nascondeva
dietro il
bancone.
«Hey
Candice! E tu cosa preparerai per la gara?» chiese Genevieve,
la sarta più
brava di MapleTown.
«Non
lo so ancora! In realtà, non so nemmeno se
parteciperò!» disse sorridendo.
«Ma
come? Sei bravissima ai fornelli! Sia con i piatti salati che con i
dolci. Non
puoi non
partecipare!»
ribatté la donna.
«Infatti
lei parteciperà!» Una voce decisa e molto
somigliante a quella di Candice si
fece spazio nel brusio del locale, che si zittì subito.
«Mamma!
Che ci fai qui? Non eri in Irlanda dai nonni?»
«E
credi che mi sarei persa la gara annuale? Ah! Neanche per
sogno!»
«Salve
Shannon! Com'era l'Irlanda?» La donna sorrise e
baciò Tom sulla guancia.
«Ciao
tesoro! Bella umida come la ricordavo!» Il suo tono era
allegro.
«Mamma
se parteciperai tu... perché dovrei farlo anch'io?»
«Stai
scherzando? Beth, la tua nonna paterna, che Dio l'abbia in gloria, era
una
campionessa!Ha vinto otto volte tra gli anni '40 e '50! E tu hai il suo
stesso
talento in cucina! Quindi, tu parteciperai!» disse con
orgoglio; tirò fuori una
scatola dalla propria borsa e la mise sul bancone.
«Qui
ci sono tutte le sue ricette... so che sceglierai con il cuore! Io
vado, devo
ancora disfare le valigie e papà mi aspetta per andare a
cena da amici. A
presto!» Baciò la figlia e il genero e
andò via, ma proprio in quel momento il
suono acuto di un'ambulanza rimbombò nelle vie tranquille
della cittadina e
tutti si affrettarono per andare a dare un'occhiata.
I
coniugi seguirono la folla di curiosi che accerchiò
l'ambulanza e scorsero il
giovane forestiero che avevano visto passare con Aaron proprio quella
mattina.
«Oddio!
Che gli sarà successo?» chiese Candice sconvolta.
«Non
lo so amore, ma mi preoccupa! Da quando è riapparsa quella
targa stanno
succedendo cose davvero molto strane» rispose il marito con
espressione seria;
la moglie annuì poi disse: «Aaron deve essere
informato! Infondo è un suo
amico!»
«Vai
tu! Io chiedo a White cos'è successo.» La donna si
apprestò a raggiungere il
locale, quando intravide un'ombra nera nascondersi in un vicolo buio.
«Chi
c'è lì? Chi sei?» La sagoma
sembrò guardarla e poi sparì.
«Candice,
che c'è? Con chi parlavi?» chiese Tom preoccupato;
la moglie lo guardò
accigliata e disse: «C'era qualcuno lì in quel
vicolo e credo sia la stessa
persona che ha aggredito quel ragazzo!»