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Autore: lapacechenonho    11/12/2020    4 recensioni
L’anziana coppia che abitava ormai quella casa da moltissimi anni, era seduta nella veranda che molto tempo addietro era stato uno degli elementi fondamentali per la scelta dell’abitazione. Per volere di lei, ovviamente, lui si sarebbe accontentato di vivere sotto un ponte purché al suo fianco ci fosse lei. Si godevano la brezza fresca di quel primo settembre, una data che nel tempo era stata un momento importante, e adesso riguardavano a tutti quei momenti con un pizzico di malinconia tipico degli anziani quando ripensano alla loro vita.
Questa storia partecipa alla challenge “Things you said“ indetta da Juriaka sul forum di EFP
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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21 – 002: Things you said after you kissed me (Le cose che hai detto dopo che mi hai baciato).
 
Dopo aver detto alla sua famiglia che era stata presa in una delle più importanti squadre di Quidditch femminili dell’Inghilterra, rimaneva solo una cosa da dire: con chi stava uscendo.
Molly aveva smesso di credere da molto tempo che tutte quelle serate che passava fuori le passasse davvero con Hermione, Luna e Neville. Aveva capito che c’era qualcuno di molto più importane di un amico nella vita della figlia, solo non aveva ben capito chi fosse. La tampinava di domande dalla mattina alla sera, talvolta anche imbarazzanti, solo per capire con chi stesse uscendo Ginny.
«Mamma stasera viene a cena la mia ragazza» annunciò George tranquillo durante il pranzo. Aveva fatto un salto alla Tana e Ginny sospettava fosse solo per avvisare la madre che Angelina sarebbe venuta a cena da loro.
«Anche il mio ragazzo!» si affrettò ad aggiungere Ginny cogliendo la palla al balzo. Non sapeva perché lo aveva fatto, non ne aveva manco parlato con Harry, ma non doveva essere così difficile poi, no? Insomma aveva passato la maggior parte della sua vita alla Tana, i suoi genitori lo adoravano, non sarebbe potuta andare male.
«Oh be’, a questo punto presumo che lo debba dire anche a Percy, Bill e Fleur di venire. E dire a Ron di dirlo ad Hermione. È bene che ci sia tutta la famiglia quando ci sono belle notizie da dare» rispose in un brodo di giuggiole guardando i figli emozionata. Ron intanto faceva di tutto per consumare il suo pasto senza scoppiare a ridere sputacchiando cibo.
Come aveva previsto Ginny, Harry non la prese piuttosto bene. Iniziò a farsi mille paranoie su come dovesse venire vestito, se dovesse portare qualcosa, un dolce o una pianta o un mazzo di rose, se dovesse chiedere ufficialmente a suo padre se poteva uscire con lei, se i suoi fratelli l’avrebbero obbligato a superare una prova potenzialmente mortale e altre assurdità. La ragazza impiegò un bel po’ di tempo a tranquillizzarlo e rassicurarlo che sarebbe andato tutto bene.
La sera giunse più in fretta del previsto alla Tana: Molly Weasley aveva assoldato Ginny come aiutante e non si era allontanata dalla cucina neanche per riposarsi un attimo. Aveva cucinato quasi quanto gli elfi delle cucine di Hogwarts, c’era ogni tipo di pietanza che si potesse immaginare. Le portate entravano a malapena sui ripiani della cucina. «Non ti sembra di aver esagerato?» domandò cauta con un pentolone in mano, cercando un posto su cui appoggiarlo.
«La famiglia si allarga e non so cosa piaccia al tuo ragazzo o alla ragazza di George» rispose sbrigativa. Stava giusto per risponderle che sapeva benissimo cosa piaceva ad Harry, visto che l’aveva praticamente cresciuto, e che probabilmente sarebbe andata bene anche una crostata alla melassa come antipasto, primo, secondo, contorno, frutta e dolce, ma furono interrotti da George che entrava in casa.
«Ciao a tutti!» esclamò. Molly Weasley si affrettò all’ingresso per accogliere il figlio con la fidanzata.
«George…Angelina!» esclamò quasi commossa. «Quanto è bello vedervi felici insieme!» esclamò. Strinse prima Angelina e poi George in uno di quegli abbracci stritolatori che ti facevano rischiare il soffocamento. Angelina era visibilmente imbarazzata e aveva con sé un vassoio di dolci che Molly passò velocemente a Ginny che da dentro la cucina sospirò. Non c’era più posto manco per appoggiare un dito in quella stanza. Trovò un angolo e lo sistemò in bilico cercando di non farlo cadere.
«Harry caro!» Ginny sentì la voce della madre salutare Harry e per poco il lavoro di equilibrismo che aveva creato non rischiò di cadere rovinosamente a terra. «Ron non mi aveva detto che aveva invitato pure te, ma è giusto, anche tu fai parte della famiglia!» esclamò. Ginny uscì dalla cucina affrettandosi per chiarire il malinteso.
«Mamma!» cercò di chiamarla. Harry intanto le lanciava sguardi nervosi chiedendole aiuto.
«Ginny, tesoro, non è il momento. Aggiungi un posto in più che c’è anche Harry. Ron non ci aveva avvisate» rispose senza manco degnarla di uno sguardo mentre accompagnava gli ospiti in salotto dove c’erano già Bill, Fleur e Arthur. Harry intanto era il volto del panico. Aveva gli occhi sgranati e ad essere sincera Ginny lo vedeva anche leggermente pallido.
«Mamma!» la richiamò a voce più alta.
«Ginny, dopo!» tagliò corto. «Piuttosto, quando arriva Neville?» le chiese.
«Neville?!?» chiese Harry con una voce leggermente stridula. La domanda doveva averlo scioccato a tal punto che riprese un po’ di colore. «Le hai detto che stai uscendo con Neville?» l’accusò. Ginny sgranò gli occhi.
«No!» esclamò. «Ma sei scemo?» lo insultò.
«Ma se non stai uscendo con Neville, con chi stai uscendo?» chiese domandò la madre leggermente imbarazzata. Nel frattempo in soggiorno si erano riuniti tutti sentendo che i toni della conversazione non erano quelli di un normale scambio di convenevoli.
«Con me!» esclamò Harry con una punta di rabbia nella voce. Ogni forma di imbarazzo era svanita sia in Harry che in Ginny, che si malediceva mentalmente per non aver detto prima alla madre di chi si trattasse, almeno avrebbero evitato quella sceneggiata. Nel silenzio che era calato si sentiva solo il grugnire di Ron che non riusciva più a trattenere le risate e i soffocati «Ron, smettila!» di Hermione.
«Oh» rispose Molly Weasley senza sapere cosa aggiungere.
«Cara, se è pronto possiamo andare a mangiare» propose Arthur per sciogliere quella situazione prima che peggiorasse.
La cena andò meglio del previsto, Molly era ancora imbarazzata ma nessuno fece più cenno all’avvenimento e ben presto l’imbarazzo svanì definitivamente e divenne una cena di famiglia come tante altre.
«È andata meglio del previsto» disse Harry mentre erano fuori a salutarsi prima che lui andasse a casa.
«Di sicuro lo ricorderemo per sempre» convenne Ginny ridendo ancora per quanto era successo qualche ora prima. Harry su unì alla risata e poi la baciò dolcemente. Ginny aveva le mani allacciate sul suo collo e lui aveva le mani sui fianchi di lei. Erano due pezzi di puzzle che combaciavano alla perfezione. Quando si staccarono, Harry poggiò la fronte su quella di Ginny guardandola dritta negli occhi.
«Quando i nostri figli dovranno presentarci i loro fidanzati vorrei che avvenisse esattamente in questo modo» confessò. Ginny era certa che non si fosse reso conto di ciò che aveva appena detto. Perché quando lei per la seconda volta in quella serata sgranò gli occhi allarmata, vide il un’espressione di panico distorcere quella beata che aveva fino a pochi minuti prima. «Cioè…se li vuoi…o li vorrai…se mai li avremo…se mai succederà…potremmo anche prenderci un gatto o un Puffola Pigmea, va bene lo stesso» cercò di rimediare.
«Un passo alla volta» suggerì Ginny cercando di calmare il battito furioso del suo petto.
«Un passo alla volta» ripeté Harry abbracciando la ragazza. Non poteva sapere, però, che Ginny quelle parole le avrebbe ricordate per molto tempo perché era esattamente quello che desiderava anche lei.
 
Marito e moglie ridevano ancora ricordando gli avvenimenti di quella sera. Era probabilmente la cosa più comica e allo stesso tempo imbarazzante che avessero vissuto nella loro storia. Avevano entrambi le lacrime agli occhi e gli addominali facevano male per quanto avevano riso. «Che serata quella!» esclamò Harry una volta ripresosi.
«Indimenticabile! Secondo me mia madre lassù sta ancora cercando un posto dove nascondersi» rispose Ginny con lo strascico di un’ultima risata. «Però le cose che mi hai detto a fine serata sono state più belle» rimarcò.
«Una volta tornato a casa volevo sotterrarmi insieme a tua madre, te l’assicuro» disse stringendola leggermente.
«Internamente ero al settimo cielo. In pratica mi avevi detto che avresti voluto passare il resto della tua vita con me, hai idea di cosa potesse significare per me?»
«Be’, immagino che era esattamente ciò che volevo dire» rispose tranquillo. Si persero in qualche secondo di silenzio, ognuno perso nel respiro dell’altra, ricordando momenti che avevano condiviso e che – a malincuore – sapevano non sarebbero più tornati indietro. Questa volta Harry non attese che Ginny facesse una domanda o gli desse l’input per un nuovo racconto. Iniziò a raccontare del loro primo appuntamento. Quello ufficiale, quello in cui non dovevano più nascondersi. 
   
 
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