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Autore: NotAdele_    11/12/2020    1 recensioni
Anna ha 27 anni, una relazione stabile, il lavoro dei suoi sogni, un appartamento a New York e tutta la sua vita è andata secondo i programmi, fino ad ora.
Dalle storia:
Non era pronta ad avere dei figli, e non li voleva neanche, di sicuro non ora, forse mai.
La storia è un sequel de: "La giusta decisone" la lettura è fortemente consigliata!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Anna'
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Capitolo 4

 

 

Novità

 

Si era davvero preoccupata in quei dodici minuti in cui un paio di camici bianchi erano entrati nella stanza accompagnati da un nuovo monitor, alla fine tutto andava bene ed era regolare, semplicemente lo strumento aveva smesso di funzionare.

 

L’intero staff si era scusato diverse volte con la coppia, aveva lasciato loro un video dell’ecografia e li avevano mandati a casa.

 

Nei giorni successivi aveva riflettuto sul fatto che se il pensiero di aver perso il bambino l’angosciava a tal punto da contare i minuti passati in attesa di notizie, non poteva davvero odiarlo.

 

 

Si trovava nell’appartamento londinese che aveva affittato, era piccolo e confortevole, era sempre stata bene da sola e non poteva dire di sentire la mancanza di Andrea, era passato solo un giorno, ma lui avrebbe resistito?

 

 

Era preoccupata per questo aspetto della sua vita, il lavoro da pendolare sarebbe andato avanti per diversi anni in attesa di una pessima promozione che le avrebbe concesso una posizione stabile, ma non sapeva se in America o in Inghilterra. 

 

E se avesse dovuto stabilirsi in pianta stabile a Londra? Cosa ne sarebbe stato di Andrea? E del bimbo?

 

Aveva mal di testa e voglia di lasagna, in casa non aveva aspirine e neanche pasta al forno ovviamente, il cielo era nuvoloso e il clima freddo e secco, il primo giorno in un nuovo ufficio, si sentiva nervosa.

 

Si era svegliata presto ed era già pronta, impeccabile, si stupì quando poco prima di avviarsi sentì il campanello, chi poteva mai essere?

 

Alla porta c’era un ragazzo, circa della sua età, capelli color miele, occhi azzurri, altissimo, tipico inglese.

 

-Buongiorno signorina, sono Tom, il suo assistente, la seguirò lungo i suoi viaggi e il mio compito sarà renderle la vita meno complessa.- Il tipico accendo British confermò la sua precedente teoria, il giovane sembrava gentile, così gli sorrise, si presentò ed insieme si avviarono verso il taxi che era stato prontamente chiamato da Thomas.

 

Lungo il tragitto Anna aveva chiarito che potevano darsi del tu, visto che il ragazzo era persino due anni più grande di lei, non le sembrava il caso di farsi trattare da vecchia signora, Tom era una Londinese di nascita, molto simpatico e leggermente goffo, era un pò indietro con la carriera perchè dopo la laurea si era preso del tempo per esplorare l’Europa con lo zaino in spalla, un tipo affascinante e molto intellettuale, doveva ammettere che avrebbe lavorato al su fianco piacevolmente.

 

Erano seduti al tavolo di un ristoranti londinese poco lontano dalla sede dell’ONU, e mentre Anna spiluccava poco volentieri un filetto alla griglia, Tom le raccontava tutti gli impegni della settimana successiva.

 

Era un grosso carico di lavoro, ma era soddisfatta del suo assistente, e questo le dava coraggio.

 

-Posso chiederti se è un maschio o una femmina?- Anna alzò la testa di scatto, erano in silenzio da qualche minuto e lei si era un pò isolata, ma quella domanda la riportò al centro della conversazione.

-Ehm non lo so ancora, ma penso sia una bambina.- Era una sensazione, ma era convinta di aver ragione.

 

-Lo sarà sicuramente allora, una mamma lo sa sempre.- Le sorrise mostrando due profonde fossette, era un ragazzo molto bello, e sicuramente tutti quegli ormoni in circolo non l’aiutavano a calmare quei pensieri incostanti.

 

Durante il tragitto verso casa, Anna si sentì in colpa, perchè era attratta da Tom? Lei amava Andrea, eppure c’era qualcosa in quel ragazzo che la attirava come una falena con la luce, sarebbe stato tutto molto difficile, su questo non aveva dubbi.

 

Scese dal taxi e si diresse in casa, decise di chiamare Andrea, tanto li era relativamente presto.

 

Quando sullo schermo del suo pc apparse il volto stravolto del giovane un sorriso le nacque spontaneo, il suo ragazzo era meravigliosamente espressivo, e il fatto chele sapesse quello che stava per dire prima che avesse l’opportunità di farlo, le faceva letteralmente sciogliere il cuore.

 

Parlarono per parecchio tempo, ed infine Anna si congedò dopo diversi sbadigli, troppo stanca per andare avanti con la conversazione.

 

 

 

Il periodo a Londra passò presto, la pancia di Anna era spuntata fuori quasi di colpo in quelle settimane, e non vedeva l’ora di farla vedere ad Andrea di persona, era sempre più entusiasta della gravidanza, e le sue paure si stavano dissolvendo, ad aspettarla in aeroporto con una valigia griffata e un paio di occhiali da sole vintage, c’era Tom, che aveva imparato qualche giorno prima, essere ricco di famiglia, e con un titolo minore che un giorno avrebbe ereditato.

 

Non c’erano dubbi che con quel background assomigliasse al principe delle favole, la sua “cotta” era ancora presente, ma da adulta professionale quale era, non lasciava trasparire nulla, manteneva un rapporto amichevole ma distaccato, tutto andava bene.

 

Il volo fu turbolento, e più di una volta Anna si trovò sul punto di vomitare, quando atterrarono aveva le gambe che tremavano letteralmente e se non fosse stata incredibilmente schizzinosa avrebbe baciato il pavimento.

 

Andrea non era andato a prenderla, strano.

Si erano accordati la sera precedente, e non si era presentato, non era da lui.

 

Dopo diverse chiamate senza risposta, Tom decise di accompagnarla a casa e presero un taxi insieme.

 

Arrivati all’appartamento, da perfetto gentleman le portò la valigia su, ma in quel momento era troppo angosciata per pensare a quei gesti.

 

Non era da Andrea non presentarsi ad un impegno, non se poi aveva aspettato quel giorno con tanta impazienza.

 

Aveva fatto accomodare Tom e si era diretta in camera da letto per cercare un biglietto o il telefono, magari dimenticato a casa quando sentì il campanello suonare.

 

Si affrettò verso la porta, ma quando arrivò la trovò già spalancata, il biondo l’aveva preceduta, e adesso i due colleghi fissavano la poliziotta che li guardava rammaricata.

 

I poliziotti che ti suonano alla porta? Non un buon segno.

Lo sguardo triste? Segno ancora peggiore.

 

Qualcosa non andava, e lo sapeva già dall’assenza in aeroporto, ma ora ne era certa.

 

La signora in uniforme rimase sulla soglia, si identificò e chiese conferma dell’identità di Anna.

Poi semplicemente le mise una mano sulla spalla guardandola negli occhi.

 

-Mi dispiace signorina ma il suo fidanzato è stato coinvolto in un incidente oggi, purtroppo non ce l’ha fatta.-

 

Sentì solo questo, poi crollò a terra piangendo, mentre lei continuava a snocciolare informazioni.

 

Pianse per diverso tempo, ore probabilmente, Tom non tentò di spostarla ma si sedette accanto a lei, e quando fu pronta la aiutò a sistemarsi per la notte facendola mettere a letto.

 

Lui rimase sulla poltrona di fronte al letto addormentandosi poco dopo di lei, entrambi esausti per il jet leg e la notizia sconvolgente.

 

La sua vita non sarebbe stata più la stessa.






Note: Non uccidetemi vi prego :) 
La storia è quasi finita, ci aggiorniamo alla settimana prossima, come sempre grazie per essere passati!!!

  
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