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Autore: BeaS    13/12/2020    2 recensioni
Nessuna delle due si sarebbe immaginata che le cose sarebbero andate a finire così, ma prima o poi avrebbero dovuto fare qualcosa. Un passo alla volta e tutto sarebbe andato bene, dovevano solo venirsi incontro.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Zelena
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4
 
 
Non poteva ancora crederci che si era fatta incastrare in quel modo, lei odiava quelle cose. In modo molto subdolo si era fatta convincere da suo figlio a fare quel viaggio tutti insieme. Che sia chiaro, lei amava stare con la sua famiglia allargata, solo che non aveva belle esperienze passate con i viaggi e le vacanze.
Invece, contro ogni suo pronostico di passare il capodanno a casa, stesa sul suo divano, davanti al camino con un buon bicchiere di vino… si era ritrovata in quella trappola mortale che era il maggiolino di Emma.
“Dai Regina, non potrai tenere il muso tutto il viaggio. Ci aspettano ancora tante ore di macchina e poi sono sicura che ti divertirai.” Disse Emma, senza alzare troppo la voce, perché appena entrati in macchina Henry si era addormentato sui sedili posteriori.
“Un capodanno tranquillo volevo questa volta. Una cosa calma, serena e tranquilla. Non chiedevo molto, e poi non riesco a capire come tu ti sia fatta convincere da Mary Margaret a partire tuti insieme.”
“Non mi sono fatta convincere, ho accettato molto volentieri. Pensavo che sarebbe stato carino fare qualcosa di diverso, Henry si divertirà molto… e poi, speravo di avere un po' più di tempo con te.” Continuò, tenendo lo sguardo fisso sulla strada.
Il volto di Regina si ammorbidì immediatamente, appena sentì quelle parole.
Emma è sempre stata molto carina con lei, non l’ha mai giudicata, anzi, è sempre stata l’unica a vedere oltre la sua grossa corazza. Ma questa volta non voleva cedere, non avrebbe mai mostrato all’altra la sua paura. La sua immensa paura di sbagliare tutto, di far qualsiasi passo falso, rimanere scottata e soprattutto di ferire lei. Per molti anni aveva fatto del male, volontariamente ed involontariamente, anche se le volte che era capitato involontariamente si potevano contare sulle dita di una mano. Ma non voleva comunque fare del male alla sua amica più stretta e soprattutto non avrebbe voluto rovinare quella stupenda amicizia. Emma non sarebbe andata oltre la sua corazza, e sicuramente un appuntamento, al quale la Signorina Swan sembrava essersene dimenticata, non l’avrebbe di certo fatta crollare.
“Se lo dici tu.” Rispose la moro spostando lo sguardo sul finestrino.
 
Scese dalla macchina che ormai guidava da ore e appena mise i piedi per terra sentì le sue gambe cedere sotto lo sforzo di tutto quel tempo passato al volante. Erano ore che aveva fame, esattamente come Henry, ma gli altri avevano deciso di allungare ancora un po' e fermarsi successivamente.
Si girò verso Regina e la trovò a scrutare il locale al lato della strada, nel quale si sarebbero fermati. Grazie a dio non sembrava più di tanto schifata, conoscendo i suoi standard.
Si avviarono tutti e tre all’interno del locale, trovando il resto della banda già seduta ad un tavolo. Emma era in grado di fare tardi anche seguendo la strada dietro alle altre macchine.
Il pranzo passò piacevolmente, tra una risata ed un’altra sembra di vivere un tipico pasto all’insegna delle feste. Il tempo passò talmente tanto velocemente che non si accorsero che si era fatto pomeriggio inoltrato, neanche Regina se ne accorse tanto era presa dalla leggerezza di quel pranzo, e sicuramente sarebbero arrivati in albergo con un largo ritardo.
 
Quando il sole sta per tramontare si rimisero tutti in macchina, con gli stomaci pieni e ancora tante risate che volteggiavano nell’aria. Regina ormai era sicura che quella vacanza sarebbe andata bene, non era cominciata poi tanto male. Nelle ultime ore di guida parlò molto con Emma e giocarono anche a qualsiasi tipo di gioco venisse in mente ad Henry.
Chilometri e chilometri dopo giunsero al loro hotel. In legno resistente, un albergo si stagliava tra le montagne e la neve, era ancora addobbato a festa, le luci erano accese e sembrava conferire un senso di pace e tranquillità a quel paesino nel quale si erano appena ritrovati.
Mary Margaret aveva pensato a tutto, l’albergo, le camere, le attività…tutto.
Entrarono velocemente dentro, evitando il più possibile il freddo gelato della montagna.
All’entrata si presentava una bellissima reception in mattoni e legno, una vera e propria baita. I camini riscaldavano l’ambiente, i salotti pieni di gente riunita con una cioccolata calda, o ragazzi che giocavano.
Il gruppetto di nuovi arrivati si diresse verso il bancone per prendere le chiavi delle stanze e dividersi.
“Allora…” cominciò Mary Margaret “Io e David, Zelena con la piccola ed Henry” Disse porgendole una chiave. “Elsa ed An..” non fece in tempo a finire la frase che Regina si mise in mezzo. “No aspetta, perché Henry dovrebbe stare con te?” chiese subito alla sorella.
“Mamma, Robin mi ha chiesto se potessimo dormire insieme durante le vacanze e a me piacerebbe.” Le disse il figlio.
“Scusami zia, non ho pensato di chiederlo a te. Forse avrei dovuto?” si domandò la piccola Robin.
Il sindaco scese alla sua altezza e si rivolse a lei “Perché non me lo hai chiesto amore?” era evidente che la piccola avesse paura di qualcosa.
“Io…” conciò senza guardare la zia. Regina le mise due dita sotto il mento e le fece puntare gli occhi nei suoi “Puoi dirmi tutto amore, lo sai.” La incoraggiò
“Io avrei tanto voluto stare con Henry durante questa vacanza e avevo paura che tu avresti detto di no se lo avessi chiesto a te.” Spiegò la piccola con le prime lacrime agli occhi.
“Oh piccola mia, ma certo che puoi stare co Henry. Solo che non me lo aspettavo, ma va benissimo. Poi ogni tanto ti verrò a rapire io.” Le disse la mora per farle togliere quelle lacrime dagli occhi, non era successo niente di male.
“Grazie zia.” Le disse abbracciandola stretta stretta.
Una volta tornata all’altezza di tutti, Regina ricevette una chiave. 108, coincidenza? Sicuramente.
Dopo quei brevi pensieri si rese conto che gli altri si erano già incamminati verso le scale che li avrebbero condotti alle loro stanze, così accelerò il passo e si fece vicino agli altri.
“A quanto pare dormirò da sola.” Disse tra se e se.
“Io non ci giurerei.” Si sentì dire, volse lo sguardo a destra e trovò Emma con un sorrisetto furbo davanti a lei.
“Cosa? Io e te?” non era vero, non avrebbe dovuto condividere anche il letto con lei. Non ce l’avrebbe fatta.
“Perché, ti dispiace?” le chiese in modo divertito, prima di prendere la chiave dalle mani dell’altra e dirigersi verso la loro stanza.
Mi ucciderà prima di capodanno.
 
 
Dopo essersi sistemati e dati una rifrescata, decisero di andare a cena nel ristorante dell’hotel. La serata passò in tranquillità, li si respirava proprio aria di festa e soprattutto di felicità. Tutti si trovarono piacevolmente sorpresi dalla calma che c’era in quel posto, niente bambini che urlavano, niente voci alte a disturbare la serenità altrui…
Erano tutti seduti al loro tavolo, a quanto pareva Mary Margaret aveva pensato anche a quello. Una tavola imbandita rotonda li accoglieva, in modo tale da poter stare tutti insieme e poter parlare con chiunque si volesse.
Stavano chiacchierando quando una voce alta coprì tutte le altre “Regina!” urlò un uomo al centro del ristorante, senza preoccuparsi di non farsi sentire dal resto degli occupanti.
Regina impiegò due secondi a capire di chi si trattasse, ed emozioni contrastanti la pervasero.
“Daniel.” Rispose con un sorriso tirato, non riusciva a capire come si sentisse davvero, ma di certo non poteva essere maleducata. Si alzò in piedi per mettersi alla stessa altezza di questo e nel giro di un secondo si ritrovò stretta tra le braccia muscolose di Daniel.
“Che cosa ci fai qui?” le chiese, senza prestare minima attenzione al suo tavolo. Tutti sembravano affascinanti da quest’ uomo, tutti tranne Zelena, era evidente che lo conoscesse.
“Sono in vacanza con la mia famiglia e con i miei amici.” Rispose il sindaco indicando i diretti interessati dietro di lei.
Daniel guardò tutti finché non posò lo sguardo sulla rossa. “Zelena, è un piacere rivederti.” Disse il ragazzo, non sembrava molto entusiasta in realtà.
“Il piacere non è reciproco.” Rispose Zelena con un sorriso di scherno.
Daniel non ci fece più di tanto caso e mettendo una mano dietro la schiena di Regina, la invitò a riprendere il suo posto a tavolo e sedersi accanto a lei. Tutti rimasero interdetti, soprattutto il sindaco che non si aspettava una mossa del genere.
“Che ne pensi di cenare insieme? Tanto io non avevo niente di particolare da fare.” Era ovvio che non si rendesse conto che non tutti erano felici di avere un ospite inatteso, e per alcuni non desiderato.
 
Dall’altra parte del locale Emma si trovava nella toilette, forse da un po' troppo tempo.
“Allora, devi solo mantenere la calma e non far uscire i tuoi ormoni impazziti come un adolescente.” Disse al suo riflesso nello specchio.
“Regina è una donna di classe, non le devi saltare addosso. Ha detto che vorrebbe uscire con te, il passo più difficile l’hai superato, vedi di non mandare tutto quanto a rotoli.” Continuò
La bionda si sciacquò di nuovo il volto, si sistemò i capelli e tornò in sala.
Aveva deciso che quella vacanza sarebbe stata perfetta per far colpo sul sindaco. Avevano molto tempo per loro, nessuna città da amministrare, niente stazione di polizia e niente imprevisti soprattutto. Ce l’avrebbe fatta, doveva solo andare con calma e mettere un piede davanti all’altro.
Tornata nella sala si rese conto che c’era un uomo rivolto a lei di spalle, con una mano sulla schiena di Regina.
Chi diavolo è quello? Si chiese subito la bionda.
Non fece in tempo ad arrivare che questo si sedette al suo posto, accanto alla sua Regina.
Appena giunse al tavolo rese nota la sua presenza facendo voltare tutti verso di lei.
“Emma!” disse Regina, come se fosse stata colta in fragrante. “Mh…” continuò Regina “Questo è Daniel, lui era…” stava per dire amico, ma fu anticipata da quest’ultimo “il suo fidanzato” rispose con un sorriso sul volto.
Sicuramente non era questo il modo in cui Regina avrebbe voluto presentare Daniel, ai suoi amici, alla sua famiglia. Fortuna che Henry non fosse li.
“Ex fidanzato, Daniel.” Tenne a precisare la mora.
Emma in tutto  ciò era ancora in piedi aspettando che questo si alzasse, con la rabbia che saliva sempre di più. Non riusciva a capire se era più infastidita dal fatto che Regina avesse avuto un fidanzato, del quale lei non ne conosceva l’esistenza, o del fatto che questo fosse tornato e che ora stesse occupando il suo posto.
“Ex fidanzato o meno,  quello è il mio posto.” La bionda sapeva di non essere famosa per la sua cordialità, e di certo non lo sarebbe diventata adesso. Solo perché un bel imbusto dal passato di Regina ha deciso di sbucare fuori.
“Oh si certo.” Disse Daniel, non si era posto il minimo dubbio su di chi fosse quella sedia, ma avrebbe rimediato subito.
“Cameriere” ne chiamò uno che gli passò accanto e lo fece fermare “Potrebbe portarci una sedia in più?” gli chiese. Questo annuì ed andò a prenderne una. Tornato nel giro di pochissimo tempo chiese dove metterla e la risposta arrivò sempre dal novellino “Può metterla lì” disse, indicando uno spazio un po' più libero dall’altro capo del tavolo.
Emma ingoiò tutta la rabbia che aveva dentro e andò a sedersi al suo nuovo posto. Adesso era arrabbiata anche con Regina, per non aver detto niente. Non che avesse bisogno di essere protetta, ma il fatto che non avesse neanche provato a dire o fare qualcosa la faceva arrabbiare. Senza degnare nessuno di uno sguardò si sedette accanto ad Anna, cercando di calmarsi focalizzando tutta la sua attenzione sulle sue amiche.
 
Ormai la stanchezza stava iniziando a farsi sentire e così i piccoli se ne andarono poco dopo. Henry su raccomandazione della madre, e poi della zia portò Robin con se per andare a letto. I più grandi invece restarono li, Zelena si mise accanto allo sceriffo e lasciò da sola la sorella a parlare con Daniel. Non lo aveva mai sopportato, all’inizio della loro relazione gli piaceva. Era sempre stato un ragazzo molto umile e buono con Regina, ma con l’andare avanti del tempo il ragazzo si montò la testa, probabilmente a causa del suo lavoro, e con questo arrivò anche la scontrosità. Non che Zelena, o anche Regina, fossero state due stinchi di Santo. Ma non si erano mai comportate come Daniel, e Zelena sapeva che a sua sorella non piaceva rivivere quel particolare momento della sua vita.
A differenza della rossa, il resto della famiglia, tranne Emma naturalmente, sembrava ammaliata dal nuovo arrivato. Bello, alto, affascinante, ricco e uomo di successo, proprio non riuscivano a capire perché lui e Regna si fossero lasciati. Le ragazze ormai non ascoltavano altro oltre ciò che questo raccontava, Regina accanto a lui taceva, lasciandogli narrare i suoi ultimi anni. Si sentiva perennemente fissata, e sapeva anche da chi. Emma. La biondina era su tutte le furie, lo sapeva, ormai la capiva con poco, ma non sapeva che fare se non lasciar fare a Daniel ciò che desiderava. Facendo vagare il suo sguardo da un’altra parte si rese conto che lo sceriffo non era l’unico a guardarla, ma anche David lo stava facendo. Aveva raccontato di Daniel al suo migliore amico, logicamente lui sapeva tutto. O quasi. David e Zelena le erano sempre rimasti accanto quando lei e il suo ex si erano lasciati, perciò i due non erano per niente contenti di trovare il passato davanti a loro.
 
Dopo poco tempo Emma si alzò da tavola, si scusò con gli altri e andò in camera sua annunciando la sua stanchezza. Ormai era già uscita dal ristorante quando si sentì chiamare.
“Emma” la chiamò Regina
La bionda prese un bel respiro, fermò la sua salita verso la camera da letto e si voltò verso la mora.
“Dimmi” disse in modo esasperato.
“Io…” sinceramente non sapeva cosa dire Regina, si sentiva in colpa, ma non sapeva neanche per cosa.
“Mi dispiace, per prima. Non sapevo come comportarmi, non mi aspettavo neanche di ritrovarmi Daniel davanti.” Tentò di spiegarsi.
“Regina” disse la Emma mettendo una mano avanti a fermare il suo discorso “Non fa niente…” faceva invece, era arrabbiata con lei, ma non aveva voglia di discutere “Sono molto stanca, vorrei solo andare a letto. Buonanotte.” Disse voltandosi di nuovo e proseguendo verso la camera.
“Emma” disse Regina a bassa voce. Voleva che tornasse indietro. Voleva parlare con lei, voleva che l’ascoltasse, ma in fin dei conti cosa poteva dirle? Niente. Così la lasciò andare.
 
 
Il mattino seguente Emma si svegliò molto presto, aveva dormito poco e male, così decise di scendere a fare colazione, sicuramente il cibo l’avrebbero fatta stare un po' meglio. Al loro tavolo trovò Anna ed Elsa a mangiare e decise di unirsi alle due.
“Buongiorno” disse appena si avvicinò.
“Emma” disse un euforica Anna, ancora doveva capire dove la trovasse l’energia di prima mattina, se l’era sempre chiesto.
“Buongiorno” rispose Elsa, sicuramente molto più pacata della sorella.
“Che facciamo oggi? Usciamo vero? Potremmo andare a sciare, Kristoff me l’ha insegnato l’anno scorso. Oddio non vedo l’ora” disse Anna, come se già stessero per scendere dalla montagna.
“Anna, calma. Faremo tutto, ma non ti sembra meglio chiedere anche agli altri cosa vorrebbero fare?” le disse la sorella.
“Ops, scusa” Anna si rendeva conto di chiacchierare tanto solo quando la sorella la fermava, sennò lei avrebbe continuato ancora per molto. “Vado a vedere che altro c’è al buffet.” Lasciando le due bionde da sole.
“Emma, tutto bene? È da ieri sera che ti vedo strana” le chiese Elsa
Emma sospirò, non era sicura di dirglielo. Era una cosa così stupida, ma così importante per lei.
“Si sto bene, è solo che…” cercò di prendere il discorso “sono gelosa.”
“Di Daniel?” le chiese Elsa
“Si, sono gelosa. Ma soprattutto non mi piace quell’uomo. Hai visto il modo in cui si atteggia, proprio non capisco come Regina abbia fatto a starci insieme.” Piano piano stava iniziando a lasciarsi andare.
“Lo capisco, in fondo è sempre un ex. Ma Regina non mi è sembrata molto entusiasta del suo arrivo. Non credi di poter fare comunque il tuo passo?” Elsa capiva Emma perfettamente, per quanto la ragazza si dimostrasse pacata e calma, in realtà dentro di lei sono sempre divampate tante emozioni che con il tempo, fortunatamente, è riuscita a tenere sotto controllo.
“Lo so Elsa, infatti non le ho detto niente. Solo che con il suo arrivo mi sento molto scoraggiata. Devo solo riprendermi.” Era stanca di combattere sempre per tutto e tutti, sperava che sta volta sarebbe stata più facile. Però stava parlando di Regina Mills, quando mai qualcosa sarebbe stato facile con lei? Doveva solo essere fiduciosa e pensare a Regina, non al bamboccio. Come lo chiamava amichevolmente Emma dentro di se.
“Esatto, perché non provi a passare più tempo con lei?” le  suggerì l’amica.
“Ora penso a qualcosa, grazie Elsa.” Le disse Emma, stringendole una mano poggiata sul tavolo e sorridendole amorevolmente.
“Interrompo qualcosa?” nessuna delle due si rese conto dell’arrivo di Regina, appena si voltarono Emma non poté far a men di notare lo sguardo del sindaco puntato sulle loro mani. Come scottata da questo Emma si ritrasse subito, rimettendo la mano al suo posto e sorridendo alla nuova arrivata.
“No, non interrompi niente.” Cercò di essere il più cordiale possibile, facendole capire che era felice di vederla li.
“Vado a prendere la colazione” disse, voltandosi immediatamente e allontanandosi da loro.
“Va da lei. Prova a parlarle ora.” Le incitò Elsa.
Emma si alzò subito e si diresse al buffet.
“Regina. Ti volevo chiedere…” l’insicurezza fece di nuovo capolino “ti andrebbe di fare una passeggiata?” il fatto che le fosse di spalle sicuramente l’aiutava. Appena il sindaco sentì ciò si girò subito verso di lei.
“Perché non esci con la tua ragazza? Mi sembra tu sia già abbastanza occupata.” Rispose in modo acido
“La mia ragazza? Ma di che parli?”
“Lo sai di che parlo, non prendermi in giro Emma Swan.” Era nei guai, molto nei guai. Se Regina la chiamava per nome e cognome era veramente nei pasticci.
“Non ti sto prendendo in giro, davvero. Non so di cosa tu stia parlando.” Rispose subito “E poi non mi sembra che sia io quella che trascorre la serata con il suo ex, no?” forse non l’avrebbe dovuto dirlo.
“Io non passo la serata con il mio ex. Lui si è presentato” tentò di giustificarsi.
“Come se questo cambiasse qualcosa Regina” forse il discorso non stava andando proprio nella direzione in cui lei sperava.
“Emma” disse Regina, dopo aver preso un respiro profondo “Che cosa vuoi?” le chiese.
“Volevo solo chiederti di uscire con me. Avevi detto di si l’altra volta.”
“L’altra volta?” chiese Regina
“Si Regina, quando siamo uscite tutte insieme. Quando abbiamo passeggiato e io… ti avevo… tu avevi…”
Era in evidente difficoltà, perché Regina doveva sempre farla sentire così?
Regina aveva capito a cosa si riferiva, ma non poteva crederci.
“Emma, sono passate settimane. Pensavo che ci avessi ripensato.” Le disse
“No!” disse subito Emma “Certo che no. Non potrei mai dimenticarlo, come potrei dimenticare te?” non si stava rendendo conto effettivamente di quello che stava dicendo “Volevo dire, non me lo sono dimenticato. Solo che siamo state impegnate e volevo lasciarti un po' di spazio per il tuo lavoro. So che quando sei immersa da questo poi hai bisogno di riposo.” Disse mettendo le mani in tasca e abbassando lo sguardo.
Regina la guardò, non si aspettava che Emma la volesse ancora. Soprattutto dopo quello che era successo la sera precedente. I dubbi di Regina si insinuavano sempre di più in lei, ogni giorno sempre di più. Sapeva che Emma aveva avuto problemi in passato con le relazioni e con la famiglia e immaginava che cambiare idea nel giro di poco tempo fosse abituale per lei, anche se era una cosa che non accettava.
“Emma, mi piacerebbe uscire con te” le disse Regina con un sorriso. La bionda alzò lo sguardo e ricambiò il suo sorriso. Forse aveva ancora una possibilità. Avrebbe organizzato un bel appuntamento, avrebbe pensato a tutto lei.
Regina aveva detto di si, per la seconda volta. Forse quella giornata stava per cominciare col piede giusto.
“Buongiorno” Daniel si mise davanti alle due salutandole, salutando Regina in realtà.
O forse no, si disse.  
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Ed eccoci in vacanze, noi siamo in vacanza e mi sembra giusto che lo siano anche loro. Emma sta provando a fare del suo meglio, ma sembra molto scoraggiata dagli eventi, speriamo che le andrà meglio. Al prossimo capitolo
 
BeaS
   
 
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