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Autore: Leatessa    13/12/2020    0 recensioni
POSTATO CAPITOLO 28
Dalla storia:
“Possibile che nella nostra famiglia, nessuno e sottolineo nessuno, sia in grado di comportarsi normalmente? Chi ha avuto questa idea? Io non intendo partecipare … non contate su di me …”.
Quelle furono le ultime parole famose di Albus Potter. Ovviamente, come giusto che fosse, prese parte all’iniziativa.
Quella domenica mattina, Rose lo buttò giù dal letto di malagrazia. Lo spinse sotto la doccia e tra una lamentela, un Merlino e un Salazar invocati a pieno Impeto riuscì a trascinarlo al villaggio.
-Lily, quindici anni di astuzia e prodigi, innamorata e senza freni darà inizio alla rivoluzione. Jim e Al aiuteranno il padre e la sua squadra di Auror nelle missioni più disperate. Il resto della combriccola sarà lì a dare una mano, l'amicizia riuscirà a tenerli tutti uniti?
La paura costringerà vecchi nemici e muovi amici a riunirsi ad uno stesso tavolo, per risolvere una serie di gialli che sconvolgeranno l'intero mondo magico!
Buona lettura...
{Capitoli:Prologo/Intro/Alla scoperta dei Black/Le disavventure di Lily&Tunia/La terrorista/Segreti di Famaglia/Le scelte sbagliate}
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Dursley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'FORBIDDEN lOVE '
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LA CONFIDENZA SEGRETA DI FLEUR WEASLEY
 
La calda e tediosa estate del 2020
Come ben viene ricordata
Dalle più acerrime nemiche delle alte temperature:
 Lily e Rose.
Tra un sorso di tè freddo e
Una forchettata di Cheesecake
Due biondissime donne mature
Prendono il sole nella città
Balneare di Brighton.
Così iniziava il trafiletto di Strega Oggi…
In realtà…
 
Era avvenuto casualmente. Fleur per stemperare il nervosismo accumulato in quei fantomatici giorni, si era diretta a Diagon Alley per fare shopping e rilassarsi. Sapeva bene quanto poco l’avrebbe aiutata ma, non demordeva sul da farsi. Stare lontana dal parentato Weasley era ciò che le serviva. Anzi, fosse stato per lei, avrebbe mollato tutti lì, la settimana prima. Marsiglia. Sarebbe andata da sua sorella. Sole, mare e cibo francese. Era quello di cui aveva bisogno. Di riposo.
 
Purtroppo la vita, nella maggior parte dei casi, ti offre limoni e, se vivi in Inghilterra è veramente difficile che ti riesca una buona limonata.
Seduta alla gelateria di Florian Fortebraccio, dopo innumerevoli acquisti inutili, arrivò la sua limonata. Fleur non dovette sporcarsi le mani, le si palesò davanti e basta. E lei afferrò al volo.
Non si erano mai parlate più di tanto. La donna era più giovane di lei e da quel che sapeva, raramente, prendeva parte alla vita mondana Londinese. Era riservata e con una fidata cerchia di amicizie. Strega Oggi parlava particolarmente bene delle sue feste in campagna. Sua cognata Ginevra era spesso invitata ma, raramente accettava i calorosi inviti. Fleur si chiedeva come fosse possibile. Era una donna incantevole, bastava guardarla per esserne sopraffatti.
Così, sul momento, iniettata di gioia per quella nuova conoscenza, accettò l’invito. Sarebbe andata al mare, avrebbe preso un po’ di sole e, se ne sarebbe fatta una ragione, avrebbe mangiato tipico cibo balneare inglese.
 
Era successo tutto così velocemente che a fine estate, Fleur, non sapeva bene a chi dare la colpa. A sé stessa per essersi fidata delle parole di una sconosciuta o alla donna, che in buona fede l’aveva consigliata. 
 
Il sole era alto e pungeva la pelle. Quando arrivò a destinazione, Astoria Greengrass in Malfoy prendeva il sole in prima fila. Avevano prenotato un ombrellone al prestigioso Lido Magic Beach. Era uno di quegli ambienti riservati che i suoi figli e i suoi nipoti amavano frequentare. Loro, la vecchia generazione, che non avevano conosciuto agi ma solo guerra, tendevano ad evitarli. In certi ambienti, vuoi o non vuoi – diceva, sempre, Harry – si finisce per farsi paparazzare. E, in un momento tanto delicato per la sua famiglia, forse, avrebbe dovuto evitarlo.
Tornarsene a casa e dimenticare tutta quella brutta faccenda.
“Sei arrivata Fleur, stavo iniziando a pensare che avresti dato buca al nostro appuntamento!” Astoria parlava con così tanta grazia in corpo da sembrare eterea.
Come poteva, lei, pensare una cosa del genere? Nel suo sangue scorreva l’eredità di una Veela. Lei era l’incarnazione della perfezione, eppure, Astoria, nella sua completa umanità incantava chiunque le stesse attorno.
“Ho tre figli di cui prendermi cura, un matrimonio da organizzare e, per loro, non era previsto che mi prendessi un giorno libero!”. Tre figli: un matrimonio, un disastro e una rovina. Possibile che avesse problemi con tutta la sua prole? Quando aveva iniziato a perdere colpi?
“Che lieta notizia. A quando il grande evento?” Astoria si era messa a sedere e, con una grazia innata, aveva chiamato a sé il cameriere.
“I primi di maggio. Victoria è frenetica e non smette di agitarsi, Teddy fa la spola tra casa e il dipartimento Auror. Sta aspettando il suo primo incarico e non riesce a darsi una calmata. È bravissimo ma non smette di allenarsi e ripassare la teoria …”. A Fleur, Teddy, piaceva.
 
Era un bravissimo ragazzo: educato, studioso, ricco d’animo e con una spiccata sensibilità umana. Era orgogliosa di sua figlia Victoria. Certo, non era pienamente d’accordo sul matrimonio. Troppo affrettato e troppo costoso, per come la pensava lei. Andromeda ed Harry le avevano detto di non preoccuparsi, che si sarebbero occupati di tutto ma, in cuor suo non faceva sogni tranquilli ogni volta che Harry spillava galeoni al posto suo e di Bill.
“Deve essere proprio un bravo ragazzo. Albus parla molto bene di lui. Potter ha fatto un gran bel lavoro con Edward …certo, non posso dire la stessa cosa, per quanto concerne il maggiore dei suoi figli. Quel James è completamente fuori controllo…” il cameriere, un ragazzo di bell’aspetto, le aveva appena servite. Una caraffa di limonata ghiacciata e due piattini di cheesecake ai frutti di bosco.
Fleur, solo a sentir nominare il nome di suo nipote, aveva perso il filo della conversazione.
James Potter era un problema. Uno dei più ingombranti che si ritrovava tra le mani. Solo il pensiero della sua relazione con Dominique la mandava fuori di testa. Era immorale e ignobile. Quando ne era avvenuta a conoscenza, aveva vomitato l’anima più volte. Senza ritegno.
“… poi, dopo quello che è successo con tua figlia…” Fleur perse diversi battiti. Sbiancò di colpo e per poco non svenne. “Con mia figlia?”.
 
Astoria le sorrise rassicurante, versandole dell’altra limonata. “Sophia un’amica in comune di Scorpius e di tua figlia ha accennato qualcosa di quello che sta succedendo …”.
La frittata era fatta. Tutto il mondo magico sarebbe venuto a saperlo. La reputazione di sua figlia sarebbe stata fatta a brandelli e tutto il lavoro, fatto dai suoi familiari al ministero per imporre la legge contro i matrimoni tra i consanguinei, sarebbe sfumato. Nel nulla, come una nuvola di fumo.
“Devo dire che ci hanno massacrato con questa lieta novella … fosse successo una cinquantina di anni fa, nessuno avrebbe avuto l’ardire di dire nulla. Ma oggi – disse con tono sconvolto – con tutte le scoperte apportate in campo medico. Io dico, ma siamo impazziti?”.
Fleur Weasley parlava di quella faccenda come se non le riguardasse. Era inaccettabile per lei e, ringraziando Perenelle, anche per il resto della sua famiglia. “Dobbiamo ammettere che è un argomento delicato. Avete preso le giuste precauzioni?”.
Lei e la sua famiglia non avevano preso un bel nulla. Discutevano da giorni. Lei e Ginevra. Bill e Harry. Tutti i fratelli Weasley e quella povera donna di nonni Molly.
“Non siamo ancora giunti ad una conclusione … stavamo pensando di mandare Dominique da mia sorella Gabrielle, giù in Francia.” Fleur aveva deciso di fidarsi. Per quale motivo, Astoria, avrebbe mai potuto tradirla? Nessuno! Si disse.
Astoria e sua cognata, Ginevra, da qualche anno avevano preso la bella abitudine di uscire assieme. Andavano alle terme, in giro per negozi e nelle sale da tea. Astoria era un’amica. Fleur necessitava che lo fosse. Sentiva, dentro di sé, il bisogno di un’amica. Di un’estranea alla sua famiglia che la spronasse e la consigliasse su cosa meglio fosse giusto fare. Che le dicesse fai così! Andrà tutto bene.
 
Astoria Malfoy finì la sua limonata e tornò a sdraiarsi. Sguardo verso l’alto e mani poggiate dietro la testa. “A mio modesto avviso la Francia è troppo vicina. Hai idea di quanti delinquenti commercino in passaporte per il resto dell’Europa?” Fleur ne aveva qualche idea, dopotutto, il futuro marito di sua figlia era appena diventato Auror. Suo figlio Luis e sua nipote Molly si apprestavano a frequentare il secondo anno in accademia e suo cognato dirigeva tutto l’allegra combriccola. “Si, si, ne ho sentito parlare. Gente spaccata in due. Metà corpo in Inghilterra e l’altra metà in Grecia. James è un ragazzo in gamba e molto furbo potrebbe farsi venire di certo qualche idea stramba come questa …”
James l’avrebbe sicuramento fatto. Se avesse potuto, con la prima passaporta disponibile, avrebbe raggiunto Dominique.
“Non è una buona idea… sai ho una carissima amica di famiglia che insegna ad Ilvermorny. Posso contattarla se ti fa piacere avere notizie sull’istituto oltre oceano!”
Ilvermorny! La scuola di Magia e Stregoneria Americana. Poteva essere una buona idea? Mandare sua figlia in un posto così lontano? Sola? “No so… dovrei parlarne con Bill e il resto della famiglia …”
“Dimenticavo che siete democratici. Votate ad alzata di mano?” Fleur rise per non piangere. La stava prendendo in giro? Cosa poteva saperne lei? Era spostata con un Malfoy, ci avrebbe scommesso la bacchetta che in casa sua non aveva diritto di parola. Sfrontata e impicciona.
Era questa la verità. Astoria Malfoy l’aveva adescata per le vie di Diagon Alley, con la speranza di spillarle i segreti della sua famiglia.
Lei, come la più fessa scolara, si era fatta ingannare! Lei che aveva una medaglia al valore in bella mostra nella sala da pranzo. Che aveva combattuto per i giusti ideali: la libertà, l’uguaglianza e la fraternità, era stata messa in ridicolo da quella donna. Sacrilegio!
 
“E il maschio? Louis giusto? Come se la passa?”. Fleur, se ne avesse avuto la possibilità, si sarebbe smaterializzata a casa seduta stante. Purtroppo, come in ogni luogo che si rispetti, la smaterializzazione era vietata – impossibile – da effettuare. Se avesse avuto l’ardire di alzarsi e andarsene sarebbe caduta, goffamente, nella maleducazione.
Armata di quel po’ di pazienza che le era rimasta, intavolò la conversazione sul suo unico figlio maschio. Non era necessario nascondere nulla. Astoria sapeva, sicuramente, di più di quello che dava a mostrare.
“Ha cambiato i suoi piani all’ultimo minuto. Sarebbe dovuto partire per la Francia all’inizio di settembre ma ha spostato il tirocinio all’estero al semestre successivo. È un’anima irrequieta … non abbiamo mai idea di quello che li passi per la testa!” Fleur si sarebbe uccisa con le sue stesse mani.
 
“Ne ho sentito parlare … sempre in giro per locali. Sbaglio o è finito sui giornali ultimamente, centrava una rissa alla babbana?!” Astoria, più prima che poi, si sarebbe pentita di quella conversazione. Fleur ne era certa. Si raccoglie ciò che si semina. Spero che tuo figlio finisca sui giornali scandalistici un giorno sì e l’altro pure!
Mentre pensava certe cose non poteva certo immaginare, che da lì a qualche anno, la sua iettatura si sarebbe avverata. Che Scorpius Malfoy avrebbe infestato le prime pagine dei giornali in compagnia di sua nipote Lily Potter. Se solo Harry e Ginny avessero saputo che, disgraziatamente, c’era di mezzo lei dietro tutta quella storia, non le avrebbero più rivolto la parola.
 
“Questioni da ragazzi… sono giovani. Devono fare le loro esperienze!” cinguettò Fleur sperando di porre fine a quella agonia il più in fretta possibile.
“Scorpius non è ancora in quella fase. Fortunatamente! Comunque, se pensi che uno stage rigido per Louis possa aiutarlo ad inquadrarsi, posso mandare qualche gufo in Austria o in Belgio ho dei cugini da quelle parti”
 
“Sarebbe magnifico!”.
Era avvenuto casualmente. Per pura distrazione o per pura disperazione, di una madre stanca di dover sempre sistemare tutto. Non poteva sempre essere tutto perfetto. La sua famiglia era perfetta? Beh, quasi… con qualche accorgimento qui e lì, nessuno avrebbe potuto dire il contrario.
Seriamente voleva apportare sistemazioni qua e là? Era necessario? Non era forse l’imperfezione che rendeva fantastica la sua famiglia? L’irruenza di Victoria, l’allegria di Louis e la sbadataggine di Dominique. L’esaltazione di suo marito e il pessimo inglese che ancora, lei, insisteva a parlare. Fedele alla sua lingua madre.
 
Era avvenuto tutto per caso. Perché quando rispondi ad una sconosciuta ricca di buone intenzioni “Sarebbe magnifico” tutto ciò che verrà fatto successivamente, prenderà inevitabilmente una piega degli eventi inaspettata. E vorresti darle la colpa, non una ma mille volte. Ma, l’unica persona da incolpare e stessi e la propria irragionevolezza.
In tutta onesta, non avrebbe mai mandato Dominique in America. Peccato però che la sopracitata amica di Astoria aveva scritto a lei e a suo marito, informandoli di come sarebbe stato entusiasmante per Dominique frequentare l’istituto Americano. Peccato che Bill non avesse la minima idea di come risolvere la situazione e, quella lettera, fu per lui, come un faro luminoso nella notte più buia. Peccato. Peccato per tutto. Per loro. Per Dominique e per il futuro che le stavano strappando via.
 
Peccato per Louis. Ingaggiato, in una missione top secret, sulle Alpi Austriache. Al suo ritorno non era lo stesso ragazzo che era partito.  Serio e diligente. Aveva mollato la casa che divideva nella periferia di Londra con gli amici, per traferirsi in un bilocale in pieno centro. Aveva smesso con le uscite serali all’insegna dell’alcool e non era mai più finito su un giornale scandalistico. Suo figlio era pulito. Era il ragazzo d’oro che ogni mamma, in cuor suo, desiderava.
Purtroppo, non era più suo figlio. Non era il ragazzo che aveva cresciuto.
 
Era avvenuto nella completa oscurità. Quella nebbia fitta che si infila nel cervello e ti rende ceco quanto basta per indirizzarti sulla via sbagliata. Fleur, aveva imboccato quella via, per un pomeriggio al mare. Per un po’ di sole e per del pessimo cibo balneare inglese.
 
*

Astoria Greengraas in Malfoy, dopo quel pomeriggio, non aveva più avuto l’onore di intavolare una conversazione con Fleur Weasley.
Molte volte, negli anni successivi, si chiese come mai la cognata della sua cara amica Ginny non la degnasse di uno sguardo, non le rivolgesse parola e, peggio, cambiasse strada ogni qualvolta se la ritrovava davanti.
Non l’avrebbe mai detto a Ginny ma l’opinione che aveva di sua cognata non era delle migliori: era quello il ringraziamento per averla aiutata?
Aveva scomodato delle vecchie amicizia di famiglia, per un’unica amichevole ragione, Ginny Potter necessitava di un aiuto esterno al Clan Potter- Weasley. Chi, oltre lei, poteva mai darglielo?
Si era messa in mezzo, alle faccende di famiglia dei Potter e dei Weasley, solo perché – opinione di Ginny – William e Fleur non avrebbero mai preso in considerazione l’idea di Ilvermorny se fosse uscita dalla sua bocca.
In aggiunta, come se non bastasse, il suo buon cuore l’aveva spinata ad aiutare anche il figlio maschio della coppia. Un esemplare di giovane randagio non ben educato che, per un intero anno non aveva fatto altro che girovagare di bar in bar alla ricerca della rissa facile. Di alcool poco costoso e di scandali da quattro soldi.
Viveva alla disperata ricerca dell’attenzione. Lei, l’aveva salvato, e grazie tante.
 
Ebbene sì. Era così che veniva ripagata. Con musi lunghi, arricciamento di naso e scortesia gratuita.
Purtroppo per lei, anche senza riconoscenza, non avrebbe mai smesso di dare una mano al prossimo, come tutti ben sapevano.
Anche se, molto spesso, era arrivata lì-lì da far scappare il morto.



 
*Edward Remus Lupin, da tutti conosciuto come Teddy, è un anno indietro con gli studi perché – come JKR ha rilasciato in una vecchissima intervista – i maghi, solitamente, intraprendono un viaggio intorno al mondo per circa un anno. Non tutti lo fanno e nella mia storia solo Teddy e degli amici di James (Augusta e William) si cimentano nell’impresa. 
Al contrario degli altri protagonisti, Teddy, a mio avviso, è il più libero di tutti. Non deve necessariamente seguire delle convenzioni. Fa quello che fa perché vuole farlo e perché ci crede.
I conti tornano? Spero di si, perchè mi immagino Teddy in giro per il mondo alla scoperta di se stesso. 


Grazie ai lettori silenziosi! Io vi vedo che siete lì a leggere ... 
A domani
Baci Lea 

 
   
 
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