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Autore: Leatessa    15/12/2020    0 recensioni
POSTATO CAPITOLO 28
Dalla storia:
“Possibile che nella nostra famiglia, nessuno e sottolineo nessuno, sia in grado di comportarsi normalmente? Chi ha avuto questa idea? Io non intendo partecipare … non contate su di me …”.
Quelle furono le ultime parole famose di Albus Potter. Ovviamente, come giusto che fosse, prese parte all’iniziativa.
Quella domenica mattina, Rose lo buttò giù dal letto di malagrazia. Lo spinse sotto la doccia e tra una lamentela, un Merlino e un Salazar invocati a pieno Impeto riuscì a trascinarlo al villaggio.
-Lily, quindici anni di astuzia e prodigi, innamorata e senza freni darà inizio alla rivoluzione. Jim e Al aiuteranno il padre e la sua squadra di Auror nelle missioni più disperate. Il resto della combriccola sarà lì a dare una mano, l'amicizia riuscirà a tenerli tutti uniti?
La paura costringerà vecchi nemici e muovi amici a riunirsi ad uno stesso tavolo, per risolvere una serie di gialli che sconvolgeranno l'intero mondo magico!
Buona lettura...
{Capitoli:Prologo/Intro/Alla scoperta dei Black/Le disavventure di Lily&Tunia/La terrorista/Segreti di Famaglia/Le scelte sbagliate}
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Dursley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'FORBIDDEN lOVE '
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UN’UNIONE PRIVATA
 
Correva l’anno 2021…
Volgeva a termine la settimana di San Valentino.
Quell’anno per il quattordici di febbraio
Era prevista – l’agognata – uscita ad Hogsmeade.
La neve cadeva forte e
Gli studenti vittime delle frecce
Di cupido, si esaltavano alla minima smanceria
Due anime innamorate
Sopraffatte dal loro stesso diabete
Impazzirono di colpo
Portando alla follia
Chiunque li girasse attorno.
 
 
 
“E’ una follia … ora? Come pensa che possiamo organizzarci?” Albus Potter, vide Rose Weasley saltare in aria dopo aver letto la lettera che sua cugina Roxenne le aveva passato durate il pranzo. Roxenne, volontariamente, aveva mollato il tavolo rosso e oro e, si era seduta vicino a Rose, sorridendo a tutti i suoi compagni di casa e sbaciucchiando Albus come un bambolotto. Giusto per farlo innervosire un po’ e metterlo in ridicolo davanti alla combriccola Serpeverde.
“Noi non dobbiamo fare nulla. È scritto nero su bianco. Molly e Louis verranno a prenderci alla porta Sud di Hogsmeade” Esclamò eccitata sua cugina, addentando un boccone di pasticcio di carne dalla sua forchetta.
“Oltre a mangiare il mio cibo, posso avere l’ardire di essere informato su chi ha avuto questa idea e sul perché dovete andare alla porta Sud? E cosa centrano i nostri cugini?”. Albus, nel dire quelle parole, aveva preso le distanze da sua cugina. Andava bene la parentela ma che mangiasse dal piatto suo, senza togliere a lui il cibo dalla bocca.
Rose, l’ultima a leggere la lettera, gliela passò prima di potersi lamentare contro la maleducazione di Roxenne. Lesse la missiva in carta stampata celeste e, anche se conteneva poche parole, esse erano così ricche di spiccata follia da ammutolirlo per una manciata di minuti.
“Possibile che nella nostra famiglia, nessuno e sottolineo nessuno, sia in grado di comportarsi normalmente? Chi ha avuto questa idea? Io non intendo partecipare … non contate su di me …”.
Quelle furono le ultime parole famose di Albus Potter. Ovviamente, come giusto che fosse, prese parte all’iniziativa.
Quella domenica mattina, Rose, lo buttò giù dal letto di malagrazia. Lo spinse sotto la doccia e tra una lamentela, un Merlino e un Salazar invocati a pieno Impeto riuscì a trascinarlo al villaggio.
Durante il tragitto non smise mai di ripetere quanto fosse contrario. Lo rimase allungo, per qualche mese circa. Poi la faccenda fu accantonata e anche lui smise di pensarci.
 
*
 
Roxenne era la più grande. Era il capitano della squadra di Quidditch e la meno responsabile di tutta la banda. Secondo il parere di Rose, ovviamente. E, come tutti sapevano, il parere di Rose era quello maggiormente tenuto in considerazione. Non che a Roxenne importasse qualcosa di quello che veniva detto o pensato su di lei. James l’ammira per questo.
“Sorella, perché sei scappata al tavolo delle Serpi?” A Roxy importava poco niente di quello che pensava la gente. Per questo motivo, quella mattina, saltellava come una cavalletta ubbriaca per tutta la sala grande.
James si chiedeva cosa le fosse successo di così eccitante da mandarla dritta da Rose senza fermarsi a finire il pranzo.
Roxenne non aveva fatto in tempo a sedersi al tavolo dei Grifoni, che la voce allarmata Fred l’aveva prepotentemente raggiunta. Sedevano dieci posti lontano da lei e, con occhi spiritati, la fissavano allarmati. Stravaccato vicino a Fred, James, era innegabilmente dubbioso sul da farsi.
“Lily, Hugo – gridò Roxenne portandosi le mani alla bocca – avvicinatevi, riunione di famiglia!”. Lily ed Hugo sobbalzarono alle parole della cugina e, per quanto fossero i più piccoli della comitiva, fiutarono odore di guai a venti passi di distanza.
Roxenne, da come dava a vedere, non ci fece caso: né al parlottare dubbioso dei due piccoli cugini, né ai gestacci che Rose le faceva due tavoli dopo il suo, né allo sguardo agghiacciante del professor Longbatton che le rivolgeva da circa dieci minuti.
“Buone nuove Famiglia – disse raggiante, accomodandosi tra loro – sono stata nominata ambasciatrice di una meravigliosa notizia!”. Con quelle parole cristalline, arrivò anche la misteriosa missiva.
Passò di mano in mano, finché James, ultimo dello strano cerchio che si era venuto a creare, se la ritrovò tra le mani.
“Hanno scelto me? Con tutto quello che è successo questa estate? IO?” la sua voce aveva raggiunto qualche decibel di troppo, come Roxenne li aveva appena fatto notare, poggiandogli una mano sulla spalla a mo’ di sostegno emotivo.
“Forse, così, smetterai di pensare che tutto il mondo è arrabbiato con te!”. Cinguettò sorridendo prima di andare via, mollandoli lì, con quella bomba esplosa tra le mani.
“E’ un ottima notizia!” Iniziò Fred, portandosi il calice alla bocca e buttando giù tutto il succo di frutta che conteneva. “Cosa sarebbe una bella notizia, di preciso? Io non sarò in grado di fare una cosa del genere. Non penso che sia legale. Sono minorenne …”
 
“Da quando ti fai problemi su cosa è o non è legale?”.
James Potter, quella domenica mattina, si sveglio all’alba. Fece il resoconto della situazione assicurandosi che tutto fosse perfetto. Se solo avesse dimenticato, anche uno dei compiti assegnateli, avrebbe rovinato l’intera giornata alla sua famiglia.
Per sicurezza, controllo tre volte! Poi, presa coscienza di cosa realmente si stava cimentando a fare, iniziò a prepararsi.
James Potter fu il primo ad arrivare quella domenica. Agitato, con le mani sudate, contava i secondi all’inizio di quella follia. In cuor suo sperava fosse tutto un grande – grosso scherzo e, per la prima volta era pienamente d’accordo con suo fratello. Non che fosse importante cosa pensasse Albus, ovviamente.
 
*
 
Lily Potter di tutta fretta aveva raggiunto la torre di Grifondoro. La sua migliore amica, Alice Longbatton, non era scesa per il pranzo e Lily era certa di trovarla sui libri di astronomia come ogni martedì dall’inizio dell’anno.
“Non puoi capire cosa è successo!”. Lily aveva tredici anni ed era un adolescente piena di vita. Correva per il castello agitando la sua lunga chioma rossa, ridendo gioiosamente con le amiche e litigando di buona lena con Scorpius Malfoy ogni volta che, sfortunatamente, se lo ritrovava davanti.
“Lily, per cortesia, non è il momento! Devo finire il disegno di Giove e delle sue costellazioni …” iniziò Alice senza alzare gli occhi dalla pergamena. Pergamena gentilmente martoriata dalla sottile e delicata mano che si era ritrovata.
“Fermati un attimo. Giove non scappa mica…e io ho una notizia fantastica!” provò ancora, cercando di canalizzare l’attenzione su di sé.
“Puoi parlarne con Petunia. Giove è la mia croce, da sempre, lo sai bene …” questa volta, la sua migliore amica, ebbe la compiacenza di guardarla.
Lily, ragazzina furba, non perse tempo e iniziò a tartassarla con la notizia.
“E tu ci andrai? È contro le regole?”. Lily, per una manciata di minuti, si pentì di averne parlato con Alice. La sua migliore amica, odiava infrangere le regole e, molto spesso, era una spina nel fianco nella realizzazione dei suoi macchinosi e infallibili scherzi ai danni del ragazzo più insopportabile del castello. Alias Scorpius Malfoy.  
 
Quella domenica mattina Lily Potter era un raggio di sole. Aveva indossato il suo vestito più bello, si era acconciata i capelli e si era spruzzata il profumo francese che sua zia Fleur continuava a regalarle per Natale.
“Vi scopriranno e finirete tutti nei guai. Verrete espulsi!” Berciò la sua migliora amica, prima che Lily riuscisse a sfuggire dal dormitorio. “E non riesco ancora a spiegarmi come Albus e Rose siano d’accordo con questa follia. Li avete soggiogati? Una pozione … o per Godric sono sotto Imperio?!”. Alice sbraitava parole senza nemmeno guardarla in faccia. Nella fretta di bloccarla sulla torre dei Grifondoro stava indossando il peggio del suo repertorio: pantaloni alla zuava – vecchi di almeno due anni -, una maglietta scolorita delle Sorelle Stravagarie e un paio di stivali così consunti da far raccapricciare perfino Hagrid.
Non fece in tempo a finire di vestirsi che Lily Potter le era scappata dal sotto al naso. Volatilizzata.
“Dove pensi di scappare? Lily … Lily Potter!”. Alice la rincorse per tutto il tragitto ritrovandosi, alla fine, a suo malgrado a prendere parte a quella grande pagliacciata. Per come la vedeva lei.
 
*
 
Rose Granger Weasley in quei tre giorni si era data da fare. Aveva in tutti modi messo a tacere la coscienza di suo cugino Albus, trafugato le lettere di Hugo indirizzate alla loro famiglia e, in fine, aveva escogitato un piano B.
Perché Rose Granger Weasley sapeva bene come finivano i piani della sua famiglia, con un grosso e rumoroso
BOUM! Organizzavano, pianificano e alla fine finivano tutti nei guai: punti tolti a random e punizioni alla Babbana che nemmeno James Potter e Sirius Black avevano mai dovuto scontare in sette anni di onorata carriera da malandrini.
Il piano B non era difficile. Nemmeno un pochino…
“Non funzionerà mai!” ripeté per la centesima volta la sua migliore amica Sophia Zabini. “Invece sì!” incalzò lei, sistemando i fogli del suo piano in ordine cronologico.
“Roxenne non riuscirà mai a smaterializzarvi tutti! Non ha ancora preso il patentino per la smaterializzazione …!”
“Ma è bravissima … si è esercitata tantissimo alle lezioni pomeridiane. Mai un errore, credi a me. Andrà alla grande!”. Sua cugina Roxenne aveva accettato di buon grado l’idea di smateriallizzarli tutti nella stamberga strillante in caso di pericolo.
Rose avrebbe dovuto intuirlo subito che il suo piano non stava in piedi se l’unica ad appoggiarla era quella combina guai di Roxy.
“In quel caso passeremo al piano al C!”
“E di grazia, quando vorresti attivare il piano C? Dopo che metà dei tuoi cugini si ritroveranno spaccati in due punti opposti della Gran Bretagna?”
Sophia continuò con la sua tiritera fino a domenica mattina. Giunta alla conclusione che la sua migliore amica non le avrebbe dato retta, si ritirò in biblioteca aspettando con ansia il momento in cui l’avrebbero sbattuta fuori a calci dal castello. È proprio quello che si meriterebbe ‘sta testona! Possibile che non riesca mai ad ascoltare nessun consiglio!
 
Rose, al contrario di ciò che pensava la sua migliore amica, aveva ben strutturato il piano C. Un piano C che avrebbe salvato il culo a tutti. Era o no la figlia di Hermione Granger?
“Che ci fa Alice qui?!” Fu l’esclamazione di Albus una volta arrivati al punto di incontro. Lily e James, ignari del loro arrivo, si lanciavano una pluffa raccattata chi sa dove. Alice Longbatton scocciata di tutta quella storia inveiva, senza nessun risultato, contro la sua migliore amica.
“Gli unici due sani di mente in questa famiglia!” Schiamazzò prima di rendersi conto di aver appena alzato la voce davanti ad Albus. “Fate sul serio?!”.
Rose non fece in tempo a rispondere alla piccola e tenera Alice. Un pop conquistò tutta la loro attenzione. Molly e Louis si erano appena smateriallizzati.
“Eh sbaglio o mancano tre Weasley!”.
 
I tre Weasley in questione arrivarono con cinque minuti di ritardo. Fred e Hugo, sorreggevano una malconcia Roxenne per le braccia. La sua gamba destra era fasciata e Rose pregò Salzar che non fosse sul serio quello che pensava.
“Per Rowena cosa ti è successo?” Louis si fece carico del peso della cugina, dando la possibilità a cugini di riprendere un po’ di fiato. “Mi allenavo nella smaterializzazione e bam… spaccata. Ma nulla di grave! Sono in splendida forma!” Uggiolò Roxenne provando a saltellare sul posto con pessimi risultati.
Per fortuna aveva un piano C. Ondeggiò piano la borsa per essere certa di non aver dimenticato nulla e afferrò la mano di Molly. Li avrebbero espulsi ne era certa!
 
*

Quel quattordici febbraio fu il più bello che avrebbero mai ricordato. Il più pericoloso e l’unico da non raccontare mai ad anima viva. Solo due persone conservavano un ricordo di quella giornata. Gli artefici di tutto quel delirio. Victoria e Teddy.
Avevano organizzato tutto di fretta e Lucy si dava ancora da fare affinché tutto fosse perfetto: fiori, musica, rinfresco, vestiti e tutto quello che effettivamente sarebbe servito ma che in realtà avevano dimenticato, dalla troppa foga nell’organizzare il tutto in meno di una settimana.
Avevano trovato un piccolo villaggio Babbano con un Pastore abbastanza folle da convolare a Nozze due perfetti sconosciuti. In gran segreto e con un numero di invitati che rasentava il ridicolo.
In tutto erano quattordici persone agghindate nel modo più stravagante che il Pastore avesse mai visto in vita sua. Mantelli svolazzanti dai colori più disperati, abiti accollati con strascichi degni di un film di fine ‘800 e Frac così in disuso che non gli parve vero di vederli fuori dal televisore. Faceva fatica a credere ai suo occhi ma, bene o male, agli occhi di Dio – si disse – siamo tutti uguali.
 
I due testimoni James Potter e Virginia Knoll – migliore amica di Victoria da tempo immemore - si erano sistemati vicini all’altare. James aveva le mani sudate. La destra nella tasca della giacca si girava e rigirava le fedi. Procurarsele era stato enormemente difficile. Ci aveva pensato allungo e tra un modello e l’altro osservato su quelli stupidi giornali da donna che Augusta e Tessa gli avevano prestato, era arrivato alla conclusione che nessuna di quelle fedi sarebbe andata bene per Teddy e Victoria.
Gira e rigira, aveva scritto una lettera alla Gringot chiedendo molto gentilmente se fosse stato possibile ricevere una coppia di fedi dalla camera blindata dei Potter. Aveva sottolineato a quale coppia Black erano appartenute in passato, dopo aver osservato le foto della famiglia per una notte intera e aver scelto quelle che per lui erano più belle. Sperando di cuore che i folletti non avessero avvisato suo padre. E così era stato, avevano mantenuto il silenzio e, in quel preciso momento, tra le mani aveva le fedi di Cygnus e Violetta Black. Niente po’po’di meno che i bisnonni di Teddy!
 
Fred, Albus e Hugo sedevano innanzi a lui. Fred allegro e spensierato, portava la macchina fotografica di nonno Arthur al collo e tra un sorriso e l’altro scattava foto a Roxenne per il buon gusto di farle dispetto.
“Guai a te, fratello! Sono il capitano della squadra, nessuno dovrà mai scoprire di questo mio infortunio! Sono stata abbastanza chiara?”. Sbraitava quest’ultima, cercando, in tutti i modi di portargli via quell’affare.
Albus e Hugo dal canto loro non avevano ancora ben capito come fossero fintiti lì. Albus aveva provato in tutti i modi a darsi malato ma, Rose non si era fatta fregare. Hugo, che passava la maggior parte delle volte inosservato, era stato abbandonato da Lily in sala comune e ringraziando Godric di cotanta fortuna si era incamminato in sala grande per la colazione. Niente di più sbagliato. Fred e Roxenne l’aspettavano al portone, così di malagrazia si era incamminato verso il suo destino. L’espulsione!
Dietro di loro, Alice era un pugno in un occhio. Come le era saltato in mente di seguire quei pazzi? Vestita a quel modo tra l’altro? Possibile che non avesse un po’ di amor proprio? Possibile che non riuscisse mai, proprio mai, a sembrare carina di fronte ad Albus?
 
Lucy e Molly, senza tante cerimonie, scortarono lo sposo all’altare. Il pastore non se lo spiegò mai ma, nello stesso istante in cui i tre avevano iniziato a solcare la navata, un lieve melodia aveva preso vita dentro la navata. Un cinguettio arabesco si disperse nell’aria e lo sposo arrivò all’altare a suon di note dalla cristallina melodia. 
Teddy era l’uomo più felice del mondo. Sorrideva radioso aspettando la sua futura moglie. I suoi occhi erano puntati in un’unica direzione. Non aspettavano che lei. Da sempre.
Lily e Rose anticiparono la sposa. Due perfette damigelle che, senza il benché minimo aiuto della magia, riempirono la navata dei più svariati fiori e profumi.
Victoria fece il suo ingresso appoggiata al braccio di suo fratello Louis. Nessuna sapeva spiegarsi come o perché ma, quel giorno era più bella del solito. Irradiava una luce intenza e diamantina che accalorava i cuori di tutti i presenti.
I santi del paradiso non avrebbero retto al confronto – si disse il Pastore, mentre adagio, pronunciava i versi che avrebbe unito quei due giovani in matrimonio -.
 
Fu il matrimonio più breve e più affascinante della cuginanza Potter – Weasley. I fiori, i veli, i vestiti riciclati, il gelato al posto della torta e il cortile della chiesa invece del giardino della Tana. Nulla era come la sposa, per anni, se l’era immaginato. Era famiglia. L’unica che desiderava avere accanto. Senza fronzoli e merletti. Senza invitati nobili e sconosciuti. Senza falsità! Quel giorno tutto era reale come l’amore che Victoria provava per Teddy.
 
Fu, anche, il più sentito e il meno dimenticato. Perché nessuno avrebbe mai potuto obliare dalle loro menti il giorno in cui, di nascosto, avevano organizzato un matrimonio. Erano scappati da Hogwarts e sul più bello, tra una danza scozzese e l’altra, avevano impugnato le scope che Rose aveva incantato nella borsetta, e si erano dati alla fuga, sotto gli occhi dei cugini maggiori.
“È passato per la testa a quelli idioti che li avremmo smaterializzati in tempo per il coprifuoco?” Cinguettò Victoria, afferrando il braccio del marito e stringendosi a lui in un lungo abbraccio.
“Signora Lupin, dici sul serio? Non avrebbero mai perso l’occasione di volare fino al castello per nulla al mondo!”
“Laveranno i bagni alla babbana fino alle fine dell’anno!”
“Oh peggio ancora le stalle di Hagrid!”

 
 
 
 
Ciao a tutti
Sì si sono sposati così! In gran segreto. E' stato un colpo per tutta la famiglia, sopratutto per Flewr, che in quel perido come avete potuto leggere nel capitolo precedente, non stava al pieno delle forze.
Questo è l'ultimo mini-capitolo che posterò! in realtà ne ho altri due ma è troppo presto per la trama svelarne il contenuto, Sappiante che il primo di questi due arriverà presto. Ed è l'atto II di Hermione. Nessuno Spoiler da queste parti come potete vedere.
Baci 
LEA 
   
 
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