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Autore: CedroContento    16/12/2020    7 recensioni
Camilla affronta il suo primo Natale da madre single, Lorenzo assiste impotente allo sgretolarsi della sua famiglia. Per i due fratelli questo si prospetta essere il Natale peggiore di sempre.
Questa storia partecipa a “Prompt nevosi e natalizi indetta da Emy Milicchio nel Giardino di EFP”.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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19. Il cenone di Natale prende una brutta piega
 
“Io e vostra madre abbiamo divorziato”.
Le parole del mio patrigno aleggiano sulla tavolata improvvisamente silenziosa.
Istintivamente cerco lo sguardo di Paolo, tentando di elaborare quello che ho appena sentito. Quando i nostri occhi si trovano mi rendo conto che mi sonda preoccupato, il vassoio con gli avanzi di semifreddo all'ananas, che era intento a sparecchiare, si inclina pericolosamente sospeso a mezz'aria, il mio compagno se ne accorge giusto in tempo. Ma il danno più grande ormai è fatto. La pena che gli ho letto nello sguardo mi ha innervosito ancora di più, non sopporto di sentirmi una vittima, Paolo lo sa bene, ma non è stato abbastanza veloce a dissimulare i suoi pensieri.
Mia sorella è più veloce di me a rispondere.
“E giustamente avete pensato che la Vigilia di Natale fosse il momento più ideale per informarci” commenta secca, scostando la sedia pronta ad alzarsi.
“No, infatti non era in programma, giusto Ivano?” interviene mia madre rimproverando l'ormai ex consorte. “Non avevamo deciso di aspettare almeno dopo le feste? Cami ti prego rimani qui...”
Mia sorella alza una mano dando ad intendere che non ascolterà oltre. Io intanto, ancora incapace di reagire, come in trance, la guardo rannicchiarsi sul divano accanto a Kevin che guarda i cartoni. Si stringe a lui guardando a sua volta lo schermo, mentre Kevin le spiega qualcosa che però non colgo. Camilla sorride e annuisce distratta, i suoi occhi vuoti tradisco la mente altrove.
“Non volevo più continuare con questa farsa Rosa, non posso più mentire. Mi rendo conto che non è il tempismo ideale...ma cavoli sono settimane che dovremmo dirglielo Rosa! Temporeggi sempre!”
Ho sentito abbastanza, non riesco a tollerare di rimanere in quella stanza un'istante di più.
“Lore...cerca di capire” sento mia madre implorare alle mie spalle.
Spalanco la porta che dà sul porticato esterno e inspiro a gran polmoni l'aria umida e fuligginosa di quella notte invernale. Non posso credere che i miei, alla loro età, si siano fatti venire in mente una sciocchezza del genere, dopo venticinque anni insieme, in cui Ivano è diventato come un padre per me tra il resto.
Sospiro pesantemente cercando di calmarmi; la fumera del mio respiro, condensato a contatto con l'aria gelida, mi avvolge. Il finale perfetto per un anno terribile, commenta una vocina sarcastica nella mia testa. Per quanto imperfetta la nostra famiglia è sempre stata unita, poi a Fabio viene la brillante idea di lasciare mia sorella per l'amante, e ora questo.
Mi appoggio alla balaustra stringendo il legno ormai provato dalle intemperie, ignoro le schegge che sento pungermi le mani e infilarsi fastidiosamente sotto la pelle.
“Toc Toc”
Non mi giro verso Paolo e lui non aspetta di sapere se mi va di parlare, mi si avvicina per avvolgermi le spalle in un cappotto e poi mi guarda, in attesa.
“Non posso crederci. E Cami... era già abbastanza in difficoltà così” scuoto la testa.
“Camilla è più forte di quanto tu non pensi, se la caverà” dice Paolo cercando di catturare i miei occhi, che ostinatamente tengo bassi. “Le saremo accanto noi, io e te” dice afferrandomi delicatamente il mento vedendo che non cedo.
“E poi se vuoi saperlo… prima che venissi a cercarti ho lasciato un certo Raffa in salotto con lei, e non credo fosse interessato a Frozen” aggiunge sorridendo furbescamente.
La sua ilarità mi contagia nonostante tutto, Paolo ha sempre avuto il dono di riuscire a mettermi di buon'umore in qualsiasi situazione, uno dei motivi per cui lo amo così tanto.
“Sai, volevo aspettare domani in realtà, ma magari salverà questa serata assurda” comincia estraendo un piccolo pacchetto quadrato incartato con cura.
Quando me lo porge mi prendo un attimo per godermi la bellezza di quell’incarto. La carta da regalo natalizia e i nastri rossi e verdi perfettamente abbinati, quasi mi spiace aprirlo, nel fiocco ha addirittura incastrato un piccolo bastoncino di zucchero. Ma lo sguardo di Paolo pieno di aspettativa mi fa decidere a togliere lo scotch, cerco comunque di preservare quel piccolo capolavoro. Quando apro la scatolina di velluto rimango di sasso, contiene una chiave.
“Ho trovato un appartamento più grande, per noi, ho venduto il mio,” mi spiega sorridendo raggiante. “Pensavo che dopo tutti questi anni siamo pronti, io sono pronto a fare il prossimo passo” ora vedo che cerca di decifrare ciò che penso, ma non lo so neanche io.
Non riesco a distogliere lo sguardo dalla scatoletta aperta sul mio palmo “Paolo io...” forse anche questo cambiamento, almeno oggi, è troppo, decisamente troppo. “Non so cosa dire” ne concludo.
La mia reazione poco entusiasta finisce per spegnere il sorriso di Paolo, il regalo mi viene strappato di mano bruscamente.
“Ho capito...” dice, ora è lui a sfuggire il mio sguardo.
“Possiamo parlarne domani? Io non ce la faccio, non sono lucido, mettiti nei miei panni”.
“Si, si ne parliamo domani, ho sbagliato io” dice Paolo affrettandosi a tornare dentro, non mi sfugge il modo in cui sbatte troppo spesso le palpebre, mi sento uno schifo per averlo ferito, ma non lo fermo, ho bisogno di stare solo.
“Grandioso” mi complimento con me stesso. 

 
   
 
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