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Autore: ___Page    19/12/2020    3 recensioni
C'era un buco nel muro. E con il lockdown, nessuno sarebbe potuto andare a ripararlo.
«Beh che dire, ragazzi. Sarà un piacere condividere le feste con voi»
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*Questa fanfiction partecipa alla challenge "Christmas Lokcdown" indetta dal forum FairyPiece - Fanfiction&Images*
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Starring: Izou, Koala, Ishley, Killer, Trafalgar Law, Penguin, Sabo.
Con la partecipazione di: Bepo e Lindbergh
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Izou, Koala, Penguin, Sabo, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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NELLA TANA DI BIGFOOT

Giorno: 19 dicembre
Stanza: Camera da letto
Prompt: "Che mi regali per Natale?" "Niente. E tu?" "Niente" "Visto?! Abbiamo gli stessi gusti" [Twitter, ImDisagiato]/ Boxer
Avviso importante: Questo capitolo presenta un'ingente quantità di OOC ma non mi pento di nulla. È la prima volta che riesco a usare questo trio, la cui origine nel mio cuore è sconosciuta, ma che adoro alla follia. Spero gradirete anche voi. Un bacio grande. Page.





 
9 dicembre 2020
ventesimo giorno di lockdown - terza ondata



 

La pandemia era arrivata una mattina di sole. Nessuno lo sapeva, in realtà, e nessuno sarebbe stato in grado di ricordare l'esatto momento in cui aveva preso coscienza del suo arrivo. 
Semplicemente, una mattina di sole, ciò che non lo era mai stata era diventata normalità. 
Mascherine e gel per le mani, darsi il gomito al posto della mano, stare in casa per fare il bene di tutti. 
La pandemia era arrivata una mattina di sole e aveva cambiato tutto. E quello che all'inizio era stato difficile da digerire, in poco tempo era diventato la nuova realtà. 
In pochi mesi, quando la seconda e la terza ondata si erano ripresentate con gli stessi danni ma meno paura, quello che in primavera era sembrato un mondo alle porte dell'Apocalisse, era il mondo dove tutti ora vivevano. E il tempo aveva preso a scorrere per tutti più lentamente ma era un cambiamento con cui tutti erano dovuti scendere a patti. 
E chi non lavorava da casa, aveva dovuto imparare a impiegare quella enorme quantità di tempo. Una volta trovato il modo di salvare la propria attività, quel tempo diventava una risorsa inestimabile per dedicarsi ad attività da tempo accantonate o mai intraprese, anche se desiderate. Era diventato terreno fertile per ampliare i propri orizzonti, imparare una nuova lingua, farsi una cultura cinematografica o letteraria. 
Era tempo regalato, da usare per migliorarsi. 
O per poltrire a letto.
Poltrire a letto, tutto il santo giorno. 
Kira non era decisamente il tipo da sentirsi in colpa per questo. Quell'anno non c'erano state neanche le vacanze, e nonostante la seconda ondata aveva potuto recuperare in estate i lavori persi in primavera all'officina. Con la terza ondata aveva dovuto richiudere e, avendo vissuto molto male il primo lockdown, Kira era un uomo drenato. 
Ma ora poteva finalmente rifarsi e recuperare le energie perdute. E non che allora il Piombo Ambrato fosse una benedizione, ma se lui riusciva a trovare del positivo in una situazione difficile, non vedeva perché non farlo.
In fondo a lui il periodo che precedeva il Natale faceva venire da sempre una gran voglia di casa e quell'anno poteva finalmente godersela appieno. Non c'era niente di male. 
Certo, non usciva dalla camera da letto per più di un totale di diciassette minuti al giorno, ma come aveva fatto notare Izou qualche giorno prima, era autoisolamento, era solo prudente. 
Anche Koala, dopotutto, aveva smesso di provare a convincerlo ad alzarsi, e se Koala aveva smesso doveva voler dire che andava bene. Era logico e lineare. E comunque non era nemmeno vero che non faceva niente. 
Aveva fatto le flessioni il giorno prima. Tipo cinque. Forse.
Si rigirò tra le coperte, grattandosi un calcagno con il piede opposto. Kira adorava stare a letto, immerso nel tepore che serpeggiava tra il lenzuolo e il materasso e sapeva che era il giorno della doccia ma in fondo erano solo le undici e mezza, poteva aspettare ancora un quattro o cinque ore. Avrebbe potuto se un pensiero non avesse disturbato il suo sonno.
Doveva andare a vedere come stava Ishley. 
Sabo era rispuntato fuori, non aveva capito come, dove, quando visto che erano in quarantena ma da quello che aveva mitragliato Izou in un momento di condivisione con lui, il poco che aveva capito era che Sabo era ripiombato nella vita di Ishley senza preavviso. E Kira teneva ai suoi coinquilini, a tutti e tre ma soprattutto a Ishley, e non ricordava quanto fosse passato esattamente da quando Izou lo avevo aggiornato però aveva il dubbio legittimo che fosse ora di alzarsi per andare da lei. 
Un paio d'ore e ci sarebbe andato, decise, rigirandosi di nuovo piuttosto tentato di schiacciare un altro pisolino. Intento in cui sarebbe riuscito se la porta della camera non si fosse aperta senza che neanche chi la stava aprendo si fosse premurato di bussare. 
«...'ndi, se anche tu odiavi il Natale, perché ora sei così... festoso?»  
Kira aprì un occhio. Per la posizione in cui si trovava il letto, nella penombra dov'era immerso e con il piumone a coprirlo quasi interamente, era facile non notarlo a meno di non essere consapevoli della sua presenza. E i suoi coinquilini lo erano ma insieme a Izou in camera stava entrando un tizio che Kira mai aveva visto. Forse si era perso un pezzo, perché era piuttosto certo non avessero preso in casa un nuovo coinquilino prima del lockdown. 
Studiò il tipo rosso di capelli, ciuffo ribelle, occhi verdi allungati. Era certo di non averlo mai visto ma parlava con Izou come se si conoscessero e questo era strano. 
«Beh perché quando sono cresciuto ho capito che non aveva senso rovinarsi il Natale per paura che il forno prendesse fuoco di nuovo» 
«Prendesse fuoco?» 
«Sì, non lo so neanche io come sia potuto succedere. Fatto sta che in attimo di distrazione e puff! Mesi e mesi di decorazioni e pianificazione per posizionarle tutte nel posto più adatto per ciascuna letteralmente in fumo» 
Kira studiò Izou gesticolare mentre si avvicinava all'armadio e un ricordo un po' confuso di quando Izou era andato a raccontargli di Sabo gli attraversò la testa. Poteva anche essere tutta una sua strana produzione mentale ma nello sforzarsi a ricordare qualcosa riguardo un buco nel muro e o nuovi vicini gli venne alla mente. 
«...'vicinato a un pezzo di cartoncino o di feltro per anni, ma dov'è?!» protestò Izou con il busto infilato dentro all'armadio, mentre Kira processava che il buco doveva essere grande abbastanza da farci passare una persona e che il rosso doveva essere uno dei nuovi vicini. E anche Sabo. 
«Niente non li trovo»
«Tu non mi stai dicendo qualcosa» affermò il tipo rosso, guardando fisso Izou, che si appoggiò con la spalla all'armadio. 
«Io non ti sto dicendo qualcosa» confermò con un mezzo sorriso. 
«Vi lascio la camera?»
Pen saltò come una molla, perché d'altronde non aveva contemplato che dal letto, addossato alla parete più in ombra della stanza, si issasse un armadio di quasi due metri biondo, con una massa tanta di capelli che si confondeva con il piumino.
«Kira-kun, buongiorno! Lui è Pen! Pen-chan, ti presento Kira!» 
«Piacere di conoscerti»
«Ehi amico» alzò una mano Kira, mentre con l'altra rovistava tra le coperte, da cui estrasse un pacchetto di patatine già aperto. «Vuoi? Ci vuole qualcosa da sgranocchiare mentre racconta questa storia» sorrise a Pen che si scambiò un'occhiata con Izou, sommamente disgustato. 
«Da quanto sono lì?»
«Mh? Non ne ho idea» rispose a bocca piena il biondo, grattandosi una natica prima di prendere un'altra manciata di patatine con la stessa mano.«Ma che stavi cercando?» 
«I tuoi boxer augurali con l'alce. Tu non li usi e volevo regalarli a Pen, per aiutarlo a entrare meglio nello spirito natalizio» affermò Izou, con l'aria di uno che non trovava affatto strana la cosa e ignaro dell'occhiata sconvolta di Pen. 
Kira provò un moto di compassione per lui. Era chiaro che fino a quel momento non aveva avuto idea della situazione in cui si stava infilando. E forse non aveva ancora idea che Izou era in grado di prendergli la taglia con solo uno sguardo alle sue chiappe. 
«Sono qui» avvisò Kira, aprendo il secondo cassetto del comodino, quello delle cianfrusaglie, ed estraendo una specie di casco bianco e azzurro, una manciata di cavi, un pacchetto di noccioline e dei fazzoletti usati. «Oh toh, questi magari li butto»
«Magari?!» 
«Eccoli!» roteò in aria l'indumento rosso, con elastico marrone in tinta con la renna stampata proprio sul pacco, e li tese verso Pen che si fece violenza per non spalmarsi sull'armadio, neanche Kira lo stesse minacciando con una fiamma ossidrica. 
«N-no grazie! Passo! Non mi servono e comunque non penso bastino a farmi piacere il Natale. Non penso basterebbe neanche un miracolo» 
«Oh su dai, Pen-chan!» gli diede una spallata Izou. «Guarda che ci sei più vicino di quanto pensi. E poi a me il Natale piace e io e te abbiamo un sacco di cose in comune» 
«Tipo?» si accigliò Pen. 
«Beh tipo... Tu cosa mi regali per Natale?» 
Pen sbattè le palpebre confuso. «Beh... niente» ammise prima di venire assalito da un terribile dubbio. «Perchè?! Tu cosa mi regali?»
«Niente!» lanciò le mani in aria Izou con un sorrisone. «Visto?! Abbiamo gli stessi gusti!» 
Pen lo fissò immobile e Kira avrebbe giurato di essere in grado di vedere gli ingranaggi nella sua testa girare furiosi, per capire cosa fosse preferibile fare tra darsela a gambe o cedere all'impulso di ridere. 
Ma dopotutto era quel periodo dell'anno e anche Kira si sentiva più empatico. 
«Amico» gli fece cenno con la testa a indicare il materasso, un invito a sedersi accanto a lui. 
Pen si avvicinò ed esitò un solo istante, prima di sedersi attentissimo a non toccare il piumino con le mani. Ai pantaloni poteva sempre dare fuoco più tardi. 
«Patatina?» 
«Come se avessi accettato» declinò prima di volgere gli occhi, insieme a Kira, su Izou.
«Allora questa storia?!» lo incitò Kira, nonostante la conoscesse già e Izou scosse il capo divertito, mentre si sedeva su un puff, dopo aver gettato a terra i vestiti di Kira lì sopra ammassati. 
«I miei abitano in una strada privata. E in fondo alla via c'è casa Newgate. E c'era il signor Edward che tutti gli anni si vestiva da Babbo Natale ma già una decina di giorni prima di Natale e si faceva vedere per il quartiere. Lo faceva per i figli, no? E niente, a parte che io già lo trovavo inquietante, una volta io ero uscito a buttare la spazzatura e lui stava per saltare fuori vicino a casa nostra e io l'ho visto no?» gesticolava Izou, tenendo viva l'attenzione di Pen. «E così mi avvicino e tipo credo che sia spaventato più lui di me all'inizio, non si era aspettato di venire scoperto da un bambino per giunta. Che poi io con i suoi figli ci giocavo. E così in preda al panico fa la risata e poi mi chiede se voglio andare al Polo Nord con lui, che se voglio mo adotta» sgranò gli occhi Izou. «E io ho pensato "ma cosa vuole questo da me?!", cioè io stavo bene con i miei, no, che non volevo andare al Polo Nord! E niente, per un po' di anni ho avuto il terrore che volesse rapirmi e quando spuntava in giro quasi morivo si ansia» sorrise Izou, ma era solo un pallido riflesso delle risate che prorompevano da Kira e Pen. 
«Oh Roger!» si asciugò gli occhi il rosso. «Questo è uno degli aneddoti più surreali che abbia mai sentito!» scosse la testa riavviandosi il ciuffo. «Ma lo fa ancora?» 
«Credo di sì, per i nipoti. La loro casa è enorme e i figli ci passano tutte le vacanze di Natale con le famiglie. Di solito li vedo perché vado dai miei ma quest'anno...» Izou, il sorriso malinconico, abbassò gli occhi al pavimento ma solo per un attimo. «Ma anche così, sono sicuro che sarà un Natale speciale. Di certo sarà diverso dal solito» annuì convinto, incrociando gli occhi di Pen che sembrava scrutarlo. Si fissarono qualche istante prima che Izou si girasse verso Kira. «E tu? Non è ora di lasciare la caverna?» 
«Oh dai, Izou! Dieci giorni di nullafacenza non hanno mai ucciso nessuno!» 
«Dieci giorni?! Ma che giorno pensi che sia oggi?!» 
«Non so con precisione» rifletté Kira, grattandosi il torace con la mano sotto alla maglietta. «Ma siamo a fine novembre più o meno no?» 
Pen sgranò di nuovo gli occhi, incredulo. Credeva si sarebbe finito di stupire prima o poi, ma quella casa nascondeva un'assurdità dietro l'altra.
«Ma sei serio?!»
«Perchè?»
«Siamo al nove di dicembre!»
«Oh» mormorò Kira e Izou si illuse che stesse finalmente riflettendo sul fatto che forse era stato a letto un po' troppo. «Beh tanto oggi mi dovevo già alzare. Devo fare la doccia e parlare con Ish. A proposito...» girò gli occhi da uno all'altro.  «Come sta Ish?»
«Annegata nella marmellata di arance amare»
«Se la litiga con Law»
«Ha detto a Lindbergh che è l'amore della sua vita» 
«E noi lo abbiamo trovato che dormiva acciambellato su Sabo» si grattò la nuca Pen. «E dire che a vederla così, non sembra neanche turbata»
Mica come Sabo, che aveva disseminato la casa di palline antistress e penne. Perché così passava la giornata. In una mano la pallina antistress e nell'altra la penna, a rigirarsela tra le dita e picchiettarla a ogni andata e ritorno in cinque tappe. Sabo era un prestigiatore e non lo sapeva. 
«Ishley è fatta così. È tutta sorrisi e lentiggini ma non sai mai cosa frulla in quella testolina» spiegò Izou, incrociando gli occhi di Kira senza nascondere il dispiacere per la loro amica. 
«Ci parlo io» riaffermò Kira. «Dopo la doccia magari»
«Eh magari»
«Okay. Allora ci vediamo tra due ore» si ributtò lungo disteso. 
«Kira-kun!»
«Eddai, non puoi essere serio!» 
 
 
 
 
 
 
  
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