Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: artemide88    19/12/2020    2 recensioni
Isabella Black frequenta la più importante scuola della Virginia e non solo ha ottimi voti, ma sta per diplomarsi con un anno di anticipo. Vuole andarsene, da quella scuola e quella città, il prima possibile perché odia i bulli che la perseguitano. Potrebbe però avere vita più facile se rivelasse un piccolo dettaglio sulla sua vita...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buona lettura.



CAPITOLO 6

A svegliarmi fu il mio zaino che suonava. Ancora confusa per il sonno, avanzai a tentoni verso la scrivania, alla ricerca del mio cellulare. 
“Pronto?” La voce impastata non era certo un bel biglietto da visita. Mi guardai allo specchio e storsi il naso. I capelli erano una massa informe, tutta spettinata, dove gli uccellini avrebbero potuto benissimo fare il nido. Non mi ero cambiata e i vestiti erano tutti spiegazzati.
“Pronto?” Domandai di nuovo, cercando di schiarire la voce.
“Ehi Black, abbiamo vinto.”
“Eh?” Era un numero che non conoscevo. Cercai di connettere il cervello, qualcuno mi aveva chiamato sul mio cellulare privato verso le tre di notte. Quel qualcuno probabilmente era un mio compagno di scuola, visto che mi aveva chiamato Black. Ma nessuno a scuola aveva il mio numero di cellulare.
“Ehi, ci sei? La partita di football, Swan, la partita. Abbiamo vinto.” 
Black, Swan, Swan, Black. 
“Cullen.” Sibilai tra i denti. “Fottiti. Tu e la tua dannata partita.” Gli chiusi il telefono in faccia, ma lui non si diede per vinto e chiamò di nuovo.
“Cazzo vuoi?”
“Sei nervosa?”
“Sono le due e quarantasette. Stavo dormendo. Tu mi irriti. Sì, sono nervosa.”
“Ero alla festa dopo partita. Non potevo chiamare prima.”
“Ora che abbiamo stabilito che non hai un cazzo da fare nella vita, posso tornare a dormire?” Cercai con lo sguardo il pigiama. Mi ero addormentata come un sacco di patate sul letto e non avevo nemmeno spento la luce. Mi ci erano volute ore per assimilare quello che era successo al pian terreno e le urla che arrivavano in camera mia non aiutavano. Che potesse andare all’inferno, Edward Cullen e la sua Maserati. 
Quando il mio compagno di classe era uscito, papà aveva sgridato Jake, perché secondo lui ero io a dover fare il primo passo. Un passo che per mio fratello non avrei mai fatto senza una spintarella. 
Mi aveva buttato giù dalle scale con quella sua spintarella. E ora, nella mia mente, sferragliava un treno impazzito procurandomi un mal di testa martellante. Non sapevo da dove fosse partito quel treno e non sapevo nemmeno dove sarebbe arrivato.
“Vengo a prenderti alle 8. Fatti trovare pronta.”
“Fanculo.” Gli sbattei di nuovo il telefono in faccia. Volevo prendermela con qualcuno in quel momento, sfogare tutta la rabbia che provavo verso mio fratello e la sua lingua lunga. E cercare anche di dimenticare che immensa figura di merda avevo fatto con Cullen. Mi sarebbe venuto a prendere per espormi al pubblico ludibrio? Voleva che lo implorassi di non dire niente a nessuno?
Mi tolsi velocemente la sua maglietta e la mia gonna per infilare il comodo pigiama a quadretti.  Avrei lavato la sua dannata divisa di football e gliela avrei resa. Però...aveva il suo profumo.
Il resto della notte dormii male e poi mi svegliai ancora peggio. Il treno continuava a sferragliare a una velocità impressionante lungo il pendio di una montagna di merda.
Scesi in cucina che non erano nemmeno le sette e mi misi a cucinare per distrarmi dal pensiero Edward Cullen o dal pensiero cognome.
“Giorno.” Sobbalzai quando dietro di me comparve Jacob. La sua massa di muscoli era appoggiata allo stipite della porta. “Hai fatto i pancake? Adoro i tuoi pancake.”
“Waffle.” Borbottai aprendo la piastra per controllare che non stesse bruciando. “E li ho fatti solo per me.” 
“E dai, Isabella, non puoi avercela con me.”
Gli scoccai un’occhiataccia mentre prendevo i waffle già pronti dal forno dove li avevo messi perché restassero caldi. Presi anche la crema di yogurt e la frutta fresca. Niente miele, niente sciroppo d’acero. “Oh sei super, sorellina.” Gli misi davanti il piatto e Jake si avventò come un cavernicolo sul cibo e parlò con la bocca piena. “Zia Sue dice che...”
“Zia Sue parla sempre troppo.” Lo rimbeccai mentre si serviva un’altra generosa dose di waffle che inondò con la crema. “L’hai già chiamata!” 
“Papà.” Sollevò le spalle, come se non fosse colpa sua che avessero chiamato la vecchia zia che non vedeva l’ora che accettassi il mio cognome a scuola. Gemetti per la frustrazione e per poco il waffle non bruciò.
Guardai l’ora e considerai di mangiare qualcosa prima di andare dalla zia Sue. Dovevo fare i conti anche con lei, adesso.
“Buongiorno, tesoro.” Papà si unì a noi per la colazione. “Perché non i pancake?” Alzai gli occhi al cielo e tentai di non scottarmi con la piastra calda. “Ne hai avuto abbastanza dello sciroppo?” Gli misi davanti il piatto con un colpo secco e gli riservai una delle mie occhiate indignate. 
“A questo punto perché tu e Jake non andate in cerca di una nuova auto?” Avevo deciso di continuare a non parlare con papà, ogni volta che apriva bocca combinava guai. “Visto che la tua è fuori uso e che ormai sei una Swan...”
“Alt. A scuola sarò ancora Isabella Black.” Annunciai fiera -non avevo proprio intenzione di cedere a quel vile ricatto- smorzando ogni loro entusiasmo sul nascere. “Sarà meglio che vada a sistemare questo casino.” Mi fiondai fuori dalla cucina mentre Jake chiedeva cosa fosse successo al mio rottame. 
In camera cercai di dare un senso ai miei capelli, indossai una felpa extralarge e un paio di jeans con le toppe, un abbigliamento non adatto una signorina a modo, come diceva sempre zia Sue, ma era mia ferma intenzione irritare qualcuno con la mia prossima visita. Presi lo zaino con il libro di chimica e biologia e andai alla porta. Presi le chiavi dell’auto di mamma, non avevo proprio voglia di andare in giro in bici o a piedi. La casa di zia Sue era parecchio isolata.
Guardai l’orologio, erano quasi le otto. 
“Ah, bene, sei puntuale almeno.” Appoggiato alla sua scintillante auto blu elettrico, il mio incubo personale mi fissava. Sembrava aver dormito serenamente per tutta la notte. Il suo viso rasato di fresco era rilassato e gli occhi gli scintillavano nel sole mattutino.
“Cazzo vuoi Cullen?” 
“Fare il tema per Molina. Allora, mi fai entrare o prevedi di restare qui ancora a lungo?”
Non poteva essere serio. La sua chiamata alle tre di notte era già stata un pessimo scherzo e di pessimi scherzi per quel week end ne avevo avuti abbastanza. 
“Senti ho delle cose da fare. Ti mando via mail il compito, va bene?” Cercai di oltrepassarlo e feci scattare la serratura della Mercedes classe A di mamma.
“Ti do un passaggio.” Mi aprì la portiera della sua Maserati in un chiaro invito a salire. “E dai, Black...no, scusa Swan...non so più nemmeno come chiamarti. Non pensi che qualche spiegazione tu me la debba?” Mi morsi il labbro inferiore. Non gli dovevo nessuna spiegazione, in realtà, ma dovevo chiedergli un favore enorme. Potevo dirgli qualche segretuccio sperando che mantenesse un segreto ben più grande? Potevo fidarmi di Edward Cullen, lo stronzo colossale che mi torturava nei corridoi?
Decisi di accettare il suo invito, gli diedi l’indirizzo di villa Clearwater e lui ne rimase stupito. Va bene, primo segreto in arrivo.
“Susanne Clearwater, la zia di mio padre, è una Swan fino al midollo e ha un debole per il nome di famiglia. Devo parlarle di tutta questa...assurda messinscena.”
Lui non commentò e guidò tranquillo fino alla grande villa. Era una casa un po’ spettrale, con quel grande cancello in ferro battuto e le colonne in stile greco che si ergevano sul porticato in legno scuro.
“Aspetta qui, sarò di ritorno in dieci minuti al massimo.”
Per tutta risposta Cullen si slacciò la cintura di sicurezza e mi seguì fino al portone principale. Prima che salisse anche solo un gradino lo fermai. Se proprio fosse voluto venire con me, avrebbe dovuto rispettare qualche regola.
“Uno, non parlare, ma soprattutto, non fare domande. Ci sono codici di comportamento ben precisi con zia Sue.”
Alla porta ci attendeva il compito maggiordomo, Carlton. 
“Buongiorno, Miss. Sua zia l’attende nel salottino verde per il tè.”
“Grazie Carlton.” Notai il sorrisetto un po’ troppo compiaciuto per uno che raramente mostrava emozioni. “Le notizie viaggiano veloci, eh?” 
“Se posso permettermi, Miss, sono lieto di queste notizie. Chi devo annunciare?” Mi chiese guardando il mio compagno di sventura.
“Edward Cullen.”
Venimmo condotti al salottino preferito della zia. Bussai leggermente e attesi che mi permettesse di entrare. Zia aveva davvero delle strane fisse per il bon ton. Lei era seduta con la schiena ritta nella poltrona davanti al tavolino d tè. Appena mi vide mi fece un cenno di accomodarmi e prese la teiera.
“Come stai zia?”
“Starei meglio se ti fossi vestita in modo adeguato.” Lo sapevo che l’avrei indisposta e ne fui segretamente lieta. “Il tuo giovane amico come gradisce il tè?”
“Un cucchiaino di zucchero, grazie.” Fulminai Edward, prima regola infranta. E aveva pure risposto alla domanda della zia come un navigato esperto di buone maniere. “Edward Cullen, signora.” Ovviamente zia sapeva benissimo chi fosse, Carlton doveva averla informata che non ero sola.
“Ah, tuo padre è il Dottor Cullen? Brav’uomo.” Edward sembrò non gradire l’apprezzamento della zia, la mascella contratta, ma non ribatté.
“Allora, mia cara. È giunto il momento del corso per le debuttanti.”
“Zia...” Mi lagnai tentando di protestare, ma lei alzò la mano, fermandomi subito.
“Isabella, ho già parlato con tuo padre e lui concorda con me, questa inutile farsa del cognome ormai è finita, da oggi sei ufficialmente una Swan e non posso dirti la mia gioia nell’apprendere che sei rinsavita.”
“Zia,” Tentai di nuovo e questa volta non mi avrebbe fermato nessuna mano alzata. “Sono venuta per dirti che a scuola sarò sempre Isabella Black, non ho intenzione di...”
“Il segreto è svelato.” Disse solo per poi sorseggiare il suo tè. “Devi assumerti le responsabilità che il tuo cognome comporta.”
“L’unico a saperlo è Cullen e lui non dirà una sola parola.” Lo guardai sfidandolo a contraddirmi.
“Quello che conta è che lo hai detto a un tuo compagno di classe.”
“Tecnicamente è stato Jacob.”
“Tecnicamente non ha importanza.” Alzò gli occhi dalla tazza e mi trafisse con lo sguardo. “Isabella, sono stanca di questi inutili giochetti.” Sospirò e posò la tazza. La severità con cui mi guardò mi impose di non controbattere. Io volevo solo far valere le mie idee e invece ero rimasta invischiata in quelle della zia. “È giunto il momento che tu impari come ci si comporta. Un giorno avrai un’eredità da amministrare.”
“Penso proprio che resterò il Cigno Nero della famiglia, zia. Non mi interessa l’eredità e le cazzate sull’essere un Cigno Bianco.” La zia non diede alcun segno di essersela presa per il tono duro e le parolacce. Mi alzai per andarmene e tanti saluti al bon ton. Cercai di riprendere il controllo dei nervi e della discussione o sarei stata messa nel sacco, ancora una volta, da quella magra signora anziana in tailleur Chanel. “Quello che promisi all’inizio delle medie è ancora valido. Ora, scusami ma devo andare a studiare.” Mi diressi alla porta quando la zia mi fermò di nuovo.
“Questa discussione non è finita, solo rimandata.”
Purtroppo, ero ben consapevole dell’implicata minaccia. “Posso usare lo studio?” Chiesi come per accettare la tregua alla guerra.
La zia non disse nulla per un periodo interminabile e infine ci comunicò che avrebbe mandato Carlton con il tè e i pasticcini.




p.s. dell'autrice: Buon giorno, buon pomeriggio o buona sera. Pubblico al volo il capitolo nuovo, adesso che ho un attimo di pace.
se fossimo al casinò il croupier direbbe, les jeux sont faits. Dobbiamo solo attendere come si evolverà questa partita.
ah, io adoro zia Sue.
a presto
Sara


   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: artemide88