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Autore: Demy77    20/12/2020    2 recensioni
Ad un anno di distanza dalla messa in onda delle ultime puntate della quinta stagione di Poldark sono stata ispirata proprio da questa parte della storia.
La vita dei Romelza si intreccia con le trame dei rivoluzionari francesi e ne è messa a dura prova…ma ho immaginato un possibile sviluppo alternativo ed un finale diverso da quello visto in tv.
Bugie, inganni, colpi di scena rischieranno di allontanare per sempre i nostri eroi, ma il vero amore, si sa, trionfa sempre!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non avresti dovuto farlo, Ross” – sussurrò Demelza mentre intrecciava tra le dita i ricci bruni del marito, che avevano appena terminato di mescolarsi ai suoi nella piacevole danza dell’amore.
“Non avrei dovuto fare che cosa? – rispose lui con un sorriso da canaglia, intervallando ogni frase con un bacio sulle labbra – introdurmi di notte come un ladro nella tua cabina? Infilarmi nel tuo letto? Costringerti a fare l’amore con me?”
“Sei uno sciocco! – replicò lei, tirando più su il lenzuolo che avvolgeva entrambi – sai bene a cosa mi riferisco… e comunque – aggiunse con un pizzico di amarezza nella voce – non mi hai costretto, anche io lo desideravo… sebbene, come ti dissi prima di partire, non si può risolvere tutto in questo modo…”.
Ross la guardò un po’ risentito: “Non avevo la presunzione di poter risolvere tutto solo grazie alla passione; ma ci sono cose che non avrei potuto spiegarti a parole … volevo farti sentire anche fisicamente che non è passato giorno da quando te ne sei andata senza che abbia pensato a te, a come raggiungerti… ero disperato al pensiero di doverti rincorrere fino in Honduras!”
“Non sarebbe successo se tu non ti fossi unito ai francesi e non mi avessi tenuta all’oscuro di tutto! – lo rimproverò la donna – è questa la tua idea di amore e di fiducia? Giuda, Ross, siamo già stati più volte sul punto di distruggere il nostro matrimonio per colpa di slealtà e bugie, con mancanze sia da parte tua che da parte mia… io la lezione l’ho imparata, ma non si può dire lo stesso di te!”
“Chi ti ha detto dei francesi?” – le domandò Ross.
“Il figliastro di Verity. È arrivato in licenza giorni fa; sul bastimento su cui viaggiava ha sentito dire che tu eri accusato di alto tradimento per aver stretto alleanza con dei francesi che progettavano un’invasione delle nostre coste e che eri sparito, forse insieme alla tua amante. Stavo per partire davvero per l’America, Ross, ma poi quando ho appreso queste notizie mi sono detta che non potevo lasciare che ti condannassero, che confiscassero i tuoi beni, che il cognome dei tuoi figli fosse disonorato! Perciò ho deciso di tornare a Nampara e Andrew si è offerto di accompagnarmi con la sua nave. Prudie e i bambini dormono nella camera a fianco.”
“Come stanno? Non vedo l’ora di riabbracciarli!”
“Jeremy è stato molto male in Portogallo, ha avuto la polmonite… ti avevo anche scritto in proposito, ma temo che tu non abbia mai ricevuto quella lettera. Ho avuto molta paura per lui, davvero”.
“Mi dispiace tantissimo che tu abbia dovuto affrontare tutto questo da sola. Non accadrà più, amore mio!” – promise Ross baciandola teneramente.
Demelza sollevò un sopracciglio. Aveva sentito già altre volte quella promessa ed era certa che, per quanto Ross lo desiderasse, la sua fame di avventure e soprattutto la sua innata capacità di ficcarsi nei guai gli avrebbero impedito di rispettarla, come era accaduto in passato.
“Perché non mi hai detto nulla dei tuoi intrighi con i francesi, Ross? – gli chiese, ritornando sull’argomento che lui tendeva ad accantonare – sei sempre stato un uomo sconsiderato ed impulsivo, ma questa volta hai esagerato!”
Ross comprese che era giunto il momento delle spiegazioni. Assunse una posizione comoda sul fianco, con la testa sollevata sul gomito e cominciò a raccontare.
“Ho esagerato, hai perfettamente ragione, ma non avevo scelta. Ero stato scoperto a curiosare nel loro nascondiglio ed il loro capo - il rivoluzionario che mi aveva obbligato a lasciare immediatamente la Francia quando con Tholly cercavo di organizzare la liberazione di Dwight – mi avrebbe ucciso, se non avessi avuto la prontezza di offrirmi di collaborare con loro. In quei giorni ero tanto risentito con il governo inglese, dopo il trattamento riservato a Ned… in un primo momento fui davvero tentato di sostenere i francesi; ero deluso dall’immobilismo del governo, dall’incapacità del parlamento di adottare leggi giuste per risollevare le sorti del popolo, e mi trovai a pensare che forse uno scossone alla nostra monarchia, come accaduto in Francia, poteva essere la soluzione…poi però riflettei che, da inglese, non potevo augurarmi che il mio paese diventasse una colonia degli stranieri; d’altra parte, se volevo trovare il modo di sventare i loro piani, era necessario acquisire informazioni più dettagliate da riferire ai servizi segreti inglesi, quindi dovevo fare il doppio gioco. Mi chiedi perché non ti ho raccontato nulla? Avresti dato di matto! Mi avresti imposto di lasciar perdere, saresti stata continuamente angosciata per i rischi che avrei corso, avresti potuto involontariamente lasciar trapelare qualcosa e questo non potevo permettermelo … anche perchè c’era di mezzo Tess.”
“Che è successo tra te e lei, Ross? Dimmi la verità, ti prego…”
“Jacka Hoblyn, sobillato da Tess, aveva avuto l’idea di rubare minerale dalla Wheal Grace e cederlo ai francesi in cambio di merce di contrabbando. Sai bene che Tess non ti aveva perdonato di averla licenziata e che ti detesta da sempre. Non so bene in che modo Jacka e Tess avessero conosciuto i francesi, comunque facevano già parte della banda quando Lagrande, il loro capo, mi ha coinvolto. I francesi utilizzavano il mio rame per acquistare armi e munizioni, oltre alla merce di contrabbando; io avevo il compito sia di catalogare le armi che di predisporre le mappe delle coste… ci vedevamo la sera, dopo che avevo terminato in miniera: per questo facevo sempre tardi! Tess era la più sospettosa nei miei confronti, non si fidava di me e non perdeva occasione per lanciarmi frecciatine malefiche… era stata lei ad informare da subito Lagrande del fatto che fossi un parlamentare eletto per il distretto di Truro. Dovetti faticare parecchio per convincere Lagrande che mi fossi pentito di questa scelta e che da mesi disertavo le sedute, non condividendo le posizioni politiche della maggioranza dei miei colleghi. Per rabbonire Tess ho fatto una cosa orribile, me ne rendo conto. Avendo compreso che avevo un certo ascendente su di lei, e che quello era il motivo per cui ti invidiava tanto, le ho fatto la corte… ho finto che io e te fossimo in crisi e che mi fossi invaghito di lei… per questo fraintendesti, quando origliasti la nostra conversazione alla Leisure…”
“Mi sembrasti molto convincente in quella circostanza, Ross” – rispose Demelza – non sai quanto mi tormentava il pensiero che tu fossi con lei e le sussurrassi all’orecchio le stesse paroline dolci che un tempo rivolgevi a me. Per questo decisi di andare via, prima da Nampara e poi dalla Cornovaglia”.
Ross le prese una mano ed intrecciò le dita con le sue.
“Come hai potuto anche solo immaginare che potesse interessarmi una donna volgare ed ignorante come Tess, quando il mio cuore appartiene a te? Dovevo per forza essere convincente per dargliela a bere; ma ho solo flirtato un po’, tra me e Tess non è accaduto nulla! Anzi, proprio per averla rifiutata con fermezza quando mi si voleva concedere lei ha scatenato questo inferno!”
E così Ross raccontò dettagliatamente tutto quello che era successo da quando Demelza era partita: Tess che aveva tentato di sedurlo, lui che l’aveva allontanata resistendo alle sue minacce, la partenza per Londra per la seduta del Parlamento, il finto rapimento orchestrato dai suoi fratelli, l’avventurosa traversata dell’oceano, il salvataggio da parte di Trencrom, i due uomini di Lagrande che volevano condurlo a Parigi, l’arresto ad Alençon, l’incontro fortunato con l’avvocato Lorrain, l’arrivo a Quimper dove aveva rivisto Tess, grazie alla quale finalmente aveva capito la reale portata delle accuse a suo carico.
Demelza ascoltava attentamente, senza perdere una sola parola, e più Ross andava avanti, più il suo volto assumeva un’espressione preoccupata.  
“Oh, Ross, ho tanta paura! Le accuse che ti vengono mosse sono così gravi! Chi potrebbe testimoniare a tuo favore? Nessuno, nemmeno io ero al corrente di nulla! Questa volta sarà difficile che i giudici ti credano!”
“C’è un memoriale di mio pugno consegnato a Dwight in tempi non sospetti: lo avevo incaricato di consegnarlo alle autorità nel caso in cui mi fosse successo qualcosa, avrà già provveduto. E poi non temere, c’è sempre la mia buona stella che mi assiste. La stella del cane!” – rise Ross, ripensando ad una conversazione avuta anni prima con sua moglie.
“Non capisco come fai a scherzare in un momento simile, mentre io sono divorata dall’angoscia – lo redarguì sua moglie – e questo avvocato Lorrain? Pensi che possiamo fidarci di lui? In fondo lo conosci da così poco…”
“Abbiamo alternative? – rispose il marito – mi ha dato l’impressione di essere una persona capace, preparata, e poi non ha pregiudizi nei miei confronti. Mi ha detto che non vuole darmi false speranze e che intende esaminare tutti gli elementi a favore e a sfavore prima di pronunciarsi, ma ha un atteggiamento ottimista che mi rincuora molto.”
“Quali sono le tue intenzioni? Dovrai continuare a stare nascosto?”
“Per il momento sì. All’alba i Lorrain verranno a bussare alla porta e con cautela ritornerò nella loro cabina, dove resterò nascosto fino allo sbarco. Uscirò dalla nave chiuso dentro il baule di Mireille, come ho fatto all’andata. Tu offrirai loro ospitalità a Nampara: dirai che lo hai conosciuto durante il viaggio e che lo hai assunto come avvocato per il mio caso. Nel frattempo io resterò nascosto nella botola della biblioteca di casa nostra. Uscirò allo scoperto quando sarà il momento, cioè quando lo deciderà Lorrain. Anche se…”
“Anche se cosa, Ross?”
“Non mi fa piacere dovermi nascondere, non sono un vigliacco e vorrei affrontare il processo a testa alta: se sono fuggito non è perché avessi paura dei francesi, o di Tess o di chiunque altro, ma perché avevo urgenza di chiarire la situazione con te, avevo assoluto bisogno di spiegarti tutto… ma ora che ti ho rivisto, ora che so che mi credi e sei dalla mia parte, posso affrontare qualsiasi cosa! Ti assicuro che non mi spaventa la prospettiva della prigione, se ho te al mio fianco!”
“Ma la morte, Ross? Non hai paura che ti condannino? Non sarebbe meglio non rientrare in Inghilterra? Ci sono io che posso aiutare l’avvocato a trovare tutte le informazioni che gli servono…”
“Demelza, ascoltami. Avevo 20 anni quando sono partito per la guerra, la morte l’ho sfiorata più volte, non ne ho paura. Ti assicuro che potrei lasciare questa vita senza rimpianti domani stesso. Ho vissuto una vita intensa, ho avuto la fortuna di incontrare una donna incredibile che mi ha fatto scoprire che cosa significa davvero amare e mi ha dato dei figli meravigliosi… li hai tirati su nonostante le mie mancanze e saresti capace di prenderti cura di loro e dei miei affari quasi meglio di quanto potrei fare io. Ti ho detto o non ti ho detto tante volte che sei la parte migliore di me? Tu sei la colonna della nostra famiglia e…”
“Oh, Ross, non voglio più ascoltarti! – lo interruppe lei – sei un egoista, come sempre! Non pensi cosa significherebbe per me perderti? Non pensi cosa vorrebbe dire per Jeremy e Clowance essere bollati come figli di un traditore, di un pendaglio da forca? Che vita potremmo avere in Cornovaglia se vieni giustiziato? Dove potrei trovare la forza per fare tutto quello che hai detto, senza averti accanto?” – disse Demelza, mentre una lacrima le scivolava lungo le guance.
Ross gliela asciugò con il dorso della mano. “Ti prometto che lotterò con tutto me stesso per difendere la mia innocenza e che metterò la nostra felicità al di sopra di tutto… ma tu mi conosci, non sono capace di scendere a compromessi, strisciare ai piedi di qualcuno o perdere la mia dignità, anche a costo di dover subire conseguenze sfavorevoli… non mi puoi chiedere di essere diverso da come sono, Demelza!”
“Non ti chiedo questo, ma soltanto di essere meno avventato, più cauto, meno intransigente nel perseguire i tuoi ideali. Non sempre la verità viene compresa, Ross”.
“Lo so. È per questo che davanti alla polizia francese ho mentito, dicendo che non sapevo nulla dei piani degli uomini di Lagrande. Secondo Lorrain potrei anche continuare a sostenere questa versione, a meno che dagli atti in possesso degli inglesi non risulti qualche dichiarazione incompatibile che mi farebbe apparire come un bugiardo… per questo non posso ricomparire prima che l’avvocato abbia chiara la situazione. Anche mentire è un’arte.”
“Non mi piace mentire, odio questi sotterfugi, ma se servono a salvarti il collo li accetterò di buon grado” – concluse la donna.
“Neanche a me piace mentire. Se sapessi quanto mi è costato farlo con i francesi, con Tess, con Dwight, con te… le bugie che ho dovuto dirti hanno fatto più male a me che a te. Sei la mia vita, mi sei mancata come l’aria… ma ora basta parlare, non voglio sprecare neanche un istante di questa notte: potrebbe essere l’ultima volta che ti stringo tra le braccia …” – e così dicendo la baciò e la strinse nuovamente a sé.
“Non dirlo neppure! – lo zittì sua moglie – faremo in modo che ti credano. E se proprio non ci fosse altra strada… So che a te non piace piegare il capo ed implorare, ma a me invece non importa: smuoverò mari e monti, chiederò aiuto alle conoscenze londinesi di Caroline, parlerò con il ministro Pitt o con il re in persona se necessario. Non permetterò che ti accada nulla di male”.
La luce della luna filtrava debolmente tramite l’oblò e Ross riusciva ad intravedere gli occhi chiari di sua moglie, finalmente non più velati dalle lacrime. Erano talmente vicini che poteva sentire il battito del cuore di Demelza contro il suo petto.
Le loro mani si cercarono nuovamente, le parole si spensero sulle loro labbra e si lasciarono consumare dal fuoco della passione, incapaci di essere sazi l’uno dell’altra.

 
  
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