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Autore: Abby_da_Edoras    20/12/2020    6 recensioni
[Minilong AU post-Endgame Canon Divergence. Pairing: SteveXBucky TonyXPeter PietroXBruce]
E' il primo Natale che gli Avengers possono trascorrere in pace dopo aver sconfitto Thanos e aver salvato i loro amici, dovrebbe perciò essere un periodo di gioia per tutti, ma così non è. Pietro Maximoff vorrebbe stringere di più i rapporti con Bruce Banner, ma non è sicuro dei sentimenti del dottore. Steve è preoccupato perché Bucky si comporta in modo strano e non è mai a casa. Tony desidererebbe tanto passare le feste natalizie con Peter, ma il ragazzo continua a essere solo cordialmente amichevole con lui... Riuscirà la magia del Natale a risolvere i problemi di questi personaggi?
Grazie a tutti coloro che leggeranno questa storia, a chi commenta, ai lettori silenziosi, a tutti coloro che mi hanno fatto tornare la voglia di scrivere anche su questi personaggi.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, sceneggiatori, autori e produttori del MCU.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, James ’Bucky’ Barnes, Peter Parker/Spider-Man, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legends never die'
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Capitolo secondo

 

How did you go
From being a mama's boy to a ladies' man?
I'm not going home with you tonight
But you can hold my hand
And we can take it slow
And I can show you how to slow dance
We can take it slow
And I can show you how to slow dance.

(“Slow dance” – Kelly Clarkson)

 

Quell’attesa era più snervante di quando, da piccolo, apriva giorno dopo giorno le caselle del calendario dell’Avvento, litigandosi poi il cioccolatino con la sorella Wanda! Natale si stava avvicinando e Pietro non aveva fatto nemmeno un passo avanti in ciò che si era ripromesso, la manovra di avvicinamento a Bruce.

Il problema era che, per la prima volta nella sua vita, Pietro Maximoff aveva paura. Non di un nemico, ma della possibilità che Bruce potesse respingerlo, che potesse rivelarsi solo un amico.

Dopo tutto quello che aveva passato, Pietro non se la sentiva proprio di ricevere un no come risposta.

Però, se non si decideva a parlare chiaro, non avrebbe potuto ricevere nemmeno un .

Prima aveva tentato per vie traverse, tipo invitare Bruce fuori per un aperitivo o un cinema, niente di così impegnativo come una cena… il dottor Banner a volte accettava e a volte rifiutava gentilmente, dicendo di essere molto impegnato con il lavoro.

Ma, anche quando accettava di incontrare Pietro, si limitava a commenti sul suo lavoro, a chiedere come stava Wanda, a parlare del più e del meno, insomma, esattamente come si farebbe con un amico.

“Cosa pensi di fare per Natale?” gli aveva chiesto una sera, mentre sorseggiava l’aperitivo. “Ormai mancano dieci giorni, hai qualche programma?”

Bruce l’aveva guardato come se avesse appena dichiarato che Elvis Presley aveva fatto il suo ingresso nel locale.

“Cosa? Tra dieci giorni è Natale?” aveva domandato, sbalordito. “Santo cielo, come passa il tempo… credevo che fosse appena la metà di novembre. No, certo che non ho programmi, non mi ero nemmeno reso conto che mancasse così poco. E, comunque, immagino che trascorrerò quel giorno al lavoro, come se fosse un giorno normale. E’ sempre andata così da molti anni a questa parte.”

“Ho capito, ma gli ultimi Natali sei stato costretto a passarli al lavoro, visto che tu e gli altri Avengers dovevate trovare un modo per sbarazzarvi di Thanos e riportare indietro le persone scomparse” obiettò Pietro, divertito e nel contempo preoccupato per la scarsa propensione del dottore a ricordare le date importanti e a pensare allo svago. “Quest’anno è il primo, dopo tanto tempo, in cui nessuno ha bisogno dell’aiuto degli Avengers e non ci sono pericoli all’orizzonte, possibile che tu non abbia voglia di fare qualcosa di diverso, di speciale, magari?”

“Te l’ho detto, non ci ho proprio pensato” ripeté Banner. “Tu invece sai già cosa farai? Immagino che lo trascorrerai con Wanda e Visione.”

Pietro ci pensò su un attimo e poi decise che, come sempre, la migliore strategia era l’attacco.

“Sì, certo, anzi ne parlavo proprio con Wanda qualche sera fa” disse. “Perché non vieni anche tu? Insomma, visto che non hai programmi… Non vorrai davvero passare il Natale in laboratorio, vero?”

L’espressione di Bruce divenne, se possibile, ancora più allibita ed era una curiosa immagine vedere un omone verde e ben vestito con quella faccia!

“E perché tu e Wanda parlavate proprio di me?” domandò.

Pietro avrebbe voluto sbattere ripetutamente il capo sul tavolino…

Insomma, ogni tentativo del giovane di sondare la disponibilità di Banner si concludeva con un nulla di fatto e Pietro cominciava a temere che, dietro l’apparente svagatezza e timidezza, il dottore in realtà non fosse interessato a lui e che non volesse dirglielo per timore di ferirlo.

Già, ma questa situazione assurda e piena di domande senza risposta era forse migliore di un no detto una volta per tutte? Pietro non aveva poi tutta questa voglia di sentirsi rifiutato, ma si rendeva conto di rendersi ridicolo. Se veramente Bruce non era innamorato di lui e faceva solo finta di mostrarsi tanto ingenuo per non fargli del male era anche peggio, significava che provava compassione per lui. Che gli faceva pena.

Pietro Maximoff fare pena a qualcuno? Nemmeno per sogno!

Mancava una settimana scarsa a Natale quando il giovane Maximoff decise che avrebbe tentato il tutto per tutto e, se Bruce lo avesse rispedito al mittente, almeno avrebbe potuto dire di averci provato e di aver chiarito la faccenda una volta per tutte. Dopo di che, sarebbero rimasti almeno amici…

Così, quella stessa sera si presentò a casa del dottor Banner senza farsi annunciare per non dargli modo di organizzare un’onorevole fuga. Del resto, era sicuro di trovarlo in casa visto che era passato prima dal laboratorio e gli avevano detto che Bruce non c’era. In quale altro posto sarebbe mai potuto andare il dottor Bruce Banner? O in laboratorio o a casa, non c’erano altre soluzioni.

Il faccione verde di Banner prese una divertente tonalità arancione quando vide Pietro sulla soglia del suo appartamento. Cosa ci faceva lì il giovane Maximoff? Beh, però non poteva mica lasciarlo sulla porta… ormai era lì e avrebbe dovuto invitarlo ad accomodarsi.

“Ah… Pietro, non ti aspettavo… però… ecco, sì, entra, accomodati. Vuoi… non so, un bicchiere d’acqua?” fece, spostandosi poi per lasciarlo entrare in casa.

Oh, certo che non mi aspettavi, altrimenti non ti saresti fatto trovare, pensò Pietro sfoderando un bel sorriso ed entrando baldanzoso nell’appartamento.

In realtà, però, non era affatto così sicuro di sé come ostentava di essere. Quella sarebbe stata la serata decisiva, ma sarebbe anche potuta terminare male, con l’ammissione da parte di Banner di non essere interessato a lui, di considerarlo solo un amico.

Pietro si sedette sul divano del salotto e Bruce fece altrettanto.

“Senti, Doc, è meglio chiarire subito le cose” iniziò il giovane. “Sono qui perché noi due dobbiamo parlare una volta per tutte ed essere sinceri.”

L’espressione di Banner era più eloquente di mille parole, ma Pietro non si lasciò commuovere e continuò.

“Sai che ho deciso di non tornare in Sokovia, di trasferirmi definitivamente a New York e di unirmi agli Avengers, ne abbiamo parlato, ricordi?”

“Sì… mi fa piacere, qui c’è anche Wanda e…”

“Andiamo, sai benissimo che non è per Wanda, o meglio, non è soltanto per lei, se ho deciso di restare qui” lo interruppe Pietro. “Voglio iniziare una nuova vita e, tanto per essere chiari, vorrei che tu ne facessi parte. Quando ero imprigionato nella dimensione parallela a causa dello schiocco di Thanos non sapevo se sarei mai riuscito a tornare indietro e a rivedere le persone che amavo. Adesso sono qui, ma ho imparato che è sciocco perdere anche solo un giorno, perché domani potrebbe essere già troppo tardi. Quindi non intendo più tergiversare, voglio una nuova vita e la voglio insieme a te!”

Bruce per poco non si strozzò e divenne di tutti i colori.

“Ma… ma… tu… non credo che… forse non…”

“Il problema è che non ho ancora capito se tu vuoi far parte della mia vita” riprese Pietro, ignorando l’evidentissimo imbarazzo del povero dottore. “Non ho capito se eviti l’argomento perché sei timido, perché ti spaventa oppure perché… beh, perché semplicemente non ti interessa.”

“Ma come puoi pensare una cosa simile?” replicò Banner, colto alla sprovvista. Nei suoi occhi scuri si leggeva una profonda tristezza. “Come puoi anche solo per un attimo credere che sia io a non volere te? Dico, ma… ma mi vedi? Ho sempre pensato di non essere degno di te, di essere troppo vecchio, di non meritarti, di poterti fare del male e ora… beh, ora sono solo un essere verde che di certo non può aspirare all’amore di qualcuno.”

Pietro rimase allibito.

“Stai scherzando, vero? Insomma, hai trascorso anni a cercare di controllare l’essere verde dentro di te, ad esserne spaventato, a fuggirlo e adesso che sei finalmente riuscito a riunire in te la forza di Hulk e la personalità gentile e generosa di Bruce Banner mi vieni a dire che ti vergogni di come sei?” esclamò.

“No, non mi vergogno di come sono e, anzi, mi sento finalmente in pace, senza più timore di scatenare chissà quale forza distruttiva senza rendermene conto” rispose il dottore, meditabondo, “ma un conto è parlare del nuovo Bruce Banner come una celebrità della scienza e un conto è presumere che quest’essere… che questa creatura possa avere una qualsiasi vita privata, sentimentale…”

Pietro sembrò prendere molto male queste parole. Gli occhi gli fiammeggiavano quando afferrò l’omone verde per le spalle e lo costrinse a voltarsi verso di lui e a guardarlo in faccia.

“Dottor Banner, mi stai dunque dicendo che pensi che soltanto le persone giovani e belle meritino di amare e di essere amate?” lo aggredì. “Ti ho sempre creduto un uomo di scienza, una persona dalla mente aperta, libera da condizionamenti… e adesso mi vieni a dire che ti ritieni troppo brutto per vivere una relazione amorosa? Allora, secondo te, tutti quelli che sono magrissimi o grassi o anziani o con le gambe storte o che so io si dovrebbero rinchiudere in casa per non farsi vedere?”

“Non ho detto questo” mormorò Bruce, rendendosi conto di quanto abilmente Pietro avesse ribaltato le sue parole per coglierlo in fallo. “E’ che non voglio legarti a me, non voglio farti del male. Prima avevo paura di poterti ferire nel caso avessi perso il controllo, ma ora penso… penso che non sia giusto che un ragazzo giovane e bello come te, che potrebbe avere chiunque volesse, debba condannarsi a vivere con un’enorme creatura verde. Insomma, La Bella e la Bestia funziona solo al cinema!”

La rabbia di Pietro sbollì all’istante, sostituita da un’immensa pena e da uno sconfinato amore per quell’uomo che non riusciva e non era mai riuscito a vedere quanto valesse e quanto meraviglioso fosse, verde o non verde.

“Bruce, prima di tutto non sono più un ragazzino, ho ventisette anni… beh, in realtà venticinque, contando che per quasi due anni sono rimasto intrappolato a causa dello schiocco… comunque credo di essere in grado di decidere per me stesso” replicò, in un modo allo stesso tempo dolce e scherzoso, “e poi… ma scusa, tu credi che io, cinque anni fa, mi sia innamorato di te perché ero rimasto fulminato dal tuo fascino?”

“Eh?” fu la risposta di Banner, che aveva perso la capacità di ragionare lucidamente già alle parole innamorato di te.

“Io mi sono accorto di essermi innamorato di te quando mi hai salvato la vita dopo che mi avevano sparato” riprese Pietro, tranquillamente. “E mi sono innamorato della tua gentilezza, della tua premura e pazienza mentre ti occupavi di me, delle tue mani e delle tue braccia che mi stringevano e mi tenevano ancorato alla vita, della tua voce pacata che mi incoraggiava a non arrendermi, a non mollare.”

Il giovane si avvicinò ancora di più a Bruce e gli posò una mano sul petto, proprio dove il cuore batteva a mille e sembrava voler scappare via.

“Non mi importa come sei, se sei Banner o Hulk, se sei verde o rosso o giallo, così come non mi importerà quando avrai i capelli bianchi e le rughe molto prima di me, perché ciò che amo di te è qui dentro, è il vero te stesso e non cambierà mai” concluse Pietro.

“Anch’io mi sono innamora… cioè, sì, hai capito, anche a me è successo quando ti hanno sparato e ho avuto il terrore di perderti” ammise Banner, senza trovare il coraggio di guardare Pietro negli occhi, anzi sembrava fissare il lampadario, o il tavolino, o qualsiasi altro punto a caso dell’appartamento! “Quando sei tornato in Sokovia ho pensato che fosse giusto così, che avevi il diritto di farti la tua vita piuttosto che legarti a uno come me, ma quando poi sei svanito per lo schiocco io… ho creduto che sarei impazzito. E non potevo dirlo a nessuno, potevo solo cercare di fare di tutto per convincere gli altri Avengers a trovare una soluzione. Poi sei tornato e… ho ripreso a pensare che non avevo il diritto di condizionare la tua vita e di invadere i tuoi spazi…”

Pietro adesso era tranquillo, sinceramente non poteva sperare in una dichiarazione più dolce e tenera di quella e, conoscendo Bruce, non doveva aspettarsi niente di più esplicito! Ora sapeva quale sarebbe stato il suo futuro, e al fianco di chi.

“Beh, vorrà dire che allora ci dovrò pensare io, a invadere i tuoi spazi” replicò malizioso.

Poi nessuno disse altro, perché Pietro iniziò a baciare Bruce sempre più profondamente e il bacio divenne pian piano altro, e il dottor Banner dimenticò Hulk e tutte le sue paure e i suoi dubbi. Tutto quello che avvenne quella notte sembrò ad entrambi la cosa più logica e naturale, e che sciocchi erano stati a perdere tanto tempo prima di arrivarci. Non si sarebbero più lasciati influenzare da pregiudizi, preconcetti e fraintendimenti, la vita era una sola e poteva andare in pezzi da un momento all’altro, inutile sprecarla in infiniti ragionamenti quando l’amore passava accanto, meglio prenderlo al volo.

La sera della Vigilia di Natale Wanda e Visione avevano preparato la tavola e una cena deliziosa, tutto l’appartamento brillava di luci e dei loro sorrisi innamorati.

Suonò il campanello e la giovane donna andò ad aprire.

“Ciao, Pietro, finalmente! Ti aspettavamo dieci minuti fa, che c’è, hai perso il tuo potere?” scherzò Wanda.

“No di certo, è solo che… insomma, ti avevo detto che avrei portato un ospite, non è vero? Diciamo che mi ci è voluto un po’ troppo per convincerlo” rise Pietro, facendo un passo di lato e spingendo avanti l’ospite che aveva portato.

Sì, perché Bruce Banner aveva accettato serenamente di stare insieme al giovane Maximoff, di non farsi più sciocchi problemi, di vivere la loro storia alla luce del sole… però l’idea di una presentazione ufficiale in famiglia e, per giunta, la sera della Vigilia di Natale, lo metteva ancora in crisi!

Impacciato e imbarazzato, Bruce si fece avanti con cautela, come camminando sulle uova.

“Ehm, sì, ciao Wanda, ciao Visione, ecco, sapete come si dice… Indovina chi viene a cena?” disse.

“Oh, se è per quello io lo avevo già indovinato da un pezzo!” replicò Wanda, scoppiando a ridere. Pietro e Visione la imitarono subito e, dopo qualche attimo di imbarazzo, anche il timido e imbranato dottore rise con loro.

La porta si chiuse su quel quadretto di felicità, la festa ebbe inizio e così anche una nuova vita per le due coppie di innamorati.

Fine capitolo secondo

 

 

   
 
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