Addobbi
(poco)
magici
Lo sguardo di Draco vagava smarrito
da uno scatolone
all’altro. Erano troppi.
«Ricordami
perché lo stiamo facendo, Bell».
Katie alzò lo sguardo
dall’ultima scatola di addobbi.
Si chiese se dovesse preoccuparsi per l’improvviso uso del
cognome, ma decise
di no osservando l’espressione del suo ragazzo. Draco Malfoy,
in piedi accanto
a un albero di Natale piuttosto spoglio con in mano un fascio di
lucine,
appariva in difficoltà, oltre che scettico. Si disse che
aveva solo bisogno di
una spinta.
«Perché i miei
genitori saranno qui con gli zii tra
non più di un’ora» rispose, tranquilla.
Lo raggiunse, raccogliendo un altro
fascio di lucine. «Ti faccio vedere come vanno
messe».
«Intendevo perché
non usiamo la magia per decorare»
ribatté Draco, con il tono di chi sottolinea
l’ovvio. «O hai scordato che siamo
maghi?» domandò, retorico.
«Non so se esiste un
incantesimo per addobbare
l’albero come lo vogliono i miei» iniziò
Katie, chinandosi per disporre le
lucine sui rami più bassi. «Ma se anche esistesse,
non sarebbe mai divertente
come farlo a mano».
«Divertente?»
ripeté Draco, con tutto lo scetticismo
di cui era capace. «Come può essere divertente
passare un’ora a girare
intorno a un albero?»
Katie rise. «Smettila di
lamentarti e vieni ad
aiutarmi» ordinò, guidandogli la mano con le luci.
«Vedi? Devi metterle così»
spiegò, mostrandogli come fare.
Draco sospirò.
«E va bene» sillabò, arrendendosi.
«Ma
sappi che questo è il mio regalo di
Natale per tua zia».
Katie scosse la testa, divertita.
«Dai, sbrighiamoci
con le luci: la parte migliore è scegliere le
palline».
Draco sbuffò.
«Immagino» borbottò.
«Guarda
che buffa questa con il pupazzo di neve! Ti
somiglia».
La
faccia sdegnata di Draco fu chiarissima su ciò che
pensava di quella somiglianza.
«Non
capisco, Katie. Perché i Babbani decorano
l’albero con delle persone? Chi sarebbe
questo vecchietto rosso con la
barba bianca? È inquietante».
«Abbiamo
finito, manca solo la stella! Se solo ci
arrivassi…»
Katie
sussultò sorpresa sotto il tocco di Draco. Il
ragazzo le aveva cinto i fianchi e, assicuratosi che lei non si
agitasse, la
sollevò per regalarle qualche centimetro
d’altezza. Il puntale trovò così il
suo posto in cima all’albero, ma subito dopo Katie si
sbilanciò; lei e Draco
caddero all’indietro.
Un colpo di tosse
segnalò a Katie la presenza di suo
padre. Colse con la coda dell’occhio il sopracciglio alzato
dell’uomo e,
rendendosi conto della situazione, si tirò su di scatto.
Lei e Draco erano sul
divano: era successo tutto
troppo in fretta, ma capì che lui era riuscito a effettuare
una
Materializzazione Congiunta prima di atterrare sul pavimento,
deviandoli sul morbido.
«Stai bene?»
domandò, vagamente preoccupata, al
ragazzo ancora steso.
«Sì, e anche
tu» notò lui, come vantandosi. Appariva
divertito.
«Che succede,
tesoro?» arrivò la voce di sua madre,
ora accanto al padre nell’ingresso. «È
successo qualcosa?» chiese, assumendo un
tono cospiratorio per l’ultima parte. Katie sapeva bene che
era il suo modo di
riferirsi alla magia, parte della sua natura che i
suoi genitori non
avevano mai compreso fino in fondo pur accettandola senza riserve.
Immaginava forse che qualcuno li avesse attaccati, spedendoli sul
divano?
Si alzò, tendendo una
mano al ragazzo per
invitarlo a fare lo stesso.
«Non si preoccupi,
signora» intervenne Draco, muovendo
un passo verso i nuovi arrivati. «C’è
stato un piccolo incidente, ma ho saputo
gestirlo ed evitare conseguenze potenzialmente disastrose.
A proposito,
vi piace l’albero?»
Katie alzò gli occhi al
soffitto, un po’ divertita un
po’ esasperata. Draco amava pavoneggiarsi con i suoi
genitori, per qualche
motivo. Era uno spettacolo buffo a vedersi, soprattutto considerando il
contesto
in cui era cresciuto – forse era proprio quello il
motivo, però, una sorta
di riscatto. Se non avesse assistito in prima persona al suo
cambiamento, avrebbe stentato a credere che il suo compagno e
il
ragazzino viziato di una squadra avversaria fossero la
stessa
persona. Non era il tipo da rimuginare troppo sul passato, comunque: il
Draco presente
le piaceva, importava solo questo – fatta salva
qualche frecciatina
occasionale, ovviamente.
«È
meraviglioso, Draco caro!»
Draco
s’irrigidì all’istante, riconoscendo la
voce prima ancora d'individuare la nuova arrivata.
Katie trattenne una risata. «Ciao, zia Felicity. Buon
Natale!»
«Buon Natale»
recitò anche Draco; Katie sapeva di
essere l’unica ad aver notato il sorriso leggermente
incrinato.
«Non vi vedo da
così tanto, cari, dovreste proprio passare
più spesso a trovarmi. Ma cosa facciamo tutti in piedi?
Forza, forza, a tavola!
Raymond ci raggiungerà tra poco».
Katie sorrise. Zio Raymond era, con
tutta probabilità,
incaricato di posizionare di nascosto i regali sotto
l’albero. Non era più una
bambina, ma sembrava che certe tradizioni non sarebbero mai state
abbandonate.
Era bello, però, le infondeva un senso di famiglia che la
riscaldava; ed era
bello poterlo condividere con Draco. Proprio in quel momento,
sentì la mano del
ragazzo cercare la sua.
La strinse.
NdA
Non
prendetemi per pazza, per favore (?).
Ho
provato a gettare qualche base per la Draco/Katie in un paio di storie
nella
mia raccolta One day, one change, oltre a scrivere
sempre lì una
commedia established!relationship, come questa praticamente. Proprio in
quel
contesto è nata Felicity Bell, una mia OC che pare fatta per
complicare la vita di Draco.
Questa
storia è nata sulla base di un pacchetto datomi da Maqry
per l’iniziativa
Scrivimi del gruppo fb Caffè e
calderotti. Il pacchetto prevedeva:
coppia
(obbligatoria): Katie/Draco
Prompt:
fare l'albero alla babbana
Ambientazione:
a casa della zia di Katie 👀
(sentiti molto libera su questo),
ed
eccoci qui. Spero di aver fatto un lavoro decente… prima o
poi scriverò come
si mettono insieme. Forse.
L’OS
partecipa inoltre al Calendario dell’Avvento di fanwriter.
Spero
la lettura sia stata piacevole. Un abbraccio,
Mari