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Autore: alexptt    20/12/2020    1 recensioni
Quattro potenti maghi, fra loro sconosciuti, si uniscono per il fine comune di proteggere il futuro della loro stirpe dai babbani, durante il periodo della caccia alle streghe. Nasce cosí la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, un luogo di rifugio e di apprendimento per giovani maghi e streghe. Le storie dei giovani fondatori si intrecciano a quelle dei primissimi studenti della scuola. Amori, intrighi e discordie porteranno ad una frattura, che cambierà inevitabilmente il destino di tutto il mondo magico.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Godric Grifondoro, Priscilla Corvonero, Salazar Serpeverde, Tosca Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Alle prime luci dell’alba, Helga, Rowena e Salazar si affrettavano nel reticolo di corridoi del castello; i loro passi svelti risuonavano fino al soffitto, così come i respiri affannosi delle due donne si udivano distintamente, nel silenzio tombale della scuola; erano stati convocati da Godric nella sala insegnanti, per una riunione della massima urgenza. Mentre Helga non aveva idea di cosa potesse essere accaduto di tanto grave, Salazar e Rowena si lanciarono un’occhiata; anzi, la donna guardó il mago, il quale peró non condivideva affatto la preoccupazione di lei, anzi, sembrava quasi compiacersi che qualcosa potesse spezzare la monotonia di quei giorni. Quando entrarono nella sala insegnanti, trovarono Godric in piedi accanto a due ragazzine, sedute entrambe a capotavola. Il mago aveva un’aria grave e preoccupata. Quando si accorse di loro li fece accomodare alle consuete postazioni. Solo lui rimase in piedi, fissando il pavimento, con l’aria di chi non sa bene come comportarsi. Per la prima volta, Godric si lasció vedere insicuro e preoccupato.  Non era riuscito a risolvere tutto e velocemente come era solito fare. Era diverso, non sapeva davvero spiegare che cosa fosse accaduto quella notte e perchè. Le ragazzine erano entrambe visibilmente sconvolte, una in particolare sembrava aver pianto per ore, tanto i suoi occhi erano arrossati e la bocca inclinata in una smorfia di indecifrabile dolore. L’altra invece pareva appena rendersi conto di dove si trovasse, come fosse immersa in uno stato di profonda trance. 

Salazar riconobbe subito quello sguardo vacuo e assente e fu allora che assunse un’espressione non tanto preoccupata, quanto piuttosto incuriosita. Cercó Rowena con gli occhi, per accertarsi che ancora una volta la loro intesa venisse riconfermata. E infatti la donna, incrociando il suo sguardo, deglutì e annuì lentamente con la testa, come preannunciando qualcosa di molto, molto grave. Avevano entrambi capito, certo, ma la verità che gli si era appena palesata difronte suscitava reazioni diverse negli animi dei due maghi. Salazar era ancora più eccitato, la situazione si stava facendo interessante. Al contrario, Rowena, fiutava il pericolo imminente in cui si trovavano. Temeva per la sua stessa vita e forse...infondo...anche per quella della creatura che portava in grembo.

L’innocenza e la purezza di Helga, invece, la tenevano ancora all’oscuro di tutto; fu lei infatti a rompere il silenzio, un silenzio carico di sottintesi e sguardi, da cui lei si sentiva tagliata fuori. Era come se Godric, Rowena e Salazar stessero intavolando una discussione solo mentale fra di loro, senza curarsi di spiegare anche a lei la gravitá dell’evento. 

“Godric, vuoi dirci perchè siamo qui? Cosa è successo a queste ragazze?” si decise a chiedere. Per tutto il tempo aveva esaminato le due studentesse e, per quanto una delle due comunicasse attraverso gli occhi una sofferenza indicibile, l’altra era quella che più la inquietava. Era fisicamente nella stanza, ma si percepiva che non era davvero lì con loro. Quel che più le dispiaceva era che la ragazzina dagli occhi vacui e spenti fosse una delle sue studentesse, Ophelia Swan. 

“Si...ecco...” inizió Godric, visibilmente turbato, tanto da non saper trovare le parole “questa notte, la studentessa Ophelia Swan si è introdotta nel dormitorio degli studenti di Slytherin ed ha...ha utilizzato la maledizione cruciatus contro signorina Guinevere De Lacy”. 

Helga sussultó portandosi le mani alla bocca; Rowena invece rimase impassibile, cercando di trovare una spiegazione plausibile a ció che Godric aveva appena rivelato loro. 

“Miss de Lacy sostiene che la signorina Swan stesse cercando di estorcerle delle...informazioni”

Salazar si face improvvisamente serio, aveva intuito quale genere di informazione potesse essere stata richiesta alla sua allieva. Ed era anche sicuro di aver capito perchè proprio a Guinevere de Lacy: fra tutti gli studenti ammessi al suo gruppo elitario e segreto, lei era quella meno determinata e meno incline all’uso della magia nera; la più debole forse, l’unica insomma che avrebbe potuto parlare. 

La ragazzina dai riccioli castani prese inaspettatamente la parola, la sua voce era debole e strozzata “Continuava a chiedermi che cosa avviene nei sotterranei e più le dicevo che non ne ho idea, più il dolore diventava intenso. Ma io non potevo darle alcuna informazione, io non ci sono mai stata laggiù, nei sotterranei”

“Non è vero, ti ho vista” la interruppe l’altra ragazza, con una voce rauca e minacciosa, che stonava decisamente in bocca ad una dolce ragazzina di soli dodici anni. Fece rabbrividire tutti nella stanza, Salazar incluso. 

“Forse una volta per sbaglio, mi sono persa svariate volte nel castello....” tentó di difendersi Guinevere, cercando in Salazar un’approvazione che non ottenne. Per quando egli fosse sollevato che la sua allieva non avesse parlato neppure sotto tortura, non poteva permettere che Godric o Helga sospettassero qualcosa, un qualsiasi tipo di tacito accordo fra allieva e professore. 

“Mi perdoni, signorina de Lacy, come hanno reagito i suoi compagni nel vederla contorcersi nel letto sotto la maledizione cruciatus?”

“Nessuno se ne è accorto, non so che incantesimo lei abbia usato” disse rivolgendosi alla sua compagna con una smorfia di disgusto e disprezzo “ma tutti continuavano a dormire tranquillamente, come se niente fosse. Per fortuna il professor Gryffindor si trovava nei paraggi e mi ha sentita gridare...” 

A quel punto fu Helga a intervenire, rivolgendosi peró alla propria allieva “Ophelia, come ti è saltato in mente di fare una cosa del genere? Chi ti ha insegnato ad utilizzare la maledizione cruciatus?”. L’alunna non rispose, continuava a sorridere maligna, si potrebbe dire quasi soddisfatta di ciò che aveva compiuto quella notte.

“Nessuno glielo ha insegnato, Helga” la tranquillizzó Rowena “nessun ragazzino di dodici anni è in grado di padroneggiare le maledizioni senza perdono. Le loro anime sono ancora troppo pure perchè possano concepire questo tipo di magia. Non è stata Ophelia...non del tutto almeno” poi sollevó la bacchetta e pronunció “finite incantatem”. 

Un fascio di luce argentata avvolse Ophelia, i cui occhi tornarono ad essere color nocciola acceso, e la sua voce assunse nuovamente la sfumatura dolce e timida di sempre “che cosa ci faccio qui?”. Helga si lasció scappare un altro sussulto. Rowena le appoggió una mano sulla spalla, poi con aria grave sentenzió “maledizione Imperius, e anche ben eseguita”.

Tutti e quattro sapevano che nessuno studente era in grado di scagliare una maledizione senza perdono. Nessuno dei professori allo stesso modo poteva aver esercitato l’Imperius sulla ragazza, dal momento che era ancora sotto incantesimo quando si erano ritrovati tutti e quattro insieme nella sala insegnanti. Qualcuno si era intrufolato dentro la scuola, o forse era stata opera di qualcuno...anzi di qualcosa....che non se ne era mai andato da lì. 

“Riaccompagnate le studentesse ai loro rispettivi dormitori e comunicate che domani tutte le lezioni saranno annullate. Gli studenti dovranno rimanere nelle proprio stanze, finchè non saremo venuti a capo di questa preoccupante situazione” dispose Godric e gli altri eseguirono. La riunione si era amaramente conclusa. 

 

***********************

Rowena si abbandonó sulla poltrona difronte al caminetto. Accanto a lei, Salazar se ne stava silenzioso e meditabondo. 

“Ho come avuto l’impressione, durante tutta la riunione, che tu avessi capito qualcosa Sal. Credo che tu sia un passo avanti a tutti noi nella soluzione di questa faccenda. Anzi... forse anche più di un passo, considerando che non sappiamo neanche da dove cominciare”. 

L’uomo non rispose, ma sbuffó spazientito “sono ore che mi assilli con questa storia, Rowena, ti ho già detto che non niente, come tutti voi”

“E allora a cosa stai pensando tanto intensamente?”

“Pensavo che Guinevere avrebbe potuto confessare tutto difronte a Gryffindor.... le lezioni segrete, la magia nera...”

“Non sembrava che l’idea ti preoccupasse tanto...”

“Bhe... sono comunque rimasto sorpreso da tanta...lealtà”

“Non c’è tanto da stupirsi, hai minacciato tutti gli studenti con l’espulsione...”. 

A quel punto Salazar le rivolse uno sguardo torvo 

“Sei sempre molto preparata sul piano teorico, mia cara, ma credo tu non abbia mai sperimentato sulla tua pelle l’agonia della maledizione cruciatus”

“Fortunatamente no”

“Qualsiasi ragazzina di dodici anni avrebbe parlato, pur di far cessare quella tortura. È una sensazione...indescrivibile, un dolore lancinante e continuo, come se infiniti aghi ti perforassero la carne, mentre qualcosa tira le tue membra in tutte le direzioni, fino a darti la sensazione che qualche arto si stia staccando dal corpo”

Rowena cercó di rimanere impassibile a quelle parole ma, in realtà, il pensiero che una bambina avesse subito quel trattamento spaventoso la fece rabbrividire.

“Sei stato sufficientemente chiaro. Second me...dovresti andare a parlarle, insomma, potresti ricompensarla in qualche modo. Se il trauma che ha subito è stato straziante come dici, potrebbe aver bisogno di una...consolazione”

Salazar annuì senza prestare davvero attenzione alle parole di lei. La donna ad un certo punto sussultó, come se le fosse tornato in mente qualcosa che era rimasto nascosto a lungo nei meandri della sua memoria 

“Ma certo...” sussurró, poi la sua voce si fece convinta e squillante “Salazar, ti ricordi quella notte nella torre di astronomia? Tua sorella disse che sentiva...qualcosa...un’entitá che non ci vuole qui, nel castello”  poi, notando l’espressione per niente sorpresa dell’uomo, aggrottò le sopracciglia e commentó acida “ah, ma certo, ci eri già arrivato da un pezzo, ma come al solito il piano era di tenermi all’oscuro di tutto. Lo so, è una discussione che abbiamo già affrontato, ma questa volta non si tratta solo di te. Sforzati di comprendere che è in pericolo tutta la scuola!”. 

Salazar continuó a ignorarla e lei si maledisse per non essere arrivata a quella conclusione prima di lui, di essere stata battuta sul tempo ancora una volta. Poi il mago parló di nuovo, rivolgendo una domanda più a sè stesso che a Rowena “Perchè voleva sapere cosa accade nei sotterranei? Puó sentirci ma non puó vederci? È li che si nasconde, qualsiasi cosa sia...?”. 

Non l’aveva neppure guardata in faccia; la donna capì che non si stava rivolgendo a lei, che non avrebbe potuto discutere con lui di questa storia, tanto avrebbe sempre agito di testa sua, senza ascoltare nessuno.

 “Fa’ come vuoi, affronta tutto questo da solo, è quel che sai fare meglio”.

Quando fu sul punto di aprire la porta per andarsene, sentì la voce di Salazar dal fondo della stanza “Che fine ha fatto la donna che doveva starmi vicina nonostante tutto? Nonostante i miei silenzi, il mio carattere difficile. La donna che ha confessato di amarmi. L’incoerenza non è da te, Rowena”

Lei sorrise debolmente dandogli ancora le spalle. Poi si voltó verso l’interno della stanza e percorse a grandi falcate quello spazio che la separava da lui.

 “Chiama tua sorella, Sal, se qualcuno puó darci delle risposte , quella è lei”.

“Si, ci ho pensato ...ma è sempre stata lei a manifestarsi per prima, senza che io la chiamassi. Qualcosa mi inventeró....” cercó di mostrarsi sicuro di sè, quando in verità non aveva la ben che minima idea di come si evocasse uno spirito. Poi cambió completamente espressione, come se per lui quell’argomento fosse ormai momentaneamente chiuso. Parló di nuovo, questa volta con espressione interrogativa:

“In realtà, quando prima ti ho chiesto di venire...c’era altro cui volevo parlarti. Rowena, sei molto strana in questi ultimi giorni. Non mangi, non dormi, sei volubile e spesso nervosa, come adesso. Sei sicura che vada tutto bene?” le chiese cercando di mascherare il fatto che lui già conoscesse la risposta a quella domanda.

Lei assunse un’espressione allarmata 

“Mmh” annuì con troppa poca convinzione.

“Non sei brava a mentire, non ci sei abituata” la incalzó lui, poi abbassó le palpebre riducendole a due fessure “Sento che la cosa mi riguarda, sì.... sì, lo percepisco dal modo in cui mi guardi. Sai che ho un sesto senso eccezionale. Su, mia cara, cosa mi nascondi?”  si alzó dalla poltrona e inizió a girarle intorno, toccandola di tanto in tanto. “Come sei rigida, un tempo ti scioglievi al mio tocco. Hai forse paura di me adesso?” Rowena cercó di bloccare la propria mente, perchè lui non vi entrasse dentro con la legilimanzia. Ma più si sforzava, più le parole di Helga tornavano a rimbombarle dentro la testa. Quella parola soprattutto, Incinta, riaffiorava ogni secondo sempre più nitida e distinta. Salazar continuava a fissarla intensamente con quegli occhi color del ghiaccio. Dopo qualche minuto parló “Ma certo.....allora è vero...”  un sorriso amaro gli si dipinse sul volto. 

“Non...arrabbiarti, ti prego. Non lo saprà nessuno, te lo prometto, lo daró via una volta nato” la sua voce tremava, tremava di paura per la reazione funesta che si aspettava da lui, ma che non arrivò mai.

“Vorresti darlo via?”

“Salazar! Sai benissimo quali saranno le conseguenze, per me e per tutta la scuola! Se si viene a sapere....”

“Qual’è il problema?”

“Qual’é il problema? Ma che tipo di educazione hai ricevuto? Sono una donna nubile, una gravidanza sarebbe la mia rovina! Addio studenti, addio Hogwarts!”

“Oh non credo, saresti soltanto tu a dovertene andare, poi noi dovremmo cercare una donna rispettabile e colta che prenda il tuo posto”

Rowena sgranó gli occhi a quelle parole, che le arrivarono alle orecchie taglienti come lame. Cercando di assumere un certo contegno e sicurezza di sè, rispose: 

“Bhe, non succederà. Se tu non parlerai nessuno lo verrà a sapere. Non so se ti sia presa improvvisamente voglia di giocare a fare il padre amorevole, ma per quel che riguarda me, non ho nessuna intenzione di diventare madre”

“Lo sei già. E quando verrà il momento di darlo in affidamento, tu non ce la farai a lasciarlo andare”

“D’accordo, allora vuoi aiutarmi a liberarmene con la magia?”

“Non essere sciocca e impulsiva, rischierei di farti del male. No...il problema risiede nel fatto che non sei sposata”

“Oh, giusto un problemuccio da niente”

 Rowena stava iniziando a perdere la pazienza e le speranze. 

Salazar sospiró, poi distolse lo sguardo

“Per quanto io detesti assumermi certe responsabilità, quel bambino avrà il mio sangue a scorrergli nelle vene. Il mio e quello di Eva. Sposerai me, Rowena”

La donna scoppiò a ridere nervosamente e il mago non sembró apprezzarlo. Infatti aggiunse acido “non è che tu abbia troppe alternative”.

Rowena tornò improvvisamente seria, fino a quel momento non aveva davvero creduto alle parole di lui “Salazar...tu lo faresti davvero...”

“Sì. Sinceramente non sarà un grande cambiamento, nessuno lo saprà, servirà solo a farti avere quello stupido anello di ferro, a testimonianza del fatto che non sei più nubile. Il fatto che tu non voglia rivelare chi sia tuo marito è una questione personale, che nessuno metterà in discussione. La tua reputazione resterà immacolata” pronunció quelle parole con  serietà e distacco . Era la peggior proposta di matrimonio che Rowena si sarebbe mai aspettata di poter ricevere. 

“Grazie...io...non pensavo che avresti capito”

“Credevi che ti avrei abbandonata al tuo destino? Un destino che io stesso ho contribuito a determinare. Non mi conosci ancora fino infondo ...” evitó accuratamente di menzionare il ricatto di Godric.

“Permettimi di conoscerti...allora, del resto saremo legati per la vita, noo? Anche se potrai essere mio marito solo di notte....”

“Credevo che dopo questo volessi farla finita...insomma, vuoi correre di nuovo il rischio? Deduco che tu voglia formare una famiglia numerosa” ghignó. 

“Troveremo un modo...se tu vorrai” 

Lui le sorrise, stavolta in modo quasi sincero. Aveva già preso consapevolezza che il legame fra loro non era soltanto fisico, ma anzi erano come portati a legarsi l’uno all’altra da una forza superiore. Si chiese se non avesse ceduto al ricatto in virtù di qualche sorta di sentimento poteva nutrire nei confronti di Rowena. Non era il tipo da arrendersi facilmente, ma quella unione non  sembrava una condizione tanto terribile a cui sottoporsi. Avrebbe avuto una famiglia, lui, Salazar Slytherin, che aveva odiato i suoi genitori, che si era ripromesso di trascorrere il resto della vita al fianco di un’unica donna, sua sorella Eva. Ma la sorte poteva essere davvero imprevedibile, era un’amica volubile e Salazar lo sapeva bene. 

Si accorse degli occhi di Rowena che lo fissavano, come supplicandolo di una risposta. Prese le mani di lei dentro le sue e le disse, senza pensarci troppo “Facciamolo, oggi stesso”.

Un giorno quella donna, con cui aveva appena promesso di legarsi per la vita, sarebbe invecchiata e avrebbe perso quel fascino che lo aveva spinto fra le sue braccia. L’avrebbe desiderata anche allora?

   
 
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