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Autore: missgenius    21/12/2020    1 recensioni
Shota è disposto a tutto pur di tenere Eri con sé. Anche a chiedere aiuto a LEI.
EraserJoke
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eri, Fukukado Emi, Shōta Aizawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ovviamente Eri non portava ancora reggiseni.  
 
E se anche la sua bambina un giorno avesse iniziato a farlo (non ci voleva nemmeno pensare) non sarebbero stati di quelle dimensioni. 
 
Forse era di Yarurouzu, ma la possibilità che lei avesse accidentalmente scambiato cesta di lavaggio era davvero remota. Era troppo precisa per dimenticare una cosa del genere. E non avrebbe mai indossato nulla del genere. No, le due facce sorridenti su ogni coppa gli dicevano esattamente chi fosse il proprietario. 
 
Joke. 
 
In qualche modo tenere in mano quel capo di abbigliamento gli fece realizzare qualcosa che avrebbe dovuto realizzare molto tempo fa. Joke si era davvero trasferita.  
 
Alla UA.  
 
Aveva una chiave dell’appartamento nei dormitori che divideva con Eri, cucinava per loro e andava a prenderla spesso a scuola al posto suo da quando aveva iniziato le elementari due settimane prima. 
 
Come aveva fatto anche quel giorno, ragion per cui aveva avuto il tempo per pulire e fare il bucato. Joke sapeva cucinare –sorprendentemente bene, a parte l’incidente con i ramen bruciati- ma la sua capacità di sistemare era a dir poco carente. Non che fosse pigra, semplicemente non vedeva il caos. Come se fosse il suo ambiente naturale. 
 
Ma per avere del buon cibo chiudeva un occhio. Anche due. 
 
Inoltre lavorare con lei, nello stesso edificio, anche se insegnava in classi totalmente diverse dalle sue, era stato sorprendentemente normale. E anche abituarsi a vederla silenziosa, in tuta, mentre correggeva compiti era tollerabile. Più che tollerabile. Si sentiva a suo agio. 
 
Forse anche troppo. 
 
Scosse la testa e rimise il reggiseno di Joke nel suo bucato nascondendolo sotto una delle sue camicie. 
 
Tollerabile. 
 
Solo QUANDO e SE taceva. 
 
 
 
Una volta rientrato nell’appartamento posò il cesto e divise rapidamente gli abiti in tre pile, una per i suoi, una per quelli di Eri e una per la quantità abnorme di vestiti che non apparteneva a nessuno dei due. Seriamente, come aveva fatto a infilare tutti questi vestiti nella sua lavanderia? 
 
Quasi come se i suoi pensieri l’avessero evocata la porta si aprì e Joke entrò tenendo Eri per mano. Sembrava sempre la stessa con il suo tipico abbigliamento da eroe richiesto agli insegnanti, con tanto di bandana arancione. Quello che lo sorprese fu vedere la stessa bandana bianca che teneva fermi i capelli di Eri. La corruzione stava iniziando ad avere manifestazioni fisiche. 
 
“Dai, chiediglielo!” Joke rise lasciando la mano di Eri. C’era qualcosa di assurdamente piacevole nel suo sorriso mentre si toglieva le scarpe lasciandole all’ingresso. La stanza sembrava immediatamente più calda, più viva, più felice quando loro erano qui. 
 
“Papà, papà!” gridò Eri, correndo verso di lui, alcuni fogli disegnati in mano. “Oggi è successo qualcosa di incredibile! Stavo giocando con Mimi dopo le lezioni e poi si è avvicinata una donna ed era la mamma di Mimi, ed è stata carinissima, e mi ha chiesto se potevo andare a dormire da loro, e io lo vorrei tanto, ma quando ho chiesto il permesso a Emi lei mi ha detto che dovevo chiedere prima a te se andava bene, quindi posso andare a dormire da Mimi? Ti prego! Sarebbe bellissimo!” 
 
Non l’aveva mai sentita fare un discorso così lungo, e raramente l’aveva vista così felice. Sembrava una cosa normale da fare. Più che normale.  
 
“Dovrò parlare con i genitori di Mimi, ma penso che la cosa sia fattibile.” posò uno dei pigiamini di Eri mentre si voltava a guardarla con un sorriso.  
 
Eri lo abbracciò forte, poggiando la testa contro il suo petto. Ricambiò la stretta, sentendo il suo cuore che si allargava sotto il peso della bambina. 
 
Un flash lo avvisò che Joke aveva scattato una foto con il telefono. “Wow, Eraser, dovresti sorridere così più spesso, sei così carino! Lo metto subito come nuovo sfondo.” 
 
“Joke”, sospirò, guardandola torvo ma senza farsi vedere da Eri. 
 
“Rilassati, ti sto solo prendendo in giro”. Teneva il telefono in mano agitando lo schermo verso di lui. “Ho parlato con la mamma di Mimi, la signora Hagakiri, mi sono fatta dare numero di cellulare e indirizzo. Se mi dai il tuo te li giro.” 
 
“Oh, grazie.” glielo porse senza pensare. Poi inarcò un sopracciglio ritirando la mano. “Non fare nulla di strano.” 
 
“Ad esempio? Cancellare tutte le tue cartelle con immagini di gattini?” 
 
Alzò gli occhi, e tornò a guardare Eri. "Com'è andata la tua giornata a scuola per il resto? Sei ancora felice di andare alle elementari con gli altri bambini?” 
 
"Sì! È molto più bello adesso! Abbiamo quasi la stessa età e a loro piacciono molto le barzellette che Emi mi ha insegnato! E l'insegnante è super gentile! Ho anche una nuova amica che si chiama Tomo! Mimi dice che ci sarà anche lei domani sera! Oh! E c'è questo bambino nella mia classe! Si chiama Kota! Ha detto che il suo eroe preferito era Deku! Pensi che parlava di Izuku? Aveva le stesse scarpe rosse di Izuku!” 
 
Un sorriso spontaneo gli affiorò al ricordo del primo incontro di quel bambino con Midoriya, mentre accarezzava la testa della bambina. “Sì, è proprio lui. Izuku ha salvato Kota. Dovresti fartelo raccontare qualche volta.” 
 
"Wah! Davvero? È incredibile!" Eri sbatté le mani e rise. "Posso andare a parlare con Izuku ora?" 
 
"Forse più tardi, si starà allenando in questo momento, perché invece non vai a prepararti per la cena?" Guardò verso Joke, che si stava già legando i capelli in una coda alta. Osservò rapito per un attimo la nuca esposta preso da un irrefrenabile desiderio di sfiorarla e... no. Lei era ancora Ms. Joke. Non sarebbe mai stata altro. Giusto? 
 
“Okay” Eri fece una mezza giravolta andando nella sua stanza lasciandolo solo con lei. 
 
Le si avvicinò, guardandola mentre cucinava. Già si era messa al lavoro, facendo bollire l'acqua per qualcosa e friggendo del riso per un'altra cosa. Era mille volte meglio dei soliti panini che preparava. Ed è stato molto meglio anche per Eri. Aveva letto in un libro che un pasto fatto in casa e mangiato a tavola con la famiglia era importante per lo sviluppo emotivo del bambino. 
 
"Allora” iniziò cercando di sembrare il più spontaneo possibile “perché sto trovando un sacco di tuoi vestiti nel mio bucato?" 
 
“Perché sono terribilmente pigra e li lascio nel tuo bagno.” gli rispose rapida. "Il dormitorio qui ha una pressione dell’acqua favolosa e adoro la tua doccia! Batte quella del mio appartamento, di gran lunga. Ma, ehi, solo vestiti, l’intimo lo riprendo sempre!” 
 
Alzò il suo reggiseno con un dito. 
 
“Quindi questo non è tuo?” 
 
Lei sbatté le palpebre e arrossì per un secondo. "Oh, ehm, sì! Mi dispiace, non era mia intenzione che lo vedessi.” 
 
Il suo cipiglio scomparve improvvisamente sostituito da un sorriso malizioso. "Almeno non senza essere indossato.” 
 
Sentì la bocca seccarsi ma si riprese subito. 
 
"Smettila di fare battute del genere." Sospirò, buttando il reggiseno, che adesso bruciava tra le sue dita, di nuovo sul suo mucchio. "L’importante è che tu mi avvisi, per me non è un problema fare le lavatrici o che usi la mia doccia." 
 
"Oh, fantastico, quindi quando posso trasferirmi?" 
 
Cerco di trattenere l’esasperazione e si voltò per afferrare il telefono dal tavolo. "Chiamerò i genitori di Mimi." 
 
Si fermò quando vide che la sua schermata iniziale era cambiata dall'immagine standard a una foto di Eri e Joke che sorridevano. Non si è preoccupato di modificarla. Non gli importava e non aveva voglia di imparare a cambiare lo sfondo. 
 
Questo ovviamente era l'unico motivo per cui non l’ha cambiata 
 
L'unico. 
 
Continuò a ripeterselo tutta la sera. 
 
 
 
*********** 
 
“Buonanotte papà! Buonanotte Emi!” disse Eri accoccolandosi tra le coperte rosa del suo lettino dopo aver finito di leggere la storia della buonanotte. 
 
“Buonanotte tesoro” sussurrò Joke spostandole i capelli dalla fronte per lasciarle un bacio sulla fronte. “Domani prepareremo la borsa con tutto il necessario così potrai divertirti da Mimi, va bene?” 
 
“Va bene!” 
 
Aizawa si avvicinò. “Se c’è qualcosa che non va, qualsiasi cosa, chiama me o Joke, arriveremo subito.” Le diede una carezza sulla testa e le scompigliò i capelli. “Buonanotte Eri.” 
 
Gli prese la mano. “Aspetta papà. Puoi baciarmi come fa Emi?” 
 
Lanciò un’occhiataccia a Joke quando fece una risatina prima di chinarsi e darle un bacio sulla fronte. "Buonanotte piccola.” 
 
Uscirono spegnendo le luci, lasciando Eri addormentata. 
 
“Che cosa avevi da ridere prima?” 
 
“Se ci pensi...” Joke fece qualche passo verso la porta, sorridendogli in modo così dolce da fargli quasi dimenticare quanto fosse fastidiosa. Quasi. “...fondamentalmente abbiamo condiviso un bacio indiretto.” 
 
“Per favore, non usare Eri per fare battute del genere.” Si diresse verso la cucina, avrebbe avuto bisogno di bere qualcosa di forte se voleva che questo principio di mal di testa se ne andasse.  
 
“Va bene, va bene, me ne sto andando. Ci vediamo splendidi e pieni di energia domani, Eraser.” gli fece un sorriso aprendo la porta.  
 
Improvvisamente un fulmine squarciò l’aria, seguito da un tuono che fece tremare le finestre. La pioggia iniziò a cadere con violenza. Un altro rombo di tuono e la luce andò via.  
 
Aizawa sospirò pesantemente mentre iniziava a cercare le candele. 
 
“Ehm, Shota, ti dispiace se resto qui stasera? Non... non mi piacciono le tempeste.” 
 
Si girò di scatto. Era la prima volta che lo aveva chiamato per nome. Un altro tuono risuonò forte mentre lei chiudeva la porta alle sue spalle e rabbrividì al boato. 
 
“Stai scherzando? Sei seria?” 
Annuì un po' imbarazzata, potendo vedere il rossore anche alla luce flebile della candela appena accesa. “Io... ho un po’ di traumi con i temporali. Preferirei non rimanere a casa da sola. Per favore.” 
 
Aizawa ebbe un attimo di esitazione. 
 
“Va bene, certo, nessun problema. Puoi dormire nel mio letto, io posso dormire nel mio sacco a pelo. Probabilmente hai anche un cambio di vestiti qui tra quelli che ho lavato oggi, quindi puoi anche fare una doccia.”  
 
“No, la prima volta che dormirò nel tuo letto dovrà essere un’occasione speciale, per stasera dormirò sul divano.” gli fece una linguaccia prima di sorridergli radiosa, ringraziandolo ancora. 
 
Ecco. Adesso sarebbe rimasta veramente anche per la notte. Si grattò la nuca e sospirò mentre la vedeva sparire nel bagno. 
 
Le luci si riaccesero improvvisamente. Sicuramente Kaminari era stato chiamato per ripristinare il sistema elettrico. Spense la candela accesa ancora lievemente incredulo per quello che era appena successo. 
 
 
 
Sentì il rumore dell’acqua della doccia. Probabilmente avrebbe dovuto immaginare che una persona come lei avrebbe avuto qualche paura strana, come quella dei temporali. 
 
Finì di sistemare le ultime cose della cucina e poi si sedette sul divano accendendo la tv per controllare se parlassero della tempesta. Senza dubbio Eri sarebbe stata entusiasta quando avrebbe scoperto che Joke aveva passato la notte lì. Era quasi tentato di svegliarla per dirglielo, ma l’indomani mattina doveva andare a scuola. 
 
“Grazie ancora Shota”, Joke uscì dal bagno, i suoi capelli verdi sciolti sulle spalle, la sua bandana scomparsa. L'aveva di nuovo chiamato per nome. Al posto del suo completo da eroe indossava una maglia nera di tre taglie più grandi e un paio di pantaloni della tuta grigi overzise. 
 
Stava indossando i suoi vestiti. Sentì il cuore fermarsi un battito. 
 
E poi cominciò a fare cose strane tipo riprendere a battere più forte e pensare che Joke fosse davvero molto attraente. 
 
“Sì... cioè di nulla.” disse, osservandola attentamente mentre si sedeva sull’altro lato del divano. 
 
“Smettila di fissarmi in quel modo, ti si stanno per alzare i capelli, sembri pronto a usare il tuo quirk. Non userò il mio su di te. Se un giorno riuscirò a farti ridere voglio che sia perché pensi veramente che sia divertente.” 
 
Si lasciò sfuggire uno sbadiglio.  
 
Perché il suo sbadiglio era così carino? Perché stava pensando al suo sbadiglio? 
 
“Forse per farti ridere dovrei provare un altro metodo. Potrei provare a vestirmi trasandata ed essere scontrosa con te tutto il giorno. Oppure potrei usare il tuo punto debole e mettere delle orecchie da gatto. Magari sei un feticista dei gatti. Una tutina di vernice con una coda?” 
 
I suoi occhi si contrassero. E non per fastidio. Sentì il bisogno di legarsi i capelli in uno chignon disordinato, improvvisamente troppo accaldato dall’imbarazzo. Il basso cicalare della tv riempiva il silenzio tra loro, anche se con la coda dell’occhio la vide mentre stava per addormentarsi.  
 
Doveva chiederlo mentre si sentiva abbastanza stupido per farlo. 
 
“Ehi, Joke.” 
 
“Hmm?” lei sbattè le palpebre, metà sdraiata e metà seduta sul divano. 
 
“Perché continui a scherzare sul fatto di avere una relazione con me?” 
 
“Chi ti dice che io stia scherzando?” 
 
“Tu.” 
 
“Nah, lo faccio solo per non farmi pesare il tuo rifiuto.” Aprì pigramente gli occhi sorridendogli dolcemente. L'aveva vista sotto una luce diversa negli ultimi mesi, ma in quel momento era un’altra persona. Era lei, sincera e vera. “Ma in realtà il motivo per cui scherzo sempre in quel modo con te, e solo con te, dovrebbe essere ovvio. Mi piaci davvero, Shota.” 
 
Ok, questo non se l’aspettava. 
 
“Perchè?”  
 
“Hmm,” appoggiò la testa sul cuscino, pericolosamente vicino alla sua spalla. Riusciva a percepire il suo calore, il profumo del suo bagnoschiuma. L'odore dei propri vestiti su di lei. 
 
“Che ne dici di parlarne domani? Eri sarà dalla sua amica, ma mi piacerebbe lo stesso andare a fare una passeggiata.” 
 
Trovò impossibile dire di no a quel sorriso dolce, stanco e completamente irresistibile. 
 
“Certo, il tempo dovrebbe migliorare, credo sia fattibile. Non mi dispiacerebbe.” Si alzò dal divano e si grattò la nuca. “Joke...” 
 
“Chiamami Emi...” biascicò ormai quasi addormentata. 
 
“Ok, allora, buonanotte, ci vediamo domani mattina...” 
 
Ma lei stava già dormendo profondamente. Prese una coperta, coprendola. Si soffermò a guardare un ciuffo ribelle sulla sua fronte, spostandoglielo con la punta delle dita. “...Emi.” 
 
Rimase sveglio a fissare quella mano tutta la notte. 






Come al solito metto il link dell'originale, anche se devo ammettere che in questo capitolo ho modificato qualche dialogo e approfondito alcuni pensieri. Ringrazio sempre chi leggerà!

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