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Autore: ___Page    21/12/2020    3 recensioni
C'era un buco nel muro. E con il lockdown, nessuno sarebbe potuto andare a ripararlo.
«Beh che dire, ragazzi. Sarà un piacere condividere le feste con voi»
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*Questa fanfiction partecipa alla challenge "Christmas Lokcdown" indetta dal forum FairyPiece - Fanfiction&Images*
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Starring: Izou, Koala, Ishley, Killer, Trafalgar Law, Penguin, Sabo.
Con la partecipazione di: Bepo e Lindbergh
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Izou, Koala, Penguin, Sabo, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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MI CASA ES TU CASA

Giorno: 21 dicembre
Stanza: Lavanderia
Prompt: A è la Cindy Chi Lou del Natale. B il Grinch





 
16 dicembre 2020
ventisettesimo giorno di lockdown - terza ondata



 

«Where are you Christmas, why can't I find you, why have you gone away...»
Gli indumenti di tutti i colori volteggiavano nell'aria crepitante, sotto il suo sguardo attento che pure cercava di dissimulare disinteresse.
«...where is the laughter, you used to bring me...»
Si portò il toast alla bocca, studiando i movimenti senza peso che seguivano la musica nascosta nelle parole della canzone cantata a cappella. 
«...why can't I hear music play»
Koala di certo aveva il suo singolare modo di piegare i vestiti, e non era riferito al fatto che li piegava in due trasversalmente e poi in tre in direzione perpendicolare. Cioè che colpiva Law del modo in cui Koala piegava i vestiti era la leggerezza con cui la faceva. La leggerezza con cui faceva tutto, dal cantare una canzone allo svuotare l'asciugatrice, come se neanche lui fosse lì seduto sulla lavatrice, armato di spuntino e gli occhi fissi su di lei, anche se di sbieco. 
«È buono il toast?» 
Law girò appena il viso verso di lei, dando un altro morso al panino. Il toast era buono, il che era un evento straordinario, perché Law odiava il pane, non ne capiva il senso. Ma quella marmellata di arance amare avrebbe reso buono qualunque supporto edibile. 
D'altronde, aveva finito le gallette di riso e, dopo il turno, non aveva voglia di aspettare che Pen e Sabo tornassero dalla spesa. E se anche si fosse imposto di aspettare, e ci sarebbe tranquillamente riuscito, la merenda sarebbe stata troppo noiosa senza due chiacchiere con qualcuno che, finalmente, non gli faceva venire voglia di invocare la selezione naturale dopo i primi due minuti di interazione. In una parola, Koala. 
«M-mh» mormorò a labbra strette, osservandola suddividere i vestiti. 
Law doveva ammettere che trovava geniale l'organizzazione che avevano ideato per la lavanderia. Tra la lavatrice e l'asciugatrice avevano messo un tavolino lungo e a due piani, che faceva da supporto. E tutto verso l'asciugatrice, due sopra e due sotto, quattro ceste di quattro colori diversi, viola, turchese, porpora e grigio, dove suddividere i vestiti in base al proprietario. Quella grigia, rischiava seriamente di trasbordare. 
«Credevo che Eugene fosse uscito dal letargo» 
«Kira» lo corresse lei, con un sorriso. 
«Ma si chiama Eugene» 
«Ma lui preferisce Kira. C'è la marmellata di arance amare in quel toast?» 
«È esatto»
«Quella che era nel nostro frigo?»
«Precisamente» si girò a guardarla Law e Koala si strinse nelle spalle. 
«Mi casa es tu casa. Comunque sì, Kira è uscito dal letargo, per quanto io stessa stenti a crederlo, ma i suoi vestiti sono così enormi che bastano tre felpe e la sua cesta è già piena» 
Law non rispose, non era necessario. La stava guardando e tanto bastava a Koala per sapere che stava ascoltando. 
«E quindi a cosa si deve il ritorno alla civiltà di Eugene?» 
«Miracolo di Natale» sbattacchiò appena nell'aria una gigantesca maglietta. «Ishley per gli amici» aggiunse poi, cercando lo sguardo di Law che si fece trovare. 
Un'occhiata fu sufficiente a Koala per avere conferma che, qualunque cosa fosse successo nelle ventiquattro ore precedenti, Sabo doveva c'entrare qualcosa. E anche Law stava cercando risposte anche solo generiche riguardo cosa fosse accaduto al proprio amico. 
Non che avessero intenzione o interesse a ficcare il naso negli affari loro. Se avessero voluto confidarsi li avrebbero ascoltati, a ognuno il suo, ma, appurato che probabilmente si trattava di un gigantesco malinteso, e presa coscienza che poteva valere la pena spingerli a parlarsi, non c'era molto altro da dire o non dire sull'argomento. 
«Immagino sia il solo miracolo di Natale che possiamo aspettarci a questo giro» Law scrollò le spalle. «Kira che torna alla civiltà, intendo» mormorò con lo sguardo improvvisamente perso nel vuoto. 
«O tu che chiami Kira, Kira» ribatté Koala, dopo averlo osservato di sottecchi qualche istante. «In fondo quest'anno dobbiamo ridimensionare tutti le nostre aspettative» si avvicinò alla lavatrice e ci saltò sopra, sedendosi accanto a Law e rubando una piccola scorzetta d'arancia che stava scappando dal toast. «Voglio dire, prendi Pen» portò le due dita pizzicate alle labbra. «Magari avrà pensato che finalmente quest'anno avrebbe scampato anche le luminarie in centro. Invece ora il suo miracolo di Natale è che Izou non gli tatui da qualche parte "Merry Christmas", mentre dorme»
«Mi stai mettendo in guardia?» domandò dall'alto delle due spanne che li divideva, sopprimendo un ghigno che non si era dato la pena di nascondere. 
«Mmmmh nah» dondolò appena Koala, succhiandosi il polpastrello. «Tu non ostenti abbastanza il tuo assoluto disinteresse per il Natale e i buoni sentimenti»
«Quest'anno non ne sento il bisogno» ammise Law, ficcandosi in bocca l'ultimo pezzo di toast. «Che ha di così speciale?» domandò dopo un momento, fissando appena oltre Koala, verso i pochi indumenti non ancora piegati. 
«Beh per me...» rifletté Koala, girando gli occhi alla ghirlanda che decorava la porta dal lato interno. «...sono l'atmosfera, le canzoni e i panettoni dell'anno scorso quasi a scadenza che costano solo mezzo berry» 
«Così spirituale» 
«Certo! Infatti anche tu credi nella pace nel mondo e nel volersi bene universale, in questo periodo dell'anno» 
«Io assecondo i deliri di Pen senza correggergli il caffè con lo Xanax. Non ho nulla da rimproverarmi» ghignò quando Koala si mise a ridere, come predetto. 
Gli diede una lieve spallata prima di scivolare giù dalla lavatrice. «Non mi incanti, mr. Grinch. Tu condividi i deliri di Pen» immerse di nuovo le mani nel bucato caldo e soffice. «Ma non come gli rovinano l'umore» proseguì dando all'affermazione una lieve inflessione interrogativa.
Non aveva la presunzione di sapere esattamente cosa pensasse un uomo come Law ma era piuttosto certa dei piccoli dettagli che aveva colto. Come Law che incitava Pen ad assaggiare la marmellata di arance amare, affermava che il cielo era da neve quando l'amico era nei paraggi, e poi continuava a controllare che a nevicare iniziasse per davvero. 
«Non sono un fan del Natale ma questo non significa che mi faccia piacere che lui lo viva così male» ammise Law, senza preoccuparsi di distogliere lo sguardo, diretto e sincero come gli capitava di essere solo al lavoro. 
«Sapevo che Izou doveva aver chiesto il permesso a qualcuno di voi, prima di permettersi di colonizzare così anche il vostro lato» 
«Ho colto subito il potenziale, Kay, e avevo ragione. È la terapia perfetta. È talmente rassegnato da tutti quegli addobbi che neanche si arrabbia più» ebbe un accenno di esaltazione Law, mentre Koala scoppiava a ridere di nuovo e di cuore. 
«Ed è solo rassegnato?» guizzò con gli occhi dopo essersi calmata, cogliendo Law alla sprovvista sebbene solo per un attimo.
«Non capisco la domanda»
«Quindi non sai niente del blocco di legno preso via Amazon che mi è casualmente capitato di ritirare l'altro giorno?» 
«Posso dire di no?»
«Era a nome tuo» 
«Ciò non toglie che non so a cosa ser... Aspetta e perché lo hanno consegnato a te?» 
«Ho detto di essere tua moglie» si strinse nelle spalle, Koala, ignorando l'occhiata basita del moro. «Volevo solo fare un favore e... oh wow» si  bloccò, sollevando a due mani un paio di boxer rossi con un alce disegnata sul pacco. «Che strano, di solito non li mette mai»
«È uno scherzo» commentò piatto Law. 
«L'alce è un'applicazione in velluto» gli sorrise Koala, piegando i boxer incriminati. «Quell'anno Izou ha regalato a tutti quelli della compagnia un capo intimo natalizio» 
«Okay, informazioni non necess...»
«A me ha regalato le mutande con il vischio» proseguì Koala con apparente innocenza e Law suo malgrado si ritrovò a guardarla quando aggiunse: «Non le uso solo nel periodo natalizio» 
«Ma tu sei sempre così diretta?»
Koala sorrise, ripiegando finalmente i boxer. «Solo con le persone che trovo molto interessanti» 
«...'ic in your soul, Mr. Grinch. I wouldn't touch you...» 
«Izou falla finita» 

Si girarono verso la porta chiusa, rumore di passi veloci e di una voce arrabbiata che Law conosceva molto bene. 
Pen e Sabo erano tornati dalla spesa. E forse Sabo era rimasto fuori un altro po' con Bepo, non sarebbe stato strano. Lindbergh, comunque, non avrebbe gradito. 
«...with a thirty nine and a half foot pool...» 
E proprio perché la conosceva così bene, quella voce arrabbiata, Law poteva dire con certezza che non era poi così arrabbiata. 
«Izou!»
Anzi, sembrava si stesse trattenendo dal ridere. 
«Oggi non è giorn...»
«You're a fool one, Mr. Grinch. You're a nasty wasty skunk. Yout heart is full of unwash...»
«Oh e va bene! Va bene stasera vediamo il Grinch! Quanto sei persistente!» 

«Chissà che fa Pen di qua» 
«Quello che faccio io, probabilmente» 
«Mh» Koala si appoggiò di terga alla lavatrice, incrociando le caviglie. «Rubare la marmellata di arance amare o stare in compagnia?» domandò pensierosa e Law lo sapeva, che era una provocazione bella e buona. Ma non si risentì, soprattutto perché Koala gli stava sorridendo. 
Era quello il bello di Koala, che lo provocava ma senza esagerare e sapeva quando darci un taglio. 
«No perché stavo pensando di offrirti un the e un altro toast con la marmellata. O delle gallette di riso» gli porse il pugno chiuso che Law studiò qualche istante, prima di battere le nocche tatuate contro quelle lisce di lei. 
«Andata» accettò, saltando giù dalla lavatrice e guardò Koala stendere il braccio verso la porta ancora chiusa della lavanderia, con un sorriso diabolico. 
«After you then, Mr. Grinch»
«Oh ti prego, no!»
 
 
 
 
 
 
  
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