Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: jinkoria    21/12/2020    2 recensioni
[ BakuDeku; multicharacter, multipairing | Prompt dell’iniziativa #25DaysofBakuDekuChristmas ]
Di come in venticinque giorni Midoriya Izuku si faccia innanzitutto eroe del proprio Natale e di quanto Bakugou Katsuki sia, non poi così sorprendentemente, fondamentale in tutto ciò.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Mina Ashido, Shouto Todoroki
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Bonsoir, penso sia il capitolo più lungo finora perché il contaparole dei documenti del telefono lo segna sui 4k quasi, purtroppo non era nelle mie intenzioni ma scrivere da telefono mi scoraggia e fa venire un male agli occhi allucinante, spero di risolvere quanto prima col computer altrimenti la vedo dura per i prossimi giorni. Sicuramente ci sono errori del correttore, qualche parola si sarà scritta male o l'avrà cambiata, appena avrò uno schermo decente sott'occhio sistemerò tutto, scusate... Spero, ancora, sia quantomeno una lettura di compagnia. In ogni caso grazie anche oggi alla mia dolce metà per l'html salvifico ❤️

-21: Secret Santa (2)


Da Ochako si erano recati separatamente: se la compagna li avesse visti insieme e con dei sacchetti in mano avrebbe potuto capire qualcosa del loro imbroglio – parziale, alla fine solo Midoriya aveva davvero usufruito del consiglio di Bakugou, recuperando una lampada di sale rosa nella bottega indicata, l'altro era stato invece più che in grado di cavarsela da solo, per quanto non fosse riuscito a vedere bene quale statuetta avesse preso a Shouto; l'avergli dato appuntamento in una zona ben precisa della città, nei cui dintorni si trovavano per caso dei negozi piuttosto vari ma al contempo specifici, era qualcosa che continuava a pungolare sempre lo stesso tormentato spicchio di cuore, che non voleva saperne di smettere di pensare l'avesse fatto apposta.

Bakugou, che non violerebbe una regola se non strettamente necessario e forse nemmeno, aveva trovato valida l'alternativa di aggirarne una per comprare un regalo anonimo. Fino al punto in cui il Babbo Natale sarebbe rimasto “segreto”, ovviamente, ma quale importanza avrebbe avuto?

Un'altra parte di quel cuore in subbuglio, altrettanto vicina ma appena più grande, gonfia di orgoglio e quell'altro sentimento che era un po' difficile da definire, smosse la convinzione a Bakugou importasse eccome di quel regalo, per quanto ostentasse ancora disinteresse – meno di prima, solo non del tutto – e affermasse che uno sarebbe valso l'altro; Midoriya era certo sapesse perfettamente dove recarsi perché aveva cercato, in quelle ore di distacco dall'estrazione, e forse, tremò di vergogna al pensiero, era stato anche in grado di trovare qualcosa per lui, qualsiasi persona gli fosse capitata.

Anche se Izuku non aveva visto nessun oggetto che avrebbe potuto comprare, perlomeno di suo gusto, a Katsuki. Ne aveva individuati tanti, di possibili regali per la maggior parte degli altri compagni, solo la personalità di Bakugou sembrava non riuscisse a incastrarsi e trovare posto su quegli scaffali.

In ogni caso, Katsuki era andato per primo a bussare alla porta di Uraraka; Midoriya, dopo qualche minuto in attesa e nascosto non troppo distante ma neppure nei pressi dell'abitazione, giusto per creare del distacco di tempo tra la visita di Bakugou e la propria e non destare sospetti, lo vide superarlo alla sua sinistra, proseguendo all'inverso della via principale sulla quale affacciava la casa della ragazza.

A giudicare dall'espressione turpe, le mani in tasca e la schiena ingobbita come schiacciata da chissà che peso, l'idea di indossare per davvero quel cappellino – per il secondo anno di fila – non gli era andata molto giù.

Ancora, Izuku non poté fare a meno di chiedersi che aspetto avesse, se fosse lo stesso del Natale scorso al dormitorio o se Ochako e Aoyama avessero accentuato le modifiche e, se sì, di quanto.

Aspettò ancora una decina di minuti, dopodiché avanzò a sua volta fin davanti il campanello. La compagna non si fece aspettare, la voce annunciava l'arrivo da oltre la porta, tradendo un piccolo affanno da corsa; quando si aprì, Izuku notò la busta colorata che l'altra teneva in mano, non trasparente e dunque non riuscì a intravederne il contenuto.

Ochako intercettò la sbirciata e sorridendo lo ammonì «Non si vede il cappellino degli altri prima della festa!», poi infilò la mano nel sacchetto, lo sollevò fino a portarselo vicinissimo al volto in modo da poter cercare senza far trapelare nulla, finché non ne estrasse quello che Midoriya identificò essere il proprio capello.

O almeno, lo dedusse dal fatto che Ochako non stesse affatto ritirando la mano con la quale gli porgeva il copricapo in questione, sempre col sorriso dolce e allegro e gli occhi chiusi, anzi, glielo agitò un paio di volte sotto al naso fin quando Izuku lo afferrò. Tra due dita, lontano dalla faccia, alla stregua di un oggetto potenzialmente radioattivo, incapace di trattenere la propria perplessità.

«Uraraka-san...».

«Sì?».

Faticò nel trovare le parole più neutrali e inoffensive per esprimere la confusione mista a leggero sconcerto che la vista del bordo del cappello, bianco ma disseminato di disegni quantomeno bizzarri, gli procurò.

«Ecco, non… non voglio mettere in dubbio la creatività e il lavoro dietro tutto questo… però, come dire, queste sono...».

«Pecorelle».

«Pecorelle».

«Proprio loro!».

Il livello di difficoltà verbale aumentò.

«Ma sono... verdi...».

«Ricordano i tuoi capelli!».

Qui, Midoriya si arrese alla sconfitta e al viso fin troppo contento e soddisfatto di Ochako, domandando tra sé quanto fosse opera dell'amica e quanta di Yuga. Preferì non indagare, di conseguenza ringraziò la compagna per il berretto natalizio e scrisse un messaggio di altrettanta gratitudine ad Aoyama, il quale rispose con una emoji personalizzata di se stesso intento ad annuire e ammiccare mentre ondeggiava i fianchi.

Per un attimo pensò di scrivere a Bakugou, il quale doveva essere già più lontano avendo altre cose da sbrigare, giusto per informarlo di aver preso tutto.

Ma perché dovrei dirglielo? si bloccò, il dubbio parve più ragionevole dell'intenzione stessa, sorta per caso e con una spontaneità alla quale non era abituato e certe volte faticava a opporvisi. Difatti, sebbene la testa continuasse a dirgli che a Katsuki non sarebbe importato meno della sua “missione compiuta”, le dita stavano già digitando il messaggio e lo inviarono anche, un po' traballanti ma più decise, perché poteva non aver senso mandare un testo simile ma aveva ancora meno senso privarsi di provare.

Tornato a casa, mentre cercava il maglione regalatogli da Todoroki per indossarlo alla festa, si accorse di una notifica di risposta sotto la voce “Kacchan” e Midoriya realizzò di essere diventato assurdo e incomprensibile persino a se stesso, per ritrovarsi a sorridere a un messaggio di imprecazioni di Bakugou tutte rivolte al proprio berretto, maledicendo i due compagni artefici dell'indumento. Ciò che però fece muovere le labbra di Izuku senza che potesse impedirselo, piuttosto ne assecondò la curva e la intensificò, coinvolgendo le guance rosate di vivacità, fu il secondo e inaspettato messaggio di Katsuki.

Che lo intimava a non azzardarsi a ripescare il maglione del tizio a metà, perché altrimenti avrebbe dovuto metterselo anche lui per forza – non era vero, non c'era obbligo, ma Izuku sorrise del fatto che, riottoso o meno, lo volesse.

Posò il telefono e, trovato il maglione, inviò la foto in risposta.

Seguirono pochi istanti di silenzio, poi Katsuki gli disse solo che alla festa glie l'avrebbe fatta pagare, ricordandogli di quali dolci avrebbero portato e salvati da chi.

Non Izuku, ovviamente.

 

Yaoyorozu li accolse con calore e a braccia aperte mentre dietro di lei si intravedevano già Iida, Tokoyami e Jirou, i quali l'avevano raggiunta in anticipo per aiutarla con i preparativi ultimi della serata.

Tutti indossavano già i propri cappelli, le cui decorazioni richiamavano le unicità o caratteristiche peculiari del proprietario, per esempio il pon pon di Tokoyami ricordava la forma di Dark Shadows e lo stesso era ricamato sul bordo bianco del capellino, spiccando particolarmente per il colore scuro; Midoriya, guardando il proprio, si chiese se per caso non fosse andata male solo a lui, sicché gettò un'occhiata sul resto dei cappelli presenti, trovando più o meno disegni identificativi ma quantomeno sobri.

Cosa c'entro io con una pecora? È così che mi vedono quando guardano i miei capelli?

Yaoyorozu interruppe la domanda afflitta del compagno mentre a voce alta «Fate come se fosse a casa vostra!» offrì gioiosa, gli occhi brillanti e determinati come quando i compagni le avevano chiesto aiuto e Momo, entusiasta all'idea di ricevere ospiti ed essere d'aiuto, si illuminò.

Una pacca sulla schiena attirò Izuku a voltarsi, così vide Kirishima, Ashido e Kaminari dietro di lui, i quali gli sorridevano e auguravano buona festa.

Denki fu il primo a dare voce all'aspettativa collettiva, infatti prese Midoriya sottobraccio con fare allegro e confidenziale «Non vedo l'ora di mangiare cosa avete cucinato!».

Il ragazzo si irrigidì a quelle parole, memore dei disastri a cui aveva partecipato e dei ben pochi tentativi riusciti con la sua partecipazione, invece erano di certo più numerosi i risultati di Bakugou, il quale aveva lavorato da solo a casa dopo l'incidente col forno; Izuku si era sentito in colpa, aveva persino cercato di consolarsi pensando di essersi comunque impegnato e che le cause principali dei danni non erano di certo legate alla propria incapacità culinaria, a poco era però servito se non ad aumentare la consapevolezza.

Prima di poter rispondere sentì il braccio di Denki sollevarsi, il compagno al suo fianco emettere un verso sorpreso che Izuku stesso imitò quando, voltatosi per capire cosa stesse succedendo, vide Bakugou tenere Kaminari per il polso a mezz'aria e con l'intento di toglierlo dalla posizione.

Non ha il berretto in testa, constatò Izuku nell'immediato; il cappotto era inoltre chiuso fino all'ultima asola e una sciarpa circondava il collo, dunque non c'era modo perché riuscisse a capire se avesse o meno indossato il maglione per davvero.

Lo sguardo gli cadde poi su Mina e la maniera in cui osservava la scena, con un'espressione quasi compiaciuta mentre teneva il mento tra pollice e indice, ghignante.

«Bakugou! Non ti ho sentito arrivare» lo salutò gioviale Kirishima, intanto Kaminari si era lentamente spostato al fianco della ragazza alle spalle di Eijirou, coprendosi la bocca con le mani in modo da non essere sentiti o compresi da esterni. Solo di rado lanciavano occhiatine prima a Katsuki e poi a Izuku stesso, in concomitanza a ciò i risolini cospiratori aumentavano e Midoriya li fissò apertamente e con sconcerto. Infine guardò Katsuki, il quale ricambiò subito di sottecchi, con Kirishima davanti che gli mostrava orgoglioso il proprio cappello circondato da quelli che… erano scogli?

Bakugou allungò il braccio lasciato penzolare per porgere a Midoriya la busta con il cibo preparato, dopodiché spiegò solo «Pensaci tu».

Izuku lo interpretò come un non ho voglia di distribuire cibo alle scimmie, nella sua mente lo sentì proprio con la voce del compagno, dunque accettò il sacchetto senza ribattere e ne strinse il bordo scaldato dalla presa dell'altro.

«Forza, su!» trillò Ashido, riemersa dal fondo del gruppo mentre Kaminari spingeva sia Bakugou che Kirishima in avanti, lei invece affiancò Midoriya prendendolo a braccetto – il ragazzo cercò di nascondere la busta col suo regalo, altrimenti Ashido avrebbe capito fosse lui il suo Babbo Natale segreto, sorridendole forzato ma spero non lo notasse.

Davanti il portone di casa Yaoyorozu, però, Iida li fermò con la mano rigida e il braccio perfettamente teso e dritto, proprio a un palmo dal naso di Bakugou: i presenti rimasti fuori si aspettarono tutti, chi più chi meno, gliela azzannasse.

«Bakugou-kun» iniziò Tenya, la voce perentoria frattanto che riportava in su gli occhiali con l'altra mano, luccicanti sotto l'ammonimento «Se non indossi il tuo cappellino natalizio» e solo allora, quando il rappresentante indicò il proprio per enfatizzare il concetto, Midoriya si accorse su quello dell'amico vi fossero rappresentare delle volanti della polizia «Non puoi entrare».

Un istante di silenzio assoluto, ogni studente che assisteva alla scena teneva il fiato sospeso, chi per la paura di vedere sul serio il capoclasse vittima dell'attacco di un randagio con rabbia, ossia chiaramente Bakugou, e chi perché altrimenti scoppiare a ridere sarebbe risultato troppo forte e a subire l'ira di uno dei due, o magari entrambi, sarebbero stati loro.

Katsuki, invece, si limitò a un forse troppo alto ma comunque ben più diplomatico di qualsiasi aspettativa circostante: «Ah?!».

 

«Se qualcuno mi guarda» anticipò la promessa Bakugou, seduto a braccia incrociate su uno dei divani a disposizione nell'ampio salotto di Yaoyorozu, intanto Midoriya distribuiva i biscotti e lo guardava con occhi preoccupati e imploranti al contempo; Katsuki lo ignorò, o forse era troppo nascosto dal proprio cappellino per notarlo, perché concluse in un basso ringhio «lo faccio esplodere per Capodanno».

Qualcuno rise comunque, del gruppo di Bakugou in particolare, infatti le battute dai suoi amici più stretti non tardarono a farsi sentire e ad arrivare da ogni lato della stanza – Aoyama e Ochako erano nascosti da qualche parte, probabilmente dietro Todoroki e Iida, che stavano invece raccogliendo i regali per metterli sotto l'albero, pronti al Babbo Natale Segreto. Lo stesso Izuku talvolta, cadendogli l'occhio, si ritrovava a trattenere un risolino di sincero divertimento ma pericoloso per la propria incolumità, oltretutto non si sentiva nemmeno così tanto in diritto di farsi due risate a scapito del cappellino dell'altro, non poteva vedersi ma ricordava benissimo i contorni irregolari e tondeggianti dei verdi animali cuciti al suo. E l'unica associazione, chiesta ad Aoyama, era davvero dovuta ai capelli e alla sua natura tipicamente mansueta.

Solo che Katsuki aveva dei biondi Volpini di Pomerania ringhianti sul bordo bianco del capellino gli occhi triangolari e stilizzati che ricordavano fedelmente quelli del proprietario del copricapo in questione, lo stesso pon pon ricordava un'esplosione come quello dell'anno scorso. Per non parlare del maglione, di quello Shouto ne era stato visibilmente contento, sempre con quel suo modo contenuto di fare, però era stato chiaro per Bakugou e Midoriya e, a parte qualche insulto tra i denti in un primo momento, non erano volate proteste aggiuntive.

Il cappello natalizio invece era perfetto per lui. Si stupì piuttosto del fatto che, a parte qualche commento intenerito e un paio di foto scattate accanto ad altri cappellini per commemorare il momento, le sue pecorelle erano state ben accolte e Katsuki non aveva proferito parola quando lo aveva visto, forse perché troppo concentrato a desiderare di ucciderli tutti per la bonaria presa in giro a lui rivolta.

Finito il giro di distribuzione dei biscotti, Midoriya e Bakugou si fermarono in cucina per versare lo zabaione nelle tazze predisposte da Momo, tutte colorate in modo identificativo e decorare con fiocchi di neve in rilievo. Le ultime due le riempì Katsuki e Izuku guardò il procedimento con nostalgia, pensò anche di mandare una foto ad All Might prima di servirli agli altri, così prese il telefono e impostò la fotocamera. Si fermò dal premere il tasto di scatto, però, guardando Katsuki al suo fianco guardare intensamente il tavolo davanti a sé.

Midoriya pensò potesse osare.

«Sono passati già così tanti giorni» mormorò, il tono estremamente delicato, come premuroso di quel ricordo. Poi ridacchiò, le immagini dei disastri facevano capolino nella sua mente «Anche se all'inizio è stata dura».

Bakugou sbuffò uno tsk, solo all'inizio? ma tutt'altro che stizzito, Izuku lo vide quasi accennare un mezzo ghigno, magari aveva ripensato a sua volta agli scenari passati, all'indescrivibile quantità di pasticci lasciati dietro nel corso delle preparazioni. Durò poco, tuttavia, quella smorfia, presto sbiadita sotto una linea più distaccata e pensierosa; per un attimo gli vide socchiudere gli occhi e corrugare la fronte, togliersi il cappello per agitare i capelli e sbuffare ancora, indossandolo di nuovo.

Midoriya lo guardò con apprensione mentre andava via, in mano il primo vassoio con le tazze. C'era però qualcosa che non andava, alla stregua di una inaspettata e incomprensibile ondata di malcontento e Izuku non aveva intenzione di assecondare l'ansia quella sera, deciso semmai a tutt'altro: incurante del destino dello zabaione, questa volta fu lui a trattenere Katsuki per il gomito, trattenendolo e pronto a ricevere lo sguardo serioso e infastidito del compagno.

Gli occhi scarlatti tradivano tutt'altro che rabbia o irritazione, Midoriya scartò immediatamente l'eventualità, le proprie iridi fisse in quelle sorprese e sgranate di Bakugou, il quale era stato di sicuro preso in contropiede da quella mossa e Izuku sentì le gambe tremare e usò l'appiglio al braccio per mantenersi su.

Perché quel modo di guardarlo e il rumore del battito nelle orecchie lo stava destabilizzando, confuso dall'intensità imprevista dell'averlo così a stretto contatto, si sarebbe aspettato di venire allontanato e invece Bakugou era rimasto immobile e lo guardava e Midoriya lo sentì dal profondo del cuore e di quegli occhi specchiati nei suoi, incalzante e giusto, che quello era il momento.

Con l'altra mano si aggrappò poco più su, quasi alla spalla, per tirarlo verso il basso.

«Oi, che diavolo stai-».

«Kaccha-».

Parlarono in sincrono, la confusione nell'uno e l'urgenza nell'altro, quando la voce di Iida si interpose all'improvviso, aprendo la porta della cucina con entusiasmo; al suo seguito gli altri che si affrettavano a recuperare le ultime cose rimaste da mangiare per portarle in salotto.

«Stiamo per cominciare a dare i regali, forza, venite! Anche se» si voltò verso Kaminari, le lenti brillarono sinistre e la voce di Iida si abbassò notevolmente «Qualcuno ha già sbirciato».

Denki scappò di corsa, Iida alle calcagna e con loro gli altri.

Midoriya e Bakugou non si erano ancora guardati, travolti dal trambusto imprevisto che aveva portato il primo a mollare la presa in fretta, il petto così agitato da fare male.

Un colpo sulla spalla lo fece sobbalzare più del dovuto, voltandosi di scatto verso la fonte del tocco: trovò Ashido, lo stesso sorriso di prima, e Midoriya fu sinceramente sul punto di chiederle di lasciarlo stare, perché quel modo di fare così ambiguo e cospiratorio non portava altro se non confusione e in quel momento, mentre Bakugou aveva ripreso ad andare verso l'uscita della cucina e con lui l'intenzione di parlare.

«Ashido-san» cominciò infatti, sforzandosi di non risultare troppo scortese «Non è il momen-».

«Guarda in alto».

Izuku sbatté le palpebre interdetto, non sapeva se dalla richiesta o dal fatto che la frase suonasse assolutamente seria. Era comunque stanco per provare a protestare, dunque eseguì: il battito che perse fu salvifico, perché gli diede la possibilità di ristabilire il ritmo regolare, come una pausa per riprendere fiato e poi tornare a correre senza fermarsi.

Tornò su Mina e stavolta l'emozione che le dedicò fu quanto di più simile alla gratitudine fosse in grado di trasmettere in quel momento, le orecchie pizzicarono ma ignorò stoico qualsiasi segnale d'intralcio, soprattutto quando Ashido gli diede un'altra pacca e nello schiocco si perse un fatti valere talmente rincuorante da scacciare quel velo di incertezza ed esitazione; la compagna proseguì fino a Bakugou e le vide ripetere lo stesso gesto amichevole, solo che all'altro rivolse una linguaccia dispettosa e Katsuki le urlò di levarsi di torno e così ella fece, trotterellando nel salone.

 

«Che maledetta impicciona...» borbottò infine il ragazzo, massaggiandosi il collo e la mano si fermò lì, quasi all'altezza della nuca per qualche istante.

Guarda in alto gli aveva detto, era forse uno scherzo? Aveva pensato a qualche schicchera a tradimento ma Ashido se n'era già andata, sparita oltre l'angolo insieme agli altri ed era in una posizione favorevole abbastanza da permettergli di individuarla, lei o chiunque altro si fosse azzardato, qualora si fosse trattato di una trappola. Così, senza vedere nessuno, Bakugou guardò in alto e in quella posizione, a occhi sgranati, si bloccò.

In un punto ridicolmente assurdo e improponibile, senza alcun criterio e privo persino di un senso estetico, in alto, al centro dell'infisso largo della porta della cucina, un rametto di vischio pendeva sulla sua testa. E per qualche motivo, senza che un solo suono lo avesse annunciato, Bakugou pensò fosse il momento di voltarsi, lo sentì come l'attimo giusto per farlo, né prima né dopo, e quando le braccia di Deku gli si aggrapparono al collo per tirarlo giù Katsuki odiò la lentezza con cui comprese cosa stava accadendo e la momentanea rallentata capacità di metabolizzare.

Come se fosse troppo veloce e troppo fuori controllo.

Poi Midoriya si spinse in alto sulle punte e Bakugou imprecò mentalmente contro se stesso e contro quel nerd maledetto, un braccio andò a circondare il compagno mentre le dita dell'altra mano strinsero il viso davanti a sé, premettero sulle guance e lo sollevarono ancora più su.

Izuku osò mugugnare quando lo baciò, percepì la presa sul suo maglione intensificarsi ed era così difficile muovere la bocca e tenerlo fermo quando l'imbecille non faceva altro che dondolare da un lato all'altro per colpa dello slancio errato e della posa innaturale che si ostinava a mantenere per non allontanarsi.

Non che Katsuki gli avrebbe permesso di farlo, ovviamente, non adesso che poteva finalmente saggiare ogni centimetro di quelle labbra, meno morbide di quanto avrebbe immaginato ma non meno deliziose da stringere sotto i denti – e ancora Izuku emise un verso acuto e soffocato, schiudendo la bocca per liberarlo e Katsuki ne approfittò per approfondire il contatto, ingoiando un altro suono più umido e incastrato in gola.

Midoriya vibrò contro di lui, gli si sciolse addosso, appesantito con il corpo di Bakugou come unico sostegno per non scivolare a causa delle gambe molli; se la risata sguaiata di Kaminari non fosse giunta fino a loro, probabilmente mentre il malcapitato a cui aveva fatto da Babbo Natale segreto apriva il suo regalo, Bakugou lo avrebbe preso personalmente di peso, sollevandolo da sotto le cosce e continuato a baciarlo fino a fargli diventare le labbra gonfie. Invece, complice l'avvicinarsi del calpestio sulla moquette, entrambi si allontanarono con uno schiocco pericolosamente rumoroso, il respiro corto e le orecchie quasi fischianti.

Gli occhi di Izuku erano lucidi, così come la bocca arrossata – ma non a sufficienza – e le guance a fuoco, Katsuki era certo di ritrovarsi in uno stato simile; soprattutto, per una frazione di secondo si era avvicinato di nuovo con l'intenzione di ricominciare, perché guardarlo così sconvolto davanti e grazie a sé faceva raffiorare il bisogno di stringerlo di nuovo.

Recuperando il fiato rifletté sul fatto che Midoriya lo avesse cercato, muovendosi per primo per soddisfare quello che era anche stato il proprio desiderio da giorni, se non settimane, ingabbiato nel dubbio e nella confusione del proprio comportamento e di quello di Izuku stesso, sempre troppo affettuoso e fedele perché le attenzioni dell'ultimo periodo potessero essere prese come incisive e determinanti.

 

Non era comunque il momento per pensarci, né per parlarne; Izuku pensò lo stesso, frastornato e incredulo, ancora scosso dall'emozione della riuscita, si sentiva stracolmo e incapace di razionalizzare la situazione.

«Kacchan...».

Ansimò e si vergognò come un ladro per come gli uscì la voce, tuttavia quella di Tsuyu sempre più prossima lo spinse a sbrigarsi, stringendo tra le dita il bordo del maglione di Katsuki, l'urgenza di avere risposta.

Bakugou lo anticipò, forse per zittirlo, annuendo e basta, anche lui a corto di fiato.

Tsuyu comparve subito dopo, dicendo che era il turno di Midoriya di indovinare chi fosse il suo Babbo Natale segreto, dunque Midoriya la seguì e Bakugou dietro di lui, trascinato dalla presa di Izuku; per un attimo, sentendo la mano del compagno districare le dita dal proprio indumento, Midoriya pensò volesse allontanarlo: trattenne a stento un sospiro appagato e di sollievo quando, invece, al tessuto del maglione si sostituì il palmo di Bakugou stesso, caldo e forte come lo aveva scoperto negli ultimi giorni.

Negli ultimi mesi, si corresse mentalmente, sebbene le prime circostanze furono tutt'altro che piacevoli.

A bassa voce, più tra sé che davvero rivolto all'altro, Katsuki borbottò «Ma chi cazzo è che metterebbe il vischio davanti l'ingresso della cucina?».

Midoriya pensò alle parole di Ashido, alla coincidenza del rametto presente proprio lì – ed era certo non ci fosse all'inizio, per quanto grande fosse la porta della cucina di Yaoyorozu era comunque un elemento di spicco e difficile da ignorare.

«Forse Babbo Natale» disse con ingenuità, mentre sorrideva, quasi gli venne da chiedersi se non fosse un – altro – sogno dei suoi.

Il pizzicotto che ricevette sul dorso della mano come ammonimento, forse per l'espressione fin troppo contenta stampata su ogni centimetro di viso, smentì in fretta quel pensiero.








NdA: il titolo originale del prompt sarebbe stato "Who put this mistletoe here?!" ma avrebbe spoilerato il contenuto e dopo tanta fatica non mi pareva giusto 😂
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: jinkoria